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24 novembre 2024
XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) - CRISTO RE
Quando hai bisogno, Qumran ti dà una mano, sempre.
Ora Qumran ha bisogno di te.
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TESTO
Le persone, quando ricevono un grande incarico, vanno alla ricerca di riconoscimenti, approvazioni, elogi, ammirazione...
Maria, invece, dell'incarico di portare nel mondo il Figlio di Dio non disse nulla neppure a Giuseppe, e pensò ad altro: partire alla svelta per dare una mano a Elisabetta in previsione del parto.
MariaMadonnaservizioumiltàvisitazionedisponibilità
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 23/06/2020
TESTO
Mons. Giuseppe Pecoraro, Cieli di luce, edizioni O.DI.PA, Palermo 1990, pag.75
Quando parli con Dio, non parlare solo di te stesso;
quando ti è possibile, parla insieme agli altri con Dio;
e quando parli con gli uomini, ricordati che anche Lui è presente e ti ascolta.
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 23/06/2020
PREGHIERA
3. Vergine dell'attesa (versione lunga)
Santa Maria, vergine dell'attesa, donaci del tuo olio perché le nostre lampade si spengono. Vedi: le riserve si sono consumate. Non ci mandare ad altri venditori. Riaccendi nelle nostre anime gli antichi fervori che ci bruciavano dentro, quando bastava un nonnulla per farci trasalire di gioia: l'arrivo di un amico lontano, il rosso di sera dopo un temporale, il crepitare del ceppo che d'inverno sorvegliava i rientri in casa, le campane a stormo nei giorni di festa, il sopraggiungere delle rondini in primavera, l'acre odore che si sprigionava dalla stretta dei frantoi, le cantilene autunnali che giungevano dai palmenti, l'incurvarsi tenero e misterioso del grembo materno, il profumo di spigo che irrompeva quando si preparava una culla.
Se oggi non sappiamo attendere più è perché siamo a corto di speranza. Se ne sono disseccate le sorgenti. Soffriamo una profonda crisi di desiderio. E, ormai paghi dei mille surrogati che ci assediano, rischiamo di non aspettarci più nulla neppure da quelle promesse ultraterrene che sono state firmate col sangue dal Dio dell'alleanza.
Santa Maria, donna dell'attesa, conforta il dolore delle madri per i loro figli che, usciti un giorno di casa, non ci son tornati mai più, perché uccisi da un incidente stradale o perché sedotti dai richiami della giungla. Perché dispersi dalla furia della guerra o perché risucchiati dal turbine delle passioni. Perché travolti dalla tempesta del mare o perché travolti dalle tempeste della vita.
Riempi i silenzi di Antonella, che non sa che farsene dei suoi giovani anni, dopo che lui se n'è andato con un'altra. Colma di pace il vuoto interiore di Massimo, che nella vita le ha sbagliate tutte, e l'unica attesa che ora lo lusinga è quella della morte. Asciuga le lacrime di Patrizia, che ha coltivato tanti sogni a occhi aperti, e per la cattiveria della gente se li è visti così svanire a uno a uno, che ormai teme anche di sognare a occhi chiusi.
Santa Maria, vergine dell'attesa, donaci un'anima vigiliare. Giunti alle soglie del terzo millennio, ci sentiamo purtroppo più figli del crepuscolo che profeti dell'avvento. Sentinella del mattino, ridestaci nel cuore la passione di giovani annunci da portare al mondo, che si sente già vecchio. Portaci, finalmente, arpa e cetra, perché con te mattiniera possiamo svegliare l'aurora.
Di fronte ai cambi che scuotono la storia, donaci di sentire sulla pelle i brividi dei cominciamenti. Facci capire che non basta accogliere: bisogna attendere. Accogliere talvolta è segno di rassegnazione. Attendere è sempre segno di speranza. Rendici, perciò, ministri dell'attesa. E il Signore che viene, vergine dell'Avvento, ci sorprenda, anche per la tua materna complicità, con la lampada in mano.
attesaattendereavventomariasperanza
inviato da Qumran2, inserito il 15/01/2018
TESTO
David Maria Turoldo, O sensi miei…Poesie 1948-1988, Rizzoli, 1996 pagg 364-366
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Andrò in giro per le strade
zufolando, così,
fino a che gli altri dicano: è pazzo!
