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TESTO

121. La Pace a tutti i costi

don Primo Mazzolari, Tu non uccidere

Ci siamo accorti che non basta essere custodi della pace e neanche uomini di pace nel nostro intimo, se lasciamo che altri ne siano i soli testimoni. Come cristiani dobbiamo essere in prima linea nello sforzo comune verso la pace. Davanti per vocazione non per paura. Quando fa buio la lampada non la si mette sotto la tavola.

Opponendo guerra a guerra, violenza a violenza non si fa che moltiplicare le rovine. Invece di uno saremo in due a buttar giù, non importa se per ragioni o con animi opposti. Perché non ammazzo chi non è d'accordo con me, non vuol dire che io sia d'accordo con lui. Non l'ammazzo perché sono certo che la mia verità ha tanta verità da superare l'errore dell'altro. La verità non ha bisogno della mia violenza per vincere. Il cristiano è contro ogni male, non fino alla morte del malvagio, ma fino alla propria morte, dato che non c'è amore più grande che quello di mettere la propria vita a servizio del bene del fratello perduto. Vince chi si lascia uccidere, non chi uccide. La storia della nostra redenzione si apre con la strage degli Innocenti e si chiude con il Calvario.

Un cristiano deve fare la pace anche quando venissero meno le ragioni della pace. Al pari della fede, della speranza e della carità, la pace è vera beatitudine, quando non c'è tornaconto o interesse o convenienza, vale a dire quando incomincia a sembrare follia davanti al buon senso della gente ragionevole.

Tutti si battono e si sputano addosso e aizzano gli uomini, i tuoi figli, gli uni contro gli altri. Tutti si armano pieni di superbia. Tutti fanno come se la pace e la guerra fossero in loro potere.

paceperdononon violenzagiustiziaamare i nemiciconflitti

inviato da Gianmarco Marzocchini, inserito il 03/05/2002

TESTO

122. Se siamo un mondo senza pace

Primo Mazzolari, "Tu non uccidere"

Se siamo un mondo senza pace, la colpa non è di questi o di quelli, ma di tutti. Se dopo venti secoli di Vangelo siamo un mondo senza pace, i cristiani devono avere la loro parte di colpa.

Tutti abbiamo peccato e veniamo ogni giorno peccando contro la pace. Se qualcuno osa tirarsi fuori dalla comune colpevolezza e farla cadere soltanto sugli avversari, egli pecca maggiormente, poiché, invelenendo gli animi, fa blocco e barriera col suo fariseismo.

Se la colpa di un mondo senza pace è di tutti, e dei cristiani in modo particolare, l'opera della pace non può essere che un'opera comune, nella quale i cristiani devono avere un compito precipuo, come precipua è la loro responsabilità.

Ogni sforzo verso la pace ha una sua validità: chiunque vi provi dev'essere guardato con fiducia e benevolenza. Il politico può far delle cernite, porre delle pregiudiziali: il cristiano mai. Il cristiano non può rifiutare che il male, per comporre universalmente ogni cosa buona.

La pace è un bene universale, indivisibile: dono e guadagno degli uomini di buona volontà.

La pace non s'impone ("Non ve la do come la dà il mondo"); la pace si offre ("Lascio a voi la pace"). Essa è il primo frutto di quel comandamento sempre "nuovo", che la germina e la custodisce: "Vi do un comandamento nuovo: amatevi l'un l'altro".

paceconflittitestimonianza

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 10/04/2002

RACCONTO

123. Lo steccato   3

C'era una volta un ragazzo con un brutto carattere.

Suo padre gli diede un sacchetto di chiodi e gli disse di piantarne uno nello steccato del giardino ogni volta che avesse perso la pazienza e litigato con qualcuno.

Il primo giorno il ragazzo piantò 37 chiodi nello steccato.

Nelle settimane seguenti, imparò a controllarsi e il numero di chiodi piantati nello steccato diminuì giorno per giorno: aveva scoperto che era più facile controllarsi che piantare i chiodi.

Finalmente arrivò un giorno in cui il ragazzo non piantò alcun chiodo nello steccato e andò dal padre a dirglielo.

Il padre allora gli disse di levare un chiodo dallo steccato per ogni giorno in cui non aveva perso la pazienza e litigato con qualcuno.

I giorni passarono e finalmente il ragazzo poté dire al padre che aveva levato tutti i chiodi dallo steccato.

Il padre portò il ragazzo davanti allo steccato e gli disse: "Figlio mio, ti sei comportato bene, ma guarda quanti buchi ci sono nello steccato. Lo steccato non sarà mai più come prima".

Quando litighi con qualcuno e gli dici qualcosa di brutto, gli lasci una ferita. Puoi piantare il chiodo nel cuore di una persona, e poi levarlo, ma rimarrà sempre una ferita. Non importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà.

amiciziapassatomaleconseguenzeferiterabbia

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inviato da Matteo Preto, inserito il 09/04/2002

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