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PREGHIERA

1. Preghiera dell'angelo

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Donaci, o Signore, un Angelo di luce che ci prenda per mano, ci accompagni a Te e ci insegni a compiere le tue opere.
Donaci, o Signore, un Angelo amico che ci riveli e ci faccia sentire la tua bontà e il tuo amore e ci renda capaci di pietà verso ogni creatura.
Donaci, o Signore, un Angelo di comunione con cui poter condividere i doni della vita illuminata dal tuo Spirito.
Donaci, o Signore, un Angelo buono che custodisca la nostra anima, che vegli sulla nostra vita, che guidi il nostro cammino.
Ci sia egli sempre vicino con il suo volto luminoso e ci conduca a Te, ai tuoi Santi, a coloro che amiamo e ci amano ed anche a coloro che non ci amano e che facciamo fatica a amare.
Amen!

amorevitacamminoanimaangeli

inviato da Cesarina Volontè, inserito il 20/02/2017

TESTO

2. La felicità non ha prezzo

Papa Francesco, Omelia 24 aprile 2016, Giubileo dei Ragazzi e delle Ragazze

Non fidatevi di chi vi distrae dalla vera ricchezza, che siete voi, dicendovi che la vita è bella solo se si hanno molte cose; diffidate di chi vuol farvi credere che valete quando vi mascherate da forti, come gli eroi dei film, o quando portate abiti all'ultima moda. La vostra felicità non ha prezzo e non si commercia; non è una "app" che si scarica sul telefonino: nemmeno la versione più aggiornata potrà aiutarvi a diventare liberi e grandi nell'amore.

felicitàricchezzainterioritàesteriorità

inviato da Qumran2, inserito il 25/08/2016

TESTO

3. Beati i ragazzi   2

Valerio Bocci, Insegnare Religione, Elledici, n. 5 Maggio-giugno 2013

Beati i ragazzi che non pensano solo ai soldi
ma si spendono gratuitamente in nome di Dio:
Lui li accoglie a braccia aperte nella sua famiglia.

Beati i ragazzi che si accorgono di chi soffre
e donano sorrisi e mani calorose:
quando piangeranno Dio sarà con loro.

Beati i ragazzi teneri di cuore
che non fanno i bulli e i prepotenti:
sono "forti" agli occhi di Dio.

Beati i ragazzi che sono "troppo giusti"
e non scendono a facili compromessi:
grazie a loro Dio risanerà le ingiustizie del mondo.

Beati i ragazzi dal cuore grande
che sanno perdonare non una ma cento volte:
in loro si riflette la bontà di Dio.

Beati i ragazzi che sono limpidi
e trasparenti come l'acqua:
riflettono sempre il volto di Dio.

Beati i ragazzi che fanno spuntare fiori di pace
in casa, a scuola, sui campi da gioco:
tutti li riconosceranno come veri figli di Dio.

Beati i ragazzi che sanno essere fedeli
nelle piccole cose di ogni giorno:
ad essi Dio regala la sua infinita amicizia.

beatitudiniragazzifortezza

inviato da Qumran2, inserito il 25/08/2016

TESTO

4. I diritti dei genitori di adolescenti

Tom Mcmahon, Teen tips, Pocked books Child care, 2008, p. 17

Noi abbiamo il diritto ad essere trattati con rispetto.
Noi abbiamo il diritto di sapere dove sono i nostri ragazzi e chi sono i loro amici.
Noi abbiamo il diritto di dire no senza sentirci colpevoli.
Noi abbiamo il diritto di decidere un coprifuoco e rinforzarlo con restrizioni e perdite di diritti.
Noi abbiamo il diritto di vietare l'uso di alcolici, droghe e sigarette.
Noi abbiamo il diritto ad essere normativi quando le spiegazioni logiche e la ragione non sortiscono effetto.
Noi abbiamo il diritto di sbagliare e cambiare opinione.
Noi abbiamo il diritto di fare domande e aspettarci risposte su argomenti importanti che influenzano direttamente la vita dei nostri figli.
Noi abbiamo il diritto di conoscere e consultare gli adulti che influenzano la vita dei nostri figli.
Noi abbiamo il diritto di sapere cosa succede nella nostra casa e di conoscere gli ospiti presenti.
Noi abbiamo il diritto di assegnare ai nostri figli compiti da svolgere in casa.
Noi abbiamo il diritto di avere norme famigliari e rinforzarle quando lo riteniamo opportuno.

adolescenzaadolescentigenitorifigli

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran, inserito il 05/05/2015

TESTO

5. Perché sia sempre Natale   2

Ragazzi della Piccola Fraternità di S. Zenetto (Verona)

La poesia-preghiera è stata composta, in preparazione al Natale, dai ragazzi della 'Piccola Fraternità' di S. Zenetto (Verona) e rispecchia il cammino di questa Piccola Fraternità per quest'anno, che ha come parole chiave quelle suggerite dal Papa: permesso, grazie, scusa. Alla composizione ha contribuito ciascuno, con la propria sensibilità. La poesia è semplice, scaturita da persone semplici, ma che sanno farsi guidare dallo Spirito Santo. Ci mostra che anche disabili intellettivi, inseriti nella vita della Chiesa, sanno stimolarci ed aiutarci nel nostro cammino.

Guerre, crisi, famiglie distrutte:
quante notizie brutte!

Ma io, cosa posso fare?
Gesù me lo insegna:
bisogna amare!

Amare...non è solo una parola,
ma regola da vivere
in famiglia, sul lavoro, a scuola.

Nelle persone che mi mette accanto
Gesù è presente;
chiedo permesso e lo riconosco,
così non sarò più invadente.

A volte costa fatica chiedere scusa
e dare il perdono,
ma rende il cuore
più leggero e buono.

Spesso ciò che ricevo
lo do per scontato:
se imparo a dire "Grazie"
riconosco i doni che Dio mi ha dato.

Ecco le tre parole
che il Papa ci ha consigliato
per assomigliare alla famiglia
in cui Gesù è nato;

piccoli segni d'amore
per rivivere la nascita
di nostro Signore!

natalesanta famigliapregareamareringraziarescusarsi

5.0/5 (4 voti)

inviato da Maria Paola Nicolai, inserito il 06/12/2014

PREGHIERA

6. Preghiera dell'insegnante   2

Signore ti chiedo di starmi accanto in questa nuova mattina che sta per cominciare perché con te al mio fianco io possa prendermi cura dei ragazzi che mi hai affidato.
Semina in me la delicatezza e donami uno spirito di profonda cortesia perché io possa riferirmi a tutti coloro che incontrerò come farei con te.
Signore aiutami a chiudere fuori dalla porta tutte le mie debolezze, i miei problemi e le mie inadeguatezze perché attraverso di me tu possa far entrare in classe gioia e impegno, ordine e rispetto.
Rendimi una guida forte e determinata che ha il solo scopo di far crescere questi ragazzi.
Fai che la mia fermezza sia segno di autorevolezza e servizio e non di forza della mia posizione.
Insegnami a sentire la tua presenza in ognuno di loro, in tutti, sia in quello silenzioso che sparisce in fondo alla classe sia in quello più molesto e fastidioso.
Rendimi aperta in modo che io possa collaborare e costruire insieme ai miei colleghi una scuola migliore, e quando ciò non sia possibile donami la virtù del silenzio e del rispetto.
Apri i miei occhi perché io possa vedere al di là delle apparenze.
Proteggi le loro famiglie specialmente tutte quelle che sono in difficoltà.
So di non essere all'altezza di questo compito, io ti offro il mio impegno e dove non riesco ad arrivare, pensaci tu. Amen.

