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TESTO

421. Cominciare da se stessi

Martin Buber, Il cammino dell'uomo

Bisogna che l'uomo si renda conto innanzitutto lui stesso che le situazioni conflittuali che l'oppongono agli altri sono solo conseguenze di situazioni conflittuali presenti nella sua anima, e che quindi deve sforzarsi di superare il proprio conflitto interiore per potersi così rivolgere ai suoi simili da uomo trasformato, pacificato, e allacciare con loro relazioni nuove, trasformate.

Indubbiamente, per sua natura, l'uomo cerca di eludere questa svolta decisiva che ferisce in profondità il suo rapporto abituale con il mondo: allora ribatte all'autore di questa ingiunzione - o alla propria anima, se è lei a intimargliela - che ogni conflitto implica due attori e che perciò, se si chiede a lui di risalire al proprio conflitto interiore, si deve pretendere altrettanto dal suo avversario. Ma proprio in questo modo di vedere - in base al quale l'essere umano si considera solo come un individuo di fronte al quale stanno altri individui, e non come una persona autentica la cui trasformazione contribuisce alla trasformazione del mondo - proprio qui risiede l'errore fondamentale [...].

Cominciare da se stessi: ecco l'unica cosa che conta. In questo preciso istante non mi devo occupare di altro al mondo che non sia questo inizio. Ogni altra presa di posizione mi distoglie da questo mio inizio, intacca la mia risolutezza nel metterlo in opera e finisce per far fallire completamente questa audace e vasta impresa. Il punto di Archimede a partire dal quale posso da parte mia sollevare il mondo è la trasformazione di me stesso. Se invece pongo due punti di appoggio, uno qui nella mia anima e l'altro là, nell'anima del mio simile in conflitto con me, quell'unico punto sul quale mi si era aperta una prospettiva, mi sfugge immediatamente.

[...] "Cerca la pace nel tuo luogo". Non si può cercare la pace in altro luogo che in se stessi finché qui non la si è trovata. E' detto nel salmo: "Non c'è pace nelle mie ossa a causa del mio peccato". Quando l'uomo ha trovato la pace in se stesso, può mettersi a cercarla nel mondo intero.

perdonopaceconflittiserenitàpace interioreamare i nemici

inviato da Luca Peyron, inserito il 03/12/2002

TESTO

422. I dieci motivi per cui non mi lavo mai   2

In una parrocchia americana, il parroco, decisamente seccato dalle scuse addotte nel corso degli anni dai parrocchiani per non andare a messa, inserì "I dieci motivi per cui non mi lavo mai" nel bollettino domenicale:

1. Sono stato obbligato quando ero piccolo.
2. Le persone che si lavano sono ipocriti: pensano di essere più puliti degli altri.
3. Ci sono così tanti tipi di sapone, che non so decidere quale sia il migliore.
4. Ero abituato a lavarmi, poi ho cominciato ad annoiarmi ed ho smesso.
5. Mi lavo solo in occasioni particolari, come Natale e Pasqua.
6. Nessuno dei miei amici si lava.
7. Comincerò a lavarmi quando sarò più vecchio e più sporco.
8. Non riesco a trovare il tempo.
9. Il bagno non è mai caldo abbastanza in inverno o fresco a sufficienza in estate.
10. I produttori di sapone cercano solo i tuoi soldi.

messa

5.0/5 (2 voti)

inviato da Eleonora Polo, inserito il 29/11/2002

TESTO

423. Guarire la memoria

Henri J. M. Nouwen

Perdonare non significa dimenticare
Quando perdoniamo una persona, la memoria di quella ferita può rimanere a lungo con noi, anche tutta la vita. Talvolta portiamo questa memoria nel nostro corpo come un segno visibile. Il perdono cambia però la maniera in cui ricordiamo; trasforma la maledizione in benedizione.
Quando perdono i miei genitori per il loro divorzio, i miei figli per la loro mancanza di attenzione, i miei amici per la loro infedeltà nelle crisi, i miei medici per i loro cattivi consigli, non devo più sentirmi la vittima di eventi che non ho potuto dominare.
Il perdono mi consente di fare appello alla mia stessa forza e di non lasciare che questi eventi mi distruggano; li fa diventare eventi che approfondiscono la saggezza del mio cuore.
Il perdono guarisce veramente il ricordo.

