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24 novembre 2024
XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) - CRISTO RE
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TESTO
vitacreazionesalvezzaresponsabilitàrapporto con Dio
inviato da Milena Pavan, inserito il 24/06/2012
TESTO
22. Non smettere mai di amare la vita
Romano Battaglia, Ho incontrato la vita in un filo d'erba
Finché la mano e la mente ti guideranno, non smettere mai di amare la vita. Anche se aiuterai una sola anima non avrai vissuto invano.
speranzaresponsabilitàdono di sévitasenso della vita
inviato da Cinzia Novello, inserito il 14/04/2012
TESTO
23. Pasqua: due giorni di troppo 1
Poteva tutto concludersi
quel venerdì santo!
Ci saremmo limitati a piangerti, Gesù,
per gratitudine e compassione,
a ricordare i giorni trascorsi con te,
ad aiutare le donne a imbalsamarti...
Ma tu sei risorto!
e questo inquieta, scuote, butta giù dal letto
e rivela limiti, riserve, tentennamenti, miserie...
Tu sei risorto e questo ci scomoda!
Ognuno di noi scopre le conseguenze:
c'è da accogliere, farsi impregnare di novità,
dobbiamo ricostruirci, cambiare progetti
per far maturare nel mondo la tua risurrezione.
E poi dobbiamo uscire dai nostri gusci,
perché la tua tomba svuotata è impegnativa:
devo anch'io annunziare, in modo credibile,
c'è da costruire un mondo di chiamati a risorgere...
Tommaso, perché non te ne restavi,
impaurito come gli altri, nel cenacolo,
o almeno quieto, senza contestare?!
Quante belle scuse avremmo accampato,
quanta Psicologia e Sociologia avremmo scomodato
per giustificare paure, pigrizie,
il nostro contentarci di orizzonti ristretti,
il nostro guardare quaggiù...
PasquarisurrezioneimpegnoTommasosperanzaresponsabilitàaperturacoraggio
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 07/04/2012
TESTO
Una porta si chiude da qualche parte sulla terra, quella di un povero alloggio dove brilla il fieno in una mangiatoia.
Nello stesso istante una porta si schiude nel cielo, quella di una stella che trafigge la notte.
Porta doppia e unica, solstiziale.
Il sole è appena entrato nella fase ascendente del suo ciclo.
Un bambino che è appena nato crescerà e illuminerà il mondo.
La fede è un bambino che non concede riposo, che non si adatta a nessuna abitudine, soprattutto all'indolenza, alla tiepidezza, e che prova ripugnanza per ogni compromesso.
E' un bambino ribelle, tanto vulnerabile quanto temerario, tanto meditabondo quanto avventuroso.
Un bambino nato in piena notte e destinato per sempre alla prova della notte, eppure incessantemente mosso dal desiderio della luce.
Un bambino più leggero di una pagliuzza - basta un nonnulla a farlo volar via, svanire -, ma anche pesante quanto il mondo.
Un bambino da portare in braccio, giorno dopo giorno, fino allo stremo delle forze, fino all'ultimo respiro.
Questa è la Natività: un invito a farsi carico del Bambino dalla genealogia misteriosa e stupefacente, ad assicurare di salvarlo dalla furia delle tempeste, siano esse dentro o fuori. E' assumersi la responsabilità affidata a Giuseppe, il primo a cui spettò.
Infatti, nella notte della Natività, è chiesto a ognuno di noi di dare il cambio a Giuseppe.
La fede vive in un'infanzia perpetua, sicura della sua forza e della sua resistenza; richiede sempre vigilanza e lavoro.
nataleGesù Bambinoresponsabilità
inviato da Marcello Rosa, inserito il 30/01/2012
PREGHIERA
25. Come vorrei che tu venissi 1
Come vorrei che tu venissi tardi,
per avere ancora tempo di annunciare
e di portare la tua carità agli altri.
Come vorrei che tu venissi presto,
per conoscere subito, alla fonte, il calore della carità.
Come vorrei che tu venissi tardi,
per poter costruire nell'attesa,
un regno di solidarietà, di attenzione ai poveri.
Come vorrei che tu venissi presto,
per essere subito in comunione piena e definitiva con te.
Come vorrei che tu venissi tardi,
per poter purificare nell'ascesi,
nella penitenza, nella vita cristiana la mia povera esistenza.
Come vorrei che tu venissi presto,
per essere accolto, peccatore, nella tua infinita misericordia.
Come vorrei che tu venissi tardi,
perché è bello vivere sapendo che tu ci affidi
un compito di responsabilità.
Come vorrei che tu venissi presto,
per essere nella gioia piena.
