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TESTO

181. Angeli con un'ala soltanto   1

Tonino Bello

Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita.

Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.

A volte nei momenti di confidenza oso pensare, Signore, che anche Tu abbia un'ala soltanto, l'altra la tieni nascosta... forse per farmi capire che Tu non vuoi volare senza me.

Per questo mi hai dato la vita, perché io fossi tuo compagno di volo.

Insegnami allora a librarmi con Te perché vivere non è trascinare la vita, non è strapparla, non è rosicchiarla: vivere è abbandonarsi come un gabbiano all'ebbrezza del vento; vivere è assaporare l'avventura della libertà, vivere è stendere l'ala, l'unica ala con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te.

Ma non basta saper volare con Te, Signore: Tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello, e aiutarlo a volare. Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi: non farmi più passare indifferente davanti al fratello che è rimasto con l'ala, l'unica ala, inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te: soprattutto per questo fratello sfortunato dammi, o Signore, un'ala di riserva.

viveresolidarietàamore

inviato da Suor Irina Mandro, inserito il 03/05/2002

RACCONTO

182. Un uomo, il suo fiume, il suo ponte   1

Paulo Coelho

Un uomo, dopo molti anni di lavoro e di meditazioni sul miglior modo per attraversare il fiume davanti alla sua casa, costruì una passerella. Si racconta però che gli abitanti del villaggio raramente osavano passarvi sopra, a causa della sua precarietà.

Un bel giorno, da quelle parti comparve un ingegnere che, con l'aiuto della gente del posto, costruì un ponte, la qual cosa mandò su tutte le furie il costruttore della passerella. Questi, infatti, da quel momento incominciò a dire a quanti avevano la pazienza di ascoltarlo che l'ingegnere aveva mancato di rispetto nei confronti del suo lavoro.

"Ma la passerella è ancora lì - rispondevano gli abitanti del villaggio - ed è un monumento ai suoi anni di fatica e di meditazione".
"Nessuno però la usa" ribatteva l'uomo, stizzito.

"Lei signore, è un cittadino rispettabile e noi siamo fieri di lei. Tuttavia, se la gente trova il ponte più bello e utile della sua passerella, che cosa ci possiamo fare?".
"Il ponte attraversa il mio fiume!".

"Ma signore, con tutto il rispetto che abbiamo per il suo lavoro, vorremmo dirle che il fiume non le appartiene. Può essere attraversato a piedi, in barca, a nuoto o in qualsiasi altro modo: se le persone preferiscono attraversarlo utilizzando il ponte, perché non rispettare la loro scelta? Infine, come possiamo aver fiducia di una persona che, invece di cercare di migliorare la sua passerella, passa tutto il tempo a criticare il ponte?".

fiduciarispettotolleranzalibertà interiore

inviato da Matteo Preto, inserito il 16/04/2002

PREGHIERA

183. Padre nostro (parafrasi)   1

PADRE che consideri tutte le persone uguali.

NOSTRO, di ognuno, di tutti quei milioni di persone che abitano la terra, senza differenza di età, colore o luogo di nascita.

CHE SEI NEI CIELI e sulla terra e in ciascuna persona, negli umili e in coloro che soffrono.

SIA SANTIFICATO IL TUO NOME nei cuori pacifici di uomini e donne, bambini e anziani, qui e altrove.

VENGA IL TUO REGNO, il tuo Regno di pace, di amore, di giustizia, di Verità, di libertà.

SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ sempre e tra tutte le nazioni e tutti i popoli.

COME IN CIELO COSI IN TERRA: che i tuoi piani di pace non siano distrutti dai violenti e dai tiranni.

DACCI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO: che sia impastato di pace e di amore, e allontana da noi il pane della discordia e dell'odio che genera gelosia e divisione.

DACCELO OGGI perché domani potrebbe essere troppo tardi. Stanno puntando i missili, forse, qualcuno li sparerà.

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI, non come perdoniamo noi, ma come perdoni tu, senza risentimento senza rancore nascosto.

NON CI INDURRE IN TENTAZIONE di guardare gli altri con sospetto, di dimenticare i nostri fratelli e le nostre sorelle nel bisogno, di accumulare per noi stessi ciò che potrebbe essere necessario per gli altri, di vivere bene a spese altrui.

