Ritagli per la prossima festa:
24 novembre 2024
XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) - CRISTO RE
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RACCONTO
1. Il cammello e il dromedario 1
Pino Pellegrino, I valori: pilastri dell'educazione
Una volta un cammello incontrò un dromedario e cominciò a prenderlo in giro: «E' la prima volta che vedo un cammello sbagliato! Invece di avere due gobbe ne ha una sola!».
Il dromedario capì e rispose al cammello sghignazzando ancor più: «Che meraviglia mi tocca vedere: un dromediario con due gobbe!».
L'uomo del deserto loro padrone, presente a queste battute cattive, li interruppe e sentenziò: «Siete sbagliati tutti e due: non nella gobba, ma nel cuore!».
Non giudicate e non sarete giudicati. Non condannate e non sarete condannati. Perdonate e vi sarà perdonato. (Lc 6,37)
diversitàmulticulturalitàaccettazione dell'altrocomunionenon giudicaregiudiziodifferenze
inviato da Rita Cuofano, inserito il 05/02/2006
TESTO
Alessandra
I colori della pace
non esisteranno
fino a quando il nostro cuore
non imparerà ad amare,
fino a quando
vivremo solo
per calcolare,
fino a quando staremo a discutere
le diversità.
Siamo noi uomini
a vederci diversi.
Dio non ha preferenze
ha solo dolore nel suo cuore
a vedere i suoi figli
uccisi, affamati, nudi
e dall'altra parte
gli altri figli ipocriti.
Mio Dio spalanca i nostri occhi
aprici i cuori
questo mondo è così diverso
da come io immagino il tuo.
pacesolidarietàgiustiziaingiustiziamulticulturalitàpregiudizidiversitàconvivenzarazzismodiscriminazionetolleranzadialogocomunione tra i popoli
inviato da Alessandra, inserito il 28/06/2003
TESTO
Il tuo Cristo è ebreo
e la tua democrazia è greca.
La tua scrittura è latina
e i tuoi numeri sono arabi.
La tua auto è giapponese
e il tuo caffè brasiliano.
Il tuo orologio è svizzero
e il tuo walkman è coreano.
La tua pizza è italiana
e la tua camicia è hawaiana.
Le tue vacanze sono turche,
tunisine o marocchine.
Cittadino del mondo,
non rimproverare il tuo vicino
di essere... straniero.
interdipendenzamulticulturalitàtolleranzapacepopolirazzismo
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 30/09/2002
PREGHIERA
Signore
dammi l'amore per il mio tempo,
per la mia terra,
per la mia gente.
Senza l'amore, la cittadinanza è solo diritti e doveri,
la città solo un posto dove vivere,
le istituzioni solo un'autorità,
la politica solo potere e compromesso,
la nazionalità solo una distinzione tra
chi è dentro e chi è fuori,
il vicino una potenziale minaccia,
il più debole solo zavorra,
il lavoro solo soldi.
Aiutami a comprendere che davanti a Te
nessuno è senza permesso di soggiorno.
Tu, che riveli l'uomo all'uomo,
trasforma lo straniero in fratello,
i confini in porte,
le frontiere in abbraccio.
accoglienzamulticulturalitàamore
inviato da Mariangela Molari, inserito il 14/06/2002
TESTO
Un Vescovo africano
Aiutaci ad apprezzare le nostre ricchezze
e non voler crederci poveri
solo perché non abbiamo quello che tu hai.
Aiutaci a scoprire le nostre catene e,
vedendo le tue,
non crederci schiavi.
Sii paziente con il nostro popolo,
e non crederci arretrati
perché non sappiamo scrivere la tua lingua.
Sii paziente con il nostro modo di camminare
e non crederci pigri
perché abbiamo un ritmo diverso dal tuo.
Accetta con pazienza i nostri simboli
e non crederci ignoranti
perché non sappiamo leggere le tue parole.