Signore, non so quello che voglio,
ma di una cosa sono certo:
il meglio è la tua volontà.
Aiutami ad essere pronto a compiere
in qualsiasi tempo e situazione
la tua volontà d'amore per noi,
adesso e al tempo della mia morte. Amen.
avventonataleattesavenutavolontà di Diovitamorteresponsabilità
inviato da Qumran2, inserito il 09/12/2011
RACCONTO
Un Cerino triste e rassegnato, si era messo in disparte su un lato della scatola e una Candela dispiaciuta, incominciò a parlargli:
"La conosci la storia del Cerino?", esclamò la Candela.
"No!", rispose il Cerino.
"Caro Cerino, non sai quanto sei importante!".
"Parli bene tu!", disse con voce rammaricata il Cerino. "Sei una Candela, ti accendesti tempo fa e la tua fiamma ancora brucia nel consumarti lentamente. Io sono un Cerino, mi accenderò per poi spegnermi rapidamente, in meno di un istante".
"Cerino c'è verità in quel che dici, ma credimi non conta quanto sia lunga un'esistenza, ma è importante la realizzazione della sua essenza".
Il Cerino ci rifletté su e poi aggiunse: "Tu credi che valga sempre e comunque la pena vivere? Seppur consapevole di nascere per poi morire, di accendersi per poi finire?".
"Ascolta prima la Storia, figlio mio!".
C'era un volta una Candela, accesa nel buio della notte, essa era una faro per tutti i viandanti del mondo, chiunque poteva scorgerla anche dai luoghi più remoti, quella luce calda e confortante li carezzava ed era davvero tanto ma tanto importante.
Una notte come tante, i viandanti ebbero però un amara sorpresa, la luce della Candela si spense. Del resto era un Candela non poteva durare in eterno, avrebbero dovuto prevederlo, ed invece nel restare completamente al buio, panico e sconforto avvolsero l'animo di ogni viandante.
Passarono alcuni istanti che parvero lunghi come secoli, ed improvvisamente qualcuno s'ingegnò, chi ricordò che in soffitta aveva conservata una vecchia candela, chi trovò una torcia, chi un lumino, e ci fu persino chi scoprì nella propria casa un camino, ma ahimè era tutto inutile senza un Cerino.
E fu così che nell'affanno di risolvere il danno, qualcuno in tasca trovò un Cerino.
La tristezza avvolse l'animo di quel poverino, conosceva bene la durata di un Cerino, ma la vita del mondo era in declino e allora lo usò per accendere un camino.
Da quel camino ogni candela trovò fiamma, ogni cero luce, ogni lume scintilla.
E nel giro di qualche secondo, scanditi come secoli dal mondo la luce si riaccese a tutto tondo, e grazie a quel Cerino il mondo venne salvato dal declino.
"Che storia incantevole Candela, e come si chiamava quel Cerino?".
"Ma come? Quel Cerino lo conosci anche tu, si chiamava Gesù!".
Il Cerino sorrise di una Luce interiore che lo fece accendere con tanto amore e quella sua breve esistenza la trascorse nel dare realizzazione alla sua essenza.
importanza del singoloresponsabilitàvitamorteimpegnovocazionecompito
inviato da Lisa, inserito il 08/07/2011
PREGHIERA
Primo Mazzolari, Preghiere, La Locusta
La tua morte, o Gesù, è una storia di mani. Una storia di povere mani, che denudano, inchiodano, giocano a dadi, spaccano il cuore. Tu lo sai, tu lo vedi, o Signore. Prima di giudicare, però, pensiamoci.
Ci sono dentro anche le nostre mani. Mani che contano volentieri il denaro, mani che legano le mani agli umili, mani che applaudono le prepotenze dei violenti, mani che spogliano i poveri, mani che inchiodano perché nessuno contenda il nostro privilegio, mani che invano cercano di lavare le proprie viltà, mani che scrivono contro la verità, mani che trapassano i cuori. La tua morte è opera di queste mani, che continuano nei secoli l'agonia e la passione.
Se potessimo dimenticare queste mani, se ci fosse un'acqua per lavare queste mani. Per dimenticare le mie mani, ho bisogno di guardare altre mani, di sostituire le mie mani spietate con le mani misericordiose della Madonna, della Maddalena, di Giovanni, del Centurione che si batte il petto...
crocevenerdì santopassioneresponsabilitàingiustizia
inviato da Don Dino Lanza, inserito il 20/04/2011
TESTO
Giovanni Paolo II, Memoria e identità
Il male esiste nel mondo anche per risvegliare in noi l'amore.
inviato da Qumran, inserito il 07/01/2011
RACCONTO
In un certo luogo di questo mondo abitava un gatto era il terrore di tutti i topi dei paraggi. Non li lasciava vivere in pace neppure un istante. Li inseguiva di giorno e di di notte e così i poveri animaletti non potevano godere un momento di pace.
