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PREGHIERA

1. Preghiera di fine anno   1

Arley Tuberqui

Signore,
alla fine di questo anno voglio ringraziarti
per tutto quello che ho ricevuto da te,
grazie per la vita e l'amore,
per i fiori, l'aria e il sole,
per l'allegria e il dolore,
per quello che è stato possibile
e per quello che non ha potuto esserlo.
Ti regalo quanto ho fatto quest'anno:
il lavoro che ho potuto compiere,
le cose che sono passate per le mie mani
e quello che con queste ho potuto costruire.
Ti offro le persone che ho sempre amato,
le nuove amicizie, quelli a me più vicini,
quelli che sono più lontani,
quelli che se ne sono andati,
quelli che mi hanno chiesto una mano
e quelli che ho potuto aiutare,
quelli con cui ho condiviso la vita,
il lavoro, il dolore e l'allegria.
Oggi, Signore, voglio anche chiedere perdono
per il tempo sprecato, per i soldi spesi male,
per le parole inutili e per l'amore disprezzato,
perdono per le opere vuote,
per il lavoro mal fatto,
per il vivere senza entusiasmo
e per la preghiera sempre rimandata,
per tutte le mie dimenticanze e i miei silenzi,
semplicemente... ti chiedo perdono.

ringraziamentofine annoesame di coscienzapentimento

inviato da Qumran2, inserito il 31/12/2021

RACCONTO

2. Il contadino e il poeta   2

Un contadino stanco della solita routine quotidiana, tra campi e duro lavoro, decise di vendere la sua tenuta. Dovendo scrivere il cartello per la vendita decise di chiedere aiuto al suo vicino che possedeva delle doti poetiche innate.

Il romantico vicino accettò volentieri e scrisse per lui un cartello che diceva:
"Vendo un pezzettino di cielo, adornato da bellissimi fiori e verdi alberi, con un fiume, dall'acqua cosi pura e dal colore più cristallino che abbiate mai visto."

Fatto ciò, il poeta dovette assentarsi per un po' di tempo, al suo rientro però, decise di andare a conoscere il suo nuovo vicino.

La sua sorpresa fu immensa nel vedere il solito contadino, impegnato nei suoi lavori agricoli.

Il poeta domandò quindi: "Amico non sei andato via dalla tenuta?"
Il contadino rispose sorridendo: "No, mio caro vicino, dopo aver letto il cartello che avevi scritto, ho capito che possedevo il pezzo più bello della terra e che non ne avrei trovato un altro migliore."

Non aspettare che arrivi un poeta per farti un cartello che ti dica quanto è meravigliosa la tua vita, la tua casa, la tua famiglia e tutto ciò che possiedi...

Ringrazia sempre Dio per la salute che hai, la vita che vivi, per la caparbietà che hai nel lottare per andare avanti.

Che il Signore benedica questo pezzettino di cielo che è la tua vita.
Il tuo risveglio al mattino è la parte migliore, perché è lì che Dio ti dice:
"Alzati, ti regalo un'altra opportunità".
Nasciamo per essere felici, non perfetti
I giorni buoni ti danno felicità
I giorni cattivi ti danno esperienza
I tentativi ti mantengono forte
Le prove ti mantengono umano
Le cadute ti mantengono umile
ma solo Dio ti mantiene in piedi.

accontentarsiringraziare Diogratitudinepresentefelicitàgioia

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 29/12/2018

RACCONTO

3. Regalare la felicità

Piero Ferrucci, La forza della gentilezza, Oscar Mondadori 2005

Un'antica storia mediorientale racconta di un uomo così buono e disinteressato che Dio decide di premiarlo. Chiama un angelo, e gli dice di andare da lui e domandargli che cosa vuole: qualsiasi desiderio sarà esaudito. L'angelo compare all'uomo gentile e gli comunica la buona notizia. Ma l'uomo gentile risponde: «Io sono già felice. Ho già tutto ciò che desidero». L'angelo gli fa capire che con Dio bisogna avere tatto: se ci fa un regalo, è meglio accettare. Allora l'uomo gentile risponde: «Va bene: voglio che tutti quelli che entrano in contatto con me si sentano bene. Però non voglio saperne nulla». Da quel momento dove l'uomo gentile passava, le piante avvizzite rifiorivano, gli animali più malandati si riavevano, i malati guarivano, gli infelici venivano sollevati dai loro terribili fardelli, chi litigava faceva la pace e chi aveva un problema riusciva a risolverlo. Ma tutto questo avveniva dietro di lui, nella sua scia, senza che egli ne sapesse niente. Non c'erano da parte sua né orgoglio per il bene compiuto né aspettative di alcun genere. Ignaro e contento, l'uomo gentile camminava per le vie del mondo regalando la felicità.

gentilezzafelicitàbontàgratuitàapertura

inviato da Qumran, inserito il 01/12/2017

RACCONTO

4. La lucciola di Natale

fonte

Ad adorare il bambino Gesù nella capanna di Betlemme insieme con gli altri animali accorsero anche gli insetti. Per non spaventare il piccolo restarono in gruppo sulla soglia. Ma Gesù, con un gesto delle rosee manine, li chiamò ed essi si precipitarono, portando i loro doni. L'ape offrì il suo dolce miele, la farfalla la bellezza dei suoi colori, la formica un chicco di riso, il baco un filo di finissima seta. La vespa, non sapendo che cosa offrire, promise che non avrebbe più punto nessuno, la mosca si offrì di vegliare, senza ronzare, il sonno di Gesù.

