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24 novembre 2024
XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) - CRISTO RE
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PREGHIERA
61. Signore, io ti chiedo sempre perdono 1
Signore, io ti chiedo sempre perdono, ad ogni mancanza mi ricordo che tu soffri per questo mio peccato che potevo evitare.
Dico parolacce e la sera prima di addormentarmi ti chiedo di perdonarmi.
...Ma un mio amico mi offende e non riesco a dimenticare tale offesa...
Non aiuto in casa e sono menefreghista nei confronti dei miei genitori che fanno sacrifici per me. Scusa Signore per la mia indifferenza.
...Però un mio amico non mi aiutato in un compito ed ho deciso che d'ora in poi con me ha chiuso...
Signore, perdonami perché ti penso poco e dedico poco tempo alla preghiera e al dialogo con te.
...Però un mio ex compagno di classe non si fa più sentire e ho deciso di dimenticarlo perché non merita le mie attenzioni....
C'è qualcosa che non quadra Signore: ti chiedo di perdonarmi azioni che io stesso non sono capace di perdonare ad altri.... Ma è difficile...
Signore, dammi la forza di riuscire a perdonare perché il mio piccolo mondo possa essere un mondo di pace.
perdonopacemisericordiamisericordia di Dio
inviato da Lisa Gleria, inserito il 02/10/2005
TESTO
Marc de Smedt, Elogio del silenzio, ed Paoline
La scoperta del silenzio interiore è pace, equilibrio ritrovato.
pacepace interioreserenitàinteriorità
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/12/2004
TESTO
Felicite Robert de Lamennais, Parole di un credente, XV
Avete un solo giorno da vivere sulla terra: cercate di viverci in pace.
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/12/2004
TESTO
pacepace interioreserenitàinterioritàgioia
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/12/2004
TESTO
Se vuoi vivere nella pace, un requisito essenziale è non fare male a nessuno.
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/12/2004
TESTO
Per portar pace al mondo bisogna render pacifica la nostra stessa vita.
pacepace interioreserenitàinteriorità
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/12/2004
TESTO
Non si può cercare la pace se non in se stessi, finché qui non la si è trovata.
pacepace interioreserenitàinteriorità
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/12/2004
TESTO
La pace interiore non è il premio alla virtù, ma è la virtù stessa.
pacepace interioreserenitàvirtùinteriorità
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/12/2004
TESTO
69. Il frutto del servizio è la pace
Le opere dell'amore sono sempre opere di pace.
Ogni volta che dividerai il tuo amore con gli altri,
ti accorgerai della pace che giunge a te e a loro.
Dove c'è pace c'è Dio; è così che Dio tocca le nostre vite
e mostra il Suo amore per noi,
riversando pace e gioia nei nostri cuori.
E' soltanto Dio che ha il potere di donare e di togliere:
condividi dunque tutto ciò che ti è stato dato, compreso te stesso.
Non ci vuole molto, può bastare un sorriso:
il mondo sarebbe diverso se sorridessimo di più.
Perciò sorridi, sii allegro, contento che Dio ti ami.
inviato da Giuseppe Puccio, inserito il 22/09/2004
TESTO
Prometti a te stesso
di essere così forte
che nulla potrà distruggere
la serenità della tua mente.
Prometti a te stesso
di parlare di bontà,
di bellezza e di amore ad ogni persona che incontri,
di fare sentire a tutti i tuoi amici
che c'è qualcosa di grande in loro,
e di lottare perché il tuo ottimismo diventi realtà.
Prometti a te stesso
di pensare solo al meglio,
di lavorare per il meglio,
di aspettarti solo il meglio,
si essere entusiasta del lavoro degli altri,
come lo sei tu del tuo.
Prometti a te stesso
di dimenticare gli errori del passato
per guardare a quanto di grande puoi fare in futuro,
di essere sereno in ogni circostanza
e di regalare un sorriso
ad ogni creatura che incontri,
di dedicare così tanto tempo
a migliorare il tuo carattere
da non avere tempo per criticare gli altri.
Prometti a te stesso
di essere troppo nobile per l'ira,
troppo forte per la natura,
troppo felice per lasciarti vinvere dal dolore.
fiducia in séottimismofuturopositivitàpace interioreserenità
inviato da Lidia Pautasso, inserito il 27/07/2004
TESTO
71. Quando sei disperato.... 1
Se senti vacillare la fede per la violenza della tempesta, calmati: Dio ti guarda.
Se ogni cosa che passa cade nel nulla, senza più ritornare, calmati: Dio rimane.
Se il tuo cuore è agitato e in preda alla tristezza, calmati: Dio perdona.
Se la morte ti spaventa, e temi il mistero e l'ombra del sonno notturno, calmati: Dio risveglia.
