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24 novembre 2024
XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) - CRISTO RE
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TESTO
81. Il paradosso del nostro tempo 1
Il paradosso del nostro tempo nella storia è che:
abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse,
autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti.
Spendiamo di più, ma abbiamo meno,
comperiamo di più, ma godiamo meno.
Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole,
più comodità, ma meno tempo.
Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso,
più conoscenza, ma meno giudizio,
più esperti, ed ancora più problemi,
più medicine, ma meno benessere.
Beviamo troppo, fumiamo troppo,
spendiamo senza ritegno, ridiamo troppo poco,
guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo,
facciamo le ore piccole, ci alziamo stanchi,
vediamo troppa TV, e preghiamo di rado.
Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà,
ma ridotto i nostri valori.
Parliamo troppo, amiamo troppo poco
ed odiamo troppo spesso.
Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere,
ma non come vivere.
Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni.
Siamo andati e tornati dalla Luna,
ma non riusciamo ad attraversare la strada
per incontrare un nuovo vicino di casa.
Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno.
Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori.
Abbiamo pulito l'aria, ma inquinato l'anima.
Abbiamo dominato l'atomo, ma non i pregiudizi.
Scriviamo di più, ma impariamo meno.
Pianifichiamo di più, ma realizziamo meno.
Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare.
Costruiamo computers più grandi per contenere più informazioni,
per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno.
Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta,
grandi uomini e piccoli caratteri,
ricchi profitti e povere relazioni.
Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi,
case più belle ma famiglie distrutte.
Questi sono i tempi dei viaggi veloci, dei pannolini usa e getta,
della moralità a perdere, delle relazioni di una notte,
dei corpi sovrappeso e delle pillole che possono farti fare di tutto,
dal rallegrarti al calmarti, all'ucciderti.
E' un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina
e niente in magazzino.
Ricorda sempre:
la vita non si misura da quanti respiri facciamo,
ma dai momenti che ci tolgono il respiro.
tempovitasenso della vitainterioritàesteriorità
inviato da Cesarina Volontè, inserito il 30/01/2005
RACCONTO
Padre e figlio stanno passeggiando nella foresta. A un certo punto, il bambino inciampa e cade.
Il forte dolore lo fa gridare: "Ahhhhh!".
Con sua massima sorpresa, ode una voce tornare dalla montagna: "Ahhhhh!".
Pieno di curiosità, grida: "Chi sei?" - ma l'unica risposta che riceve è: "Chi sei?".
Questo lo fa arrabbiare, così grida: "Sei solo un codardo!" - e la voce risponde: "Sei solo un codardo!".
Perplesso, guarda suo padre e gli chiede cosa stesse succedendo.
E il padre gli risponde: "Stà a vedere!", e poi urla: "Ti voglio bene!" - e la voce gli risponde: "Ti voglio bene!". Poi urla "Sei fantastico!" - e la voce risponde: "Sei fantastico!".
Il bambino era sorpreso, ma ancora non riusciva a capire cosa stesse succedendo.
Così suo padre gli spiegò: "La gente lo chiama eco, ma in verità si tratta della vita stessa. La vita ti ridà sempre ciò che tu le dai: è uno specchio delle tue proprie azioni. Vuoi amore? Dalle amore! Vuoi più gentilezza? Dalle più gentilezza. Vuoi comprensione e rispetto? Offrili tu stesso. Se desideri che la gente sia paziente e rispettosa nei tuoi confronti, sii tu per primo paziente e rispettoso. Ricorda, figlio mio: questa legge di natura si applica a ogni aspetto delle nostre vite".
Nel bene e nel male, si riceve sempre ciò che si dà: ciò che ci accade non sono buona o cattiva sorte, bensì lo specchio delle nostre azioni.
esempiovitaamorelegge della vitarisultatibontà
inviato da Maria Teresa Zanfini, inserito il 29/07/2004
TESTO
Ciò che mi pare senza avvenire è la "cultura del niente", della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l'atteggiamento dominante nei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità.