E mi fermerò soprattutto coi bambini
a giocare in periferia,
e poi lascerò un fiore
ad ogni finestra dei poveri
e saluterò chiunque incontrerò per via
inchinandomi fino a terra.
E poi suonerò con le mie mani
le campane sulla torre
a più riprese
finché non sarò esausto.
E a chiunque venga
anche al ricco dirò:
siedi pure alla mia mensa,
(anche il ricco è un povero uomo).
E dirò a tutti:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Tutto è suo dono
eccetto il nostro peccato.
Ecco, gli darò un'icona
dove lui bambino guarda
agli occhi di sua madre:
così dimenticherà ogni cosa.
Gli raccoglierò dal prato
una goccia di rugiada
è già primavera
ancora primavera
una cosa insperata
non meritata
una cosa che non ha parole;
e poi gli dirò d'indovinare
se sia una lacrima
o una perla di sole
o una goccia di rugiada.
E dirò alla gente:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Non credo più neppure alle mie lacrime,
e queste gioie sono tutte povere:
metterò un garofano rosso sul balcone
canterò una canzone
tutta per lui solo.
Andrò nel bosco questa notte
e abbraccerò gli alberi
e starò in ascolto dell'usignolo,
quell'usignolo che canta sempre solo
da mezzanotte all'alba.
E poi andrò a lavarmi nel fiume
e all'alba passerò sulle porte
di tutti i miei fratelli
e dirò a ogni casa: pace!
e poi cospargerò la terra
d'acqua benedetta in direzione
dei quattro punti dell'universo,
poi non lascerò mai morire
la lampada dell'altare
e ogni domenica mi vestirò di bianco.
pasquarisortoresurrezionepaceannunciogioia
inviato da Sara Baroni, inserito il 08/05/2017
PREGHIERA
5. O Cristo - Venerdì Santo 2017
Papa Francesco, Via Crucis al Colosseo, Venerdì Santo, 14 aprile 2017
O Cristo lasciato solo e tradito perfino dai tuoi e venduto a basso prezzo.
O Cristo giudicato dai peccatori, consegnato dai Capi.
O Cristo straziato nelle carni, incoronato di spine e vestito di porpora. O Cristo schiaffeggiato e atrocemente inchiodato.
O Cristo trafitto dalla lancia che ha squarciato il tuo cuore.
O Cristo morto e seppellito, tu che sei il Dio della vita e dell'esistenza.
O Cristo, nostro unico Salvatore, torniamo a Te anche quest'anno con gli occhi abbassati di vergogna e con il cuore pieno di speranza:
Di vergogna per tutte le immagini di devastazioni, di distruzioni e di naufragio che sono diventate ordinarie nella nostra vita;
Vergogna per il sangue innocente che quotidianamente viene versato di donne, di bambini, di immigrati e di persone perseguitate per il colore della loro pelle oppure per la loro appartenenza etnica e sociale e per la loro fede in Te;
Vergogna per le troppe volte che, come Giuda e Pietro, ti abbiamo venduto e tradito e lasciato solo a morire per i nostri peccati, scappando da codardi dalle nostre responsabilità;
Vergogna per il nostro silenzio dinanzi alle ingiustizie; per le nostre mani pigre nel dare e avide nello strappare e nel conquistare; per la nostra voce squillante nel difendere i nostri interessi e timida nel parlare di quelle dell'altrui; per i nostri piedi veloci sulla via del male e paralizzati su quella del bene;
Vergogna per tutte le volte che noi Vescovi, Sacerdoti, consacrati e consacrate abbiamo scandalizzato e ferito il tuo corpo, la Chiesa; e abbiamo dimenticato il nostro primo amore, il nostro primo entusiasmo e la nostra totale disponibilità, lasciando arrugginire il nostro cuore e la nostra consacrazione.