Solo un insetto piccolissimo non osò avvicinarsi al bambino, non avendo nulla da offrire.

Se ne stette timido sulla porta; eppure avrebbe tanto voluto dirgli il suo amore. Ma, mentre con il cuore grosso e la testa bassa stava per lasciare la capanna, udì una vocina: «E tu, piccolo insetto, perché non ti avvicini?». Era Gesù stesso che glielo domandava. Allora, commosso l'insetto volò fino alla culla e si posò sulla manina del bambino.

Era così emozionato per l'attenzione ricevuta, che gli occhi gli si colmarono di lacrime. Scivolando giù, una lacrima cadde proprio sul piccolo palmo di Gesù. «Grazie», sorrise il bambinello. «Questo è un regalo bellissimo». In quel momento un raggio di luna, che curiosava dalla finestra, illuminò la lacrima. «Ecco è diventata una goccia di luce!», disse Gesù sorridendo. «Da oggi porterai sempre con te questo raggio luminoso. E ti chiamerai lucciola perché porterai con te la luce ovunque andrai».

nataleluce

inviato da Don Antonello Pelisseri, inserito il 28/12/2016

TESTO

5. Tempo da donare   3

Agostino Degas

Il più bel regalo che possiamo fare alle persone a noi care è il nostro tempo, cioè la nostra vita.
Non è mai tempo perso, quello dedicato alle persone per noi importanti.
Tutti i momenti a loro dedicati diventano ricordi che profumano di vita.
Chi ama veramente, il tempo lo trova sempre. Perché il tempo è una scelta.
La scelta di dare sempre la priorità ai sentimenti, alle emozioni.

temporegalodonareamarevalore del tempo

4.0/5 (2 voti)

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 28/12/2016

RACCONTO

6. La scatola magica

ACR, Cammino 2006-2007, Appendice 12-14 allegato A

Un anziano mago inviò al re un misterioso pacco. Pochi giorni dopo morì. Il re, prima di aprire la scatola consultò i suoi consiglieri. "Sicuramente ha un potere magico a noi sconosciuto", risposero. "Va posto in luogo sicuro ma accessibile al popolo". Ogni giorno centinaia di persone presero ad inchinarsi davanti ad essa per ricevere un aiuto anche se, in realtà, non ottenevano nessun beneficio.

Molti anni dopo, chiese udienza al sovrano un saggio di nome Artego, chiedendo di esaminare la scatola per scoprire il mistero che nascondeva. "Non sia mai", replicò il sovrano. "E' troppo fragile e potrebbe rompersi". Il saggio insistette offrendo la sua testa qualora si fosse rotta. Dopo averla esaminata bene, Artego disse: "Ora, sire, saprai la verità!". E così dicendo la gettò a terra. Si udì come un tuono e la sala fu invasa dal fumo. Quando si dileguò, si vide una bottiglietta su cui era scritto "Elisir di serenità, per l'amata maestà!".

"Maestà", concluse il saggio, "era solo un contenitore scherzoso, il vero regalo era sul fondo dove erano riportate le istruzioni! Per secoli avete onorato una scatola e non ciò che conteneva. È quello che succede a che nella vita si ferma all'apparenza e non va in profondità!".

apparenzaessenzialeinterioritàesteriorità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 03/02/2016

TESTO

7. Il Natale sei tu   7

P. Dennis Doren Lahr L.C., Sembrando Esperanza II, 2012

Natale sei tu, quando decidi di nascere di nuovo ogni giorno e lasciare entrare Dio nella tua anima.
L'albero di Natale sei tu quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita.
Gli addobbi di Natale sei tu quando le tue virtù sono i colori che adornano la tua vita.
La campana di Natale sei tu quando chiami, congreghi e cerchi di unire.
Sei anche luce di Natale quando illumini con la tua vita il cammino degli altri con la bontà la pazienza l'allegria e la generosità.
Gli angeli di Natale sei tu quando canti al mondo un messaggio di pace di giustizia e di amore.
La stella di Natale sei tu quando conduci qualcuno all'incontro con il Signore.
Sei anche i re magi quando dai il meglio che hai senza tenere conto a chi lo dai.
La musica di Natale sei tu quando conquisti l'armonia dentro di te.
Il regalo di natale sei tu quando sei un vero amico e fratello di tutti gli esseri umani.
Gli auguri di Natale sei tu quando perdoni e ristabilisci la pace anche quando soffri.
Il cenone di Natale sei tu quando sazi di pane e di speranza il povero che ti sta di fianco.
Tu sei la notte di Natale quando umile e cosciente ricevi nel silenzio della notte il Salvatore del mondo senza rumori ne grandi celebrazioni; tu sei sorriso di confidenza e tenerezza nella pace interiore di un Natale perenne che stabilisce il regno dentro di te.
Un buon Natale a tutti coloro che assomigliano al Natale.