Dio ci ascolta, quando nulla ci risponde; è con noi, quando ci crediamo soli; ci ama, anche quando sembra che ci abbandoni.
rapporto con Dioabbandono in Diopace interioreocchi di Dio su di noipauradubbiomortesolitudine
inviato da Marco Crociani, inserito il 27/07/2004
TESTO
Noi costruiamo la pace
quando impariamo
a praticare le vie del perdono.
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 27/07/2004
PREGHIERA
73. Possano tutti gli uomini ricordarsi che sono fratelli!
Voltaire, Trattato sulla tolleranza, 1763
Non è più dunque agli uomini che mi rivolgo, ma a te, Dio di tutti gli esseri, di tutti i mondi, di tutti i tempi: se è lecito che delle deboli creature, perse nell'immensità e impercettibili al resto dell'universo, osino domandare qualche cosa a te, che tutto hai donato, a te, i cui decreti sono e immutabili e eterni, degnati di guardare con misericordia gli errori che derivano dalla nostra natura. Fa' sì che questi errori non generino la nostra sventura.
Tu non ci hai donato un cuore per odiarci l'un l'altro, ne delle mani per sgozzarci a vicenda; fa' che noi ci aiutiamo vicendevolmente a sopportare il fardello di una vita penosa e passeggera.
Fa' sì che le piccole differenze tra i vestiti che coprono i nostri deboli corpi, tra tutte le nostre lingue inadeguate, tra tutte le nostre usanze ridicole, tra tutte le nostre leggi imperfette, tra tutte le nostre opinioni insensate, tra tutte le nostre convinzioni così diseguali ai nostri occhi e così uguali davanti a te, insomma che tutte queste piccole sfumature che distinguono gli atomi chiamati "uomini" non siano altrettanti segnali di odio e di persecuzione.
Fa' in modo che coloro che accendono ceri in pieno giorno per celebrarti sopportino coloro che si accontentano della luce del tuo sole; che coloro che coprono i loro abiti di una tela bianca per dire che bisogna amarti, non detestino coloro che dicono la stessa cosa sotto un mantello di lana nera; che sia uguale adorarti in un gergo nato da una lingua morta o in uno più nuovo.
Fa' che coloro il cui abito è tinto in rosso o in violetto, che dominano su una piccola parte di un piccolo mucchio del fango di questo mondo, e che posseggono qualche frammento arrotondato di un certo metallo, gioiscano senza inorgoglirsi di ciò che essi chiamano "grandezza" e "ricchezza", e che gli altri li guardino senza invidia: perché tu sai che in queste cose vane non c'è nulla da invidiare, niente di cui inorgoglirsi.
Possano tutti gli uomini ricordarsi che sono fratelli! Abbiano in orrore la tirannia esercitata sulle anime, come odiano il brigantaggio che strappa con la forza il frutto del lavoro e dell'attività pacifica! Se sono inevitabili i flagelli della guerra, non odiamoci, non laceriamoci gli uni con gli altri nei periodi di pace, ed impieghiamo il breve istante della nostra esistenza per benedire insieme in mille lingue diverse, dal Siam alla California, la tua bontà che ci ha donato questo istante.
pacetolleranzaconvivenzarazzismocomunione
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 30/03/2004
PREGHIERA
Ho pregato, Signore, perché ci sia la pace.
Quella pace che abbatte i muri, le frontiere.
Quella pace che accende la speranza.
Quella pace che invoca a gran voce l'amore.
Quella pace che...
Ma tu non mi hai ascoltato!
Ed ora capisco che colui che doveva ascoltare non eri tu, ma ero io!
Uomo o donna che sia, ero io!
inviato da Michela Tornicelli, inserito il 22/12/2003
TESTO
Noi crediamo alla gioia,
il che non si riduce
a dare prova di ottimismo.
Ci sembra che la gioia cristiana,
quella che il Signore chiama "la mia gioia",
quella che egli vuole che sia "piena",
consista nel credere concretamente
- per fede - che noi sempre e dovunque
abbiamo tutto ciò che è necessario
per essere felici.
gioiafelicitàserenitàpace interiorefedefiducia
inviato da Massimo Di Lullo, inserito il 22/12/2003
TESTO
La paura ha mille voci,
mille ragioni, mille modi
per incantarmi.
Ma da quando ho imparato
che tu sei con me,
ho anche imparato che la paura
mente sempre.
paurasolitudinerapporto con Diopace interioreserenità
inviato da Dantessa, inserito il 16/12/2003
TESTO
Alessandra
I colori della pace
non esisteranno
fino a quando il nostro cuore
non imparerà ad amare,
fino a quando
vivremo solo
per calcolare,
fino a quando staremo a discutere
le diversità.
Siamo noi uomini
a vederci diversi.
Dio non ha preferenze
ha solo dolore nel suo cuore
a vedere i suoi figli
uccisi, affamati, nudi
e dall'altra parte
gli altri figli ipocriti.