insegnanteinsegnamentoeducare

5.0/5 (3 voti)

inviato da Marcella Costa, inserito il 18/09/2014

RACCONTO

7. Consiglio ascoltato mezzo... attuato!   5

Re Artù chiedeva ogni giorno informazioni a Merlino sui giovani che si preparavano a diventare cavalieri della tavola Rotonda: "Mi raccomando, sono loro il futuro di Camelot!".

I giovani venivano ducati ai grandi lavori e sottoposti a estenuanti prove fisiche e d'intelligenza. Arrivò il giorno dell'ultima prova quando un ragazzino si presentò come assistente di Merlino. "Come prova finale", disse, "dovete aprire quella porta senza sfondarla". Scoppiarono in una risata pensando alla facilità dell'operazione. Ma dovettero ricredersi perché era senza serratura e senza chiave. Cominciarono allora ad esprimere il loro parere parlando uno sull'altro. "Troppe bocche e poche orecchie!" pensò l'assistente.

Cercò di aiutarli ma nessuno lo degnò di attenzione perché era solo un ragazzo. Alla fine si arresero tutti eccetto il figlio di Artù che continuò fin quando, sfinito, ammise di non sapere più cosa fare. "Hai provato a bussare?" chiese l'assistente. Al suo "toc toc" la porta si aprì. "Ma perché non l'hai detto prima?", chiese stizzito il principe. "Perché solo ora hai deciso di ascoltarmi!". Così dicendo l'assistente si trasformò in Merlino e concluse: "Ragazzi miei. Ragionate sempre con vostra testa, ma non dimenticatevi di ascoltare chi vi è accanto".

ascoltarechiederedelicatezza

4.3/5 (4 voti)

inviato da Davide Baitelli, inserito il 20/09/2013

TESTO

8. Vogliamo essere animatori così - Decalogo animatore   3

1. La direzione dell'animatore è la direzione di Cristo: una e una sola!

2. Se c'è un metodo è lo stesso metodo di Dio: a) non sta dietro la cattedra ad insegnare; si siede in mezzo ai ragazzi per testimoniare, b) Condivide la loro vita e li conosce personalmente uno per uno, li chiama per nome.

3. L'obiettivo è "presentare i ragazzi a Dio oltre che solo Dio ai ragazzi" (la preghiera).

4. Portare nel cuore le realtà di vita di ognuno e farlo diventare un offertorio costante nella propria vita di preghiera (prega per il gruppo e per ciascun componente del gruppo).

5. Non pensare che il gruppo è completo e ti appartiene perché manca sempre qualcuno (la pecorella smarrita da andare a cercare).

6. La cosa bella è che l'animatore cresce nella misura in cui crescono i ragazzi.

7. Ricordati però che non sei solo, condividi questo servizio con altri con i quali devi essere in comunione di preghiera e di azione.

8. Parrocchia ma non troppa: la tua spiritualità è laicale: nel mondo attento alle cose del mondo (non chiudersi in sacrestia). Dì ai tuoi ragazzi di andare in piazza a fare le vasche... da cristiani però.

9. Se riconosci di avere il carisma dell'educatore, coltivalo! (parabola di talenti); prega e usa i mezzi specifici che la Chiesa e/o il tuo gruppo ti da.

10. "Animatore fai da te? no Diotour? AHI - AHI - AHI".

educatoreeducareanimatoregruppo

4.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giuseppe Ghirelli, inserito il 23/08/2012

PREGHIERA

9. La preghiera di un animatore   1

Hai un momento Dio? Preghiere nate e cresciute sul Web, Patrizio Righero, Effatà editrice, 2011

Aiutami a stare sveglio, Signore, altrimenti la mia preghiera si perderà
in chissà quale sogno strampalato.
Aiutami a stare sveglio, perché ho tante cose da raccontarti e poche energie per farlo.
Voglio raccontarti tutti i ragazzi che hanno riempito le mie ore.
Uno per uno.
Nome per nome.
Volto per volto.
Ma voglio raccontarti anche gli animatori.
Uno per uno.
Nome per nome.
Volto per volto.
E poi della "saletta" che sembra un campo di battaglia, tutta barattoli, cartelloni, pennarelli e bottiglie di aranciata che si svuotano sempre troppo in fretta.
Non posso neanche dimenticare di parlarti di quel papà:
mi ha chiesto di dare un'occhiata speciale al suo bambino che sulla sedia a rotelle non vuole stare di un solo centimetro dietro agli altri.
E del don? Ti ricordi del don, che urla, salta, sposta sedie, corre come un matto e un attimo dopo prende in mano la Bibbia e ci parla di te con una tenerezza che ci fa venire la pelle d'oca?
Ricordati di tutti, Signore.
E domani ributtami nella mischia, come oggi, più di oggi.
La fatica è già passata.
La gioia di questi giorni, invece, resterà per sempre.

educatoreeducatorianimatoregruppo educatori

5.0/5 (1 voto)

inviato da Roberta Crosato, inserito il 22/08/2012

PREGHIERA

10. La candela accesa   5

Tonino Lasconi, Amico Dio, Preghiere di ragazzi

Signore,
oggi ho vissuto un'esperienza nuova.
Visto che la grande chiesa, sulla piazza,
era aperta, sono entrato.
Dentro non c'era nessuno.

Io vado sempre in chiesa,
Signore, ma alla domenica.
C'è la gente, ci sono i canti,
ci sono le luci accese.

Oggi invece non c'era nessuno,
soltanto un raggio di luce
che cadeva dall'alto.
Con un po' di tremore ho attraversato la navata
e sono andato sul fondo, dietro l'altare.

Accanto al tabernacolo,
una candela accesa.
Non l'avevo mai notato
ma oggi, in quella penombra,
mi è sembrata un faro.

Signore,
so che tu sei dovunque,
in cielo, in terra, in ogni luogo.
Ma, oggi, ho sentito un qualcosa...
come se tu, davvero, abitassi la dentro.
Mi sono messo seduto e ho pensato
che deve essere triste per te
quando nessuno ti viene a trovare.

Signore,
so che quella candela arde sempre
e io le ho chiesto di farti compagnia
al posto mio,
anche quando non mi ricordo di te.