Tale testo è presente sul web e su molti social network ed è attribuito a Papa Francesco, mentre in realtà è stato scritto da P. Dennis Doren L.C., vedi qui la versione video in spagnolo.

nataletestimonianza

5.0/5 (7 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 24/12/2014

TESTO

8. Danza lenta   1

David Weatherford

Hai mai guardato i bambini in un girotondo?
O ascoltato il rumore della pioggia quando cade a terra?
O seguito mai lo svolazzare irregolare di una farfalla?
O osservato il sole allo svanire della notte?
Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce.
Il tempo è breve. La musica non durerà.
Percorri ogni giorno in volo?
Quando dici "Come stai?", ascolti la risposta?
Quando la giornata è finita, ti stendi sul tuo letto,
con centinaia di questioni successive che ti passano per la testa?
Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce
Il tempo è breve. La musica non durerà.
Hai mai detto a tuo figlio, "lo faremo domani",
senza notare nella fretta, il suo dispiacere?
Hai mai perso il contatto con una buona amicizia,
che poi è finita perché tu non avevi mai avuto tempo
di chiamare e dire "Ciao"?
Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce.
Il tempo è breve. La musica non durerà.
Quando corri così veloce,
per giungere da qualche parte,
ti perdi la metà del piacere di andarci.
Quando ti preoccupi e corri tutto il giorno,
è come un regalo mai aperto... gettato via.
La vita non è una corsa. Prendila piano,
ascolta la musica, prima che la canzone sia finita.

vitalentezzainterioritàconsapevolezzavivere l'attimotempovalore del temposaggezza

inviato da Stefano Foschi, inserito il 08/11/2011

TESTO

9. Il regalo di Dio   4

Adolfo Rebecchini

E' Natale.
Dio si fa bambino.
Il Signore realizza il suo sogno.
Egli viene
per te, per me, per tutti.
E' fragile, è debole, è piccolo.
Segno di contraddizione.
Egli viene, comunque.
Come incontrarlo?
Come riconoscerlo?
Come accoglierlo?
Lui è la grande speranza.
Lui è il fondamento
di ogni vera speranza,
regalo di Natale di Dio all'umanità.
Entra, Signore, nella mia storia
così nulla potrà mai
essere come prima.

Nataleincarnazione

inviato da Adolfo Rebecchini, inserito il 24/11/2009

TESTO

10. Uno strano invito   2

C'è un invito per te. Sarà una sorpresa.
Si festeggia una nascita, da lungo attesa.
Non ti preoccupare per il regalo:
lo farà lui, il festeggiato!
Semplifichiamo le presentazioni:
ci guarderemo negli occhi. Saranno lucidi.
Niente brindisi e nessun discorso.
Forse ti verrà la voglia di cantare
o di danzare: non sono necessarie le prove.
Tranquillo per l'abito: va benissimo
quello di tutti i giorni.
E' richiesto solo il cuore. Spalancato
al mistero, alla gioia, al giubilo
perché è nato il Dio con noi.

natalenativitàincarnazione

5.0/5 (2 voti)

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 06/08/2009

TESTO

11. La legge del dare e del ricevere   1

Farò un regalo, un complimento, un fiore, una preghiera a chiunque incontri, ovunque vada. Oggi regalerò qualcosa a tutte le persone con le quali entrerò in contatto e avvierò così il processo che fa fluire la gioia, la ricchezza e l'abbondanza nella mia vita e in quella altrui.

Oggi accoglierò con gratitudine tutti i doni che la vita mi offre. Accoglierò i doni della natura: il sole, il cinguettio degli uccelli o le piogge primaverili, o la prima neve dell'inverno. Inoltre sarò disponibile a ricevere anche i doni degli altri, che siano oggetti, complimenti, preghiere.

dareaccoglienzaapertura verso gli altridonarepositivitàottimismo

5.0/5 (1 voto)

inviato da Maria Carmela Moretti, inserito il 12/06/2009

TESTO

12. Stupirsi di Dio

Anselmo Malvestio, Un tempo per stupirsi

Lo stupore nasce dalla sorpresa.
La sorpresa è tale quando mi viene dal di fuori, dall'alto,
improvvisa, inattesa, gratuita, nuova.
Ogni dono è sorpresa.
Senza sorpresa non c'è un dono serio!
Il dono-sorpresa produce in me
sbigottimento, stupore vivo, ammirazione.
Mi rapisce, mi meraviglia
e mi conduce al donatore
che scopro sorprendente, meraviglioso,
mirabile, fantasioso, attento.
Comprendo che lui, il donatore, mi ama.
Perciò non mi interessa più il dono-sorpresa,
ma colui che è Dono-Sorpresa.
Non m'attira il dono, ma il donatore.
Non cerco più il segno dell'amore,
ma l'Amore.
E dal prodigio riconosco il Prodigio.

amiciziadonoregalodonarestupore

inviato da Patrizia Soave, inserito il 22/05/2009

RACCONTO

13. Il sogno di Maria   2

Giuseppe, ho fatto un sogno che non riesco proprio a comprendere, ma credo che riguardava la nascita di nostro figlio.

La gente stava facendo i preparativi con sei settimane d'anticipo: decoravano le case, compravano vestiti nuovi, uscivano spesso a fare spese e compravano regali molto elaborati.

Era tutto molto strano, perché i regali non erano per nostro figlio: li avvolgevano in fogli vistosi, li legavano con dei nastri preziosi e poi li mettevano sotto un albero. Sì, Giuseppe, un albero dentro le case; quella gente aveva decorato un albero e i rami erano pieni di ciondoli brillanti e in cima all'albero c'era una figura – mi sembrò che fosse un angelo – veramente molto bella.

Dopo ho visto una tavola splendidamente imbandita con piatti deliziosi e tanti vini: tutto sembrava squisito e tutti erano contenti, ma noi non eravamo stati invitati.

Si vedeva che la gente era felice, sorridente e perfino emozionata quando si scambiavano i regali, ma...