Mio Dio spalanca i nostri occhi
aprici i cuori
questo mondo è così diverso
da come io immagino il tuo.
pacesolidarietàgiustiziaingiustiziamulticulturalitàpregiudizidiversitàconvivenzarazzismodiscriminazionetolleranzadialogocomunione tra i popoli
inviato da Alessandra, inserito il 28/06/2003
TESTO
A dire il vero non siamo molto abituati a
legare il termine pace a concetti dinamici.
Raramente sentiamo dire:
"Quell'uomo si affatica in pace",
"lotta in pace",
"strappa la vita coi denti in pace"...
Più consuete, nel nostro linguaggio,
sono invece le espressioni:
"Sta seduto in pace",
"sta leggendo in pace",
"medita in pace" e,
ovviamente, "riposa in pace".
La pace, insomma, ci richiama più la vestaglia
da camera che lo zaino del viandante.
Più il comfort del salotto che i pericoli della strada.
Più il caminetto che l'officina brulicante di problemi.
Più il silenzio del deserto che il traffico della metropoli.
Più la penombra raccolta di una chiesa che una riunione di sindacato.
Più il mistero della notte che i rumori del meriggio.
Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire
che la pace non è un dato, ma una conquista.
Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.
Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo.
La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia.
Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio.
Rifiuta la tentazione del godimento.
Non tollera atteggiamenti sedentari.
Non annulla la conflittualità.
Non ha molto da spartire con la banale "vita pacifica".
Sì, la pace prima che traguardo, è cammino.
E, per giunta, cammino in salita.
Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi,
i suoi percorsi preferenziali ed i suoi tempi tecnici,
i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste.
Se è così, occorrono attese pazienti.
E sarà beato, perché operatore di pace,
non chi pretende di trovarsi all'arrivo senza essere mai partito, ma chi
parte.
Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista,
anche se mai - su questa terra s'intende - pienamente raggiunta.
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 30/04/2003
TESTO
79. Poesia del papa sulla pace
Andrzej Jawin (Karol Wojtyla), Operaio in una fabbrica d'armi, in Tygodnik Powszechny n. 13, 1958
Non influisco sul destino del globo,
non son io che incomincio le guerre.
Sono con te o contro di te - non lo so.
Non pecco.
E proprio questo mi tormenta:
che non influisco, non pecco.
Tornisco minuscole viti
e preparo frammenti di devastazione,
e non abbraccio l'insieme,
non abbraccio il destino dell'uomo.
Io potrei creare un altro insieme,
altro destino (ma come farlo senza frammenti)
di cui io stesso, come ogni altro uomo,
sarei la causa integra e sacra
che nessuno distrugge con le azioni,
né inganna con le parole.
Il mondo che io creo non è buono
eppure non sono io che lo rendo malvagio!
Ma questo basta?
paceguerramondoresponsabilitàconflitti
inviato da Anna Barbi, inserito il 30/04/2003
TESTO
Dio ha creato l'acqua
la terra e il cielo,
e li ha adornati
con una creatura
che gli assomigliava.
La pace invece
l'ha affidata al Vento
e il Vento l'ha deposta fra gli alberi,
ed era un libro,
fatto di Parole,
ed era la Parola.
Passò una donna
e lo vide fra le margherite,
sospinta dal Vento
se lo strinse al seno
e abbracciò un bambino,
un libro di Parole,
un bimbo di colori.
E sfogliò quel libro
quella donna,
ogni pagina un colore.
La prima pagina è bianca,
come le nevi eterne delle cime,
perché la pace è in alto,
è pura e immacolata,
perché la pace è Dio.
Rossa è la seconda pagina
come la fiamma del roveto ardente,
perché la pace è fuoco,
brucia, riscalda e fonde,
perché la pace è Dio.
La terza pagina ha il color del prato,
verde come una gemma preziosa,
perché la pace è fatta di speranze,
è ornata da piccoli gesti d'amore,
è come un vasto campo d'erba,
ricamato dai fiori dai mille colori,
perché la pace è Dio.
Azzurra è la quarta pagina del libro,
chiara come l'acqua di sorgente,
serena come un cielo di maggio,
profonda come l'acqua dell'Oceano,
perché la pace sfonda gli abissi
e solca l'infinito,
perché la pace è Dio.
Gialla è la quinta pagina,
come un ricamo d'oro fino,
perché la pace è dono,
è preziosa e vale molto,
è uno scrigno di valori ,
perché la pace è Dio.
La pace è arancione,
un colore vivo,
perché la pace è vita,
acceso, perché la pace è forza,
solare, perché la pace è luce,
perché la pace è Dio.
Di color violetto è la settima pagina,
un colore tra il rosso ed il turchino
tra l'indaco e l'arancio,
perché la pace è festa di colori,
è gioco di luce, è comunione di valori,
perché la pace è Dio.
Chiude il libro la donna
e tra le dita si ritrova
un bimbo di colori,
fiorisce fra le sue mani
la pace vera,
perché è l'Emmanuele,
il Dio con noi.
inviato da Padre Gianni Fanzolato, inserito il 15/04/2003