Il gatto era molto astuto e i topi, sapendo di non poterlo ingannare, decisero di tenere consiglio. Si salutarono cordialmente, perché il pericolo rende la gente più amabile, e poi diedero inizio all'assemblea.
Dopo lunghe ore di discussione senza concludere nulla, un sorcio si alzò e chiese silenzio. Tutti zittirono, perché erano desiderosi di ascoltare le parole di colui che si era alzato in piedi: chissà, forse aveva la soluzione del problema.
"La cosa migliore sarebbe appendere un sonaglio al collo del gatto; così, tutte le volte che si avvicina, paremmo accorgercene in tempo e scappare!"
I topi si entusiasmarono dell'idea e fecero salti di gioia e corsero ad abbracciare quel sorcio che aveva suggerito la soluzione, come se fosse un eroe. Ma, allorché si furono calmati, il sorcio chiese di nuovo silenzio e disse solennemente: "E chi appenderà il sonaglio al collo del gatto?"
All'udire queste parole, i topi si guardarono l'un l'altro imbarazzati e cominciarono a presentare scuse e a tirarsi fuori, uno alla volta. In breve marciarono tutti verso casa senza avere concluso nulla.
Perché è molto facile proporre soluzioni; il difficile è assumersi la responsabilità e metterle in pratica, farsi avanti per eseguire un'azione concreta che trasformi in realtà le soluzioni proposte.
impegnoproposteresponsabilitàdisimpegnoconcretezza
inviato da Don Giuseppe Ghirelli, inserito il 02/10/2010
PREGHIERA
Esistono persone nelle nostre vite
che ci rendono felici per il semplice caso
di aver incrociato il nostro cammino.
Alcuni percorrono il cammino al nostro fianco,
vedendo molte lune passare.
Ciascuna foglia di un albero
rappresenta uno dei nostri amici.
Il primo che nasce
è il nostro amico Papà e la nostra amica Mamma,
che ci mostrano che cosa è la vita.
Dopo vengono gli amici Fratelli,
con i quali dividiamo il nostro spazio
affinché possano fiorire come noi.
Conosciamo tutta la famiglia delle foglie
che rispettiamo e a cui auguriamo ogni bene.
Ma il destino ci presenta ad altri amici,
che non sapevamo avrebbero incrociato il nostro cammino.
Molti di loro li chiamiamo amici dell'anima, del cuore.
Sono sinceri, sono veri.
Sanno quando stiamo bene, sanno cosa ci fa felici.
E a volte uno di questi amici dell'anima
si infila nel nostro cuore e allora lo chiamiamo innamorato.
Egli dà luce ai nostri occhi, musica alle nostre labbra,
salti ai nostri piedi.
Ma ci sono anche quegli amici di passaggio,
talvolta di una vacanza o di un giorno o di un'ora.
Essi collocano un sorriso nel nostro viso
per tutto il tempo che stiamo con loro.
Non possiamo dimenticare gli amici distanti,
quelli che stanno nelle punte dei rami
e che quando il vento soffia
appaiono sempre tra una foglia e l'altra.
Il tempo passa, l'estate se ne va,
l'autunno si avvicina e perdiamo alcune nostre foglie,
alcune nascono l'estate dopo,
e altre permangono per molte stagioni.
Ma quello che ci lascia felici è che le foglie
che sono cadute continuano a vivere con noi,
alimentando le nostre radici con allegria,
incrociando il nostro cammino.
Ti auguro, foglia del mio albero,
pace, amore, fortuna e prosperità.
Oggi e sempre... semplicemente
perché ogni persona che passa nella nostra vita è unica.
Sempre lascia un poco di sé e prende un poco di noi.
Ci saranno quelli che prendono molto,
ma non ci sarà chi non lascia niente.
Questa è la maggior responsabilità della nostra vita
e la prova evidente
che due anime non si incontrano per caso.
inviato da Giampaolo Marcucci, inserito il 11/08/2010
RACCONTO
Ninon Rose Hawryliszyn e Silva
L'altro giorno ho visto una formica che trasportava una foglia enorme. La formica era piccola e la foglia doveva essere almeno due volte il suo peso. Ora la trascinava, ora la sollevava sopra la testa. Quando soffiava il vento, la foglia cadeva, facendo cadere anche la formica. Fece molti capitomboli, ma nemmeno questo fece desistere la formica dalla sua impresa.