Sai, Giuseppe? Non rimaneva alcun regalo per nostro figlio e mi dava l'impressione che nessuno lo conoscesse perché nessuno fece mai il suo nome. Non ti sembra strano che la gente si dia tanto da fare e spenda tanto nei preparativi per celebrare il compleanno di qualcuno che non nominano mai e che forse neppure conoscono? Ebbi la strana sensazione che se nostro figlio fosse entrato in quelle case si sarebbe sentito un intruso.

Tutto era così bello e la gente così contenta, ma io avevo una gran voglia di piangere perché nostro figlio era completamente ignorato.

Che tristezza per Gesù non essere desiderato nella sua festa di compleanno!

Sono contenta perché si è trattato solamente di un sogno, ma che terribile sarebbe se ciò divenisse realtà!...

natale

5.0/5 (2 voti)

inviato da Roberto Jori, inserito il 03/05/2009

TESTO

14. Mi presento: sono il Silenzio   2

Pino Pellegrino

Per favore. Lasciatemi, una volta tanto, prendere la parola.
Lo so che è paradossale che il silenzio parli. E' contrario al mio carattere schivo e riservato.
Però sento il dovere di parlare: voi uomini non mi conoscete abbastanza!
Ecco, quindi, qualcosa di me.
Intanto le mie origini sono assolutamente nobili.
Prima che il mondo fosse, tutto era silenzio. Non un silenzio vuoto, no, ma traboccante.
Così traboccante che una parola sola detta dentro di me ha fatto tutto!
Poi, però, ho dovuto fare i conti con una lama invisibile che mi taglia dentro: il rumore!
Ebbene lasciate che ve lo dica subito: non immaginate cosa perdete ferendomi! Il baccano non vi dà mai una mano!
Io, invece, sì.
Io sono un'officina nella quale si fabbricano le idee più profonde, dove si costruiscono le parole che fanno succedere qualcosa.
Io sono come l'uovo del cardellino: la custodia del cantare e del volare. Simpatico, no?
Io segno i momenti più belli della vita: quello dei nove mesi, quello delle coccole, quello dello sguardo degli innamorati...
Segno anche i momenti più seri: i momenti del dolore, della sofferenza, della morte.
No, non mi sto elogiando, ma dicendo la pura verità.
Io mi inerpico sulle vette ove nidificano le aquile. Io scendo negli abissi degli oceani. Io vado a contare le stelle...
Io vi regalo momenti di pace, di stupore, di meraviglia.
Io sono il sentiero che conduce al paese dell'anima. Sono il trampolino di lancio della preghiera. Sono, addirittura, il recinto di Dio!
Ecco qualcosa di me.
Scusatemi se ho interrotto i vostri rumori e le vostre chiacchiere.
Prima di lasciarci, però, permettete che riassuma tutto in sole quattro parole:
Custoditemi e sarete custoditi!
Proteggetemi e sarete protetti!
Dal vostro primo alleato
Il Silenzio

silenziointerioritàrapporto con Dio

5.0/5 (1 voto)

inserito il 16/10/2007

TESTO

15. 24 domande e risposte   3

Madre Teresa di Calcutta

Il giorno più bello? Oggi.
L'ostacolo più grande? La paura.
La cosa più facile? Sbagliarsi.
L'errore più grande? Rinunciare.
La radice di tutti i mali? L'egoismo.
La distrazione migliore? Il lavoro.
La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento.
I migliori professionisti? I bambini.
Il primo bisogno? Comunicare.
La felicità più grande? Essere utili agli altri.
Il mistero più grande? La morte.
Il difetto peggiore? Il malumore.
La persona più pericolosa? Quella che mente.
Il sentimento più brutto? Il rancore.
Il regalo più bello? Il perdono.
Quello indispensabile? La famiglia.
La rotta migliore? La via giusta.
La sensazione più piacevole? La pace interiore.
L'accoglienza migliore? Il sorriso.
La miglior medicina? L'ottimismo.
La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto.
La forza più grande? La fede.
Le persone più necessarie? I sacerdoti.
La cosa più bella del mondo? L'amore.

vitasenso della vitaottimismosperanzaimpegno

5.0/5 (3 voti)

inviato da Eva Bracco, inserito il 19/08/2007

PREGHIERA

16. Preghiera per gli insegnanti   1

Ti prego, Signore per gli insegnanti, per tutti gli insegnanti.
Fa' che si convincano che i pensieri veri, i pensieri grandi
- quelli che devono propormi -
sono come l'acqua buona:
vengono o dall'Alto o dal profondo;
fa' che mi aiutino a distinguere
tra ciò che vale e ciò che appare.

Dammi, Signore, insegnanti
a cui la scienza non abbia inaridito il cuore;
insegnanti maestri di vita,
non solo professionisti d'istruzione,
insegnanti sapienti e pazienti:
noi alunni non siamo melanzane che maturiamo
tutti alla stessa ora.

Signore, dammi insegnanti che quando parlano delle foglie
non si limitino a dire che sono aghiformi o lanceolate...
ma dicano anche che sono colorate
e che con il loro colore rallegrano il mondo;
insegnanti che di tanto in tanto si lascino sfuggire un sorriso.
Vivere per tante ore con facce oscure
è la peggiore delle torture!

Signore, questa preghiera
è un sogno, ma anche una speranza;
la speranza che il nuovo anno scolastico
mi regali insegnanti "nuovi".
Perché il regalo duri fino a giugno,
continuerò ad affidarli a te.
Amen!

insegnantiinsegnamentoeducazioneeducatori

inviato da Qumran2, inserito il 04/06/2007

PREGHIERA

17. Santa Maria Vergine, della sera

Tonino Bello, Maria donna dei nostri giorni, ed S. Paolo, cap 31

Santa Maria, vergine della sera,
Madre dell'ora in cui si fa ritorno a casa,
e si assapora la gioia di sentirsi accolti da qualcuno,
e si vive la letizia indicibile di sedersi a cena con gli altri,
facci il regalo della comunione.

