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PREGHIERA

1. Reti vuote   4

Don Angelo Saporiti

La vita a volte è come una pesca:
ci sono giorni in cui le reti sono piene di pesci,
piene di gioia, di vitalità, di fortuna...
e giorni in cui le reti sono vuote,
in cui è grande il senso dell'inutilità e del fallimento...
Proprio in quei momenti in cui le mie reti sono vuote,
quando in casa si diventa come estranei,
quando un figlio ti delude,
quando la tua migliore amica ti tradisce,
quando il tuo datore di lavoro ti dice che sei diventato di troppo,
quando la tua salute ti abbandona,
quando l'ingiustizia e la prepotenza sembrano essere più forti dell'amore,
proprio in quei momenti,
tu, Signore,
non smetti di avere fiducia in me
e mi dici che potrò ancora tirare fuori qualcosa di buono
da queste mie reti vuote e sfilacciate...
Tu, Signore,
mi inviti a riprendere il largo
verso l'orizzonte più ampio sconfinato,
sfidando il rischio e la paura di perdere ancora,
provando a fidarmi del mio cuore,
improvvisando i miei gesti e le mie azioni,
lasciandomi attraversare dal quel brivido
antico e sempre nuovo
che si chiama amore.
Amen.

delusionesperanzafiduciacoraggio

4.5/5 (6 voti)

inviato da Don Angelo Saporiti, inserito il 05/08/2012

ESPERIENZA

2. Riassettare le reti   2

Quand'ero al mare, a me piacevano le lunghe passeggiate lungo la spiaggia, particolarmente se in autunno o in primavera.

Spesso incontravo Olindo, detto "il pescatore". Lo ricordo seduto sulla sponda della sua barca, nell'atteggiamento di chi conversa con gli amici, mentre riassetta la sua rete da pesca. Raramente lo vedevo nell'atto di buttare la rete in mare, né in quello di ritirarla in barca. Eppure, nel suo mercatino che teneva in piazza, non mancava mai il pesce che era sempre fresco e abbondante.

Un giorno lo vidi come sempre in atto di cucire le reti. Mi decisi di fargli quella domanda che altre volte passando volevo rivolgergli: "Come mai ti vedo sempre a riassettare le reti? Quando vai a pescare? Quanto tempo dedichi alla pesca e quanto al riassetto della rete?".

"Ovviamente pesco qualche ora e di notte - mi rispose con la pacatezza propria del pescatore - Anni fa', inesperto com'ero, passavo lunghe ore in barca per la pesca... che non mi rendeva come ora. Avevo troppa fretta di prendere il pesce e non mi curavo della rete, né mi concedevo il tempo di aggiustarla. Il pesce era abbondante, entrava in rete, ma mi scappava quasi tutto attraverso le smagliature. Ora l'esperienza mi ha insegnato che ogni giorno, prima di uscire per la pesca, è importante e prezioso il tempo che dedico a cucire gli strappi. Esco in mare con una rete buona e corredata con l'attrazione di una lampara. Bastano poche ore per prendere il pesce che ti è necessario. Ecco perché vedi che la maggior parte del mio tempo la dedico a cucire e a vendere. Proprio questa mattina ho incontrato l'amico Giulio, responsabile d'una comunità. Vedendomi intento a cucire con pazienza, mi disse: Bravo Olindo, il tuo è un lavoro molto prezioso. Sei un bravo pescatore, perché sei un pescatore «sarto»".

Per una pescagione abbondante, è importante saper "cucire", "perdere" il tempo necessario a riassettare le smagliature della propria vita, perdonandosi e perdonando precisamente "settanta volte sette". È la condizione indispensabile per avere Gesù stesso in barca. È lui la luce che attira. Con lui la pesca risulta sicuramente miracolosa.

spiritualitàpazienzaperdonopastoralesaggezzainterioritàesteriorità

5.0/5 (2 voti)

inviato da Bianca Biscardi, inserito il 09/08/2009