Tanta vergogna Signore ma il nostro cuore è nostalgioso anche della speranza fiduciosa che tu non ci tratti secondo i nostri meriti ma unicamente secondo l'abbondanza della tua Misericordia; che i nostri tradimenti non fanno venir meno l'immensità del tuo amore; che il tuo cuore, materno e paterno, non ci dimentica per la durezza delle nostre viscere;
La speranza sicura che i nostri nomi sono incisi nel tuo cuore e che siamo collocati nella pupilla dei tuoi occhi;
La speranza che la tua Croce trasforma i nostri cuori induriti in cuore di carne capaci di sognare, di perdonare e di amare; trasforma questa notte tenebrosa della tua croce in alba folgorante della tua Risurrezione;
La speranza che la tua fedeltà non si basa sulla nostra;
La speranza che la schiera di uomini e donne fedeli alla tua Croce continua e continuerà a vivere fedele come il lievito che da sapore e come la luce che apre nuove orizzonti nel corpo della nostra umanità ferita;
La speranza che la tua Chiesa cercherà di essere la voce che grida nel deserto dell'umanità per preparare la strada del tuo ritorno trionfale, quando verrai a giudicare i vivi e i morti;
La speranza che il bene vincerà nonostante la sua apparente sconfitta!
O Signore Gesù, Figlio di Dio, vittima innocente del nostro riscatto, dinanzi al tuo vessillo regale, al tuo mistero di morte e di gloria, dinanzi al tuo patibolo, ci inginocchiamo, invergognati e speranzosi, e ti chiediamo di lavarci nel lavacro del sangue e dell'acqua che uscirono dal tuo Cuore squarciato; di perdonare i nostri peccati e le nostre colpe;
Ti chiediamo di ricordarti dei nostri fratelli stroncati dalla violenza, dall'indifferenza e dalla guerra;
Ti chiediamo di spezzare le catene che ci tengono prigionieri nel nostro egoismo, nella nostra cecità volontaria e nella vanità dei nostri calcoli mondani.
O Cristo, ti chiediamo di insegnarci a non vergognarci mai della tua Croce, a non strumentalizzarla ma di onorarla e di adorarla, perché con essa Tu ci hai manifestato la mostruosità dei nostri peccati, la grandezza del tuo amore, l'ingiustizia dei nostri giudizi e la potenza della tua misericordia. Amen
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inviato da Qumran2, inserito il 15/04/2017
RACCONTO
Una storia cinese narra di un vecchio contadino che possedeva un vecchio cavallo per coltivare i suoi campi.
Un giorno il cavallo scappò su per le colline e ai vicini che consolavano il vecchio contadino per la sua sfortuna, questi rispondeva: "Sfortuna, fortuna, chi lo sa?".
Dopo una settimana il cavallo tornò portando con sé dalle colline una mandria di cavalli selvatici, e questa volta i vicini si congratulavano con il contadino per la sua fortuna. Ma la sua risposta fu: "Fortuna? Sfortuna? Chi lo sa?".
Poi accadde che suo figlio, mentre cercava di domare uno dei cavalli selvatici, cadde, rompendosi malamente una gamba. Tutti pensarono che si trattasse veramente di una grande sfortuna. Non il contadino, la cui unica reazione fu: "Sfortuna? Fortuna? Chi lo sa?"
Qualche settimana più tardi, l'esercito entrò nel villaggio, imponendo a tutti i giovani abili la coscrizione obbligatoria: quando videro il figlio del contadino con la sua gamba rotta lo lasciarono stare. Questa fu una fortuna? Una sfortuna? Chi lo sa?
fortunasfortunadoloresofferenzabenemaleaccettazionefiduciapazienzaattesasapienzaapparenze
inviato da Liliana Belloro, inserito il 27/12/2016
PREGHIERA
Giovanni Paolo II, Incontro con i giovani musulmani nello stadio di Casablanca, 19 agosto 1985
O Dio, tu sei nostro Creatore.
Tu sei buono e la tua misericordia è senza limiti.
A Te la lode di ogni creatura.
O Dio, tu hai dato a noi uomini una legge interiore di cui dobbiamo vivere.
Fare la Tua volontà, e compiere il nostro compito.
Seguire le Tue vie e conoscere la pace dell'anima.
A Te offriamo la nostra obbedienza.
Guidaci in tutte le iniziative che intraprendiamo sulla terra.
Liberaci dalle nostre tendenze cattive che distolgono il nostro cuore dalla Tua volontà.
