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PREGHIERA
La vita in Cristo e nella Chiesa n 2/2023 pag. 53
Oggi è sospeso al legno
Colui che sospese la terra sulle acque.
Viene cinto da una corona di spine
il Re degli Angeli.
È avvolto da una finta porpora
Colui che avvolge il cielo di nubi.
È percosso dagli schiaffi
Colui nel Giordano ha liberato Adamo.
È forato dai chiodi lo Sposo della Chiesa.
È trafitto dalla lancia il Figlio della Vergine.
Venite tutti a celebrare il Crocifisso per noi!
Maria lo vide sul legno e diceva:
«Anche se sopporti la croce,
tu sei il mio Figlio e il mio Dio».
Venite, adoriamo l'Agnello che nacque da Maria,
agnella pura, fu sospeso sul legno,
fu sepolto nella terra,
risuscitò dai morti, fu elevato alle altezze dei cieli.
Per un albero Adamo fu esiliato dal Paradiso,
per la croce il ladrone entrò in Paradiso.
Adoriamo la tua croce preziosa, o Signore,
mostraci anche la tua gloriosa risurrezione.
crocesalvezzaredenzionevenerdì santo
inviato da Qumran, inserito il 08/10/2024
TESTO
Una monaca di clausura, Frammenti di contemplazione, Edizioni Paoline 1993, pag. 65
La veste più bella
dei secoli
è il tuo ampio perdono.
Di ogni peccato
tu spogli la memoria;
rivesti il figlio
di splendido futuro.
Rispetta tutto l'essere
la veste di luce.
La vecchia casa
si apre
su cieli e terre nuove.
Portate qui il vestito più bello e rivestitelo (Luca 15,22)
perdonoveste biancafuturofigliol prodigopadre misericordiosomisericordia
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 26/07/2023
PREGHIERA
3. Preghiera per la scuola (nei tempi della pandemia) 1
Anno scolastico 2020/2021 nei tempi della pandemia
Padre nostro, che sei nei cieli,
benedici tutti noi che siamo tuoi figli in Gesù
benedici tutti i giorni dell'anno scolastico.
Vogliamo vivere nella tua grazia: donaci fede, speranza, carità.
Ogni giorno di questo anno scolastico,
nelle speranze e difficoltà presenti,
sia benedetto, sereno, ricco di bene per potenza di Spirito Santo.
Sia benedetto il lunedì,
con la grazia degli inizi, il desiderio del ritrovarsi, la sconfitta del malumore.
Sia benedetto il martedì,
per la curiosità e la gioia di imparare, per la passione e il gusto di insegnare.
Sia benedetto il mercoledì,
per la fierezza e la nobiltà di affrontare le sfide e la fatica e vincere la pigrizia.
Sia benedetto il giovedì,
per l'amicizia, la buona educazione e la correzione dei bulli e dei prepotenti.
Sia benedetto il venerdì,
per la fiducia contro lo scoraggiamento, per la semplicità nell'aiutare e farsi aiutare.
Sia benedetto il sabato,
per la promessa degli affetti familiari e del riposo.
Sia benedetta la domenica, il tuo giorno, Signore,
per la serenità, la consolazione della preghiera per vivere la nostra vocazione.
Padre nostro che sei nei cieli,
sia benedetto ogni tempo, occasione per il bene,
ogni incontro, vocazione a servire e ad amare,
ogni ora di lezione, esercizio di intelligenza, volontà, memoria per percorsi di sapienza.
Benedici tutti noi, benedici le nostre famiglie, benedici la nostra scuola. AMEN
Mario Delpini, Arcivescovo di Milano (ex insegnante)
inviato da Cesarina Volonte', inserito il 13/09/2020
RACCONTO
Anthony De Mello, Il canto degli uccelli
Ecco la lieta novella proclamata da nostro Signore Gesù Cristo:
Gesù iniziò ad ammaestrare i suoi discepoli con delle parabole. Egli disse:
Il regno dei cieli è come due fratelli che vivevano contenti e soddisfatti finché Dio non li chiamò entrambi a divenire suoi discepoli. Il più grande rispose generosamente alla chiamata, sebbene significasse per lui strapparsi dalla sua famiglia e dalla ragazza che amava e che sognava di sposare. Alla fine partì per un paese lontano dove dette tutto se stesso nel servizio ai più poveri dei poveri. In quel paese iniziò una persecuzione ed egli fu arrestato, accusato ingiustamente e condannato a morte.