L'osservai e la seguii, finché giunse vicino a un buco, che doveva essere la porta della sua casa. Allora pensai: "Finalmente ha concluso la sua impresa!". Mi illudevo. Perché, anzi, aveva appena terminata solo una tappa.
La foglia era molto più grande del foro, per cui la formica lasciò la foglia di lato all'esterno ed entrò da sola. Così mi dissi: "Poverina, tanto sacrificio per nulla". Mi ricordai del detto popolare: "Nuotò, nuotò e morì sulla spiaggia". Ma la formichina mi sorprese. Dal buco uscirono altre formiche, che cominciarono a tagliare la foglia in piccoli pezzi. Sembravano allegre nel lavoro. In poco tempo, la grande foglia era sparita, lasciando spazio a pezzettini che ormai erano tutti dentro il buco.
Immediatamente mi ritrovai a pensare alle mie esperienze. Quante volte mi sono scoraggiato davanti all'ingorgo degli impegni o delle difficoltà? Forse, se la formica avesse guardato le dimensioni della foglia, non avrebbe nemmeno cominciato a trasportarla. Ho invidiato la perseveranza, la forza di quella formichina. Naturalmente, trasformai la mia riflessione in preghiera e chiesi al Signore che mi desse la tenacia di quella formica, per "caricare" le difficoltà di tutti i giorni. Che mi desse la perseveranza della formica, per non perdermi d'animo davanti alle cadute.
Che io possa avere l'intelligenza, l'abilità di quella formichina, per dividere in pezzi il fardello che, a volte, si presenta tanto grande. Che io abbia l'umiltà per dividere con gli altri i frutti della fatica come se il tragitto non fosse stato solitario.
Chiesi al Signore la grazia di riuscire, come quella formica, a non desistere dal cammino, specie quando i venti contrari mi fanno chinare la testa verso il basso... specie quando, per il peso di ciò che mi carica, non riesco a vedere con nitidezza il cammino da percorrere. La gioia delle larve che, probabilmente, aspettavano il cibo all'interno, ha spinto quella formica a sforzarsi e superare tutte le avversità della strada.
Dopo il mio incontro con quella formica, sono stato rafforzato nel mio cammino. Ringrazio il Signore per averla messa sulla mia strada e per avermi fatto passare sul cammino di quella formichina.
I sogni non muoiono, solo si assopiscono nel cuore della gente. Basta svegliarli, per riprendere il cammino!
faticadifficoltà della vitaandare avantiperseveranzafiduciaimpegno collaborazioneresponsabilitàsenso della vitaforzacoraggio
inviato da Suor M. Nerina De Simone, inserito il 26/06/2010
TESTO
32. Cari amici, vedo in voi le sentinelle del mattino 2
Giovanni Paolo II, Tor Vergata, 19 agosto 2000, XV Giornata Mondiale della Gioventù
Cari giovani,
questa sera vi consegnerò il Vangelo. E' il dono che il Papa vi lascia in questa veglia indimenticabile. La parola contenuta in esso è la parola di Gesù. Se l'ascolterete nel silenzio, nella preghiera, facendovi aiutare a comprenderla per la vostra vita dal consiglio saggio dei vostri sacerdoti ed educatori, allora incontrerete Cristo e lo seguirete, impegnando giorno dopo giorno la vita per lui!
In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è lui la bellezza che tanto vi attrae; è lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E' Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna.
Carissimi giovani, in questi nobili compiti non siete soli. Con voi ci sono le vostre famiglie, ci sono le vostre comunità, ci sono i vostri sacerdoti ed educatori, ci sono tanti di voi che nel nascondimento non si stancano di amare Cristo e di credere in lui. Nella lotta contro il peccato non siete soli: tanti come voi lottano e con la grazia del Signore vincono!
Cari amici, vedo in voi le "sentinelle del mattino" (cfr Is 21,11-12) in quest'alba del terzo millennio. Nel corso del secolo che muore, giovani come voi venivano convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli uni contro gli altri. I diversi messianismi secolarizzati, che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana, si sono poi rivelati veri e propri inferni. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti.
Cari giovani del secolo che inizia, dicendo «sì» a Cristo, voi dite «sì» ad ogni vostro più nobile ideale. Io prego perché Egli regni nei vostri cuori e nell'umanità del nuovo secolo e millennio. Non abbiate paura di affidarvi a lui. Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirlo ogni giorno e in ogni situazione.
fedefiduciaGesùgiovaniimpegnoresponsabilitàidealisviluppopace
inviato da Sandra Aral, inserito il 08/12/2009
TESTO
Siete disposti a dimenticare quel che avete fatto per gli altri
e a ricordare quel che gli altri hanno fatto per voi?
