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TESTO

1. Natale 2022

Roberto cavallo

Il pianto
del bambino
da sempre
risuona uguale

Il latte
della mamma
nel mondo
è bianco uguale

Il pianto
di chi scappa
da sempre
rimbomba uguale

La neve
che avvolge
i corpi a terra
è bianca uguale

L'acqua del mare
che accoglie
è corpi che affondano
è salata uguale

Non per tutti
è un buon Natale.

natalenativitàprofughisofferenzaimmigrazionedoloreguerraingiustizia

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran, inserito il 24/12/2022

TESTO

2. E' facile dire Natale

Giuseppe Impastato S.I.

Come dire "Natale" alle giovani braccia alzate
per fermare i carri armati? Che orrore: no! No!
non si sono arrestati quei carri... e fu stritolato
lo sterminato grido di popolo oppresso,
e tanto sangue innocente bagnò la grande piazza
sotto gli occhi muti e increduli del mondo!

Come dire ‘Natale' ad Auschwitz, Dachau, Nagasaki,
alle Fosse Ardeatine e di Katyn, a Piazza Fontana,
al mare di Lampedusa e ai cieli di Ustica? Che orrore,
mio Dio: non tacciono i fucili dei plotoni di esecuzione,
sono accesi i forni crematori, bruciano le Torri Gemelle...
e stadi e carceri sono affollati di nemici del potere!

Come dire ‘Natale' a Tobagi, Bachelet, Dalla Chiesa,
Anna Frank, Martin Luther King, Falcone, Pino Puglisi?
Che orrore, mio Dio! Non si sono inceppate le P38,
si ode il crepitio dei kalashnikov, si propagano le nubi
di Cernobyl, scoppiano le mine antiuomo, crollano
gli ospedali di Siria, il ponte di Mostar... Sangue, sangue.

Come dire ‘Natale' all'immenso coro di dolore,
che si innalza da ghetti, campi di sterminio, al pianto
di neonati buttati tra i rifiuti, di uccisi nelle strade,
agli occhi lucidi di vecchi soli buttati lontano dalla vita...
Cosa dire agli inebetiti dalle droghe e dall'alcool,
dagli istupiditi dal gioco, ad abusati e violentate?

Mescolate col sangue scorrono sangue e bestemmie.
Caino è sempre tra noi, su Abele si dirigono le belve umane,
a Betlem si levano urla di madri, Susanna è condannata a morte.
Su melma e su fango, tra lacrime grida e spari
si spande un biancore puro di luce: sei tu, Gesù. Per tutti
è Natale di attenzione, vicinanza, pace, gioia, speranza.

nataledolorepaceguerra

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 28/12/2016

TESTO

3. Riflessioni sulla guerra e la pace

La guerra è una inutile strage.
Benedetto XV

Tutto è perduto con la guerra, niente è perduto con la pace.
Pio XII

Mai più la guerra!
Paolo VI

La guerra è il male peggiore che affligge la società umana ed è fonte di ogni male e di ogni corruzione morale. Ad essa non è possibile fornire una cura assoluta e immediata.
Immanuel Kant

La vera scelta non è tra non violenza e violenza ma tra non violenza e non esistenza... Se non riusciremo a vivere come fratelli moriremo tutti come stolti.
Martin Luther King

O l'umanità distruggerà gli armamenti o gli armamenti distruggeranno l'umanità.
Mahatma Gandhi

Un'elementare coerenza esige che chi cerca la pace difenda la vita. Nessuna azione per la pace può essere efficace se non ci si oppone con la stessa forza agli attacchi contro la vita in ogni sua fase, dal suo sorgere sino al naturale tramonto.
Giovanni Paolo II

La religione non deve mai essere utilizzata come motivo di conflitto. Cristiani e musulmani, insieme con i credenti di ogni religione, sono chiamati a ripudiare la violenza per costruire un'umanità amante della vita, che si sviluppi nella giustizia e nella solidarietà.
Giovanni Paolo II

Nessuna civiltà potrà essere considerata tale se cercherà di prevalere sulle altre.
Mahatma Gandhi

paceguerra

inserito il 19/02/2011

TESTO

4. Poesia del papa sulla pace

Andrzej Jawin (Karol Wojtyla), Operaio in una fabbrica d'armi, in Tygodnik Powszechny n. 13, 1958

Non influisco sul destino del globo,
non son io che incomincio le guerre.
Sono con te o contro di te - non lo so.
Non pecco.
E proprio questo mi tormenta:
che non influisco, non pecco.
Tornisco minuscole viti
e preparo frammenti di devastazione,
e non abbraccio l'insieme,
non abbraccio il destino dell'uomo.
Io potrei creare un altro insieme,
altro destino (ma come farlo senza frammenti)
di cui io stesso, come ogni altro uomo,
sarei la causa integra e sacra
che nessuno distrugge con le azioni,
né inganna con le parole.
Il mondo che io creo non è buono
eppure non sono io che lo rendo malvagio!
Ma questo basta?

paceguerramondoresponsabilitàconflitti

inviato da Anna Barbi, inserito il 30/04/2003

TESTO

5. La pace nasce da un cuore nuovo   1

Giovanni Paolo II, XVII giornata mondiale della pace (1/1/1984)

E' mia profonda convinzione, è il filo conduttore della Bibbia e del pensiero cristiano, è - come spero - un'intuizione di molti uomini di buona volontà che la guerra prenda origine dal cuore dell'uomo. E' l'uomo che uccide, e non la sua spada e neppure, oggi, i suoi missili.