E il Signore gli disse: «Ben fatto, servo buono e fedele! Tu mi hai reso un servizio che vale mille talenti. Io ti darò una ricompensa che vale miliardi di talenti. Entra nella gioia del tuo Signore».
La risposta del fratello più giovane alla chiamata fu men che generosa. Decise di ignorarla e di continuare come prima e di sposare la ragazza che amava. Ebbe una felice vita matrimoniale, i suoi affari prosperarono e divenne ricco e famoso. Talvolta faceva l'elemosina ad un mendicante o aveva un pensiero gentile per la moglie e i figli. Talvolta, inoltre, mandava una piccola somma di denaro al fratello maggiore in quel paese lontano. «Potrà esserti utile nel tuo lavoro per quei poveri diavoli», gli scriveva.
Quando giunse la sua ora, il Signore gli disse: «Ben fatto, servo buono e fedele! Tu mi hai reso un servizio da dieci talenti. Io ti darò una ricompensa che vale miliardi di talenti. Entra nella gioia del tuo Signore!».
Il fratello maggiore si sorprese quando udì che il fratello avrebbe ricevuto la sua stessa ricompensa. E ne fu contento. Disse: «Signore, ora che lo so, se dovessi rinascere e rivivere la mia vita, rifarei esattamente ciò che ho fatto per te».
Questa è davvero una lieta novella: un Signore generoso, un discepolo che lo serve per la pura gioia che l'amore conferisce al servizio.
generositàgratuitàservizioregno dei cieli
inviato da Lucia Iseppi, inserito il 29/12/2018
PREGHIERA
Vieni sulle strade
che percorriamo, e avvicìnati a noi,
visita delusioni e amarezze.
Scandaglia pensieri
che rendono pesanti
cuori e rabbuiano cieli.
Abbiamo abbandonato compagni
con cui avevamo coltivato speranze
e condiviso personali sogni;
gli occhi bassi
non riescono a scorgere cieli,
poiché si è spento ormai il Sole.
Ci sembri fuori dalle nostre storie,
ma poi tu, pellegrino, incendi i cuori,
illumini scenari e risvegli speranze. Con noi
ti vogliamo, e solo quando prendi-
benedici-spezzi-doni
scoppia la gioia incontenibile
che ci abbraccia e riempie.
Non riusciamo a tenerla per noi.
Non contiamo più i chilometri
e i tempi per percorrerli,
e il buio che incombe
quando i nostri piedi bramano
di danzare e le gole cantare
con chi condividiamo la vita
che è rinata di noi e ci abita.
Emmausscoraggiamentorisortovicinanza di Dio
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 31/05/2018
PREGHIERA
Paolo VI, Testamento spirituale e meditazioni sulla morte
Signore, Ti ringrazio che mi hai chiamato alla vita, ed ancor più che, facendomi cristiano, mi hai rigenerato e destinato alla pienezza della vita.
Parimente sento il dovere di ringraziare e di benedire chi a me fu tramite dei doni della vita, da Te, o Signore, elargitimi: chi nella vita mi ha introdotto, chi mi ha educato, benvoluto, beneficato, aiutato, circondato di buoni esempi, di cure, di affetto, di fiducia, di bontà, di cortesia, di amicizia, di fedeltà. Guardo con riconoscenza ai rapporti naturali e spirituali che hanno dato origine, assistenza, conforto, significato alla mia umile esistenza: quanti doni, quante cose belle ed alte, quanta speranza ho io ricevuto in questo mondo!
Il mio vuole essere un semplice atto di riconoscenza, anzi di gratitudine: questa vita mortale è, nonostante i suoi travagli, i suoi oscuri misteri, le sue sofferenze, la sua fatale caducità, un fatto bellissimo, un prodigio sempre originale e commovente, un avvenimento degno d'essere cantato in gaudio e in gloria: la vita, la vita dell'uomo! Né meno degno d'esaltazione e di felice stupore è il quadro che circonda la vita dell'uomo: questo mondo immenso, misterioso, magnifico, questo universo dalle mille forze, dalle mille leggi, dalle mille bellezze, dalle mille profondità. E' un panorama incantevole.