E' bello, Signore, pensare che dovunque mi trovi,
qualsiasi cosa faccia, quella fiammella che arde
mi fa rimanere vicino a te.

presenzaeucaristiapreghieratabernacolofedeltàrapporto con Dio

4.8/5 (4 voti)

inviato da Maria Colombo Lge, inserito il 24/06/2012

PREGHIERA

11. Preghiera degli educatori prima dell'incontro   3

Signore, siamo pronti
per iniziare un altro pomeriggio
insieme ai nostri ragazzi e insieme a te,
per i nostri ragazzi e per te.
Aiutaci a lasciare da parte
tutti i nostri pensieri, le nostre preoccupazioni
per dedicarci interamente ai nostri ragazzi.
Fa' che i nostri sentimenti e le nostre parole,
le nostre azioni e i nostri pensieri,
tutto sia dei nostri ragazzi, tutto sia per loro.
Insegnaci, Signore,
a consolare i ragazzi che sono tristi,
a rialzare quelli che cadono,
a sostenere i più timidi e timorosi
e a venire in aiuto di tutti coloro che sono più deboli.
Fa' che sappiamo adattarci
alle esigenze, al carattere,
alle disposizioni, alle capacità e ai limiti
di ciascuno dei nostri ragazzi.
Manda su di noi il tuo Santo Spirito
che ci doni la luce e le competenze di cui abbiamo bisogno.
Metti sulle nostre labbra parole rette e giuste,
affinché, insieme con loro,
possiamo crescere anche noi
nella fede, nella speranza e nell'amore,
nella purezza e nell'umiltà,
nella pazienza, nell'obbedienza
e nella profonda amicizia tra di noi e con te
e possiamo portarti ai nostri ragazzi nella gioia.
Amen!

educatorioratorioaffidamentoanimatorieducare

5.0/5 (2 voti)

inviato da Simone Perotto, inserito il 08/05/2012

PREGHIERA

12. Preghiera dell'animatore "Buon Samaritano"   3

Milena Pavan

Insegnami, Signore,
a servirmi delle mani
per donare premure e attenzioni
facendomi vicino a chiunque ha bisogno di me.

Insegnami, Signore,
a servirmi bene degli occhi e dell'udito
per vedere e percepire con il cuore
che ogni persona che incontro può essere il mio prossimo.

Insegnami, Signore,
a usare bene la parola avendo sempre nel volto il sorriso,
per portare a tutti "belle parole"
che edificano e fanno crescere.

Insegnami, Signore,
a usare i miei piedi per andare incontro
a quel prossimo "un po' scomodo"
perché tu mi chiedi di amarlo come me stesso.

Aiutami, Signore,
a mettere in pratica il tuoi insegnamenti
e diventerò un animatore dal cuore grande,
un vero compagno di viaggio
per i bambini e ragazzi a me affidati.
Amen.

animatorieducatorieducare

4.7/5 (3 voti)

inviato da Milena Pavan, inserito il 08/05/2012

TESTO

13. Il mio Natale   3

P. Gianni fanzolato, Loreto S. Natale 2011

Annunciazione
Anche per me, come a Maria, c'è stato un annuncio:
un angelo mi ha chiesto se ero disposto a portare Gesù ai fratelli;
e come per miracolo ho trovato Cristo nei poveri, carcerati, migranti.
Dal sì di Maria come centri concentrici tutti i sì di chi si sente amato dal Padre.
E nasce l'amore!

Natale.
Per me è Natale quando Cristo mi ha cambiato la vita col battesimo e sono rinato.
Da quel momento ho visto nascere attorno a me tanti che sognano un pane,
fratelli in carcere per i quali è natale quando qualcuno li va a visitare,
tanti ragazzi, uomini migranti per il mondo che aspettano di essere accolti.
E nasce la gioia!

I Re Magi
Ogni volta nel mio cuore nasce l'amore a Dio e ai fratelli, è oro che offro.
Quando lascio tutto e perdo tempo in tua compagnia è incenso che sale.
Se vivo nella tua grazia e la vita si fa dono a chi soffre è mirra che profuma.
Permettimi, Signore di inginocchiarmi per adorarti presente nel mio prossimo.
E nasce la lode!

Epifania
Ti manifesti a me nel dolore del malato, di chi vive lontano dalla patria.
Sei continua epifania negli avvenimenti della storia e di chi cammina accanto.
Ti sveli come d'incanto per chi sa scorgerti nella Parola, nel Pane e nella vita.
E il mondo avvolto dalle tenebre del peccato, toglie il velo e risorge a una luce nuova.
E nasce la pace!

annunciazionenataleepifaniare magi

3.7/5 (3 voti)

inviato da Gianni Fanzolato, inserito il 07/05/2012

PREGHIERA

14. Preghiera prima delle attività estive

don Luca Peyron

Grazie Signore per avermi donato i bimbi
che incontrerò quest'estate,
grazie perché li vedrò crescere,
sorridere, giocare e pregare.
Grazie perché mi affidi un piccolo tratto del loro presente
con cui costruiremo il loro futuro.
Grazie perché ti fidi di me
anche se io stesso devo ancora imparare tante cose,
vincere le mie paure e le mie fragilità.
Grazie perché ti accontenti del mio desiderio di fare bene,
della mia voglia di amare e di lavorare con loro e per loro,
del mio desiderio di essere utile e di regalare tutto me stesso.
Aiutami o Signore a stare loro accanto.
Aiutami o Signore ad essere un buon animatore,
non perfetto, ma un buon animatore.
Donami o Padre
la pazienza nella bufera,
la forza nella fatica,
l'umiltà nelle contraddizioni,
la generosità nelle umiliazioni.
Donami di parlare di te con occhi che brillano,
di guardare a te con cuore accogliente,
di prendere per mano questi tuoi figli più piccoli
come Maria prese per mano il bambino Gesù.
Grazie Signore, aiutami Signore,
donami Signore di essere come mi hai sognato.
Amen.

animatoreanimatoriestare ragazzigresteducatoricampi estivicampeggio

inviato da Don Luca, inserito il 23/01/2012

RACCONTO

15. I figli discordi

I figli di un contadino erano perennemente in disaccordo tra loro e il padre, nonostante i continui ammonimenti, non riusciva a convincerli con le sue parole a cambiare atteggiamento.

Si rese conto perciò che doveva raggiungere lo scopo con un esempio concreto e ordinò ai ragazzi di portagli un fascio di verghe. Quelli obbedirono.

In un primo momento il contadino consegnò loro le verghe riunite insieme e chiese che le spezzassero, ma i figli, pur mettendocela tutta, non furono in grado di farlo. Allora il padre sciolse il fascio e diede loro una a una: così non incontrarono nessuna difficoltà a romperle.

"Anche voi, figli miei", concluse il contadino, "se sarete uniti non potrete essere vinti dai vostri nemici, ma diventerete per loro una facile preda se sarete in disaccordo".

unionecomunitàfratellanzaaiutocollaborazione

4.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giuseppe Ghirelli, inserito il 20/02/2011

PREGHIERA

16. Sulla tua parola

Anna di Mauro

Sulla tua parola getterò le reti, mio Signore,
quando la vita mi chiederà il conto dei miei errori
e non avrò altro porto dove andare
se non in quel piccolo orto del Getsemani
provando a rimanere sveglio accanto a te che preghi
e ti abbandoni fiducioso al progetto di tuo Padre.