LIBERACI DAL MALE che ci minaccia, dall'egoismo dei potenti, dalla morte causata dalla guerra e dalle armi; perché siamo in tanti, Padre, a desiderare di vivere in pace e di costruire la pace per tutti.

padre nostropreghiera di domanda

5.0/5 (1 voto)

inviato da Maria Grazia Guidetti, inserito il 12/04/2002

TESTO

184. La pace è fondata sulla libertà, sulla verità, sulla giustizia e sull'amore

Giovanni XXIII, Lettera enciclica Pacem in terris, n. 16-18

Gli esseri umani, essendo persone, sono sociali per natura. Sono nati quindi per convivere e operare gli uni a bene degli altri. Ciò richiede che la convivenza umana sia ordinata, e quindi che i vicendevoli diritti e doveri siano riconosciuti ed attuati; ma richiede pure che ognuno porti generosamente il suo contributo alla creazione di ambienti umani, in cui diritti e doveri siano sostanziati da contenuti sempre più ricchi.

Non basta, ad esempio, riconoscere e rispettare in ogni essere umano il diritto ai mezzi di sussistenza: occorre pure che ci si adoperi, secondo le proprie forze, perché ogni essere umano disponga di mezzi di sussistenza in misura sufficiente.

La convivenza fra gli esseri umani, oltre che ordinata, è necessario che sia per essi feconda di bene. Ciò postula che essi riconoscano e rispettino i loro vicendevoli diritti ed adempiano i rispettivi doveri, ma postula pure che collaborino tra loro nelle mille forme e gradi che l'incivilimento acconsente, suggerisce, reclama.

La dignità di persona, propria di ogni essere umano, esige che esso operi consapevolmente e liberamente. Per cui nei rapporti della convivenza, i diritti vanno esercitati, i doveri vanno compiuti, le mille forme di collaborazione vanno attuate specialmente in virtù di decisioni personali; prese cioè per convinzione, di propria iniziativa, in attitudine di responsabilità, e non in forza di coercizioni o pressioni provenienti soprattutto dall'esterno.

Una convivenza fondata soltanto su rapporti di forza non è umana. In essa infatti è inevitabile che le persone siano coartate o compresse, invece di essere facilitate e stimolate a sviluppare e perfezionare se stesse.

La convivenza fra gli esseri umani è quindi ordinata, feconda e rispondente alla loro dignità di persone, quando si fonda sulla verità, conformemente al richiamo dell'apostolo Paolo: "Via dunque da voi la menzogna e parli ciascuno col suo prossimo secondo verità, poiché siamo membri gli uni degli altri" (Ef 4,25). Ciò domanda che siano sinceramente riconosciuti i reciproci diritti e vicendevoli doveri. Ed è inoltre una convivenza che si attua secondo giustizia o nell'effettivo rispetto di quei diritti e nel leale adempimento dei rispettivi doveri; che è vivificata e integrata dall'amore, atteggiamento d'animo che fa sentire come propri i bisogni e le esigenze altrui, rende partecipi gli altri dei propri beni e mira a rendere sempre più vivida la comunione nel mondo dei valori spirituali; ed è attuata nella libertà, nel modo cioè che si addice alla dignità di esseri portati dalla loro stessa natura razionale ad assumere la responsabilità del proprio operare.

paceuguaglianzagiustiziacomunione tra i popoli

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 10/04/2002

TESTO

185. Amate i vostri nemici   2

Martin Luther King, La forza di amare

Ai nostri più accaniti oppositori, noi diciamo: noi faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la nostra capacità di sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la nostra forza d'animo. Fateci quello che volete, e noi continueremo ad amarvi. Noi non possiamo, in buona coscienza, obbedire alle vostre leggi ingiuste, perché la non-cooperazione col male è un obbligo morale non meno della cooperazione col bene. Metteteci in prigione, e noi vi ameremo ancora. Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli, e noi vi ameremo ancora. Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case, nell'ora di mezzanotte, batteteci e lasciateci mezzi morti, e noi vi ameremo ancora. Ma siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire. Un giorno, noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi, e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria.

pacenon violenzaamare i nemiciperdono

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 10/04/2002

PREGHIERA

186. Diversi

Roberto Laurita

No, non è vero che la diversità
viene accettata spontaneamente.

Ci sono momenti in cui essa
mette a dura prova i nostri nervi,
ci sono frangenti in cui vorremmo
annullarla, come d'incanto,
per trovare tutti d'accordo con noi,
con gli stessi gusti e gli stessi desideri.

Tu ci hai fatti diversi:
lo vogliamo o no, questa è la realtà.

Una realtà scomoda,
per chi ama troppo l'ordine,
e la compattezza.