Te lo chiediamo per la nostra Chiesa,
che non sembra estranea neanch'essa
alle lusinghe della frammentazione,
del parrocchialismo
e della chiusura nei perimetri segnati dall'ombra del campanile.

Te lo chiediamo per la nostra città,
che spesso lo spirito di parte riduce cosi tanto a terra contesa,
che a volte sembra diventata terra di nessuno.

Te lo chiediamo per le nostre famiglie,
perché il dialogo, l'amore crocifisso,
e la fruizione serena degli affetti domestici
le rendano luogo privilegiato di crescita cristiana e civile.

Te lo chiediamo per tutti noi,
perché, lontani dalle scomuniche dell'egoismo e dell'isolamento,
possiamo stare sempre dalla parte della vita,
la dove essa nasce, cresce e muore.

Te lo chiediamo per il mondo intero,
perché la solidarietà tra i popoli
non sia vissuta più come uno dei tanti impegni morali,
ma venga riscoperta come l'unico imperativo etico
su cui fondare l'umana convivenza.

E i poveri possano assidersi, con pari dignità,
alla mensa di tutti.
E la pace diventi traguardo dei nostri impegni quotidiani.

Maria

inviato da Qumran2, inserito il 24/05/2007

PREGHIERA

18. Invitati al banchetto

Bollettino parrocchia S.Bertilla di Spinea (VE)

So di non essere degno del banchetto che hai preparato: e chi può dire di essersi meritato un posto alla tua tavola?

So di esser stato raccolto ai crocicchi delle strade: mi hai mandato a cercare assieme alla folla dei poveri, dei peccatori e degli emarginati.

So bene di non essere presentabile al tuo cospetto: con il mio passato, con la mia sporcizia, con la mia infedeltà: non sono certo un invitato attraente.

Ma tu mi chiedi solamente di lasciarmi trasformare dal tuo amore, dalla tua misericordia e di indossare la veste nuziale che mi è stata preparata.

Rifiutarla significa non accogliere il tuo invito, il tuo dono, la tua benevolenza, il regalo che con tanta gioia per me hai preparato.

rapporto con Diomisericordia di Diobanchetto

inviato da Ester Da Ponte, inserito il 21/02/2006

PREGHIERA

19. Sono un povero

Gianni Fanzolato

Sono un povero, Signore,
ma mi è rimasto il sorriso
che regalo a chi incontro triste
o a chi ha perduto la gioia di sorridere.

Sono un povero, Signore,
ma do volentieri una carezza
a chi non si sente amato in questo mondo
ai senza voce, agli ultimi, ai poveri e migranti.

Sono un povero, Signore,
ma tu m'hai fatto ricco di perdono,
non costa niente offrirlo a chi mi ha offeso,
ma come riempie il cuore di pace il perdonare.

Sono un povero, Signore,
ma tu mi hai insegnato compassione;
rido con chi ride, piango con chi piange,
porto con gioia la mia e la croce di chi soffre.

Sono un povero, Signore,
ma stringo contento la mano del vicino,
do una pacca sulla spalla a chi scorgo solo,
perdo il mio tempo con chi cerca un po' di calore.

Sono povero, Signore,
ma mi hai lasciato un cuore
per pregare, ascoltare la tua voce,
parlare di te e dei fratelli che mi hai dato.

Sono povero, Signore,
ma la tua grazia mi basta,
mi da la gioia vera e ali per volare,
colora di luce l'orizzonte e senso al camminare.

Sono povero, Signore,
ma ho Te, mangio il tuo Pane,
respiro il tuo alito di vita che fortifica,
mi aspetti sempre quando decido di lasciarti.

"Non sei più povero, sarai il più ricco
se mi ami e darai il tuo amore a chi ti vive accanto".

povertàamoresolidarietàcarità

inviato da P. Gianni Fanzolato, inserito il 23/09/2005

RACCONTO

20. Portami ciò che nella tua vita è imperfetto...   1

E' la notte di Natale. Tommaso sogna che sta andando insieme ai pastori e ai Re Magi verso la stalla quando si trova improvvisamente davanti a Gesù Bambino che giace nella mangiatoia. Tommaso si accorge di essere a mani vuote. Tutti hanno portato qualcosa: solo lui è senza doni!

Avvilito dice subito: "Prometto di darti la cosa più bella che ho. Ti regalo la mia nuova bicicletta, anzi il mio trenino elettrico".

Il bambino nel presepe scuote la testa e sorridendo dice: "Io non voglio il tuo trenino elettrico. Dammi il tuo tema in classe!".

"Il mio ultimo tema?" balbetta il ragazzino. "Ma ho preso un insufficiente!".

"Appunto, proprio per questo lo vorrei" dice Gesù. "Devi darmi sempre tutto quello che è insufficiente, imperfetto. Per questo sono venuto nel mondo. Ma vorrei un'altra cosa ancora da te: la tua tazza del latte".

A questo punto Tommaso si rattrista: "La mia tazza? Ma è rotta!".

"Proprio per questo la vorrei avere" dice Gesù Bambino. "Tu mi puoi portare tutto quello che si rompe nella tua vita. Perché io sono capace di risanarlo".