Sulla tua parola getterò le reti, mio Signore,
quando, dopo la fatica del giorno, non ci sarà il premio del riposo
e la consolazione della festa ma la notte resterà notte
e la luna sarà da un'altra parte ad illuminare il mondo.
E non avrò altra voce a farmi compagnia
se non la preghiera di un Uomo sulla croce.

Sulla tua parola getterò le reti, mio Signore,
quando anche l'ultimo dei miei amici si rifiuterà
di rimanermi accanto e le parole dell'amicizia e dell'amore,
dell'accoglienza e del perdono non avranno più alcun valore.
E allora salirò sul sicomoro di Zaccheo e aspetterò che, passando,
tu mi dica che stai venendo a casa mia.

Sulla tua parola getterò le reti, mio Signore,
quando i miei figli alzeranno il dito per giudicare
il poco che ho dato, il troppo poco che ho insegnato.
Allora ricorderò i giorni che, per mano, li ho portati nella tua casa,
le canzoni della messa stonate per la strada,
le mani intrecciate per il Padre nostro.

E dirò come Pietro che sono stanco
che avrei voglia mille volte di rinnegarti dietro un angolo
ma non posso...
Perché ti ho incontrato, sono finito nella tua rete
e ora, piccola, inutile maglia di rete,
non posso far altro che darti ragione...
rimanere in mare
e gettare le reti sulla tua parola.
Amen.

Preghiera scritta per il gruppo di famiglie dei ragazzi dell'iniziazione cristiana, nell'anno catechistico dedicato a Pietro, il pescatore di Galilea.

fedefiduciaabbandono

inviato da Anna D.M., inserito il 20/10/2010

TESTO

17. Beatitudini degli educatori   3

Parrocchiando.it

Beati gli educatori "poveri in spirito"
che, per educare alla fede i ragazzi, tirano fuori e spendono tutto ciò che Dio ha dato loro: tempo, energie, fantasia...

Beati gli educatori "miti"
che evitano la tentazione delle scorciatoie, delle minacce, dei ricatti e prediligono la convinzione, il dialogo, la pazienza.

Beati gli educatori "affamati e assetati di giustizia"
che non si rifugiano nel passato ma lottano per un'educazione alla fede adeguata ai ragazzi di oggi.

Beati gli educatori "misericordiosi"
che, comprendendo le difficoltà dei ragazzi e delle loro famiglie, non sentenziano ma ricercano soluzioni equilibrate.

Beati gli educatori "operatori di pace"
di quella pace che nasce "dalla spada e dal fuoco" del Vangelo contro tutto ciò che può danneggiare il cammino dei ragazzi verso la fede.

Beati gli educatori "perseguitati"
dal tempo che non basta mai; da quei bambini che "se non ci fossero" e invece ci sono; dalla tentazione di lasciare, ma che ricominciano sempre.

Beati gli educatori così!
Avranno un posto bellissimo in cielo.
E in più, la gioia di incontrare "lassù" qualcuno che sta lì perché anche grazie a loro ha imboccato la strada per arrivarci.

beatitudinieducatori

inviato da Marco Malatesta, inserito il 07/09/2008

PREGHIERA

18. O fuoco giocondo dello Spirito

Michel Hubaut, Rivista "Il Cenacolo"

O fuoco giocondo dello Spirito, fonte dell'unità che riflette la diversità, tu metti d'accordo anche le cose contrarie: l'eterno e il temporale, l'immaginario e il reale, il particolare e l'universale, la forza e l'umiltà, il movimento e la stabilità, l'efficacia dell'agire e il gesto gratuito, il giorno e la notte, il riposo e l'azione... Unifica la mia vita al di sopra di ogni contraddizione!

Spirito, fonte di unità, insegnami a raccogliere anche la più piccola perla di felicità. Insegnami ad assaporare le piccole gioie: la notte brumosa che si trasforma in giorno, l'aroma del caffè, la strada che si sveglia, il riso dei ragazzi che vanno a scuola...

Spirito, fonte di unità, fonte delle gioie dell'infanzia ritrovata, riscalda il mio cuore disincantato, stendi i tuoi colori sul grigio dell'uniformità, libera in me il canto della vita che dice grazie per ogni briciola di felicità.

Spirito SantoPentecostequotidianogioiafelicità

inviato da Ester Da Ponte, inserito il 21/03/2008

PREGHIERA

19. Preghiera dell'Insegnante all'inizio dell'anno scolastico

Padre della Vita,
Ti prego per tutti i ragazzi e le ragazze che mi saranno affidati durante questo anno scolastico.
Sento forte l'importanza della mia responsabilità educativa, ma conosco anche i miei limiti e le mie incertezze.

Padre,
donami una passione educativa che possa plasmare il mio pensare, il mio progettare, il mio agire;
concedimi l'entusiasmo necessario per testimoniare l'amore del sapere, la gioia della collaborazione, la fiducia negli altri;
rendimi capace di accogliere, guidare e incoraggiare chi si affida a me ogni giorno;
donami la pazienza di attendere tempi educativi che non sono i miei e che tu solo conosci;
fa' che la fatica, lo scoraggiamento e l'insuccesso non permettano di chiudermi in me stessa, ma mi aprano alla ricerca di prospettive sempre più ampie.

Padre,
rendimi capace di comprendere che il mio essere un'insegnante è un grande dono.

insegnanteinsegnareeducareeducatoriscuola

inviato da Rita Cattaneo, inserito il 21/09/2007

TESTO

20. Spero   1

Marco Malatesta

Spero che la gente sia ottimista,
spero che le persone che conosco siano felici,
spero di rimanere in buona salute,
spero che lo Spirito Santo mi aiuti,
spero che in televisione facciano programmi intelligenti,
spero che nei telegiornali non evidenzino soltanto le notizie negative,
spero che il giovane che ha bevuto un po' troppo faccia guidare l'amico,
spero che ognuno si fermi due minuti in silenzio a riflettere ogni tanto,
spero che i ragazzi diano più ascolto a quella vocina dentro di loro piuttosto che a quella dell'amico,
spero di far pace con l'amico con cui ho litigato,
spero che i bambini non provino la tristezza di una famiglia divisa,
spero che la Chiesa sia vista come veramente è, cioè una guida che ci lascia liberi e non una gerarchia che impone obblighi,
spero che non si diano giudizi affrettati sulle persone prima di conoscerle bene,
spero che la parrocchia sia in grado di rispondere ai bisogni delle persone,
spero che gli anziani non si sentano soli,
spero che, in una coppia, una persona abbia bisogno dell'altra perché le vuole bene e non che le vuole bene perché ha bisogno di lei,
spero di trovare lavoro,
spero di avere molti amici,
spero che la predica di don Valter domenica prossima sia interessante,
spero che al camposcuola ci siano più ragazzi possibili,
spero che la gente legga il vangelo ogni tanto,
spero molte altre cose,
spero che la genti speri.