Non permettere che invocando il Tuo nome,
giustifichiamo i disordini umani.
O Dio, Tu sei l'unico. A Te va la nostra adorazione.
Non permettere che ci allontaniamo da Te.
O Dio, giudice di tutti gli uomini,
aiutaci a far parte dei tuoi eletti nell'ultimo giorno.
O Dio, autore della giustizia e della pace,
accordaci la vera gioia, e l'autentico amore,
nonché una fraternità duratura tra i popoli.
Colmaci dei Tuoi doni per sempre.
Amen!
islamcoscienzabenemalerapporto con Dio
inviato da Qumran2, inserito il 27/12/2016
TESTO
David Maria Turoldo, O sensi miei…, Rizzoli, 1993
Io vorrei donare una cosa al Signore
ma non so che cosa.
Non credo più neppure alle lacrime,
e queste gioie sono tutte povere:
metterò un garofano rosso sul balcone
canterò una canzone
tutta per lui solo.
Andrò nel bosco questa notte
e abbraccerò gli alberi
e starò in ascolto dell'usignolo,
quell'usignolo che canta sempre solo
da mezzanotte all'alba.
E poi andrò a lavarmi nel fiume
e all'alba passerò sulle porte
di tutti i miei fratelli
e dirò a ogni casa: "Pace!"
e poi cospargerò la terra
d'acqua benedetta in direzione
dei quattro punti dell'universo,
poi non lascerò mai morire
la lampada dell'altare
e ogni domenica mi vestirò di bianco.
donolodecreatoringraziamentoadorazionerapporto con Dio
inviato da Cesarina Volonte', inserito il 27/12/2016
PREGHIERA
Papa Francesco, Via Crucis al Colosseo, Venerdì santo 25 marzo 2016
O Croce di Cristo, simbolo dell'amore divino e dell'ingiustizia umana, icona del sacrificio supremo per amore e dell'egoismo estremo per stoltezza, strumento di morte e via di risurrezione, segno dell'obbedienza ed emblema del tradimento, patibolo della persecuzione e vessillo della vittoria.
O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo eretta nelle nostre sorelle e nei nostri fratelli uccisi, bruciati vivi, sgozzati e decapitati con le spade barbariche e con il silenzio vigliacco.
O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo nei volti dei bambini, delle donne e delle persone, sfiniti e impauriti che fuggono dalle guerre e dalle violenze e spesso non trovano che la morte e tanti Pilati con le mani lavate.
O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo nei dottori della lettera e non dello spirito, della morte e non della vita, che invece di insegnare la misericordia e la vita, minacciano la punizione e la morte e condannano il giusto.
O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo nei ministri infedeli che invece di spogliarsi delle proprie vane ambizioni spogliano perfino gli innocenti della propria dignità.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei cuori impietriti di coloro che giudicano comodamente gli altri, cuori pronti a condannarli perfino alla lapidazione, senza mai accorgersi dei propri peccati e colpe.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei fondamentalismi e nel terrorismo dei seguaci di qualche religione che profanano il nome di Dio e lo utilizzano per giustificare le loro inaudite violenze.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi in coloro che vogliono toglierti dai luoghi pubblici ed escluderti dalla vita pubblica, nel nome di qualche paganità laicista o addirittura in nome dell'uguaglianza che tu stesso ci hai insegnato.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei potenti e nei venditori di armi che alimentano la fornace delle guerre con il sangue innocente dei fratelli.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei traditori che per trenta denari consegnano alla morte chiunque.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei ladroni e nei corrotti che invece di salvaguardare il bene comune e l'etica si vendono nel misero mercato dell'immoralità.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi negli stolti che costruiscono depositi per conservare tesori che periscono, lasciando Lazzaro morire di fame alle loro porte.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei distruttori della nostra "casa comune" che con egoismo rovinano il futuro delle prossime generazioni.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi negli anziani abbandonati dai propri famigliari, nei disabili e nei bambini denutriti e scartati dalla nostra egoista e ipocrita società.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nel nostro Mediterraneo e nel mar Egeo divenuti un insaziabile cimitero, immagine della nostra coscienza insensibile e narcotizzata.
