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24 novembre 2024
XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) - CRISTO RE
Quando hai bisogno, Qumran ti dà una mano, sempre.
Ora Qumran ha bisogno di te.
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TESTO
81. Il dogma: prigione o conquista?
Paolo VI, 5 giugno 1968
Il dogma non è una prigione del pensiero; è una conquista, è una certezza, che stimola la mente alla contemplazione e all'esplorazione, sia del suo contenuto, di solito profondo fino all'insondabile, sia del suo sviluppo nel concerto e nella derivazione di altre verità. Intellectus quaerens fidem, l'intelligenza esercita nella fede la sua ricerca, diceva il teologo medievale e tuttora degno d'esserci maestro, S. Anselmo; e aggiungeva: fides quaerens intellectum, la fede ha bisogno dell'intelletto. La fede infonde fiducia all'intelligenza, la rispetta, la esige, la difende; e per il fatto stesso che la impegna allo studio di verità divine, la obbliga ad un'assoluta onestà di pensiero, e ad uno sforzo che non la debilita, ma la conforta, tanto nell'ordine speculativo naturale, quanto in quello soprannaturale.
inviato da Luca, inserito il 01/05/2006
TESTO
E' proprio l'uomo devoto quello che corre il maggiore pericolo di configurare Dio a sua immagine o secondo un'altra immagine. Anche noi cristiani corriamo incessantemente il pericolo di credere a miti e adorare immagini. Non esiste una sola verità di fede che non possiamo manipolare idolatricamente.
inviato da Luca, inserito il 18/03/2006
PREGHIERA
83. Non ho lasciato la speranza 1
O Grande Re, non ho lasciato
la speranza della tua grazia:
ho con me tanta viltà,
tante vergogne, eppure
non ho lasciato la speranza.
Nessuno sa come la tua provvidenza
segretamente tesse una rete magica
nascosta agli occhi di tutti.
Al tempo da te fissato,
improvvisamente, chi sa dove,
arriva l'impossibile, manifestandosi
nella sua stessa luce,
sempre aspettato,
sempre in vesti di possibile!
Tu sei il testimone interiore.
In questo timido paese;
all'insaputa di tutti,
di cuore in cuore,
di casa in casa,
la tua virtù misteriosa
vigila e lavora
notte e giorno.
O Gran Re, non ho lasciato la speranza!
speranzafiduciaprovvidenzafede
inviato da Stefania Raspo, inserito il 26/02/2006
TESTO
84. Allontanate ogni preoccupazione! 1
Di che dovete affannarvi se Gesù vuol farvi pervenire alla patria celeste per i deserti o per i campi, quando e per gli uni e per gli altri si perverrà lo stesso alla beata eternità? Allontanate da voi ogni soverchia preoccupazione che nasce dalle prove con le quali il buon Dio vuole visitarvi; e se ciò non è possibile, allontanatene il pensiero ed in tutto vivete rassegnati ai divini voleri.
affidamento in Diofiduciafedevolontà di Dio
inviato da Leo, inserito il 26/02/2006
TESTO
P. Teilhard de Chardin, Scienza e Cristo ovvero analisi e sintesi, in La scienza di fronte a Cristo
La Scienza con le sue analisi non deve turbare la nostra Fede. Essa deve piuttosto aiutarci a meglio conoscere, comprendere ed apprezzare Dio. Sono convinto che non ci sia per la vita religiosa nutrimento naturale più potente del contatto con le realtà scientifiche ben comprese.
inviato da Luca, inserito il 21/02/2006
TESTO
Gesù ci ama.
Anche se ci mette alla prova
non ci abbandona.
Egli fa della nostra vita
un banco di prova continuo:
speranze perse, difficoltà da superare,
dolori da accettare.
Ma più la nostra disperazione è forte
e più lui ci ama.
Basta che noi gli diciamo "sì",
anche nei momenti più neri,
nei momenti in cui, umanamente parlando,
ci sembra impossibile
che esistano speranze.