Sei d'accordo con me? Ora fermati, e rileggi da capo cambiando le parole "spero" con "prego"; sei ancora d'accordo con me? Se speranza si trasforma in preghiera diventa certezza. Non certezza che si realizzi tutto ciò che speriamo, ma certezza che quello che si è realizzato era ciò di cui avevamo bisogno, anche se a volte non ne capiamo subito il motivo.

speranzapreghieraottimismosognare

inviato da Marco Malatesta, inserito il 21/08/2007

TESTO

21. Vi auguro la fede!

Filippo Franceschi

È la stessa espressione che uso nelle omelie in parrocchia quando mi rivolgo ai ragazzi che si preparano a ricevere la Confermazione. Dico quelle parole per dirle anche a me stesso. Auguro la fede. Ai ragazzi verrebbe anche voglia di augurare la felicità, ma noi che abbiamo vissuto sappiamo che rischia di essere una parola, un miraggio, un sogno che si dissolve all'alba. Allora auguro la fede. Non so dirvi molto di più. Io vi auguro che custodiate la fede nel Signore, la fede nel suo significato più profondo, più vero, che è la certezza che Dio c'è, ed è anche la certezza che Dio ci ama, anche nei momenti più drammatici in cui siamo più soli, in cui intorno a noi sembra esserci soltanto il deserto. Anche nei momenti della prova, anche nei momenti della sofferenza. Questa fede che è grazia e domanda.
Custodire la fede. Non vi sembri soltanto una cosa pia o una esortazione buona: è qualcosa di molto di più. Custodire la fede come un dono prezioso, come ciò che di più grande abbiamo. Poi toccherà a ciascuno di noi pagare il prezzo della propria fede, viverla. Ma custoditela!

fede

5.0/5 (1 voto)

inviato da Cristiano Ballan, inserito il 25/02/2007

PREGHIERA

22. Rendici degni di servirti nei poveri

Vito Mangia

Signore Gesù,
rendici degni di servirti nei poveri,
che sono le persone ammalate
ed anziane della nostra Comunità,
affamate di rapporti semplici e sinceri
e spesso anzitutto ammalate di solitudine!
Rendici degni di servirti nei poveri,
che sono i ragazzi ed i giovani che vivono accanto a noi,
spesso digiuni di ideali e di punti di riferimento solidi e sicuri.
Rendici degni di servirti nei poveri,
che sono le coppie in crisi,
assetate di conferme e di dialogo,
incapaci di guardare al cammino
che hanno finora fatto insieme
ed incapaci di alimentare la fiamma
di un amore che continui a ardere,
anche se brucia sotto la cenere
degli egoismi e delle parole non dette.
Rendici degni di servirti nei poveri,
che sono le persone sole, abbandonate, divorziate,
senza più un marito o una moglie,
senza un figlio,
senza più fiducia negli altri, senza più fede:
eppure tutti uniti in un'ardente ricerca di te!
Attraverso i nostri sguardi liberi dal giudizio,
attraverso le nostre braccia pronte ad accogliere,
dona loro la forza necessaria per costruirsi,
con il Tuo aiuto, un futuro migliore.
Gesù, aiutaci ad andare oltre, fuori da noi stessi,
per riconoscerti presente
e servirti nelle povertà
dei nostri fratelli. Amen.

povertàcaritàamoresolidarietànon giudicare

inviato da Don Vito Mangia, inserito il 03/05/2006

PREGHIERA

23. Grazie, Signore, del Sacerdote   1

Per parlarvi dei miei primi quindici anni di parroco trovo che le parole più azzeccate le abbiano pronunciate i ragazzi durante la S. Messa dell'altro giorno. Perché le ritengo le più azzeccate? Perché descrivono la vita del prete: uomo di Dio, per gli uomini, suoi fratelli... Le loro parole si sono fatte preghiera:

Signore, illumina, benedici e ama per noi don Ambrogio.
Grazie, don Ambrogio, perché mi hai fatto diventare Figlio di Dio col Sacramento del Battesimo.
Grazie che mi assolvi dai miei peccati col Sacramento della Riconciliazione.
Grazie perché mi doni Gesù nel Sacramento dell'Eucaristia.
Grazie perché ci hai fatto conoscere e amare il Padre, Gesù e lo Spirito Santo.
Grazie che ogni giorno ci nutri e ci ammaestri con la Parola di Dio.
Grazie perché accompagni e aiuti i nostri Genitori.
Grazie perché preghi con noi e ci aiuti a capire che qui c'è Gesù.
Grazie perché giochi con noi e rendi sempre più bello il nostro Oratorio.
Grazie per la gioia che diffondi e perché spesso ci richiami a sorridere.
Grazie perché ci aiuti a conoscere e ad amare Maria.
Grazie per il dono grande del Tuo Sacerdozio.
Grazie perché benedici e consegni all'amore di Dio i nostri morti.

sacerdozioparrocoparrocchia

inviato da Don Ambrogio Villa, inserito il 05/02/2006

TESTO

24. L'ultima lettera di Baden Powell   1

Baden Powell

Cari Scout,

se avete visto la commedia di Peter Pan vi ricorderete che il capo dei pirati ripeteva ad ogni occasione il suo ultimo discorso, per paura di non avere il tempo di farlo quando fosse giunto per lui il momento di morire davvero. Succede press'a poco lo stesso anche a me, e per quanto non sia ancora in punto di morte quel momento verrà, un giorno o l'altro; così desidero mandarvi un ultimo saluto, prima che ci separiamo per sempre. Ricordate che sono le ultime parole che udrete da me: meditatele.

Io ho trascorso una vita felicissima e desidero che ciascuno di voi abbia una vita altrettanto felice. Credo che il Signore ci abbia messo in questo mondo meraviglioso per essere felici e godere la vita. La felicità non dipende dalle ricchezze né dal successo, né dalla carriera, né dal cedere alle nostre voglie. Un passo verso la felicità lo farete conquistandovi salute e robustezza finché siete ragazzi, per poter essere utili e godere la vita pienamente una volta fatti uomini. Lo studio della natura vi mostrerà di quante cose belle e meravigliose Dio ha riempito il mondo per la vostra felicità. Contentatevi di quello che avete e cercate di trarne tutto il profitto che potete. Guardate al lato bello delle cose e non al lato brutto.

Ma il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri. Preoccupatevi di lasciare questo mondo un po' migliore di come lo avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di avere fatto "del vostro meglio". "Siate preparati" così, a vivere felici e a morire felici: mantenete la vostra promessa di esploratori, anche quando non sarete più ragazzi, e Dio vi aiuti in questo.