O Croce di Cristo, immagine dell'amore senza fine e via della Risurrezione, ti vediamo ancora oggi nelle persone buone e giuste che fanno il bene senza cercare gli applausi o l'ammirazione degli altri.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei ministri fedeli e umili che illuminano il buio della nostra vita come candele che si consumano gratuitamente per illuminare la vita degli ultimi.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei volti delle suore e dei consacrati - i buoni samaritani - che abbandonano tutto per bendare, nel silenzio evangelico, le ferite delle povertà e dell'ingiustizia.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei misericordiosi che trovano nella misericordia l'espressione massima della giustizia e della fede.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nelle persone semplici che vivono gioiosamente la loro fede nella quotidianità e nell'osservanza filiale dei comandamenti.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei pentiti che sanno, dalla profondità della miseria dei loro peccati, gridare: Signore ricordati di me nel Tuo regno!
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei beati e nei santi che sanno attraversare il buio della notte della fede senza perdere la fiducia in te e senza pretendere di capire il Tuo silenzio misterioso.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nelle famiglie che vivono con fedeltà e fecondità la loro vocazione matrimoniale.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei volontari che soccorrono generosamente i bisognosi e i percossi.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei perseguitati per la loro fede che nella sofferenza continuano a dare testimonianza autentica a Gesù e al Vangelo.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei sognatori che vivono con il cuore dei bambini e che lavorano ogni giorno per rendere il mondo un posto migliore, più umano e più giusto. In te Santa Croce vediamo Dio che ama fino alla fine, e vediamo l'odio che spadroneggia e acceca i cuori e le menti di coloro preferiscono le tenebre alla luce.
O Croce di Cristo, Arca di Noè che salvò l'umanità dal diluvio del peccato, salvaci dal male e dal maligno! O Trono di Davide e sigillo dell'Alleanza divina ed eterna, svegliaci dalle seduzioni della vanità! O grido di amore, suscita in noi il desiderio di Dio, del bene e della luce.
O Croce di Cristo, insegnaci che l'alba del sole è più forte dell'oscurità della notte. O Croce di Cristo, insegnaci che l'apparente vittoria del male si dissipa davanti alla tomba vuota e di fronte alla certezza della Risurrezione e dell'amore di Dio che nulla può sconfiggere od oscurare o indebolire. Amen!
crocesofferenzaperseguitatiingiustiziapasquamortevitarisurrezionecorruzionepeccatosalvezzaegoismosolidarietàsperanza
inviato da Qumran2, inserito il 26/03/2016
TESTO
10. Giuseppe, uomo semplice, uomo santo 1
P. Luciano Lazzeri, Atma-o-jibon.org
Giuseppe è nominato solo una volta dopo i Vangeli dell'infanzia, quando la gente parlò di Gesù come del figlio del falegname. Come a dire: suo padre è solo un falegname. Giuseppe non è un martire che ha versato il sangue a causa di Gesù, ma è il santo che ha attraversato la lotta della fede, dal momento dell'annuncio dell'angelo alla sua scomparsa dalla scena. La fede è resistenza al silenzio di Dio, fiducia in lui al di là di ogni evidenza dei sensi, quando le apparenze la contraddicono, o perfino si sforzano di distruggerla. Questo, credo costituisca la grandezza di Giuseppe. Questo credo sia il cammino di ogni credente che procede fianco a fianco di quei fratelli e sorelle che Dio premia con la palma dei martirio.
fedefiducia in Dioaffidamentosan Giuseppesantitàsemplicità
inviato da Qumran2, inserito il 06/02/2016
PREGHIERA
11. Vieni o Spirito Santo in me 2
Vieni o Spirito Santo in me
con il tuo fuoco ardente,
con la tua luce che risplende.
Accendi il mio cuore
e rendilo capace di amare,
la mia mente e rendila capace
di capire quello che devo fare,
i miei occhi e rendili capaci di vedere
le cose meravigliose che mi doni,
la mia vita e rendila capace
di comunicare gioia a quelli
che mi sono accanto
e accendi la mia voglia di fare
e rendila capace di collaborare
per un mondo più bello.
