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24 novembre 2024
XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) - CRISTO RE
Quando hai bisogno, Qumran ti dà una mano, sempre.
Ora Qumran ha bisogno di te.
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TESTO
Alleggerito del corpo,
sarò come neonato spaurito.
Ma subito giungerà l'Afflato,
avvertirò la stretta dell'Abbraccio,
e mi invaderà la Luce.
Griderò: “Mio Alfa, ora Omega, per me Tutto”.
E udrò un immenso e gioioso coro.
Inizierà lo Splendore in me.
mortevita eternaparadisodefunti
inviato da Giuseppe Impastato S.I, inserito il 18/10/2024
TESTO
Hans Urs von Balthasar, Il cuore del Mondo, Milano 2006, 54-55
Io sono la vite, voi i tralci. Siete fioriti uscendo da me: vi meravigliate se una goccia del sangue del mio cuore s’infiltra in tutto il vostro pensare e fare? Vi meravigliate se piano piano i pensieri del mio cuore si insinuano nel vostro cuore terreno? Se in voi sussurra un bisbiglio, e giorno e notte avvertite un brusio, un’aspirazione? All’amore che vuole soffrire; all’amore che, insieme con quello mio, redime? Vi meravigliate del fatto che vi venga voglia di rischiare le vostre energie e la vostra vita, e di giocarle per i vostri fratelli? E di compiere ciò che manca alla mia passione, che ancora deve mancare, fino a quando non ho patito la mia passione in tutte le mie membra e rami? Giacché è chiaro che nessuno di voi viene redento se non per mezzo di me, ma io sono l’intero redentore solo unito con ognuno di voi.
Volete realizzare con me la grande trasformazione e il regno del Padre? Volete provare i miei sentimenti, quelli di colui che non se ne stette avidamente aggrappato alla sua forma divina ma l’ha spezzata e svuotata e ha cominciato a scorrere nei bassifondi del coraggio che si fa schiavo? Lo volete? […] Già da troppo tempo la mia grazia scorre nei vostri vasi vuoti, e sempre ancora li lasciate vuoti in voi, sottraete il vostro grembo alla mia semente. […] Ma ecco che la debolezza con cui tu mi indebolisci non riesce più a frenarmi. Quando io sono debole, allora sono forte. Lasciati indebolire dalla mia debolezza, o tu mia sposa, affinché cresca in te il frutto del mio grembo, il figlio del nostro amore. […] Per quanto tempo ancora tieni separata la mia solitudine dalla tua, invece che lasciarle entrambe confondersi nell’unità di un unico amore? Solo una solitudine che ama è feconda.
unione con Cristofeconditàvite e tralciportare fruttoamore di Diorapporto con Dioforzadebolezzapaurafiduciaabbandono
inviato da Qumran, inserito il 08/10/2024
TESTO
Per l'uomo religioso i momenti di vera preghiera sono i momenti di verità nella propria vita. Solo nella preghiera, quando si trova nella solitudine davanti a Dio e si rivolge a lui, l'uomo è pienamente se stesso, senza apparenze o funzioni. I suoi desideri più profondi, i suoi ideali, ma anche la sua debolezza, appaiono in piena luce, nella luce stessa di Dio. La preghiera lo solleva al di sopra della quotidianità delle sue occupazioni profane, lo libera da una visione mondana dell'esistenza, e lo fa inginocchiare davanti a Dio, nell'atteggiamento di un peccatore o di un bambino, per domandare a Dio, per ringraziarlo o per parlargli con fiducia.
preghieraveritàsolitudineprogetto di Dio
inviato da Qumran, inserito il 08/10/2024
TESTO
Giuseppe di Nazaret...
un sogno piccolo piccolo:
prendere moglie, avere dei bimbi,
vivere e lavorare per essi
sotto lo sguardo di Jahvè
nel duro lavoro quotidiano
nella sua bottega di Nazaret....
Ma Jahvè Dio, anche Lui,
ha dei sogni da realizzare...
Giuseppe avrà Maria,
non una donna, ma la Donna,
e, come figlio, Gesù. il Figlio,
il Messia, l'Atteso, il Salvatore,
e come patria il mondo
e come orizzonte la storia,
e come famiglia l'umanità....
Sogni che si intersecano...