Il vostro amico

Baden Powell

impegnoresponsabilitàvitasenso della vitafelicità

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/02/2006

TESTO

25. Dio ha solo noi

Dio non ha occhi,
ha solo i nostri occhi
per contemplare i ragazzi e da loro farsi riconoscere.
Dio non ha mani,
ha solo le nostre mani
per accarezzarli e far sentire loro il calore della sua tenerezza
Dio non ha braccia,
ha solo le nostre braccia
per stringerli al petto e far sentire loro il suo cuore che batte.
Dio non ha labbra,
ha solo le nostre labbra
per baciarli teneramente e far sentire loro
l'infinita dolcezza del suo amore.
Dio non ha bocca,
ha solo la nostra bocca per sorridergli
e comunicare loro la sua gioia infinita
Dio non ha voce,
ha solo la nostra voce
per parlare con i ragazzi che ci sono stati affidati
e ripetergli infinite volte quanto li ama
Dio non ha gambe,
ma ha le nostre gambe
per camminare con loro incontro alla vita,
incontro al suo amore.

Dioimpegnoresponsabilitàmissione

inviato da Sabrina Martorana, inserito il 02/10/2005

PREGHIERA

26. Preghiera del ministrante

La vita in Cristo, n. 5 - 2003

Signore Gesù,
l'amore che ti vogliamo
non sia fatto solo di belle parole
ma di fatti concreti,
di scelte coraggiose vissute giorno per giorno
in attenzione ai tuoi esempi e alla tua Parola.
Rendici ragazzi generosi
che sanno donarsi con gioia.
Rendici ragazzi semplici e poveri
che sanno di aver bisogno degli altri.
Rendici ragazzi aperti
che sanno ascoltare gli altri
e capire le loro esigenze.
Donaci la capacità
di non rifiutare mai il servizio
che ci viene richiesto.
Donaci la gioia
di vedere contenti quelli che ci stanno vicino.
Donaci un cuore grande come il tuo
che sa dimenticare le offese ricevute.
Aiutaci a vivere come tu ci hai insegnato.
Amen.

ministrantichierichetti

inviato da Anna Barbi, inserito il 28/06/2003

PREGHIERA

27. Quando essere ragazzi pesa

Nascere piccoli...
che guaio!
Signore,
se è vero che puoi tutto
perché non ci hai fatto nascere
subito grandi, già adulti?

Ma tu ci hai fatto nascere
piccoli...
Che guaio!

Nessuno ci ascolta,
nessuno ci dà importanza.
Tutti hanno qualcosa da
insegnarci,
da imporci, da consigliarci.

Tu però ci hai fatto nascere piccoli
e non puoi esserti sbagliato
in una questione così importante.
La cosa che più ci infastidisce,

Signore,
è che tutti dicono:
"Quando sarai grande...
Quando sarai cresciuto...
Domani...".

Ecco, Signore,
"domani", sempre domani.

Ma tu puoi averci creato
per aspettare,
per diciotto anni,
che arrivi domani?

E quelli che muoiono
prima di essere diventati grandi?

No.
Tu, Signore, ci hai creato per oggi.

Tu che non hai detto ai piccoli:
"Diventate come i grandi!";
ma che hai detto ai grandi:
"Diventate come i piccoli!",
aiutaci a capire,
aiutaci a vivere,
aiutaci a valorizzare,
aiutaci a mettere a servizio
questa nostra strana età.

ragazzicrescerediventare come bambinibambini

inviato da Ortensia Cortese, inserito il 26/03/2003

RACCONTO

28. Tukaram e la canna da zucchero

Tukaram era un grande devoto e di natura assai nobile. Nonostante sua moglie fosse una bisbetica, riuscì con la sua calma e la sua pazienza ad andarci d'accordo. Quando c'è l'abitudine di rintuzzare parola per parola, di render pane per focaccia, dente per dente e occhio per occhio, allora si va in discordia e nascono le difficoltà. Tukaram invece era davvero la personificazione della tolleranza.

Aveva una piccola fattoria di mezzo acro, che coltivava per mantenere la sua famiglia. Dietro l'insistenza dei vicini, una volta piantò della canna da zucchero in quel piccolo appezzamento di terreno. Quando il raccolto fu maturo, molti passanti, approfittando della mite natura di Tukaram, coglievano un paio di canne per succhiarne il contenuto.

Alla fine, Tukaram raccolse ciò che era rimasto, ne fece delle fascine e, mentre le stava portando a casa col carro, gli si fecero attorno i ragazzi del villaggio, che gli chiesero un pezzo di canna per ciascuno. E Tukaram, la cui generosità era ben nota a tutti, permise loro di servirsene.

Giunto a casa, sul carro era rimasta solo una canna. A quella vista, sua moglie si infuriò e gli fece una solenne lavata di capo, accusandolo di non essere adatto alla vita di famiglia.

In preda all'ira, la donna brandì l'unica canna rimasta e si mise a picchiare con essa Tukaram.

La canna si spezzò in tre parti, due delle quali caddero a terra, mentre le rimase in mano la terza. Tukaram, con gran calma, osservò: "Per tutto il tragitto mi sono chiesto come fare per distribuire in famiglia l'ultima canna rimasta! Sono felice che tu mi abbia risolto il problema: tu puoi mangiare il pezzo che ti è rimasto in mano; gli altri due caduti per terra dalli ai due ragazzi".

pazienzaimperturbabilità

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 04/12/2002

PREGHIERA

29. Invocazione allo Spirito Santo   2

Centro Pastorale Ragazzi di Verona

Spirito Santo, noi vogliamo parlare con te e invocarti, anche se facciamo fatica a capire chi sei e a riconoscerti.
Noi crediamo che ci sei vicino e ci vuoi bene, perché Gesù stesso ti ha mandato a noi per farci conoscere e capire le sue parole. Tu ci aiuti a vivere i suoi insegnamenti.
Tu sei con noi dal giorno del Battesimo e ogni momento guidi la nostra vita. Ci vieni donato in modo speciale nella Cresima per renderci testimoni di Gesù.
Ti chiediamo di offrirci i tuoi santi doni per arricchire la nostra vita quotidiana.
Donaci l'intelletto, per capire chi è Dio e quanto è grande il suo amore per noi.
Donaci la scienza, per guardare la vita e tutto ciò che ci circonda con gli occhi stessi di Dio, e riconoscere la sua presenza d'amore in ogni cosa.
Donaci il consiglio, perché tra le tante proposte di ogni giorno possiamo scegliere ciò che piace a te.
Donaci il timor di Dio, per sentire la sua presenza piena di tenerezza e vivere come suoi amici.
Donaci la fortezza, per vivere le grandi scelte della vita, come figli di Dio e fratelli di Gesù.
Donaci la pietà, così che sappiamo orientare il nostro cuore e tutta la nostra vita verso l'amore di Dio, che, come stella polare, ci indica la vera gioia.
Donaci la sapienza, per imparare a misurare ogni gesto con il metro dell'amore di Dio, con la sua bontà e tenerezza di Padre.