senso della vitaricerca di sensovalorinichilismo
inviato da Luca Peyron, inserito il 28/07/2004
TESTO
Bruno Forte, L'essenza del cristianesimo, Mondadori 2002
Il nichilismo non è l'abbandono dei valori, la rinuncia a vivere qualcosa per cui valga la pena di vivere, ma un processo più sottile: esso priva l'uomo del gusto di impegnarsi per una ragione più alta, lo spoglia di quelle motivazioni forti che l'ideologia ancora sembrava offrirgli. Ciò di cui si è più malati oggi è la mancanza di "passione per la verità": questo è il volto tragico del postmoderno. Nel clima del nichilismo diffuso tutto cospira gli uomini a non pensare più, a fuggire la fatica e la passione del vero, per abbandonarsi all'immediatamente fruibile, calcolabile col solo interesse della consumazione immediata. È il trionfo della maschera a scapito della verità: perfino i valori sono spesso ridotti a coperture da sbandierare per nascondere l'assenza di significato. L'uomo stesso sembra risolversi in una "passione inutile".
senso della vitaricerca di sensovalorinichilismo
inviato da Giorgio Misuri, inserito il 28/07/2004
TESTO
Nella mia vita ho amato,
cuore ed anima,
luci ed ombre della terra.
Questo amore senza fine
ha fatto udire la voce della speranza
nell'azzurro del cielo.
E rimarrà nella felicità
e nel dolore più profondo,
rimarrà in ogni gemma ed in ogni fiore,
nelle notti primaverili ed estive.
Ho messo l'anello di nozze
alla mano del futuro.
amorefelicitàsperanzafuturoottimismosenso della vita
inviato da Cesarina Volontè, inserito il 28/07/2004
TESTO
Pur amando la felicità avevo paura di cercarla dov'era, eppure fuggendola l'andavo cercando.
felicitàsenso della vitaricerca di senso
inviato da Filippo Pomponi, inserito il 28/07/2004
TESTO
Siamo convinti che la nostra vita sarà migliore quando saremo sposati, quando avremo un primo figlio o un secondo. Poi ci sentiamo frustrati perché i nostri figli sono troppo piccoli per questo o per quello e pensiamo che le cose andranno meglio quando saranno cresciuti.
In seguito siamo esasperati per il loro comportamento da adolescenti.
Siamo convinti che saremo più felici quando avranno superato quest'età.
Pensiamo di sentirci meglio quando il nostro partner avrà risolto i suoi problemi, quando cambieremo l'auto, quando faremo delle vacanze meravigliose, quando non saremo più costretti a lavorare.
Ma se non cominciamo una vita piena e felice ora, quando lo faremo?
Dovremo sempre affrontare delle difficoltà di qualsiasi genere.
Tanto vale accettare questa realtà e decidere d'essere felici, qualunque cosa accada.
Alfied Souza diceva: "Per tanto tempo ho avuto la sensazione che la mia vita sarebbe presto cominciata, la vera vita! Ma c'erano sempre ostacoli da superare strada facendo, qualcosa d'irrisolto, un affare che richiedeva ancora tempo, dei debiti che non erano stati ancora regolati. In seguito la vita sarebbe cominciata. Finalmente ho capito che questi ostacoli: erano la vita."
Questo modo di percepire le cose ci aiuta a capire che non c'è un mezzo per essere felici ma la felicità è il mezzo.
Di conseguenza gustate ogni istante della vostra vita e gustatelo ancora di più quando potete dividerlo con una persona cara, una persona molto cara per passare insieme dei momenti preziosi della vita.
Ricordatevi che il tempo non aspetta nessuno.
Allora smettete di aspettare di finire la scuola, di tornare da scuola, di perdere 5 kg, di avere dei figli, di vederli andare via di casa.
Smettete di aspettare di cominciare a lavorare, di andare in pensione, di sposarvi.
Smettete di aspettare il venerdì sera, la domenica mattina, di avere una nuova macchina o una casa nuova.
Smettete di aspettare la primavera, l'estate, l'autunno o l'inverno.
Smettete di aspettare di lasciare questa vita, e decidete che non c'è momento migliore per essere felici che il momento presente. Quello donato da Dio.
La felicità e le gioie della vita non sono delle mete, ma un viaggio.
Un pensiero per oggi:
Lavorate, come se non aveste bisogno di soldi.
Amate, come se non doveste soffrire mai.
Ballate, come se nessuno vi guardasse.
Ora rifletti bene e cerca di rispondere a queste domande:
Nomina le 5 persone più ricche del mondo.
Nomina le 5 ultime vincitrici del concorso Miss Universo.
Nomina 10 vincitori del premio Nobel.
Nomina i 5 ultimi vincitori del premio Oscar come migliore attore od attrice.
Come va? Male? Non preoccuparti.
Nessuno di noi ricorda i migliori di ieri.