Perdonare nel nome di Dio
Siamo tutti persone ferite. Chi ci ferisce? Molto spesso coloro che amiamo e che ci amano. Quando ci sentiamo respinti, abbandonati, maltrattati, manipolati o violati, spesso questo viene soprattutto da persone che ci sono molto vicine: i genitori, gli amici, gli sposi, gli amanti, i figli, i vicini, gli insegnanti, i pastori.
Coloro che ci amano ci feriscono anche. È questa la tragedia della nostra vita, ed è questo che rende così difficile perdonare di cuore. È proprio il nostro cuore ad essere ferito.
Esso grida: «Proprio tu, che credevo mi saresti stato vicino, mi hai abbandonato. Come potrò mai perdonarti per questo?».
Il perdono sembra spesso impossibile, ma niente è impossibile a Dio. Il Dio che vive in noi ci darà la grazia di andare al di là del nostro io ferito per dire: «Nel nome di Dio sei perdonato». Preghiamo per ricevere questa grazia.

Tornare all'amore di Dio
Noi confondiamo spesso l'amore senza condizioni con un'approvazione senza condizioni. Dio ci ama senza condizioni, ma non approva ogni comportamento umano.
Dio non approva il tradimento, la violenza, l'odio, il sospetto e tutte le altre espressioni del male, perché esse contraddicono tutte l'amore che Dio vuole stillare nel cuore umano. Il male è l'assenza dell'amore di Dio. Il male non appartiene a Dio.
L'amore incondizionato di Dio significa che Dio continua ad amarci anche quando diciamo o pensiamo cose malvage.
Dio continua ad aspettarci come un padre amorevole aspetta il ritorno di un figlio smarrito. È importante per noi attenerci alla verità che Dio non rinuncia mai ad amarci, anche quando è rattristato da quel che facciamo.
Questa verità ci aiuterà a tornare all'onnipresente amore di Dio.

perdonomisericordia di Dioamore di Dio

inviato da Eleonora Polo, inserito il 28/11/2002

TESTO

424. Essere in grazia di Dio

San Gregorio Magno

Segno infallibile di essere in grazia di Dio è la gioia del cuore.

gioiagrazia di Dio

4.0/5 (3 voti)

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

TESTO

425. Un esercizio spirituale: la vacanza   2

Anthony de Mello, Alle sorgenti

Immagino di ritirarmi in un posto solitario per fare a me stesso il dono della solitudine, perché la solitudine è un tempo nel quale vedo le cose come sono.

Quali sono le piccole cose nella vita che la mancanza di solitudine ha eccessivamente ingigantito?

Quali sono le cose veramente importanti per le quali trovo troppo poco tempo?
La solitudine è un tempo per prendere decisioni.

Quali decisioni devo prendere o riconsiderare in questo particolare momento della mia vita?
Ora decido che tipo di giornata sarà oggi.
Sarà una giornata per fare?
Faccio un elenco delle cose che voglio veramente fare oggi.

Sarà anche una giornata per essere, nessuno sforzo per ottenere risultati, per fare cose, per guadagnare o possedere, ma solo per essere?

La mia vita non porterà frutto finché non avrò imparato l'arte di non coltivare, l'arte di "perdere" tempo in modo creativo.

Così decido quanto tempo dedicare al gioco, ad interessi senza scopo ed improduttivi, al silenzio, all'intimità, al riposo.