Una realtà colma di ricchezza,
per chi sa apprezzare le risorse
in qualunque persona.

Una realtà imbarazzante
per chi la avverte come un attentato
alle sue opinioni,
alla sua personalità.

Una realtà benefica,
per chi ama la propria e l'altrui libertà.

Grazie, Signore, per tutte le differenze
di pelle, di cultura, di tradizioni.

Grazie per averci salvati
dall'omologazione e dall'appiattimento,
dalla clonazione e dalla massificazione.

Grazie per tutti quelli che ci obbligano
a prendere atto del loro pensiero,
del loro temperamento, delle loro abitudini
così diversi dai nostri.

diversitàmulticulturalitàcoppiafamiglia

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 10/04/2002

PREGHIERA

187. Padre, dammi Gesù   1

don Serafino Falvo

Padre,
dammi il dono più bello, più grande,
più prezioso che possiedi: Gesù!

Quando sono ammalato, dammi Gesù
perché egli è la Salute.

Quando mi sento triste, dammi Gesù
perché egli è la Gioia.

Quando mi sento debole, dammi Gesù
perché egli è la Forza.

Quando mi sento solo, dammi Gesù
perché egli è l'Amico.

Quando mi sento legato, dammi Gesù
perché egli è la Libertà.

Quando mi sento scoraggiato, dammi Gesù
perché egli è la Vittoria.

Quando mi sento nelle tenebre, dammi Gesù
perché egli è la Luce.

Quando mi sento peccatore, dammi Gesù
perché egli è il Salvatore.

Quando ho bisogno d'amore, dammi Gesù
perché egli è l'Amore.

Quando ho bisogno di pane, dammi Gesù
perché egli è il Pane di Vita.

Quando ho bisogno di denaro, dammi Gesù
perché egli è la Ricchezza Infinita.

Padre,
a qualsiasi mia richiesta
per qualsiasi mio bisogno,
rispondi con una sola parola,
la tua Parola eterna: Gesù.

Gesùessenzialitàricchezzafedesperanza

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 08/04/2002

RACCONTO

188. Il bozzolo della farfalla   1

Un uomo trovò il bozzolo di una farfalla. Un giorno apparì una piccola apertura.

Si sedette e guardò per diverse ore la farfalla mentre lottava per far passare il suo corpo attraverso quel piccolo buco.

Poi sembrò che non facesse più alcun progresso. Appariva come se fosse uscita per il massimo che poteva e non potesse avanzare ulteriormente.

Così l'uomo decise di aiutare la farfalla. Prese un paio di forbici e divise in due la parte del bozzolo ancora chiusa. La farfalla ne emerse facilmente.
Ma aveva un corpo gonfio e piccole ali avvizzite.

L'uomo continuò a guardare la farfalla, perché si aspettava che, da un momento all'altro, le ali si sarebbero ingrandite ed espanse in modo tale da essere in grado di sorreggere il corpo, che si sarebbe, nel frattempo, sgonfiato. Non successe niente! Di fatto la farfalla impiegò il resto della sua vita trascinandosi intorno, con un corpo gonfio e ali avvizzite. Non fu mai capace di volare.

Quello che l'uomo, nella sua precipitosa gentilezza non aveva capito, fu che la ristrettezza del bozzolo e la lotta richiesta alla farfalla per uscire da quella piccola apertura, erano il modo Divino per far fluire i fluidi dal corpo della farfalla alle sue ali, in modo che sarebbe stata in grado di volare, una volta che avesse finalmente guadagnato la libertà, fuori dal bozzolo.

A volte "la lotta" (lo sforzo necessario per superare le difficoltà) è esattamente quello di cui abbiamo bisogno nelle nostre vite. Se Dio ci permettesse di attraversare le nostre vite senza alcun ostacolo, ci "azzopperebbe". Non saremmo mai forti quanto potremmo. Non potremmo mai volare!

forzadifficoltàcoraggioostacolivolaresperanzaimpegno

inviato da Barbara, inserito il 08/04/2002

TESTO

189. Libertà di opinione   1

attribuita a Voltaire

Non approvo ciò che dici, ma lotterò fino alla morte per difendere il tuo diritto di dirlo.

Tale citazione, anche in altre formulazioni, viene solitamente attribuita a Voltaire, ma trova in realtà riscontro soltanto in un testo della scrittrice americana Evelyn Beatrice Hall, leggi qui le informazioni a riguardo.

libertà di opinionelibertàtolleranza

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/04/2002

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