E gli applausi se ne vanno! E i trofei si impolverano!
I vincitori sì dimenticano!
Adesso rispondi a queste altre:
Nomina 3 professori che ti hanno aiutato nella tua formazione.
Nomina 3 amici che ti hanno aiutato in tempi difficili.
Pensa ad alcune persone che ti hanno fatto sentire speciale.
Nomina 5 persone con cui passi volentieri il tuo tempo.
Come va? Meglio? Le persone che segnano la differenza nella tua vita non sono quelle con le migliori credenziali, con molti soldi, o i migliori premi... sono quelle che si preoccupano per te, che si prendono cura di te, quelle che ad ogni modo stanno con te.
Rifletti un momento. La vita è molto corta!
Tu, in che lista sei? Non lo sai?... Permettimi di darti un aiuto...
Non sei tra i famosi,... però sei tra quelli perché il Signore ha voluto che tu fossi mio fratello o mia sorella.
vitaviveresenso della vitaaccettazioneaccettazione di sépositivitàottimismo
inviato da Claudio Fiorini, inserito il 28/07/2004
PREGHIERA
88. Santa Maria, donna del vino nuovo (versione lunga)
Santa Maria, donna del vino nuovo, quante volte sperimentiamo pure noi che il banchetto della vita languisce e la felicità si spegne sul volto dei commensali! E' il vino della festa che vien meno.
Sulla tavola non ci manca nulla: ma, senza il succo della vite, abbiamo perso il gusto del pane che sa di grano. Mastichiamo annoiati i prodotti dell'opulenza: ma con l'ingordigia degli epuloni e con la rabbia di chi non ha fame. Le pietanze della cucina nostrana hanno smarrito gli antichi sapori: ma anche i frutti esotici hanno ormai poco da dirci.
Tu lo sai bene da che cosa deriva questa inflazione di tedio. Le scorte di senso si sono esaurite.
Non abbiamo più vino. Gli odori asprigni del mosto non ci deliziano l'anima da tempo. Le vecchie cantine non fermentano più. E le botti vuote danno solo spurghi d'aceto.
Muoviti, allora, a compassione di noi, e ridonaci il gusto delle cose. Solo così, le giare della nostra esistenza si riempiranno fino all'orlo di significati ultimi. E l'ebbrezza di vivere e di far vivere ci farà finalmente provare le vertigini.
Santa Maria, donna del vino nuovo, fautrice così impaziente del cambio, che a Cana di Galilea provocasti anzitempo il più grandioso esodo della storia, obbligando Gesù alle prove generali della Pasqua definitiva (cfr. Gv 2,1-11), tu resti per noi il simbolo imperituro della giovinezza.
Perché è proprio dei giovani percepire l'usura dei moduli che non reggono più, e invocare rinascite che si ottengono solo con radicali rovesciamenti di fronte, e non con impercettibili restauri di laboratorio.
Liberaci, ti preghiamo, dagli appagamenti facili. Dalle piccole conversioni sottocosto. Dai rattoppi di comodo.
Preservaci dalle false sicurezze del recinto, dalla noia della ripetitività rituale, dalla fiducia incondizionata negli schemi, dall'uso idolatrico della tradizione.
Quando ci coglie il sospetto che il vino nuovo rompa gli otri vecchi, donaci l'avvedutezza di sostituire i contenitori. Quando prevale in noi il fascino dello status quo, rendici tanto risoluti da abbandonare gli accampamenti. Se accusiamo cadute di tensione, accendi nel nostro cuore il coraggio dei passi. E facci comprendere che la chiusura alla novità dello Spirito e l'adattamento agli orizzonti dai bassi profili ci offrono solo la malinconia della senescienza precoce.
Santa Maria, donna del vino nuovo, noi ti ringraziamo, infine, perché con le parole: Fate tutto quello che egli vi dirà tu ci sveli il misterioso segreto della giovinezza.
E ci affidi il potere di svegliare l'aurora anche nel cuore della notte.
Mariasenso della vitanozze di cananovità di vitanon accontentarsi
inviato da Antonio Pinizzotto, inserito il 27/07/2004
RACCONTO
Il celebre astronomo Kircher aveva uno dei suoi amici che dubitava della esistenza di Dio.
Un giorno in cui doveva recarsi a visitarlo, collocò sul suo tavolo un magnifico globo celeste. L'incredulo era appena entrato quando il novello oggetto colpì il suo sguardo; l'esaminò da vicino e domandò a Kircher se gli apparteneva.