Il ragazzino sentì di nuovo la voce del Bambino Gesù: "Vorrei una terza cosa da te: vorrei la risposta che hai dato a tua mamma quando ti ha chiesto come mai si è rotta la tazza del latte".

Allora Tommaso inizia a piangere e confessa tra le lacrime: "Ma le ho detto una bugia, quella volta. Ho detto alla mamma che la tazza era caduta per caso, ma in realtà l'ho gettata a terra io, per rabbia".

"Per questo vorrei avere quella tua risposta" risponde sicuro Gesù Bambino. "Portami sempre tutto quello che nella tua vita è cattivo, bugiardo, dispettoso e malvagio. Sono venuto nel mondo per perdonarti, per prenderti la mano e insegnarti la via".

Gesù sorride di nuovo a Tommaso, mentre lui guarda, comprende e si meraviglia....

Quest'anno hai già pensato cosa "regalare" della tua vita al Signore Gesù?

natalemisericordia di Diorapporto con Dio

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 14/01/2005

TESTO

21. Tu appartieni al Signore   1

Rendine grazie al Signore! Offri a Gesù la tua mente e la tua intelligenza; chiedigli che le riempia con i suoi pensieri. Chiedigli perdono per non averla saputa usare come Lui desiderava.

Offri i tuoi occhi al Signore, chiedi perdono per i peccati commessi con gli occhi e supplicalo perché ti aiuti a guardare con i suoi occhi.

Le hai ricevute per ascoltare. Pensa alle volte che non le hai usate bene, perché quello che hai ascoltato ti può avere allontanato da Dio; chiedigli perdono e offrigliele, perché ti conceda la grazia di poterlo ascoltare in ogni momento della tua vita.

Renditi conto del fatto che puoi parlare e che questo è un dono di Dio. Chiedi perdono a Gesù per tutte le volte che hai usato la bocca per dire parole cattive, per condannare, per giudicare e chiedigli di riempire la tua bocca di parole di lode, di ringraziamento e di bontà.

Non dorme mai. Straordinario regalo di Dio. E' il motore che dà impulso alla tua vita. E' possibile che ci siano racchiusi desideri negativi. Chiedi a Gesù di avere misericordia di te e che ti aiuti. Affidagli il tuo cuore perché lui ne faccia uno strumento di lode per la sua gloria.

Dio te le ha date perché, anche attraverso di esse, tu possa manifestare la sua gloria in tutto ciò che fai. Non sempre hai saputo usarle... però, ora... hai capito e allora stendi le tue mani davanti a te, benedicile e chiedi al Signore che possano essere strumento di benedizione. Ed usale per fare il bene.

Tu sei la sua casa! E' la più bella dimora di Dio. Gli uomini si costruiscono case e le abitano, ma lui desidera vivere in te. Anche per questo ti ha fatto a sua immagine e somiglianza, tu sei il suo capolavoro!

Invitalo, allora, a prendere pieno possesso della sua dimora in te, perché ne faccia il suo Tempio Santo secondo il suo piano d'amore. Affidati veramente al Signore; ripeti più volte il nome di Gesù, sarà Lui a trionfare sulla tua mente e sul tuo cuore. Gesù vincerà le tue inclinazioni negative perché è il tuo Salvatore.

affidamentorapporto con Diotestimonianzaimpegnoresponsabilità

inviato da Daniela Rizzello, inserito il 29/07/2004

TESTO

22. Lettera di Gesù Bambino a noi   2

Buongiorno nel Signore

Carissimo,

anche quest'anno è passato il mio compleanno, il Natale.

In realtà, da molti anni fa (circa 2000) si festeggia il mio compleanno. I primi anni sembrava che avessero capito quanto io ho fatto per loro, però oggi la gente si raduna e si diverte, senza sapere la ragione della festa.

Un'altra cosa che mi dispiace è che nel giorno del mio compleanno, fanno regali a tutti meno che a me.

Qualcuno dice: "Come faccio a farti un regalo se nemmeno ti vedo?" Io rispondo: "Lasciami nascere nella tua anima. Non mi mandare via con il peccato. Se desideri vedermi guardami nell'Ostia Santa. Sono venuto per salvarti. A Betlemme mia madre mi teneva fra le sue mani, il sacerdote sull'Altare mi tiene tra le sue. Aiuta i poveri, visita gli ammalati e quelli che sono soli, perdona le offese, pensa ai tuoi fratelli e mi vedrai in ognuno di loro e sarà come se l'avessi fatto a me. Questi sono i regali che mi piacerebbe ricevere".

Sono passati 20 secoli ed ogni anno la storia si ripete.Nel migliore dei casi mi vedono come un bambino qualunque, non come Dio fatto uomo. Mi fa pena vederli vivere con tanta sete di amore avendo la Fonte così vicina.

Finisco questa lettera sperando di non averti annoiato. Però credimi, anche se hai poco o niente da offrirmi, lasciami entrare nel tuo cuore. Per me sarà il più bel dono che tu mi possa fare.