Resta con noi e canta la bellezza della vita
che con noi condividi.
Resta con noi ed accetta
che ti possiamo donare qualche cosa.
Accompagnaci nel cammino:
né davanti né dietro
cerca con noi di vivere e attendere Dio.
conviveremulticulturalitàdiversità
inviato da Mariangela Molari, inserito il 27/05/2002
TESTO
Oggi, amici miei, vi dico: anche se dobbiamo affrontare le difficoltà di oggi e di domani, io continuo ad avere un sogno.
È un sogno che ha radici profonde nel sogno americano.
Ho un sogno, che un giorno questa nazione sorgerà e vivrà il significato vero del suo credo: noi riteniamo queste verità evidenti di per sé, che tutti gli uomini sono creati uguali.
Ho un sogno, che un giorno sulle rosse montagne della Georgia i figli degli ex schiavi e i figli degli ex padroni di schiavi potranno sedersi insieme alla tavola della fraternità.
Ho un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, dove si patisce il caldo afoso dell'ingiustizia, il caldo afoso dell'oppressione, si trasformerà in un'oasi di libertà e di giustizia.
Ho un sogno, che i miei quattro bambini un giorno vivranno in una nazione in cui non saranno giudicati per il colore della pelle, ma per l'essenza della loro personalità.
Oggi ho un sogno.
Ho un sogno, che un giorno, laggiù nell'Alabama, dove i razzisti sono più che mai accaniti, dove il governatore non parla d'altro che di potere di compromesso interlocutorio e di nullification delle leggi federali, un giorno, proprio là nell'Alabama, i bambini neri e le bambine nere potranno prendere per mano bambini bianchi e bambine bianche, come fratelli e sorelle.
Oggi ho un sogno.
Ho un sogno, che un giorno ogni valle sarà innalzata, ogni monte e ogni collina saranno abbassati, i luoghi scoscesi diventeranno piani, e i luoghi tortuosi diventeranno diritti, e la gloria del Signore sarà rivelata, e tutte le creature la vedranno insieme.
pacegiustiziadiscriminazionemulticulturalitàrazzismointegrazione
inviato da Mariangela Molari, inserito il 26/05/2002
TESTO
7. Tanti fiori in uno stesso campo: così è l'umanità
Ci sono tanti fiori in uno stesso campo; tanti uccelli in uno stesso bosco, tanti profumi che salgono dalla terra; tanti ronzii strani, mormorii confusi; voci rauche o sonore, tante forze, colori, linee.
E tuttavia questo si confonde, si armonizza e si completa nel tutto che si chiama "natura".
Accade lo stesso per l'umanità.
Ogni uomo deve essere quello che è, fedele a se stesso, forte nella sua opinione, nel suo pensiero, nella sua azione; ma deve ammettere attorno a se tutti gli uomini che non pensano come lui, che non agiscono come lui, che perseguono un altro scopo, e che adorano un altro Dio.
E la bontà sarà la forza che permetterà agli uomini di vivere in pace gli uni accanto agli altri, senza nuocersi, rispettosi e benevoli.
La bontà fresca e spontanea sarà la forza che al di sopra del dovere e della virtù austera condurrà gli uomini all'indulgenza reciproca, alla buona volontà, alla cortesia, all'obbedienza, alla giustizia.
E tu sarai indulgente verso gli altri, perché sarai severo verso te stesso.
E chiederai poco agli altri, perché esigerai molto da te stesso.
E sarai cortese, non per abitudine, freddamente, ma perché ti addolorerebbe non esserlo.
E sarai obbediente e giusto, non per timore o per dovere, ma perché qualcosa si sarà schiuso in te; qualcosa che trema, freme e si ribella davanti alla sofferenza e alla tristezza; qualcosa che canta ed esulta davanti alla gioia e alla felicità.
E sarà la bontà, niente altro che la bontà.