Sembra che Dio
tolga spazio, annulli, distrugga...
e invece dona, riempie, amplifica, moltiplica,
divinizza...
GiuseppeJahvèsogniMariaGesùprogetto di Dio
inserito il 08/10/2024
TESTO
Chiara Amirante, Alzati e rivestiti di luce
L'idea più meravigliosa che io posso concepire è niente, niente dinnanzi a ciò che Dio è realmente.
inviato da Qumran2, inserito il 27/07/2023
TESTO
Chiara Amirante, Alzati e rivestiti di luce
Dalla verità che Dio è felicità siamo passati alla menzogna che la felicità è Dio.
inviato da Qumran2, inserito il 27/07/2023
TESTO
Chiara Amirante, Solo l'amore resta
Se un tramonto è così bello, pensa che cosa deve essere Dio che l'ha creato! Se attraverso il canto degli uccelli percepisco un concerto così meraviglioso, come potrà essere il concerto del paradiso, il concerto dell'Amore degli amori? Se guardando le vette delle montagne resto senza fiato, che mai potrà essere la maestosità della bellezza di Dio? Che cosa accadrà quando potrò vederlo faccia a faccia?
DiobellezzaParadisocreatocreazionevita eterna
inserito il 27/07/2023
TESTO
Chiara Amirante, Alzati e rivestiti di luce
Una meravigliosa scoperta ha colorato la nostra vita. Un evento straordinario, l'evento degli eventi: l'ineffabile, l'inenarrabile, l'indescrivibile, il trascendente, l'Onnipotente, l'Eccelso, l'immensamente irraggiungibile, è venuto ad abitare in mezzo a noi, si è reso piccolo, fragile, palpabile. Per noi!
Ed è il mistero. Il mistero della nostra fede: l'incarnazione, Colui che è l'Assoluto, Colui che è Dio diventa l'Emmanuele, il Dio con noi, il Dio presente in mezzo a noi. È questa la scoperta che ci ha cambiato la vita, che ci fa danzare, ci fa saltare, ci fa gioire, ci fa sorridere.
natalenativitàsalvezzaincarnazione
inviato da Qumran2, inserito il 27/07/2023
TESTO
sbagliareerrorefallimentoimparare
inserito il 26/07/2023
TESTO
10. I due giorni più importanti 1
I due giorni più importanti della vita sono il giorno in cui sei nato e il giorno in cui scopri il perché.
senso della vitavitascoposignificato
inserito il 26/07/2023
TESTO
Una monaca di clausura, Frammenti di contemplazione, Edizioni Paoline 1993, pag. 65
La veste più bella
dei secoli
è il tuo ampio perdono.
Di ogni peccato
tu spogli la memoria;
rivesti il figlio
di splendido futuro.
Rispetta tutto l'essere
la veste di luce.
La vecchia casa
si apre
su cieli e terre nuove.
Portate qui il vestito più bello e rivestitelo (Luca 15,22)
perdonoveste biancafuturofigliol prodigopadre misericordiosomisericordia
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 26/07/2023
TESTO
Don Luca Murdaca, ilbuongiorno
Un amico non è chi è sempre con te,
ma chi per te c'è sempre!
inviato da Luca Murdaca, inserito il 26/07/2023
TESTO
Se il mondo vorrà avere ancora uomini liberi,
se vorrà avere uomini giusti,
se vorrà avere uomini che sentono la fraternità,
bisogna che noi non dimentichiamo la strada del presepio!
Esso infatti è la scuola dove l'alunno anche più superficiale
può imparare i grandi insegnamenti del Natale:
il gusto delle cose semplici e pulite, il silenzio, la pace, l'amore.
Il presepio: un punto luminoso dove tutto converge, dove c'è il Bambino,
capace solo lui di lavare la faccia della terra e farla girare dalla parte giusta!
presepenatalesemplicità fraternità
inviato da Don Simone Nannetti, inserito il 20/02/2023
TESTO
Io sono il tuo Dio e ti sto vicino; non ti basta? Che vuoi dunque di più sulla terra di ciò che riempie il mio cuore?
Io sono il tuo Dio e ti resto fedele anche quando ti mando la croce; per quanto questa pesi, ricordati che io sono con te: che vuoi di più?
Io sono il tuo Dio e penso a te. Dall'eternità io penso a te. Ho scritto il tuo nome profondamente nel mio Cuore, perché tu non avessi mai a dimenticarti di te.