Con infinito amore, il tuo miglior amico e il tuo Dio,

Gesù Bambino

Natale

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inviato da Marco Ferrari, inserito il 27/07/2004

TESTO

23. Dare

Ogni uomo che ti cerca, viene per chiederti qualche cosa;
il ricco annoiato, la dolcezza della tua conversazione;
il povero, il tuo danaro; il triste, un po' di consolazione;
il debole, uno stimolo; colui che lotta, uno stimolo morale;
l'ammalato, un vero sollievo.
Ogni uomo viene per chiederti qualcosa.
E tu, ti permetti di perdere la pazienza!
Tu osi pensare: "Che fastidio!". Che infelice!
La legge nascosta che distribuisce misteriosamente
le cose eccelse si è degnata di donarti
il privilegio dei privilegi, il bene dei beni,
la prerogativa delle prerogative: dare!
Tu puoi dare! Per quante ore ha il giorno tu dai;
benché sia un sorriso, benché sia una stretta di mano,
benché sia una parola di sollievo.
Per quante ore ha il giorno, tu rassomigli a Lui,
che altro non è se non donazione perfetta,
diffusione perfetta e regalo perpetuo.
Dovresti inginocchiarti davanti al Padre e dirgli:
"Grazie perché posso dare, Padre mio!
Mai passerà sul mio volto l'ombra dell'impazienza!".
"In verità vi dico che vale più dare che ricevere!".

donaregratuitàamorecaritàsolidarietàaltruismoascoltodisponibilità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 27/06/2003

TESTO

24. Il tempo è uno stupendo regalo

Michel Quoist

Il tempo è uno stupendo regalo che Dio ci fa. Egli ne domanderà il conto esatto. Ma non temere, Dio non è un cattivo padrone. Non ci dà nessun lavoro senza offrirci i mezzi per compierlo. Si ha sempre il tempo di fare ciò che Dio ci dà da fare.

Quando ti manca il tempo per eseguire tutto, fermati qualche istante e prega. Poi stabilisci l'impiego della tua giornata sotto lo sguardo di Dio. Tralascia ciò che lealmente sai di non poter portare a termine, anche se gli uomini vi insistono e non comprendono, perché Dio non te lo dà da fare. Tu non hai, quindi, mai troppo lavoro da compiere.

Quando hai scoperto ciò che Dio desidera vederti fare, allora lascia tutto e dedicati interamente a questo compito, Dio ti aspetta là, in quel momento, in quel posto e in nessun altro luogo.

tempovalore del tempo

inviato da Eleonora Polo, inserito il 11/12/2002

PREGHIERA

25. Le scelte di ogni giorno

Signore,
sto comprendendo che spesso
cerco la via più semplice e meno faticosa:
faccio l'autostop
piuttosto di camminare;
invento malesseri
piuttosto di affrontare momenti impegnativi;
regalo menzogne
quando mi è chiesta la verità
preferisco nascondermi
quando mi è chiesto di collaborare;
scarico la colpa sugli altri
quando dovrei assumermi le mie responsabilità;
prendo in giro gli amici
invece di essere solidale con loro;
ho dato spazio alle lamentele e ai piagnistei
anziché vivere le giornate con gioia.
Signore,
fammi capire il senso della vita.

vitaquotidianitàimpegnoresponsabilitàcoerenza

inviato da Barbara, inserito il 03/12/2002

RACCONTO

26. I regali nello sgabuzzino   3

Bruno Ferrero, Novena di Natale

Il postino suonò due volte. Mancavano cinque giorni a Natale. Aveva fra le braccia un grosso pacco avvolto in carta preziosamente disegnata e legato con nastri dorati.
«Avanti», disse una voce dall'interno.

Il postino entrò. Era una casa malandata: si trovò in una stanza piena d'ombre e di polvere. Seduto in una poltrona c'era un vecchio.

«Guardi che stupendo paccone di Natale!» disse allegramente il postino.

«Grazie. Lo metta pure per terra», disse il vecchio con la voce più triste che mai.

Il postino rimase imbambolato con il grosso pacco in mano. Intuiva benissimo che il pacco era pieno di cose buone e quel vecchio non aveva certo l'aria di spassarsela bene. Allora, perché era così triste?

«Ma, signore, non dovrebbe fare un po' di festa a questo magnifico regalo?».

«Non posso... Non posso proprio», disse il vecchio con le lacrime agli occhi. E raccontò al postino la storia della figlia che si era sposata nella città vicina ed era diventata ricca. Tutti gli anni gli mandava un pacco, per Natale, con un bigliettino: «Da tua figlia Luisa e marito». Mai un augurio personale, una visita, un invito: «Vieni a passare il Natale con noi».
«Venga a vedere», aggiunse il vecchio e si alzò stancamente.

Il postino lo seguì fino ad uno sgabuzzino. Il vecchio aprì la porta.
«Ma...» fece il postino.

Lo sgabuzzino traboccava di regali natalizi. Erano tutti quelli dei Natali precedenti. Intatti, con la loro preziosa carta e i nastri luccicanti.
«Ma non li ha neanche aperti!» esclamò il postino allibito.

«No», disse mestamente il vecchio. «Non c'è amore dentro».

nataleregalicaritàamorefigligenitorifamiglia

inviato da Tiziana Trotta, inserito il 22/11/2002

RACCONTO

27. Pierino davanti al presepe

Pierino sogna... sta andando insieme ai pastori e ai Re Magi verso la stalla quando si trova improvvisamente davanti a Gesù Bambino che giace nella mangiatoia. Pierino si accorge di essere a mani vuote. Tutti hanno portato qualcosa: solo lui è senza doni.

Avvilito dice subito: "Prometto di darti la cosa più bella che ho. Ti regalo la mia nuova bicicletta, anzi il mio trenino elettrico".

Il bambino nel presepe scuote la testa e sorridendo dice: "Io non voglio il tuo trenino elettrico. Dammi il tuo tema in classe!".