Perché non ho studiato abbastanza, esplorato, ammirato la stanza nella quale la vita si svolge? Tutto è dono; dietro la vita, dietro la natura, l'universo, sta la Sapienza; e poi, sta l'Amore! La scena del mondo è un disegno, oggi tuttora incomprensibile per la sua maggior parte, d'un Dio Creatore, che si chiama il Padre nostro che sta nei cieli! Grazie, o Dio, grazie e gloria a Te, o Padre!
inviato da Maria Teresa Castagna, inserito il 26/09/2017
RACCONTO
7. Il passerotto preoccupato 1
«C'era una volta un passerotto beige e marrone che viveva la sua esistenza come una successione di ansie e di punti interrogativi. Era ancora nell'uovo e si tormentava: «Riuscirò mai a rompere questo guscio così duro? Non cascherò dal nido? I miei genitori provvederanno a nutrirmi?». Questi timori passarono, ma altri lo assalirono mentre tremante sul ramo doveva spiccare il primo volo: «Le mie ali mi reggeranno? Mi spiaccicherò al suolo? Chi mi riporterà quassù?».
Naturalmente imparò a volare, ma cominciò a pigolare: «Troverò una compagna? Potrò costruire un nido?». Anche questo accadde, ma il passerotto si angosciava: «Le uova saranno protette? Potrebbe cadere un fulmine sull'albero e incenerire tutta la mia famiglia... E se verrà il falco e divorerà i miei piccoli? Riuscirò a nutrirli?».
Quando i piccoli si dimostrarono belli, sani e vispi e cominciarono a svolazzare qua e là, il passerotto si lagnava: «Troveranno cibo a sufficienza? Sfuggiranno al gatto e agli altri predatori?».
Poi, un giorno, sotto l'albero si fermò il Maestro. Additò il passerotto ai discepoli e disse: «Guardate gli uccelli del cielo: essi non seminano, non mietono e non mettono il raccolto nei granai... eppure il Padre vostro che è nei cieli li nutre!».
Il passerotto beige e marrone improvvisamente si accorse che aveva avuto tutto... E non se n'era accorto.
preoccupazionepaurafiduciaabbandonoprovvidenza
inviato da Qumran2, inserito il 15/07/2017
TESTO
San Luigi Orione, Lettere, 51
Cristo è risorto!
Oh! risorga Cristo anche in noi:
viva in noi con la sua grazia,
e noi viviamo in lui e di lui,
ché fuori di lui
non c'è vita né consolazione che valga.
Cristo è risorto!
Ma è ancora in mezzo a noi, è sempre con noi,
per asciugare ogni lagrima,
e trasformare tutti i dolori in amore.
Cristo viene portando sul suo cuore la Chiesa,
e, nella sua mano, le lacrime e il sangue dei poveri:
la causa degli afflitti, degli oppressi, delle vedove,
degli orfani, degli umili, dei reietti.
E dietro a Cristo si aprono nuovi cieli:
è come l'aurora del trionfo di Dio.
Sono genti nuove, nuove conquiste,
è tutto un trionfo non più visto di grande,
di universale carità,
poiché l'ultimo a vincere è lui, Cristo,
e Cristo vince nella carità e nella misericordia.
L'avvenire appartiene a lui, a Cristo.
inviato da Qumran2, inserito il 15/04/2017
TESTO
Come dire "Natale" alle giovani braccia alzate
per fermare i carri armati? Che orrore: no! No!
non si sono arrestati quei carri... e fu stritolato
lo sterminato grido di popolo oppresso,
e tanto sangue innocente bagnò la grande piazza
sotto gli occhi muti e increduli del mondo!
Come dire ‘Natale' ad Auschwitz, Dachau, Nagasaki,
alle Fosse Ardeatine e di Katyn, a Piazza Fontana,
al mare di Lampedusa e ai cieli di Ustica? Che orrore,
mio Dio: non tacciono i fucili dei plotoni di esecuzione,
sono accesi i forni crematori, bruciano le Torri Gemelle...
e stadi e carceri sono affollati di nemici del potere!
Come dire ‘Natale' a Tobagi, Bachelet, Dalla Chiesa,
Anna Frank, Martin Luther King, Falcone, Pino Puglisi?
Che orrore, mio Dio! Non si sono inceppate le P38,
si ode il crepitio dei kalashnikov, si propagano le nubi
di Cernobyl, scoppiano le mine antiuomo, crollano
gli ospedali di Siria, il ponte di Mostar... Sangue, sangue.