"No", rispose l'astronomo, "il globo che voi vedete non appartiene ad alcuno; non ha proprietario. Deve esser venuto qui per effetto del caso, perché io non posso spiegare altrimenti la sua presenza".
L'amico credeva che Kircher scherzasse: ma l'astronomo continuò a sostenere con serietà quello che aveva affermato non ascoltando alcuna delle obiezioni dell'incredulo, fino al momento in cui questi dimostrò di aversene a male.
Allora Kircher sorrise e gli disse con malizia: "Voi trovate che sarebbe assurdo ammettere che il caso abbia portato qui questo piccolo globo: come dunque volete poi che il caso sia autore di questo grande ed ammirevole globo che noi abitiamo?".
Il visitatore tacque non trovando nulla da obiettare ad una argomentazione così decisiva.
scienzafedericerca di sensosenso della vitaateismocredereesistenza di Diodubbio
inviato da Claudia Nobile, inserito il 27/10/2003
TESTO
90. Giovane, fermati un istante
A te giovane, che forse sei già stanco di vivere e di lottare, di credere e di amare,
a te che in questo momento ti senti solo e insicuro,
a te che sei deluso per come vanno le cose,
a te che soffri per la falsità degli uomini,
a te che sei senza lavoro,
a te che chiedi amore e ti viene dato sesso,
a te che hai cercato solo nel piacere il senso della vita,
a te che hai creduto invano nella violenza e nella droga,
a te che il divertimento e il denaro non bastano più,
a te che forse pensi di farla finita,
a te che non credi più a niente ma non smetti di cercare,
a te cui manca una ragione per vivere,
a te che non hai ancora deciso cosa fare della vita,
a te che hai provato tutto eccetto Cristo:
fermati e rifletti un po' perché forse tu cerchi le cose belle e buone della vita,
forse tu cerchi ancora Dio.
giovinezzaricercaricerca di sensosenso della vita
inviato da Anna Lianza, inserito il 27/06/2003
RACCONTO
91. Il significato della vita 5
Bruno Ferrero, Solo il vento lo sa
Un professore concluse la sua lezione con le parole di rito: "Ci sono domande?".
Uno studente gli chiese: "Professore, qual è il significato della vita?".
Qualcuno, tra i presenti che si apprestavano a uscire, rise. Il professore guardò a lungo lo studente, chiedendo con lo sguardo se era una domanda seria. Comprese che lo era. "Le risponderò" gli disse. Estrasse il portafoglio dalla tasca dei pantaloni, ne tirò fuori uno specchietto rotondo, non più grande di una moneta. Poi disse: "Ero bambino durante la guerra. Un giorno, sulla strada, vidi uno specchio andato in frantumi. Ne conservai il frammento più grande. Eccolo. Cominciai a giocarci e mi lasciai incantare dalla possibilità di dirigere la luce riflessa negli angoli bui dove il sole non brillava mai: buche profonde, crepacci, ripostigli. Conservai il piccolo specchio. Diventando uomo finii per capire che non era soltanto il gioco di un bambino, ma la metafora di quello che avrei potuto fare nella vita. Anch'io sono il frammento di uno specchio che non conosco nella sua interezza. Con quello che ho, però, posso mandare la luce, la verità, la comprensione, la conoscenza, la bontà, la tenerezza nei bui recessi del cuore degli uomini e cambiare qualcosa in qualcuno. Forse altre persone vedranno e faranno altrettanto. In questo per me sta il significato della vita".
senso della vitatestimonianzamissioneimpegnoresponsabilitàesempio
inviato da Claudio Galeazzi, inserito il 01/04/2003
TESTO
Indro Montanelli, Corriere della Sera, 28 febbraio 1996
Lo confesso: io non ho vissuto e non vivo la mancanza di fede con la disperazione di Prezzolini... Ma l'ho sempre sentita e sento come una profonda ingiustizia che toglie alla mia vita, ora che ne sono al rendiconto finale, ogni senso! Se è per chiudere gli occhi senza aver saputo di dove vengo, dove vado, e cosa sono venuto a fare qui, tanto valeva non aprirli.
fedemortevita eternasenso della vitaricerca di senso
inviato da Benedini Riccardo, inserito il 01/04/2003
PREGHIERA
Donaci, Signore,
grandi ali per volare e piedi forti per camminare.
Donaci un cuore grande che assomigli al tuo
e sia capace di contenere l'universo.