A ignorare quel che il mondo vi deve
e a pensare a ciò che voi dovete al mondo?
Ad accorgervi che i vostri simili esistono come voi,
e a cercare di guardare dietro i volti
per vedere il cuore avido di gioia?
A capire che probabilmente
la sola ragione della vostra esistenza
non è ciò che voi avrete dalla vita,
ma ciò che darete alla vita?
A non lamentarvi per come va l'universo
e a cercare intorno a voi
un luogo in cui potrete seminare
qualche granello di felicità?
Siete disposti a fare queste cose
sia pure per un giorno solo?
Allora per voi Natale durerà per tutto l'anno.
nataleconversionegratuitàdaredonareimpegnoresponsabilità
inviato da Qumran2, inserito il 24/11/2009
TESTO
34. Dio Amore ha bisogno dell'uomo
Michel Quoist, Parlami d'amore
Amico, gli dissi quella sera, lei mi consiglia di aspettare tutto da Dio, ma se mi aspetto tutto da lui, che cosa mi rimane da fare?
Ti rimane tutto da fare, disse. Cerca di capirmi: l'artista più grande non può suonare su delle corde rotte, il soffio del vento resta impotente di fronte alla barca che non ha albero, che ha vele ripiegate, il più puro dei ghiacciai non potrebbe generare un fiume magnifico se nel fondo del suo letto è disteso il sudiciume... e Dio-Amore non può nulla se l'uomo libero non si presenta ritto in piedi, artigiano laborioso della propria vita e operaio del mondo insieme ai tuoi fratelli.
vitaimpegnoresponsabilitàvocazioneabbandono
inviato da Antonietta Vespa, inserito il 20/09/2009
TESTO
Quello che tu puoi fare è solo una goccia nell'oceano, ma è ciò che da significato alla tua vita.
senso della vitaricerca di sensoimpegnoresponsabilitàimportanza del singoloumiltà
inviato da Forner Fortunato, inserito il 17/06/2009
TESTO
vitacambiareconversioneimpegnoresponsabilità
inviato da Maria Coppola, inserito il 11/06/2009
TESTO
37. Dieci cose che Dio ti chiederà 2
Dio non ti chiederà che modello di auto usavi,
ti chiederà a quanta gente hai dato un passaggio.
Dio non ti chiederà i metri quadrati della tua casa,
ti chiederà quanta gente hai ospitato.
Dio non ti chiederà la marca dei vestiti nel tuo armadio,
ti chiederà quanta gente hai aiutato a vestirsi.
Dio non ti chiederà quanto era alto il tuo stipendio,
ti chiederà se hai venduto la tua coscienza per ottenerlo.
Dio non ti chiederà qual era il tuo titolo di studio,
ti chiederà se hai fatto il tuo lavoro al meglio delle tue capacità.
Dio non ti chiederà quanti amici avevi,
ti chiederà quanta gente ti considerava suo amico.
Dio non ti chiederà in che quartiere vivevi,
ti chiederà come trattavi i tuoi vicini.
Dio non ti chiederà il colore della tua pelle,
ti chiederà la purezza della tua anima.
Dio non ti chiederà perché hai tardato tanto a cercare la salvezza,
ti porterà con amore alla tua casa in Cielo, e non alle porte dell'inferno.
Dio non accusa:
ti chiede solo di predicare con l'esempio.
giudizioesempiomisericordiavita eternasenso della vitavitaimpegnoresponsabilità
inviato da Don Antonio Sambataro, inserito il 19/05/2009
TESTO
Nella vita non puoi essere un pacco che l'ostetrica consegna al becchino.
La vita è un dono di Dio che non va sprecato.
vitavivereimpegnoresponsabilitàsenso della vita
inviato da Babbo Lupo, inserito il 07/09/2008
TESTO
39. Sono un invitato della vita 1
Sono un invitato della vita.
Dovrò portare un mio contributo.
In che modo?
Lasciando questa casa
un po' più ricca,
un po' più umana,
un po' più giusta,
un po' più bella,
un po' più gioiosa,
un po' più santa
di come l'ho trovata.
vitavivereimpegnoresponsabilitàsenso della vita
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 07/09/2008
TESTO
Giacomo Alberione, Anima e corpo per il Vangelo, ed Società San Paolo, 2005, Pag. 45-46
La vita è una cosa seria, da essa dipende un'eternità!
vitavita eternaimpegnoresponsabilitàsenso della vitaparadiso
inviato da Cristina Catapano, inserito il 07/09/2008