Come dire ‘Natale' all'immenso coro di dolore,
che si innalza da ghetti, campi di sterminio, al pianto
di neonati buttati tra i rifiuti, di uccisi nelle strade,
agli occhi lucidi di vecchi soli buttati lontano dalla vita...
Cosa dire agli inebetiti dalle droghe e dall'alcool,
dagli istupiditi dal gioco, ad abusati e violentate?
Mescolate col sangue scorrono sangue e bestemmie.
Caino è sempre tra noi, su Abele si dirigono le belve umane,
a Betlem si levano urla di madri, Susanna è condannata a morte.
Su melma e su fango, tra lacrime grida e spari
si spande un biancore puro di luce: sei tu, Gesù. Per tutti
è Natale di attenzione, vicinanza, pace, gioia, speranza.
inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 28/12/2016
RACCONTO
Pietro Graziano, Mille esempi, 1940
Nella città di Emmerih, del duca di Cleves, alcuni inglesi, per schernire la fede romana, chiesero a un fanciullo cattolico:
- Lo sai il Pater?
- Sì, perché?
- Recitalo!
- Padre nostro che sei nei cieli...
- Basta, ragazzo... Se è nei cieli, come fa ad essere sull'altare?
- Dopo alcuni istante di riflessione, il fanciullo chiese:
- Sapete il Credo?
- Certo.
- Recitatelo.
- Credo in Dio Padre onnipotente.
- Basta. Se Dio è onnipotente, può stare in cielo e sull'altare!
eucaristiapresenza realeonnipotenza
inviato da Fra Roberto Brunelli, inserito il 28/12/2016
PREGHIERA
Giorgio Basadonna, Apritevi cieli dall'alto. Verso il Natale, pag. 82
Signore, vogliamo vivere la nostra speranza, certi della tua presenza in mezzo a noi, anche quando il dolore, l'amarezza, l'incomprensione pesano su di noi e ci sembra di essere soli.
Vogliamo vivere nella riconoscenza, ringraziandoti del tuo amore che ha superato ogni ostacolo e ti ha portato a farti uomo per trasformare noi e renderci simili a te.
Vogliamo vivere nella carità, che viene da te, e diventa aiuto a chi ne ha più bisogno, perché anche oggi i ciechi vedano, gli zoppi camminino, i malati vengano guariti, e tutti possano godere la loro dignità di figli tuoi.
Vogliamo vivere nella giustizia, eliminando ogni oppressione, ogni sfruttamento, ogni inganno, usando dei beni che noi possediamo in modo che tutti possano usufruirne.
Vogliamo vivere nella gioia che tu porti al mondo e offrirla a tutti, perché tutti possano capire e sentire che la tua venuta è una grande gioia per tutta l'umanità.
speranzariconoscenzacaritàgiustiziagioiasolidarietàamorenatale
inviato da Padre Franco Naldi Ofm, inserito il 24/12/2015
TESTO
"È nato un bambino".
Questa la frase che, identica, risuona sotto diversi cieli.
Non si dice: "È nato un cristiano, un musulmano,
un ricco, un povero o un americano".
No! Ma semplicemente: "Un bambino".
Un essere umano bisognoso d'amare e di essere amato.
Un figlio di Dio e dell'uomo.
Un miracolo: un nuovo continuo "natale".
Scarica la raccolta completa di preghiere e testi di don Valentino Savoldi.
nascitabambinovitaessere umanoumanità
inviato da Don Valentino Salvoldi, inserito il 16/06/2015
PREGHIERA
13. Padre Nostro della liturgia Caldea
dal Breviario Caldeo
Padre nostro invisibile che sei nei cieli
sia santificato in noi il tuo Nome
perché tu ci hai santificato
attraverso il tuo Spirito Santo.
Venga su di noi il tuo regno,
regno promesso agli amanti del tuo Amore.
La tua forza e le tue benevolenze
riposino sui tuoi servi
qui nel mistero e là nella tua misericordia.
Dalla tua tavola inesauribile
dona il cibo alla nostra indigenza
e accordaci la remissione delle colpe
perché tu conosci la nostra debolezza.
Noi ti preghiamo:
salva coloro che hai plasmato
e liberali dal maligno che cerca chi divorare.