Donaci anche mani belle, tenere, delicate,
pronte a toccare e a curare le ferite del mondo
e ad accarezzare i volti e i cuori.
La nostra vita non sia mai fine se stessa,
ma abbia in sé il segno dell'eterno,
di ciò che non finisce perché è prezioso ai tuoi occhi.
E mentre ci chiami a camminare e a volare,
insegnaci ad amare davvero,
ad impegnarci a fondo per rendere più bella la terra
e più felice chi ci sta accanto.
Donaci il gusto di vivere per dar più colore al mondo,
alle sue speranze e ai suoi sogni,
se sono anche i tuoi, Signore.
E grazie perché, avendoci fatti simili a te,
ci dai la certezza che anche noi, con te,
possiamo fare grandi cose!
buongiornonuovo giornoimpegnoresponsabilitàamoresenso della vita
inviato da Maria Chiara Carulli, inserito il 01/04/2003
PREGHIERA
94. Quando il cuore è inquieto 1
Signore,
che cosa è questa curiosità
che ci punge dentro?
Sapere, conoscere,
scoprire, capire...
Perché non ci hai fatto
come le pietre,
sempre immobili e serene?
Perché non ci hai creato
come il fiume
che scorre senza interessarsi
di conoscere ciò che lo circonda?
Signore,
perché questo fuoco di desideri
che ci arde dentro?
Niente ci basta mai.
Ogni traguardo
è sempre il punto di partenza
per un'altra cosa.
Perché non ci hai fatto
come i giorni e le stagioni
contente del loro ritmo
e delle loro leggi sempre uguali?
Signore,
cosa è questo riempirsi il cuore
di sentimenti, di affetti...
e trovarlo sempre vuoto?
Signore, è proprio vero:
"Tu ci hai fatto per te
e il nostro cuore è inquieto
finché non riposa in te".
sapereconoscerescoprirecapireinquietudinerapporto con Dioreligiositàsenso della vitaricerca di senso
inviato da Ortensia Cortese, inserito il 26/03/2003
TESTO
95. La capacità di meravigliarsi
Chi ha perso la capacità di meravigliarsi
e di non essere sorpreso dalla dignità delle cose,
è come se fosse morto.
I suoi occhi sono spenti.
meravigliasorpresaattesastuporesenso della vitaricerca di senso
inviato da Anna Barbi, inserito il 29/01/2003
TESTO
Qual'è il senso della nostra vita? Qual'è il senso di tutti i viventi in genere? Dare una risposta a questa domanda significa essere religiosi. Tu mi chiedi: ha assolutamente senso porre questa domanda? Io rispondo: chi percepisce la propria vita e la vita dei suoi simili come priva di senso, non solo è infelice, ma non è affatto in grado di vivere.
senso della vitaricerca di sensovitaprogettoreligiosità
inviato da Emilio Centomo, inserito il 29/01/2003
TESTO
97. Solo l'amore dà certezza 1
L'uomo esiste nella misura in cui esiste per gli altri.
Essere e amore coincidono.
Solo l'amore dà salda certezza e senso alla vita.
Il fare riferimento all'altro non è un limite, ma una possibilità di uscire dal circolo vizioso dell'io per entrare nella ricchezza del noi.
amorevitasenso della vitaapertura agli altri
inviato da Mariella Romanazzi, inserito il 14/12/2002
TESTO
Dal diario di un ragazzo
Volevo latte
ho ricevuto un biberon.
Volevo affetto
ho ricevuto giocattoli.
Volevo imparare
ho ricevuto una pagella.
Volevo parlare
ho ricevuto sapere.
Volevo essere libero
ho ricevuto disciplina.
Volevo amare
ho ricevuto una morale.
Volevo felicità
ho ricevuto denaro.
Volevo una professione
ho ricevuto un posto.
Volevo un senso
ho ricevuto una carriera.
Volevo speranza
ho ricevuto paura.
Volevo vivere...
genitorifiglifamigliaeducazionesenso della vitaeducare
inviato da Sr Irina Mandro, inserito il 11/12/2002
TESTO
L'ultima parola non appartiene all'interesse, al conflitto e alla dura lotta per la vita, ma alla tenerezza, alla gratuità, al gioco, al volersi bene. In questo senso, il Bambino messo tra i bue e l'asino nel presepe non è solo l'inizio della vita, ma ne è il simbolo e la pienezza.
affettivitànatalevitagratuitàsenso della vita
inviato da Mariella Romanazzi, inserito il 11/12/2002
ESPERIENZA
100. Il mio inno d'amore per un fratello "speciale"
Rivista Dimensioni Nuove, Elledici
Sono una quattordicenne di Brescia e vi scrivo per raccontarvi la mia bellissima esperienza che fin da piccola mi ha aiutata a crescere con sentimenti forti e profondi.