Ognuno di noi,
quando crede di essere in crisi,
quando si sente scartato, non desiderato,
deve dire "sì" a Gesù
sicuro che egli lo ricompenserà
già su questa terra,
con il centuplo di amore.
sofferenzadolorefedefiduciaabbandonoamore di Dio
inviato da Luana Minto, inserito il 06/01/2006
TESTO
Servo di Dio f. Cecilio Maria Cortinovis OFMCap
Mi sento da Gesù amato di amore infinito, ma mi sento troppo piccolo... sono contento però di sentirmi piccolissimo alla sua presenza e con tutta confidenza mi lascio prendere da Lui che ama i piccoli. Sento che la mia confidenza nell'infinito, dolce mio amore, deve essere piena. Mio Dio quale lotta: da solo non sono capace di stare in piedi. Quando però sostenuto da voi e dalla vostra e mia Mamma incomincio a camminare, mi sento suggerire: «Guarda adesso, come sai camminare bene».
confidenzafiducia in Diorapporto con Diofedefiducia
inviato da F. Carlo, inserito il 08/12/2005
PREGHIERA
88. Il desiderio di compiacerti
Signore mio Dio,
non ho alcuna idea di dove sto andando,
non vedo la strada che mi è innanzi,
non posso sapere con certezza dove andrò finire.
E non conosco neppure davvero me stesso
e il fatto che pensi di seguire la tua volontà
non significa che lo stia davvero facendo.
Sono però convinto
che il desiderio di compiacerti,
in realtà ti compiace.
E spero di averlo in tutte le cose.
Spero di non far mai nulla
senza un tal desiderio.
E so che se agirò così
la mia volontà mi condurrà per la giusta via,
quantunque possa non saperne nulla.
Avrò però sempre fiducia in te
per quanto mi possa sembrare di essere perduto
e avvolto nell'ombra della morte.
Non avrò paura,
perché tu sei sempre con me
e non mi lascerai mai solo
di fronte ai pericoli.
fiducia in Dioabbandono in Diofede
inviato da F. Carlo, inserito il 08/12/2005
PREGHIERA
Quando mi sento stanco
e le mie sole forze non sembrano più sufficienti per andare avanti,
dammi la forza di cercarti sempre, Signore.
Quando il buio della notte
scende cupo nel mio cuore e tutto mi appare triste e doloroso,
rischiarami con la luce della tua Parola.
Quando intorno a me
vedo gente che soffre e piange,
fammi donare sempre gioia e speranza.
Quando gli altri sono in difficoltà
e hanno bisogno di me,
fammi essere presenza discreta e amica.
Quando le falsità e i compromessi
regolano la mia vita,
dammi il coraggio dell'autenticità senza riserve.
Quando voglio far valere
sempre e solo le mie idee,
dammi l'umiltà di considerare anche le posizioni altrui.
Quando prevalgono
le lotte e le divisioni,
fammi essere portatore di unione e di concordia.
Quando,...
Solo quando sarò capace di fidarmi di te, Signore,
riuscirò a vedere e a proclamare il tuo Regno
che è già tra noi, con noi e dentro di noi.
speranzafiduciaaffidamentorapporto con Diofede
inviato da Adolfo Rebecchini, inserito il 02/10/2005
TESTO
90. Domande e risposte, scienza e vita
Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra, ed. Longanesi 2004
Nessuno ha più risposte che contano, perché nessuno pone più le domande giuste. Tanto meno la scienza, che in Occidente è stata asservita ai grandi interessi economici e messa sull'altare al posto della religione. Così lei stessa è diventata l' "oppio dei popoli", con quella sua falsa pretesa di saper prima o poi risolvere tutti i problemi. La scienza è arrivata a clonare la vita, ma non a dirci che cos'è la vita. La medicina è riuscita a rimandare la morte, ma non a dirci cosa succede dopo la morte. O sappiamo forse davvero che cosa permette ai nostri occhi di vedere e alla nostra mente di pensare?
inviato da Centro Giovani Diocesi Di Pinerolo, inserito il 23/09/2005
RACCONTO
C'era una volta una pecorella ribelle.