Io sono il tuo Dio e regolo tutto per il meglio, per il tuo meglio: se ora non lo capisci, un giorno lo vedrai con tutta chiarezza.
Io sono il tuo Dio e ti amo fedelmente; conosco tutto ciò che affligge il tuo cuore; vedo ogni sguardo, ascolto ogni parola che ti contraria. Accetta tutto con tranquillità e pace, perché sono io che ho disposto così; tu persevera, restami fedele affinché il mio cuore te ne ricompensi.
Io sono il tuo Dio. Sei solo? Ti farò compagnia. Nessuno ha una buona parola per te? Vieni da me che sarò sempre il tuo tutto, ti compenserò di ciò che ti è negato in terra.
Io sono il tuo Dio. Che vuoi di più? Fatti coraggio! Nulla ti costi, perché chi possiede il mio divin Cuore ha tutto ciò che gli può abbisognare. Il mondo passa, il tempo fugge, gli uomini scompaiono, la morte tutto rapisce. Una cosa sola ti resterà per sempre: il tuo Dio!
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 20/02/2023
TESTO
Sempre pronto alle chiamate,
urgenti, notturne, inattese...
Lui, l'uomo, sempre all'oscuro...
Solo ordini e perentori:
prendi, va, àlzati,
fuggi, torna... senza perché.
Povero Giuseppe! I suoi piani
stravolti senza spiegazioni,
i suoi progetti sempre cambiati
e lui - Giuseppe - il fedele,
il giusto - a dire sempre sì,
ad accollarsi i pesi,
ad assumersi responsabilità...
Tutto è stabilito in alto
e lui deve accettare e agire.
Prendere con sé Maria,
senza badare ai fatti,
senza pensare ai dubbi,
senza dar retta alla gente.
A Gesù dare un nome,
la sicurezza di una casa,
protezione, educazione, un mestiere...
Lui, il falegname, conosce il prezzo
del Dio che scende tra noi uomini.
Lui, un anello che da lontano
porta a Cristo, alla salvezza.
Grazie, Giuseppe.
prontezzagiustoGiuseppesan giuseppedisponibilitàserviziol
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 20/02/2023
TESTO
Il pianto
del bambino
da sempre
risuona uguale
Il latte
della mamma
nel mondo
è bianco uguale
Il pianto
di chi scappa
da sempre
rimbomba uguale
La neve
che avvolge
i corpi a terra
è bianca uguale
L'acqua del mare
che accoglie
è corpi che affondano
è salata uguale
Non per tutti
è un buon Natale.
natalenativitàprofughisofferenzaimmigrazionedoloreguerraingiustizia
inviato da Qumran, inserito il 24/12/2022
TESTO
Qualunque cosa succeda, resta viva.
Non morire prima di essere morta davvero. Non perdere te stessa, non perdere la speranza, non perdere la direzione.
Resta viva, con tutta te stessa, con ogni cellula del tuo corpo, con ogni fibra della tua pelle.
Resta viva, impara, studia, pensa, costruisci, inventa, crea, parla, scrivi, sogna, progetta.
Resta viva, resta viva dentro di te, resta viva anche fuori, riempiti dei colori del mondo, riempiti di pace, riempiti di speranza.
Resta viva di gioia. C'è solo una cosa che non devi sprecare della vita, ed è la vita stessa.
inviato da Simona Pirlo, inserito il 17/09/2022
TESTO
Tu forse non attendi più un Messia e un Salvatore.
Dillo pure: mi bastano le assicurazioni, la carta di credito, il libretto di assegni, le multi-proprietà, gli investimenti che rendono, le giuste conoscenze, le amicizie influenti...
Mi sta bene il Natale come fiaba, ricordi, festa per i bambini, regali, vacanze, ritrovarci con parenti.
Fratello, sorella, forse pure andrai in chiesa per Natale, ma se a Gesù che non ha e non dà nessuna sicurezza, e se non hai spalancato la tua vita al futuro di Dio, non celebrerai il vero Natale.
Se a Natale sai dire solo: "Auguri", "Buon Natale", "Buone feste", "Buona fine e buon principio", il Natale non è stupore, né dono divino, né cuore e occhi nuovi, né presenza inquietante, né luce dall'alto, né invito a novità di vita e gioia piena.