Una bontà fresca e ridente che diverrà la forza della tua vita.
conviveremulticulturalitàdiversità
inviato da Andrea Aversa, inserito il 25/05/2002
TESTO
Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.
multiculturalitàpovertàingiustizia
inviato da Gianmarco Marzocchini, inserito il 09/05/2002
RACCONTO
sapienza rabbinica
Un rabbino istruiva, una volta, i suoi discepoli. Nel corso dei suoi insegnamenti, domandò loro: "Quando comincia il giorno?". Uno tra loro rispose: "Quando si alza il sole ed i suoi dolci raggi abbracciano la terra e la rivestono d'oro. Allora, un nuovo giorno comincia". Ma il rabbino non fu soddisfatto da tale risposta. Così, un altro discepolo s'arrischiò ad aggiungere: "Quando gli uccelli cominciano a cantare in coro le loro lodi e la natura stessa riprende vita dopo il sonno della notte. Allora, un nuovo giorno comincia". Anche questa risposta non accontentò il rabbino. Uno dopo l'altro, tutti i discepoli tentarono di rispondere. Ma nessuno riuscì a soddisfare il rabbino. Infine, i discepoli si arresero e con agitazione domandarono loro stessi: "Allora, dacci tu la risposta giusta! Quando comincia il giorno?".
Ed ecco il rabbino rispondere con estrema calma: "Quando vedete uno straniero nell'oscurità ed in lui riconoscete vostro fratello, in quel momento il giorno è nato! Se non riconoscete nello straniero vostro fratello o vostra sorella, il sole può essere sorto, gli uccelli possono cantare, la natura può ben riprendere vita. Ma fa ancora notte, e le tenebre sono nel tuo cuore!".
inviato da Stefania Raspo, inserito il 07/05/2002
RACCONTO
10. Il dromedario e il cammello 1
Una volta un dromedario,
incontrando un cammello,
gli disse: - Ti compiango,
carissimo fratello;
saresti un dromedario
magnifico anche tu
se solo non avessi quella brutta gobba in più.
Il cammello gli rispose:
- Mi hai rubato la parola.
E' una sfortuna per te
avere una gobba sola.
Ti manca poco ad essere
un cammello perfetto:
con te la natura
ha sbagliato per difetto.
La bizzarra querela
durò tutto una mattina.
In un canto ad ascoltare
stava un vecchio beduino
e tra sé, intanto, pensava:
"Poveretti tutti e due,
ognun trova belle
soltanto le gobbe sue.
Così spesso ragiona
al mondo tanta gente
che trova sbagliato
ciò che è solo differente!"
diversitàmulticulturalitàaccettazione dell'altrocomunionenon giudicaregiudiziodifferenze
inviato da Giuliana Babini, inserito il 02/05/2002
PREGHIERA
No, non è vero che la diversità
viene accettata spontaneamente.
Ci sono momenti in cui essa
mette a dura prova i nostri nervi,
ci sono frangenti in cui vorremmo
annullarla, come d'incanto,
per trovare tutti d'accordo con noi,
con gli stessi gusti e gli stessi desideri.
Tu ci hai fatti diversi:
lo vogliamo o no, questa è la realtà.
Una realtà scomoda,
per chi ama troppo l'ordine,
e la compattezza.
Una realtà colma di ricchezza,
per chi sa apprezzare le risorse
in qualunque persona.
Una realtà imbarazzante
per chi la avverte come un attentato
alle sue opinioni,
alla sua personalità.
Una realtà benefica,
per chi ama la propria e l'altrui libertà.
Grazie, Signore, per tutte le differenze
di pelle, di cultura, di tradizioni.
Grazie per averci salvati
dall'omologazione e dall'appiattimento,
dalla clonazione e dalla massificazione.
Grazie per tutti quelli che ci obbligano
a prendere atto del loro pensiero,
del loro temperamento, delle loro abitudini
così diversi dai nostri.
diversitàmulticulturalitàcoppiafamiglia
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 10/04/2002