Spirito Santodoni dello Spirito Santocresima

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inviato da Marianna, inserito il 25/11/2002

RACCONTO

30. Il tesoro del giardiniere   1

Leone Tolstoi, Racconti

C'era una volta un uomo che faceva il giardiniere. Non era ricco, ma lavorando sodo era riuscito a comperare una bella vigna. Aveva anche allevato tre figli robusti e sani. Ma proprio qui stava il suo cruccio: i tre ragazzi non mostravano in alcun modo di condividere la passione del padre per il lavoro campestre.

Un giorno il giardiniere sentì che stava per giungere la sua ultima ora. Chiamò perciò i suoi ragazzi e disse loro: «Figli miei, debbo rivelarvi un segreto: nella vigna è nascosto tanto oro da bastare per vivere felici e tranquilli. Cercate questo tesoro, e dividetevelo fraternamente tra voi.» Detto questo, spirò.

Il giorno dopo i tre figli scesero nella vigna con zappe, vanghe e rastrelli, e cominciarono a rimuovere profondamente il terreno. Cercarono per giorni e giorni, poiché la vigna era grande e non si sapeva dove il padre avesse nascosto l'oro di cui aveva parlato. Alla fine si accorsero di aver zappato tutta la terra senza aver trovato alcun tesoro. Rimasero molto delusi.

Ma dopo qualche tempo, compresero il significato delle parole del padre: infatti quell'anno la vigna diede una quantità enorme di splendida uva, perché era stata ben curata e zappata.

Vendettero l'uva e ne ricavarono molti rubli d'oro, che poi divisero fraternamente secondo la raccomandazione del padre. E da quel giorno compresero che il più grande tesoro per l'uomo è il frutto del suo lavoro.

impegnolavororesponsabilità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Andrea Zamboni, inserito il 23/11/2002

PREGHIERA

31. Vengo con te, Gesù   1

Vieni e Seguimi

Signore Gesù, tu sei sempre con me:
la tua parola è luce ai miei passi.
I tuoi gesti di bontà infondono in me
il coraggio e la gioia di vivere.

Per donarci la salvezza, o Gesù,
sei venuto a vivere in mezzo a noi.
Tu sei passato sulle nostre strade,
facendo del bene a tutti con amore.

Gesù, tu oggi passi accanto a me,
mi chiami per nome e mi chiedi:
"Vuoi essere mio amico anche tu?
Vuoi diventare mio discepolo?".

Come Pietro e Andrea, Giacomo
e Giovanni, come Levi, ti rispondo:
"Anch'io, Gesù, vengo con Te.
Sarò tuo discepolo per sempre".

Gesù, faccio questa scelta ora,
che sono agli inizi della vita.
Io voglio che tu, Signore Gesù,
sia mio amico per tutta la vita.

ragazzipreghieraGesù Cristodiscepoliapostolivocazionesequelarapporto con Dio

inviato da Serena Carbone, inserito il 24/09/2002

RACCONTO

32. Il cuore di Dio   2

Bruno Ferrero, Solo il vento lo sa

Una catechista aveva raccontato ai suoi ragazzi del catechismo la parabola del figliol prodigo, ma si era accorta che dopo un po' molti si erano distratti. Allora aveva chiesto che gliene scrivessero il riassunto.

Uno di loro scrisse così: «Un uomo aveva due figli, quello più giovane però non ci stava volentieri a casa, e un giorno se ne andò via lontano, portando con sé tutti i soldi. Ma ad un certo punto questi soldi finirono e allora il ragazzo decise di tornare a casa perché non aveva neanche da mangiare. Quando stava per arrivare, suo padre lo vide e tutto contento prese un bel bastone e gli corse incontro. Per strada incontrò l'altro figlio, quello buono, che gli chiese dove stava andando così di corsa e con quell'arnese: "E' tornato quel disgraziato di tuo fratello; dopo quel che ha fatto si merita un bel po' di botte!". "Vuoi che ti aiuti anch'io, papà?". "Certo", rispose il padre.

E così, in due, lo riempirono di bastonate. Alla fine il padre chiamò un servo e gli disse di uccidere il vitello più grasso e di fare una grande festa, perché s'era finalmente tolto la voglia di suonargliele a quel figlio che gliel'aveva combinata proprio grossa!».

Capire la logica del cuore di Dio è difficile per tutti.

perdonomisericordia di Dioamore di Dio

inviato da Immacolata Chetta, inserito il 29/05/2002

TESTO

33. Carta dei Giovani

Sermig, Fraternità della Speranza

Voglio trovare il senso per la mia vita, che è unica ed irripetibile, per viverla senza guerra, violenza, paura e sperare nel futuro.
Mi impegno perché ogni uomo e donna possa valorizzare le proprie potenzialità e perché nessuno sia sfruttato.
Voglio capire cosa è il bene e cosa è il male, voglio vivere in un mondo dove esiste il perdono e dove la vendetta sia abolita.
Mi impegno a cambiare vita se ho sbagliato.
Voglio lottare contro quelle schiavitù che ci hanno proposto come libertà e che hanno ucciso troppi ragazzi e ragazze come me.
Mi impegno perché abbiano accesso agli strumenti per comunicare e l'informazione sia al servizio della persona.
Voglio amare e capire, nella libertà, che cos'è la verità.
Mi impegno perché il lavoro possa essere un bene per tutta l'umanità.
Voglio avere la libertà di credere o di non credere e di professare la mia fede in ogni parte del mondo.
Mi impegno perché tutte le ricchezze siano usate ed equamente distribuite per contribuire a costruire un mondo migliore e voglio che la terra sia rispettata.

impegnopacegiustiziaamoregiovani

inviato da Andrea Aversa, inserito il 23/05/2002

PREGHIERA

34. Per i ragazzi

Il Vangelo secondo Jonathan

Signore, ti prego per i ragazzi:
per quelli pieni di vita
che guardano il mondo con ottimismo,
per quelli sfiduciati che vedono solo buio
per i ragazzi che amano la discoteca,
le macchine veloci, lo sport,
per i ragazzi innamorati e felici,
per quelli che non trovano la propria
strada nella vita.
Per i ragazzi prigionieri
dell'alcool e della droga.
Per i ragazzi che amano
e vivono la libertà dei figli di Dio.
Per i ragazzi che studiano,
per quelli che lavorano,
per quelli che cercano un lavoro.
Per i ragazzi allegri e per quelli tristi,
per i ragazzi sani
e per quelli handicappati.
Accompagna il cammino di tutti
perché in ogni ragazzo si compia
il sogno più bello di ogni madre.

educareeducatorianimatori

inviato da Patrizia Traverso, inserito il 21/05/2002

PREGHIERA

35. Vivere di te (Preghiera del Catechista)   3

Tonino Bello

Chiamato ad annunciare la tua Parola,
aiutami, Signore, a vivere di Te,
e a essere strumento della tua pace.

Assistimi con la tua luce, perché i ragazzi
che la comunità mi ha affidato
trovino in me un testimone credibile del Vangelo.

Toccami il cuore e rendimi trasparente la vita,
perché le parole, quando veicolano la tua,
non suonino false sulle mie labbra.