Spirito Santodoni dello spirito
inviato da Qumran2, inserito il 03/02/2016
PREGHIERA
12. Mandaci, o Dio, dei folli 2
Mandaci, o Dio, dei folli,
quelli che si impegnano
a fondo,
che amano sinceramente,
non a parole,
e che veramente sanno
sacrificarsi sino alla fine.
Abbiamo bisogno di folli
che accettino di perdersi
per servire Cristo.
Amanti di una vita semplice,
alieni da ogni compromesso,
decisi a non tradire,
pronti a una abnegazione totale,
capaci di accettare qualsiasi compito,
liberi e sottomessi al tempo stesso,
spontanei e tenaci,
dolci e forti.
fedeltàserviziosacrificioradicalitàcoerenza
inviato da Maria Colombo LGE, inserito il 05/05/2015
PREGHIERA
Eccoci, o Signore, davanti a te:
sappiamo di non ingannarci
perché crediamo fermamente
che tu sei qui presente
e ti vediamo con gli occhi della fede.
Non osiamo contemplarti,
ma tu guardaci
con lo sguardo pieno di misericordia
con cui hai guardato Pietro:
siamo davanti a te
con le nostre opere cattive
e il nostro grande peccato.
Come potremo restare davanti a te,
come potremo toglierci le macchie
se tu non le cancelli?
Come diverremo mondi
se tu non ci lavi?
Come guariremo
se tu non ci curi?
O Signore, purificaci dai nostri peccati,
lavaci dalle colpe,
guariscici dai nostri mali
e facci degni di ritornare nella tua grazia.
Amen.
adorazione eucaristicaadorazione
inviato da Qumran, inserito il 18/09/2014
RACCONTO
«Ma Gesù è morto o vivo?», chiese la piccola Lucia alla nonna. A dire il vero, era un po' che le frullava in testa questa domanda, il parroco era arrivato alla scuola materna e aveva spiegato a lungo che Gesù era stato crocifisso e sepolto.
La nonna capì molto bene la domanda della sua nipotina, andò ad aprire il vangelo, le lesse alcuni fatti: le donne erano andate al sepolcro il mattino dopo il sabato e avevano trovato il sepolcro vuoto! E proprio lì stava un angelo ad annunciare che Gesù era vivo! È risorto, è glorificato dal Padre che non l'ha lasciato nella tomba! E Lucia era piena di gioia.
Qualche giorno dopo, la nonna si recò con Lucia alla messa domenicale. C'era in mezzo all'altare un prete e tra i banchi poca gente, un po' triste e un po' annoiata. Anche le canzoni che una donna dal primo banco intonava erano basse, lente, cantate da pochi e senza convinzione. Allora Lucia, dopo essersi guardata ben bene in giro, disse alla nonna: «Ma loro lo sanno che Gesù è risorto?»
risortorisurrezioneresurrezionegioiapasqua
inviato da Qumran2, inserito il 25/03/2013
TESTO
S. Pio da Pietrelcina, Padre Pio. Un pensiero per ogni giorno dell'anno, Editrice Shalom
Io non altro desidero se non che o morire o amare Dio: o la morte, o l'amore; giacché la vita senza quest'amore è peggiore della morte: per me sarebbe più insostenibile di quella che l'è presentemente.
inviato da Stefano Molisso, inserito il 13/03/2013
TESTO
Mahmoud Darwish, Kazahri al-Lawzi aw Ab'ad (come il fiore di mandorlo o più lontano)
Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,
non dimenticare il cibo delle colombe.
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,
non dimenticare coloro che chiedono la pace.
Mentre paghi la bolletta dell'acqua, pensa agli altri,
coloro che mungono le nuvole.
Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,
non dimenticare i popoli delle tende.
Mentre dormi contando i pianeti, pensa agli altri,
coloro che non trovano un posto dove dormire.
Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,
coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.
Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,
e dì: magari fossi una candela in mezzo al buio.
caritàamorealtruismosolidarietàingiustiziagiustiziaaltripacepovertàricchezza
inviato da Letizia Mariotti, inserito il 12/08/2012
TESTO
Schiavi quando pensiamo di fare da soli, quando contiamo solo sulle nostre forze.
Schiavi quando le nostre competenze, la nostra cosiddetta esperienza, sono la nostra sicurezza.
Schiavi quando crediamo che la nostra ragione debba essere affermata e non confrontata.