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 17/09/2022
TESTO
19. Mia mamma chiede il sale ai vicini
Ho sentito mia mamma chiedere ai vicini il sale. Ma noi avevamo sale in casa. Le ho chiesto perché chiedesse del sale ai vicini.
«Perché i nostri vicini non hanno molti soldi e spesso ci chiedono qualcosa. Ogni tanto anch'io chiedo loro qualcosa di piccolo e non costoso, in modo tale che sentano che anche noi abbiamo bisogno di loro. Così si sentiranno più a loro agio e sarà per loro più semplice continuare a chiederci tutto quello di cui hanno bisogno.»
chiederedarebisognonecessitàsolidarietàamare
inviato da Qumran2, inserito il 11/02/2022
TESTO
20. Sull'inutilità dei preti (versione integrale) 1
La gente pensa che fare il prete sia un mestiere.
Uno che magari si sveglia la mattina
ed è convinto di poter mettere su
una bancarella per vendere parole,
benedizioni,
e santini.
La gente pensa che fare il prete sia una roba fuori dal mondo.
Uno che magari fa fatica a stare dentro le cose
e per questo si rifugia in una qualche sagrestia.
Lo sanno tutti che certe volte con la scusa di amare Dio
alla fine si rischia di non amare nessuno.
Ma è vero anche che certe volte tu ti accorgi che Dio lo hai incontrato
perché non puoi fare a meno di amare tutti.
E amare non è un mestiere,
è sentirsi responsabili.
Fare il prete non è un mestiere.
È la stessa cosa che capita a chi perde la testa per amore:
non c'è più il calcolo
ma solo l'ostinato desiderio di non perderti il bandolo della matassa che pensi di aver incontrato in qualcuno o in qualcosa.
Uno pensa che basta mettersi una tonaca e la magia è fatta.
Ma la tonaca non funziona se sotto non c'è un uomo,
uno che sa che è il più miserabile di tutti,
eppure è stato scelto,
eppure è stato amato.
E quanto è difficile accettare il peso di quella tonaca che oggi appare più inzozzata dal tradimento di chi avrebbe dovuto amare
e invece se n'è solo servito.
Ma poco importa se bisogna caricarsi anche sulle spalle l'infamia degli altri.
Non si diventa preti per essere benvisti.
Si diventa preti per diventare servi inutili proprio come diceva Gesù.
Servi inutili a tempo pieno!
Servi senza un utile.
Servi gratuiti.
L'amore salva solo se è gratuito.
È questo lo scopo di ogni vero amore: amare senza contraccambio.
Amare a fondo perduto.
Amare e basta.
Come fa una madre, un padre, un vero amico, o chiunque fa le cose con amore.
Come in questi tempi così difficili tenuti in piedi dall'amore di medici, infermieri,
uomini e donne nascosti da tonache improvvisate, fatte di polipropilene e mascherine.
L'amore quando è gratuito fa miracoli.
Per questo ha senso un prete.
Perché è messo lì in mezzo alla gente a ricordare che c'è qualcosa per cui vale la pena vivere, combattere e in alcuni casi anche perdere.
È messo lì perché ognuno possa avere il diritto di avere anche paura della vita, della morte, delle cose belle e brutte che capitano e che molto spesso sono più grandi delle nostre forze e proprio per questo ci danno le vertigini.
Ma avere il diritto di poter avere paura non significa lasciare che essa decida al posto nostro.
Chi ti ama non ti dice che non soffrirai mai,
che non sbaglierai mai,
che non avrai mai paura delle cose che ti succederanno,
ma ti dice che tu puoi vivere tutto,
accettare tutto,
affrontare tutto.
E te lo dice perché è con te.
La sua presenza è la cosa più convincente,
non le sue parole,
i suoi ragionamenti,
le sue raccomandazioni.
Si diventa preti per essere una presenza.
Si diventa preti per rendere l'invisibile visibile.
Come accade sull'altare.
Come accade quando si ascolta, senza pretese, senza giudicare.
Come quando si stringe una mano per infondere forza.
Come quando si tiene in braccio un bambino che piange,
o come si accarezza la fronte di uno che muore.
Fare il prete non è un mestiere,
è un modo inutile di amare.
Inutile come ogni amore.
Inutile come l'aria.
inviato da Qumran2, inserito il 11/02/2022