A te appartengono il regno
e la potenza e la gloria, o Signore:
non privare della tua bontà i tuoi santi.
inviato da Qumran, inserito il 06/02/2015
TESTO
14. Saranno veramente figli di Dio 1
R. Meynet, Rileggendo le invocazioni del Padre nostro nel racconto della passione di Luca
Se i discepoli restano con Gesù nelle sue prove;
se vincono di giorno in giorno la tentazione di estendere il regno del dominio
e di cedere al potere di calpestare;
se si sottraggono al potere del Maligno
e resistono al desiderio di restituire male per male,
ma perdonano come Gesù guarisce dalla spada;
se come lui sanno ricevere il loro pane dalla mano di Dio che ogni giorno li fortifica,
questo vuol dire
che la volontà di Dio si compie sulla terra come in cielo;
che il Regno di Dio viene per mezzo loro;
che allora il suo Nome è santificato
e che essi possono, sulla scorta del loro maestro, ardire pronunciarlo.
Saranno veramente i Figli
di Colui che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni
e fa cadere la pioggia sui giusti e sugli ingiusti.
Ammessi alla tavola regale,
condivideranno con Gesù l'eredità del Padre che è nei cieli.
padre nostrotentazioneforzaperdono
inviato da Maria Colombo LGE, inserito il 21/06/2014
PREGHIERA
Liturgia Orientale
Ci siamo affidati alla tua Croce,
o Creatore dell'eternità.
Tu ce l'hai data come protezione contro il nemico:
proteggici con essa, o Salvatore, ti supplichiamo.
Sommo Re, per noi sei salito sulla Croce
e con essa hai tolto il delitto di Adamo,
prima creatura:
proteggici con essa, o Salvatore, ti supplichiamo.
Tu che ti sei rivelato vertice della santa fede
e legno della vita degli uomini,
alla tua vista il demonio fu distrutto
senza potersi rialzare:
proteggici con essa, o Salvatore, ti supplichiamo.
Con l'apparizione della tua croce
il nemico ha tremato
e per il terrore di fronte alla tua gloria
si è precipitato negli inferi della terra:
proteggici con essa, o Salvatore, ti supplichiamo.
Esultavano i cieli e si rallegrava la terra,
poiché la santa Croce è apparsa come salvatrice
ed illuminatrice dell'universo:
proteggici con essa, o Salvatore, ti supplichiamo.
crocevenerdì santoaffidamento a Diosalvezza
inviato da Anna Barbi, inserito il 05/08/2012
PREGHIERA
16. Parafrasi del Padre nostro (2009)
Padre nostro,
non solo mio, ma di tutti;
ogni uomo oggi può dire
di avere un padre vero,
che lo ama;
che sei nei cieli,
perché se sei lì,
allora sei veramente dappertutto,
anche qui, adesso con me, in me;
sia santificato il tuo nome,
dovunque i tuoi figli,
uomini e donne,
possono vivere liberi;
venga il tuo regno
e senza paura
lo possiamo accogliere;
sia fatta la tua volontà
così da non essere in balìa
di nessun potere umano;
come in cielo così in terra
quando Gesù è tra noi
allora tu fai della terra il cielo.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
anche se noi lo promettiamo
agli altri sempre domani;
e rimetti a noi i nostri debiti
quando ci dimentichiamo
che ti dobbiamo tutto;
come noi li rimettiamo
ai nostri debitori
sperando che tu
non lo prenda troppo sul serio...;
e non ci indurre in tentazione
di questo siamo sicuri;
ma liberaci dal male
e di questo facci sicuri!
Amen.
inviato da Padre Roberto Geroldi, inserito il 07/04/2012
TESTO
17. I cristiani, anima del mondo
Lettera a Diogneto, capitolo VI
A dirla in breve, come è l'anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani. L'anima è diffusa in tutte le parti del corpo e i cristiani nelle città della terra. L'anima abita nel corpo, ma non è del corpo; i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo. L'anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile; i cristiani si vedono nel mondo, ma la loro religione è invisibile. La carne odia l'anima e la combatte pur non avendo ricevuto ingiuria, perché impedisce di prendersi dei piaceri; il mondo che pur non ha avuto ingiustizia dai cristiani li odia perché si oppongono ai piaceri. L'anima ama la carne che la odia e le membra; anche i cristiani amano coloro che li odiano. L'anima è racchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani sono nel mondo come in una prigione, ma essi sostengono il mondo. L'anima immortale abita in una dimora mortale; anche i cristiani vivono come stranieri tra le cose che si corrompono, aspettando l'incorruttibilità nei cieli. Maltrattata nei cibi e nelle bevande l'anima si raffina; anche i cristiani maltrattati, ogni giorno più si moltiplicano. Dio li ha messi in un posto tale che ad essi non è lecito abbandonare.