Schiavi quando le nostre azioni si basano sul nostro poter fare e spesso sulle incapacità degli altri.
Schiavi quando nemmeno ce ne rendiamo conto di esserlo.
Schiavi proprio quando ci sentiamo liberi di affermare che non siamo schiavi di nessuno.
Schiavi quando guardiamo male l'obbedienza, l'umiltà dei servi, la sofferenza che toglie dignità.
Schiavi quando ci ripugna l'agnello immolato, lo scandalo e la stoltezza della croce.
Il nostro Mar Rosso, il nostro passaggio è il giardino del Getsemani.
L'abbandono nell'amore del Padre, il primato della volontà di Dio,
l'accettazione del calice, essere fatti partecipi della stessa cena, ci dona libertà.
Liberi di sentirci amati.
Liberi di saperci accolti per quello che siamo e non per quello che ci piacerebbe essere senza riuscirci.
Liberi di aderire al Signore sciogliendo ogni vincolo che non ci permette di seguirlo.
Liberi perfino di sbagliare e di sentirci amati anche per questo.
Liberi di rendere grazie.
Liberi di partecipare al progetto di Dio.
Liberi di affrontare la sofferenza senza sapere prima come fare.
Liberi di vivere una fede che è dono e non conquista.
Liberi di abbandonarci conoscendo l'ampiezza delle braccia che ci accoglieranno.
Liberi di gioire davanti ad un sepolcro che è rimasto vuoto per sempre.
Liberi di annunciare a tutti che ci possiamo fidare di Lui.
Gesù risorto è la verità che ci rende liberi, colui che nella sua vita di figlio
ha inserito anche noi perché possiamo sentirci nuovamente liberi e amati dal Padre.
pasqualibertàschiaviùpeccatoredenzione
inviato da Marcello Barbieri, inserito il 06/05/2012
TESTO
18. Parola di Dio o Corpo di Cristo?
Cesario di Arles, Sermo 78, 2
Vi domando, fratelli e sorelle, che cosa vi sembra più importante: la Parola di Dio, o il Corpo di Cristo? Se volete rispondere bene, dovete senza dubbio dire che la Parola di Dio non è da meno del Corpo di Cristo. E allora, se poniamo tanta cura quando ci viene consegnato il Corpo di Cristo perché nulla di esso cada per terra dalle nostre mani, non dovremmo porre altrettanta attenzione perché la Parola di Dio, che ci è offerta, non sfugga dal nostro cuore, cosa che avverrebbe se stiamo pensando ad altro? Colui che avrà ascoltato con negligenza la Parola di Dio non sarà meno colpevole di colui che, per la propria negligenza, avrà fatto cadere a terra il Corpo di Cristo.
sacra scritturaparola di Diobibbiavangeloeucaristiaascolto
inviato da Qumran2, inserito il 28/04/2012
PREGHIERA
Dammi o Signore la grazia di lavorare alla realizzazione delle cose per cui prego.
inviato da Qumran2, inserito il 23/04/2012
TESTO
Non piangere per me, o Madre, vedendo nella tomba
il Figlio che senza seme hai concepito in grembo:
perché io risorgerò e sarò glorificato e,
poiché io sono Dio, incessantemente innalzerò nella gloria
coloro che con fede e amore magnificano te.
Per mio volere la terra mi ricopre,
ma tremano i custodi dell'ade
vedendomi avvolto, o Madre, nella veste insanguinata della vendetta:
perché io, Dio, ho abbattuto i nemici della croce
e di nuovo risorgerò e ti magnificherò.
Esulti il creato, si rallegrino gli abitanti della terra:
è stato spogliato, l'ade, il nemico!
Vengano avanti le donne con gli aromi:
io libero Adamo insieme a Eva e a tutta la loro stirpe
e il terzo giorno risusciterò
All'ora della nascita straordinaria
del tuo Figlio che non ha principio,
hai sfuggito le doglie in beatitudine soprannaturale;
ma ora, vedendo morto il tuo Dio, senza respiro,
sei orribilmente straziata dal dolore.
Risorgi dunque, Signore vittorioso, perché tua Madre sia magnificata.
Amen.
inviato da Qumran2, inserito il 08/04/2012