E domando a me stesso che cosa assaporerò oggi, che cosa toccherò, odorerò, ascolterò e vedrò.

solitudinevacanzasilenziomeditazionetempogratuitàinterioritàessenziale

4.0/5 (2 voti)

inviato da Eleonora Polo, inserito il 27/11/2002

TESTO

426. Cristiani

Dietrich Bonhoeffer

Se ti accusassero di essere cristiano, troverebbero delle prove contro di te?

essere cristianipersecuzione

4.0/5 (1 voto)

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 27/11/2002

TESTO

427. Essere cristiani

San Giovanni Crisostomo

Il cristiano è un uomo a cui Dio ha affidato tutti gli uomini.

essere cristianicristianesimoresponsabilità

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 27/11/2002

TESTO

428. Essere felici, ma non da soli

Raoul Follereau

Nessuno ha il diritto di essere felice da solo.

felicitàsolitudinecondivisione

inviato da Luca Peyron, inserito il 27/11/2002

TESTO

429. Suprema felicità   1

Victor Hugo

La suprema felicità, nella vita, è la convinzione di essere amati per quello che siamo, o meglio ancora, nonostante quello che siamo.

felicitàaccettazione di sé

3.0/5 (1 voto)

inviato da Luca Peyron, inserito il 27/11/2002

TESTO

430. Amicizia vera

Proverbio greco

Chi smette di essere amico, non lo è mai stato.

amicizia

inviato da Luca Peyron, inserito il 27/11/2002

TESTO

431. Le dieci ricette per farmi felice   1

1. Non mi buco in continuazione il dito per controllare il tasso di zucchero nel sangue.
2. Ricarico le mie riserve emotive guardando un tramonto, la luna piena, il volto di un bimbo, un fiore.
3. Non dico mai: "le rane gracidano", ma dico: "le rane cantano".
4. Non voglio essere perfetto: potrei diventare nevrotico.
5. Quando mi osservo nello specchio, non mi guardo: "mi sorrido".
6. Uso il contagocce per dire "io".
7. Saluto sempre per primo.
8. Mi immagino mentre sbraito, mi agito, urlo... Non sono forse un tantino ridicolo?
9. Mi riempio il cervello di parole-vitamine: "ce la farò"; "sono piccolo, ma non basso"; "non sono bello, ma luminoso"; "finché vivo, voglio ardere"...
10. Penso: le avversità ci sono sempre, ma Dio anche. Perciò sono sempre in vantaggio!

accettazione di séumiltà

5.0/5 (1 voto)

inviato da Patrizia Traverso, inserito il 27/11/2002

TESTO

432. La sorpresa più magica

Morgan

Non c'è sorpresa più magica di quella di essere amati! E' il dito di Dio sulla spalla dell'uomo.

amoreamore di Dio

inviato da Luca Peyron, inserito il 26/11/2002

TESTO

433. Amare ed essere amati

David Viscott

Amare ed essere amati è sentire il sole da entrambe le parti.

amorereciprocitàaffetto

inviato da Luca Peyron, inserito il 26/11/2002

TESTO

434. Amore ed amicizia   1

Zenta Maurina

La cosa più alta che l'essere umano può donare su questa terra non è l'amore ardente e appassionato che può trasformarsi in odio, ma l'amore trasfigurato dall'amicizia, che diviene così benessere costante.

amoreamiciziapassione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca Peyron, inserito il 26/11/2002

TESTO

435. Amore e potere

A. De Conciliis

Meglio sedersi su uno sgabello ed essere amati, che sul trono ed essere odiati.

amorepotereumiltà

inviato da Luca Peyron, inserito il 26/11/2002

TESTO

436. Grazie a te, donna   2

Papa Giovanni Paolo II, Lettera di Giovanni Paolo II alle donne del 1995

Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.

Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.

Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.

Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del «mistero», alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.

Grazie a te, donna-consacrata, che sull'esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta «sponsale», che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.

Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.

donna

5.0/5 (1 voto)

inviato da Dario P., inserito il 26/11/2002

TESTO

437. So di essere amato

Primo Mazzolari

Cristo, so di essere amato per quello che è propriamente mio: la mia povertà; e sento il bisogno di amare per quanto in proporzione mi venne e mi viene ogni giorno perdonato.