cristianicristianesimotestimonianzavita cristianapersecuzione
inviato da Anna Barbi, inserito il 24/11/2010
TESTO
Cesario di Arles, Discorsi
Con gioia e letizia celebriamo il giorno natalizio di questa chiesa: ma il tempio vivo e vero di Dio dobbiamo esserlo noi. Questo è vero senza dubbio. Tuttavia i cristiani usano celebrare la solennità della chiesa matrice, poiché sanno che è proprio in essa che sono rinati spiritualmente. Dopo il battesimo siamo diventati tempio di Cristo. Cerchiamo di fare con il suo aiuto quanto è in nostro potere, perché questo tempio non abbia a subire alcun danno per le nostre cattive azioni.
Cristo si è degnato di fare di noi la sua dimora. Se dunque vogliamo celebrare con gioia il giorno natalizio della nostra chiesa, non dobbiamo distruggere con le nostre opere cattive il tempio vivente di Dio.
Se tu vuoi che la basilica sia piena di luce, ricordati che anche Dio vuole che nella tua anima non vi siano tenebre. Fa' piuttosto in modo che in essa risplenda la luce delle opere buone, perché sia glorificato colui che sta nei cieli.
parrocchiaanniversariodedicazionecomunità
inviato da Don Tommaso Cuciniello, inserito il 03/09/2010
PREGHIERA
A te, levo i miei occhi,
a te, che abiti nei cieli,
a te, che sei presente
in questa eucaristia.
A te, non al mondo che non mi può dare che affanni;
a te, che da quelli mi liberi;
a te ogni pensiero,
non più ai sensi, non più alla carne
che nel suo cappio mi soffoca e inganna,
a te, non più agli amici,
perché non c'è chi fa il bene [Sal. 52, 2];
non più alle cose
che purtroppo mi portano ad offenderti.
A te, non più alle creature,
ma a te che sei il mio Creatore.
Di fronte a te,
sollevo i miei occhi
conquistati da te.
A te, vita mia.
A te, verità mia.
A te, guida mia.
A te, speranza mia.
Di fronte a te,
sollevo i miei occhi
conquistati da te.
A te, che m'hai dato quest'anima.
Alla tua magnificenza e perfezione.
Sei sovrano dell'essere tutto,
governi il tutto,
dispensi il tutto,
regoli il tutto
e il tutto in niente puoi ridurre.
Di fronte a te,
sollevo i miei occhi
conquistati da te.
A te, che per amore mio,
hai sudato sangue,
fosti legato,
percosso,
coperto di sputi,
deriso come pazzo,
battuto come reo,
coronato di spine come superbo,
e crocifisso come assassino.
Di fronte a te,
sollevo i miei occhi
conquistati da te.
Rendici il senso nostro,
il senso vero della vita,
per non vivere più come bestie
ma come veri uomini.
Solo facendo così
saremo liberi da tante preoccupazioni.
A te la lode e la gloria,
con il Padre e lo Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli.
adorazionerapporto con Dioeucaristia
inviato da P. Luigi Murra, inserito il 11/08/2010
TESTO
Partire, andare, lasciare tutto, uscire da noi stessi, spaccare la corteccia dell'egoismo che ci rinchiude nel nostro piccolo io.
E' smetterla di girare attorno a noi stessi, come se fossimo noi il centro del mondo e della vita.
E' non lasciarsi intrappolare dai problemi del mondo piccino cui apparteniamo.
E' partire continuamente anche senza percorrere chilometri di strada.
E' soprattutto accorgersi degli altri, scoprirli, incontrarli, come fratelli e sorelle.
E se, per incontrarli e amarli, è necessario solcare i mari della nostra indifferenza, volare per i cieli dei nostri sogni, allora la strada è partire e raggiungere i confini del mondo.
incontroincontrarepartirestradacamminoapertura verso gli altrichiusura
inviato da Forner Fortunato, inserito il 22/12/2009