La sregolatezza del cuore è, in particolare, quella della coscienza, allorché essa chiama bene o male ciò che intende scegliere in base ai suoi interessi materiali o alla sua volontà di potenza. La stessa complessità dell'esercizio del potere non impedisce che vi sia sempre una responsabilità della coscienza individuale nella preparazione, nello scatenamento o nell'estensione di un conflitto; il fatto poi che la responsabilità sia condivisa da un gruppo nulla cambia al principio

E' necessario rimettere in discussione quei sistemi che conducono manifestamente a un punto morto, congelano il dialogo e l'intesa, sviluppano la diffidenza, accrescono la minaccia e il pericolo, senza risolvere i problemi reali, senza offrire una sicurezza vera, senza rendere i popoli veramente felici, pacifici e liberi. Questa trasformazione in profondità dello spirito e del cuore esige certamente un grande coraggio, il coraggio dell'umiltà e della lucidità; essa deve raggiungere la mentalità collettiva, partendo dalla coscienza delle persone. E' utopistico sperarlo? L'impotenza e il pericolo, in cui i nostri contemporanei si trovano, li spingono a non rimandare oltre questo ritorno alla verità, che sola li renderà liberi e capaci di creare sistemi migliori. E' questa, la prima condizione per un «cuore nuovo».

paceviolenzaguerracoscienzaconflitti

5.0/5 (1 voto)

inviato da Gianvincenzo Nicodemo, inserito il 01/04/2003

TESTO

6. Pace è un grido di silenzio

Pace è un grido silenzioso,
un sentiero invisibile
tra i rovi dell'odio.

Pace è la carezza impalpabile
della speranza
negli occhi dei bambini
che guardano sempre a un domani.

Pace è il sogno
che vuole essere realizzato,
l'abbraccio dell'anima
all'anima,
è un volo verso terre
sconosciute
governate solo dall'amore.

Non si può spiegare,
la pace.
Dobbiamo inventarla,
nuova e incrollabile,
in questo arcobaleno di albe
senza fine.

La pace
è un marchio del cuore.
Tempo da paradiso sulla terra;
amore,
sentimento bello tra persone, città e stati.
Quando la pace
come ora, è solo un desiderio
l'odio macchia di nero i cuori.
Io credo in un futuro
in cui una stella si illuminerà
e quando su di noi si sarà fermata
la pace ritrovata
porterà un mondo di vita.

paceguerra

inviato da Simona Bonalumi, inserito il 16/03/2003

TESTO

7. La cosa più importante per l'umanità

Tien-Min, poeta cinese

Non importa che tu sia uomo o donna
fanciullo o vecchio, operaio o contadino,
soldato o studente o commerciante;
non importa quale sia il tuo credo politico o quello religioso
se ti chiedono qual è la cosa più importante per l'umanità
rispondi prima, dopo, sempre: la pace!

paceguerraconflitti

inviato da Andrea Zamboni, inserito il 20/11/2002

TESTO

8. Avevo una scatola di colori

Tali Sorek, israeliana

Avevo una scatola di colori,
brillanti, decisi e vivaci.

Avevo una scatola di colori.
alcuni caldi, altri molto freddi.

Non avevo il rosso per il sangue dei feriti.
Non avevo il nero per il pianto degli orfani.
Non avevo il bianco per le mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo per le sabbie ardenti.

Ma avevo l'arancio per la gioia della vita.
E il verde per i germogli e i nidi.
E il celeste dei chiari cieli splendenti.
E il rosa per i sogni e il riposo.

Mi sono seduta e ho dipinto la pace.

* note trovate in internet ma non verificate:

si tratta di una poesia trovata nello zainetto di Tali Sarek, una bimba di Beersheba (Israele) di 12 o 13 anni, al tempo della guerra del Kippur.

Esprime con parole semplici e toccanti la reazione di una creatura davanti alla guerra. C'è il rifiuto del dolore, delle atrocità e delle sofferenze. Prevale il sogno e il bisogno della pace.

La poesia è stata inserita nel libro "Mai più la guerra".

paceguerraconflitti

inviato da Barbara, inserito il 27/09/2002

TESTO

9. La guerra più consistente   1

Atenagora di Costantinopoli

Bisogna fare la guerra più consistente
che è la guerra contro noi stessi.
È necessario giungere a disarmarci.
Io ho combattuto questa guerra per molti anni.
È stato terribile. Molto terribile.

Ma posso affermare che adesso sono disarmato.
Non ho paura di niente e di nessuno;
l'amore allontana la paura.
Sono disarmato
dal voler avere ragione,
dal giustificarmi
screditando gli altri.

Non mi chiudo nel mio castello
né m'inorgoglisco delle mie ricchezze.
Accolgo e condivido.
Non mi aggrappo assolutamente
alle mie idee e ai miei progetti.
Se mi si presentano
proposte migliori o almeno buone
Le accetto senza alcun impedimento.

Ho rinunciato a fare confronti.
Ciò che è buono, vero, reale, per me è sempre il meglio.
Per questo non ho paura.
Quando non si possiede nulla
non si ha paura di nulla.

Se uno si disarma,
se smette di possedere,
se si apre al Dio fatto uomo
che fa nuove tutte le cose,
allora Egli fa sparire
il passato negativo
e ci apre il panorama
di un tempo nuovo
in cui tutto è possibile.

guerradisarmoconflittipace

inviato da Filippa Castronovo, inserito il 10/05/2002