Esercita su di me un fascino così potente,
che, prima ancora dei miei ragazzi,
io abbia a pensare come Te,
ad amare la gente come Te
a giudicare la storia come Te.

Concedimi il gaudio di lavorare in comunione,
e inondami di tristezza ogni volta che,
isolandomi dagli altri,
pretendo di fare la mia corsa da solo.

Ho paura, Signore, della mia povertà.
Regalami, perciò, il conforto
di veder crescere i miei ragazzi
nella conoscenza e nel servizio di Te,
Uomo libero e irresistibile amante della vita.

Infondi in me una grande passione per la Verità,
e impediscimi di parlare in tuo nome
se prima non ti ho consultato con lo studio
e non ho tribolato nella ricerca.

Salvami dalla presunzione di sapere tutto,
dall'arroganza di chi non ammette dubbi;
dalla durezza di chi non tollera ritardi;
dal rigore di chi non perdona debolezze;
dall'ipocrisia di chi salva i principi e uccide le persone.

Trasportami, dal Tabor della contemplazione,
alla pianura dell'impegno quotidiano.
E se l'azione inaridirà la mia vita,
riconducimi sulla montagna del silenzio.
Dalle alture scoprirò ì segreti della «contemplatività»,
e il mio sguardo missionario
arriverà più facilmente agli estremi confini della terra.

Affidami a tua Madre.
Dammi la gioia di custodire i miei ragazzi
come Lei custodì Giovanni.
E quando, come Lei, anch'io sarò provato dal martirio,
fa' che ogni tanto possa trovare riposo
reclinando il capo sulla sua spalla. Amen.

educareeducatorianimatoricatechistitestimonianzaannunciomissionetabor

5.0/5 (1 voto)

inviato da Polda, inserito il 21/05/2002

RACCONTO

36. Spiritualità come risveglio

Anthony De Mello

Un tale bussa alla porta di suo figlio: "Paolo", dice, "svegliati!".
Paolo risponde: "Non voglio alzarmi, papà".
Il padre urla: "Alzati, devi andare a scuola".
Paolo dice: "Non voglio andare a scuola".
"E perché no?" chiede il padre.

"Ci sono tre ragioni", risponde Paolo. "Prima di tutto, è una noia; secondo, i ragazzi mi prendono in giro; terzo, io odio la scuola".

E il padre dice: "Bene, adesso ti dirò io tre ragioni per cui devi andare a scuola: primo, perché è tuo dovere; secondo, perché hai quarantacinque anni, e terzo, perché sei il preside".

spiritualitàconsapevolezzaresponsabilità

4.0/5 (1 voto)

inviato da Emilio Centomo, inserito il 08/05/2002

PREGHIERA

37. Preghiera dell'animatore

O Dio nostro Padre
Signore della vita, Padre, Figlio e Spirito dell'amore
ci siamo accostati alla tua presenza
manifesta e nascosta in tanti nostri giovani amici
e come a Mosè dinanzi al roveto chiedesti di togliersi i calzari
perché il luogo nel quale si trovava era terra sacra, abitata da te,
così chiedi a noi ancora di toglierci i calzari dinanzi ad ogni giovane
e riconoscere così la tua inesauribile e imprevedibile presenza.

Riconosciamo che tu, Dio Padre, hai sempre avuto cura di noi,
da sempre hai intessuto con noi una relazione d'amore
che tante volte ci ha sorpresi e inquietati,
raccolti e coccolati, sostenuti e trasformati,
ma non sempre, scoperto il tesoro che era in noi,
abbiamo saputo raccoglierlo e restituirlo.

Signore Gesù,
tu hai scelto di essere un Dio inginocchiato
davanti alla tua creatura nel gesto della lavanda dei piedi,
aiutaci a comprendere la potenza trasformante
che scaturisce da questa tua tenerezza.
Avvolti e condotti dalla dolcezza di questo tuo amore,
insegnaci a incontrare, a sorprendere ogni giovane,
tanto da ingenerare in lui il "dubbio"
di essere qualcuno a cui voler bene, di essersi lasciato voler bene.

Spirito dell'amore,
donaci di diventate tessitori sapienti e pazienti di incontri,
servi senza pretese, amanti del tempo che Dio muove incontro a ciascuno
e che ciascuno prende per muoversi
e tornare incontro al Dio suo Padre.
E quando i tuoi ragazzi e i tuoi giovani, Signore,
diventati "grandi" prenderanno congedo da noi,
incamminandosi ognuno per la propria strada,
proprio allora noi, non tristi,
li guarderemo allontanarsi per strade diverse,
in quel momento sapremo di aver contribuito
alla possibilità di raggiungere ognuno se stessi e te,
Dio, Signore di ogni vita.

educareeducatorianimatori

inviato da Emilio Centomo, inserito il 05/05/2002

RACCONTO

38. Acaz, Shara e Gesù   1

Ho letto in un libro che sotto la croce, mentre stavano tirando giù il corpo ormai privo di vita di Gesù, c'erano anche due bambini, Acaz e Shara; Acaz era il figlio della vedova di Nain; Shara era la figlia di Giairo, capo della sinagoga. Entrambi erano stati risuscitati da Gesù.

Mentre tiravano giù Gesù dalla croce, essi erano rimasti un po' in disparte. Alcuni dei suoi discepoli con Maria portarono il corpo di Gesù nel sepolcro, rotolarono la pietra e se ne andarono.

I due ragazzi li avevano seguiti, ma, partiti gli altri, loro non se n'erano andati. Erano rimasti lì, fuori del sepolcro. Si ricordavano che Gesù aveva detto che doveva risuscitare il terzo giorno e così rimasero lì ad aspettare. Si dicevano l'un l'altro: dobbiamo rimanere svegli, non ci possiamo addormentare, così quando Gesù risorge possiamo riabbracciarlo e dirgli che gli vogliamo bene.

Rimasero svegli venerdì, poi venerdì notte, poi tutto il sabato; poi, sopraffatti dalla fatica e dal sonno, si addormentarono e dormirono tutta la notte.

Al mattino del giorno dopo il sabato, si sentirono una mano sui capelli che li accarezzava. Si voltarono: era Gesù! Senza dire niente gli strinsero forte le gambe e cominciarono a baciargli i piedi, con dentro il cuore una gioia incontenibile.

Poco prima Gesù aveva detto alla Maddalena di non trattenerlo, perché doveva ancora salire al Padre. Ma ora rimaneva lì, e continuava ad accarezzare i capelli di Acaz e Shara, mentre loro non avrebbero mai voluto staccarsi da lui e continuavano a baciarlo... quei due bambini gli stavano quasi facendo venire la voglia di non partire più!

...e noi, che abbiamo appena fatto la Comunione e che abbiamo nel cuore Gesù risorto, riusciamo anche noi ad esprimergli la nostra gioia per averlo dentro di noi?

comunionerisurrezionefiduciasperanzafedePasqua

4.7/5 (3 voti)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 08/04/2002