Ho un fratellino e una sorella e due genitori che ci amano e ci hanno cresciuto con valori che ci hanno formato e che cerchiamo di trasmettere a quelli che ci stanno vicino. Mio fratello ha vent'anni. È rimasto celebroleso a causa di un parto difficile nel quale è mancata l'assistenza del ginecologo. Per l'asfissia di mio fratello rischiò di morire anche mia madre. Nonostante la nostra fede in Dio, non abbiamo mai perdonato quel medico che ci ha lasciato una piccola creatura sofferente che, a detta dei medici, non sarebbe vissuta più di quattro anni.
Davide (è questo il suo nome) è cresciuto circondato dal nostro amore e adesso come adesso non conosco al mondo un ragazzo più indispensabile di lui! Sarà sempre il ragazzo più importante della mia vita che, oltre ai miei genitori, mi ha trasmesso quei sentimenti che caratterizzano il mio stile di vita. In questi quattordici anni io e Davide siamo sempre stati in simbiosi perfetta: un equilibrio che col tempo si è radicato fino a diventare qualcosa di indistruttibile.
Mi ha sempre insegnato ad amare e a donare la mia vita agli altri. Lui l'ha data a tutti noi, ha dato il suo amore, la sua serenità e anche il suo corpicino debole che, nonostante la malattia l'abbia deformato e irrigidito, è di una dolcezza unica. Fra lui e me il dialogo è continuo. È il dialogo più bello, più ricco, più gratificante che esista; non ci sono parole ma soltanto amore! Quando ero piccola giocavo con lui, ridevo con lui, ma non capivo ancora chi fosse e che cosa mi donasse. Oltretutto non ha mai parlato e non si è mai mosso. Io ero piccola e per la sua immobilità era la mia bambola preferita. Ora invece sono cresciuta: amo con lui, rido ancora con lui, piango insieme a lui, soffro quando soffre lui e finalmente so chi è e che cosa continuamente ci dona. È terribile vederlo soffrire, seguire il suo respiro affannoso che scuote violentemente il suo piccolo e fragile torace. Ma il suo cuore, che oltre a farlo vivere l'ha fatto amare, è forte e anche quando cesserà di battere, il suo ritmo irregolare e debole continuerà in un'eco perfetto nella mia vita. L'amore che Davide mi regala è qualcosa di irresistibile...
È splendido osservare quanta vitalità abbia il suo bellissimo viso e quanta dolcezza vi sia nel suo sguardo a volte debole, ma comunque sempre vicino a noi. I suoi occhi scuri e profondi sono ovunque, anche quando lui non c'è e il suo sguardo andrà oltre la morte. Davide è il mio angelo, il nostro angelo, una piccola creatura mandata da Dio per portarci tanto conforto. Ma è in queste poche parole di un amico che sta l'essenza di Davide: «Ogni giorno il suo sorriso sconfigge la morte. Un prezioso diamante custodito gelosamente nelle vostre mani. Un candido fiore del paradiso disceso per donare amore!».
E questo è ciò che Davide è per noi. Questa è la mia vita.
Tanto felice e serena, qualche volta alternata a momenti difficili e tristi.
Qualcosa di veramente vero: io amo la vita, amo Dio, amo l'amore!
La strada che devo percorrere è ancora molto lunga, ma vorrei augurare a tutti i ragazzi che sono alla ricerca di qualcosa di importante, di guardarsi continuamente intorno e di capire che l'amore è possibile trovarlo!
È molto vicino e basta cercarlo nelle cose più semplici: l'amore c'è e la vita stessa è amore. Dio è amore, amore unico e inconfondibile, amore vero e continuo.
È compito nostro renderci portatori instancabili. Basta guardare gli occhi tristi di una persona che soffre, un bambino che canta, un piccolo fiore che appare, il tramonto nel silenzio di una montagna...
Tutto è amore, bisogna soltanto vederlo.
Buona fortuna a tutti!
amoresofferenzacrocedolorefelicitàgioiacomprensionesolidarietàaffettosenso della vita
inviato da Sergio, inserito il 11/12/2002