Credo nell'inestimabile dono della libertà, che illumina ma non costringe. So di portare dentro la presenza, il fermento di una speranza che va al di là della brevità della nostra giornata.

Sento che la vita ha un ordine di sacrificio a cui non ci si può rifiutare, senza sentirsi colpevoli; la vita è un dovere, la vita è un costo, la vita è un impegno, la vita bisogna guadagnarsela.

vitaimpegnosacrificioperdono

inviato da Marianna, inserito il 26/11/2002

TESTO

438. Per una cattiva riuscita del proprio figlio   1

L'utopia che ha il potere di salvarti, Convento della Porziuncola

1. Fin dalla nascita date al bambino tutto quello che vuole: così crescerà convinto che il mondo ha l'obbligo di mantenerlo.

2. Se impara una parolaccia ridetene. Crederà di essere divertente.

3. Non accompagnatelo in Chiesa la domenica; non dategli un'educazione religiosa. Aspettate che abbia 18 anni e decida da sé.

4. Mettete in ordine tutto quello che lui lascia fuori posto. Fate voi quello che dovrebbe fare lui, in modo che si abitui a scaricare sugli altri tutte le proprie responsabilità.

5. Litigate sovente in sua presenza. Così non si stupirà se ad un certo punto vedrà disgregarsi la famiglia.

6. Dategli tutto il denaro che chiede e se lo spenda pure come vuole. Non lasciate mai che se lo guadagni! Perché mai dovrebbe faticare per guadagnare, come avete fatto voi da giovani? I tempi sono cambiati.

7. Soddisfate ogni suo desiderio per il mangiare, il bere, le comodità. Negargli qualcosa potrebbe scatenare in lui pericolosi complessi.

8. Prendete le sue parti verso i vicini di casa e gli insegnanti. Sono tutti prevenuti verso vostro figlio. Gli fanno continue ingiustizie. Lui è così intelligente e buono e loro non lo capiscono.

9. Quando si mette in un guaio serio, scusatevi con voi stessi dicendo: "Non sono mai riuscito a farlo rigare dritto".

10. Dopo di ciò, preparatevi ad una vita di amarezze: l'avete voluta e non vi mancherà.

educazionefigligenitorifamigliadecalogo

inviato da Federico Bernardi, inserito il 25/11/2002

TESTO

439. Il tempio dell'amicizia

Il tempio dell'amicizia non finisce mai di essere costruito. Esso crolla e va in frantumi se ogni mattina non si lavora di nuovo. Ogni volta che il sole sorge bisogna amare l'amico di nuovo amore, osservarlo con nuova attenzione, perdonarlo con nuova comprensione; per stare al passo con lui bisogna trasformarsi, spalancare le finestre dell'anima affinché il vento spazzi via la polvere delle abitudini.

amiciziaamorecoppiamatrimonio

inviato da Anna Lianza, inserito il 25/11/2002

TESTO

440. Guarda ogni cosa come se fosse la prima volta   1

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Monaci Zen, quando desiderano meditare, siedono davanti ad una roccia e dicono:
«Ora aspetterò che questa roccia cresca un po'.»

Dice il maestro:
«Ogni cosa intorno a noi è in continuo cambiamento. Ogni giorno, il sole splende su un nuovo mondo. Ciò che chiamiamo routine è piena di nuovi propositi e opportunità. Ma noi non percepiamo che ogni giorno è differente dagli altri. Oggi, da qualche parte, un tesoro ti aspetta. Può essere un breve sorriso, può essere una grande vittoria - non importa. Niente è noioso, perché tutto cambia costantemente. Il tedio non fa parte del mondo. Il poeta T. S. Eliot, scrisse: "Cammina tante strade, ritorna alla tua casa, e vedi ogni cosa come se fosse la prima voltà".»

novitàsemplicitàquotidianitàstupore

3.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Lianza, inserito il 25/11/2002

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