"Il mio ultimo tema?" balbetta il ragazzino. "Ma ho preso un insufficiente!".

"Appunto, proprio per questo lo vorrei" dice Gesù. "Devi darmi sempre tutto quello che è insufficiente, imperfetto. Per questo sono venuto nel mondo. Ma vorrei un'altra cosa ancora da te: la tua tazza del latte".

A questo punto Pierino si rattrista: "La mia tazza? Ma è rotta!".

"Proprio per questo la vorrei avere" dice Gesù Bambino. "Tu mi puoi portare tutto quello che si rompe nella tua vita. Io sono capace di risanarlo".

Il ragazzino sentì di nuovo la voce del Bambino Gesù: "Vorrei una terza cosa da te: vorrei la risposta che hai dato a tua mamma quando ti ha chiesto come mai si è rotta la tazza del latte".

Allora Pierino inizia a piangere e confessa tra le lacrime: "Ma le ho detto una bugia, quella volta. Ho detto alla mamma che la tazza era caduta per caso, ma in realtà l'ho gettata a terra io, per rabbia".

"Per questo vorrei avere quella tua risposta" risponde sicuro Gesù Bambino. "Portami sempre tutto quello che nella tua vita è cattivo, bugiardo, dispettoso e malvagio. Sono venuto nel mondo per perdonarti, per prenderti la mano e insegnarti la via".

Gesù sorride di nuovo a Pierino, mentre lui guarda, comprende e... si meraviglia....

presepeNataleincarnazionemisericordia di Dioumiltàpiccolezzaperdono di Dio

inviato da Anna Lianza, inserito il 11/11/2002

TESTO

28. Stola e grembiule (versione breve)

Tonino Bello, Stola e grembiule, Ed. Insieme, Terlizzi, 1993

Di solito la stola richiama l'armadio della sacrestia dove, profumata d'incenso, fa bella mostra di sé. Non c'è novello sacerdote che non abbia in dono per la prima messa una stola preziosa. Il grembiule, invece, per ben che vada, richiama la credenza della cucina dove, sporco e macchiato, è sempre a portata di mano della massaia. Ordinariamente non è un articolo da regalo, tanto meno a un prete. Eppure è l'unico paramento sacerdotale registrato nel vangelo della messa solenne del giovedì santo. Il vangelo infatti non parla né di casule, né di amitti, ma solo di questo panno rozzo di cui "il Maestro si cinse i fianchi" per la lavanda dei piedi degli apostoli, in segno di servizio e umiltà suprema.

serviziogiovedì santocaritàlavanda dei piedisacerdozio

inviato da Stefania Raspo, inserito il 28/08/2002

PREGHIERA

29. Sarà Natale, quale Natale?   1

Signore nostro,
in un mondo in cui tutto è in vendita
ricordaci che la verità non si compra.

Signore nostro,
in un momento in cui si compra di tutto
ricordaci che l'amore è gratuito.

Signore nostro,
in giorni in cui si è buoni per obbligo
ricordaci che la carità è pratica quotidiana.

Signore nostro,
in un momento in cui si fanno doni intelligenti
ricordaci che una riconciliazione è il dono più intelligente.

Signore nostro,
in mezzo a un'orgia di panettoni farciti
ricordaci che non si sfama il povero con la pubblicità.

Signore nostro,
quando riuniamo le nostre famiglie a fare festa
ricordaci che potremmo farlo molto più spesso.

Signore nostro,
mentre orniamo i nostri alberi luccicanti
ricordaci lo splendore discreto della tua croce.

Signore nostro,
mentre andiamo festanti alla messa di mezzanotte
ricordaci che non è il cenone di capodanno.

Signore nostro,
mentre ci affanniamo ad agghindarci per le feste
ricordaci che davanti a quel Bambino cade ogni mascherata.

Signore nostro,
mentre ci confessiamo a te per una volta all'anno
ricordaci che tu sei la nostra gioia e il nostro regalo,
ogni giorno dell'anno, di ogni anno, per l'eternità.

Perché tu ci sei sempre, Signore.

Natale

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inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 10/04/2002

RACCONTO

30. La scatola dei baci   4

La storia ha inizio tempo fa, quando un uomo punisce sua figlia di 5 anni per la perdita di un oggetto di valore ed il denaro in quel periodo era poco. Era il periodo di Natale, la mattina successiva la bambina portò un regalo e disse: "Papà è per te".

Il padre era visibilmente imbarazzato, ma la sua arrabbiatura aumentò quando, aprendo la scatola, vide che dentro non c'era nulla. Disse in modo brusco: "Non lo sai che quando si fa un regalo, si presuppone che nella scatola ci sia qualcosa?".

La bimba lo guardò dal basso verso l'alto e con le lacrime agli occhi disse: "Papà,... non è vuoto. Ho messo dentro tanti baci fino a riempirlo".

Il padre si sentì annientato. Si inginocchiò e mise le braccia al collo della sua bimba e le chiese perdono.

Passò del tempo e una disgrazia portò via la bambina. Per tutto il resto della sua vita, il padre tenne sempre la scatola vicino al suo letto e quando si sentiva scoraggiato o in difficoltà, apriva la scatola e tirava fuori un bacio immaginario ricordando l'amore che la bambina ci aveva messo dentro.

...ognuno di noi ha una scatola piena di baci e amore incondizionato, dei nostri figli, degli amici e soprattutto di Dio. Non ci sono cose più importanti che si possano possedere!!!

amoreaffettofamiglia

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inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 08/04/2002