Essa vagava senza ben sapere che strada prendere.
Più volte Dio gliel'aveva mostrata ma lei voleva fare di testa sua, voleva cavarsela da sola.
Poiché la strada che si era scelta era comoda e priva di sacrifici.
Un bel giorno stanca di vivere nell'oppio decise di seguire la voce di Dio.
La strada che Dio le mostrò era tutta in salita.
La pecorella voleva tornare indietro, Dio però la incoraggiò ed ella riprese il suo cammino... a volte cadeva a terra, Dio però non la lasciava sola, se la metteva in braccio e l'aiutava nel proseguire.
La pecorella arrivò alla meta proposta da Dio sanguinante e straziata.
Ma quel che è strano è che arrivò felice.
Il Signore se la portò in paradiso.
Ora le disse nessuno ti farà del male sarai tutta mia io che tanto ho sperato in te e che tanto ti ho amata.
La pecorella capì che più grande ricompensa non poteva avere.
amore di Diosequeladoloresofferenzacrocefiduciafede
inviato da Alessia, inserito il 19/06/2005
PREGHIERA
92. Preghiera per il nuovo anno 2
Un nuovo anno comincia
e invano scruto l'orizzonte
per scorgere in anticipo
quello che accadrà.
Davanti al tempo, Signore,
lo devo ammettere,
avverto tutta la mia fragilità
e il mio smarrimento.
Non posso sapere con certezza
quello che accadrà
di qui a poche ore
e come posso prevedere
ciò che mi riserverà
questa nuova carovana di giorni?
Non riesco neppure a intravedere
le sorprese che mi attendono dietro l'angolo
e come posso riconoscere
ciò che sta nel cuore di questi mesi?
E tuttavia, Signore, anche se
televisioni e giornali
continuano a rovesciare su di me
la loro valanga di sciagure,
di notizie sconfortanti,
di previsioni nere,
io non voglio lasciarmi vincere
dall'ansia o dallo scoraggiamento
dal pessimismo o dalla tensione.
No, Signore, vado incontro
a questo nuovo anno
con fiducia e con speranza.
E sai perché? Qualunque cosa accada,
ne sono certo,
tu sarai con me.
fedefiduciafiducia in Dioaffidamentotemposperanzapresentefuturo
inviato da Don Michelangelo Tondolo, inserito il 18/04/2005
ESPERIENZA
Nel 1863 vennero a visitare Don Bosco due signori inglesi, uno dei queli era ministro della regina Vittoria. Entrando nella sala dove più di duecento giovani stavano studianto in perfetto silenzio, i due signori si meravigliarono e chiesero a Don Bosco il segreto di quel magnifico comportamento. Don Bosco rispose che il segreto era non nei castighi o nella disciplina, ma nella confessione e nella comunione frequente.
«Peccato, rispose il ministro inglese, che noi non abbiamo questi strumenti».
E Don Bosco aggiunse: «Se non si usano i sacramenti, allora bisogna usare la forza».
«E' vero, concluse il ministro, o religione o bastone; lo dirò a Londra».
inviato da PLB, inserito il 06/11/2004
TESTO
94. Il frutto della fede è l'amore
La peggiore malattia dell'Occidente oggi
non è la tubercolosi o la lebbra,
ma è il non sentirsi desiderati né amati,
il sentirsi abbandonati.
L'unica cura è l'amore.
Una volta che comprendi quanto Dio sia innamorato di te,
puoi vivere solo irradiando quell'amore.
L'amore non ha senso se non viene condiviso.
Ciò che conta non è quanto fai, ma quanto amore metti
in ciò che fai e condividi con gli altri.
Amare significa anche accettare la sofferenza con gioia.
Dio ama chi dona con gioia.
fedeamoregioiasolidarietàcaritàcondivisione
inviato da Giuseppe Puccio, inserito il 22/09/2004
TESTO
95. Il frutto della preghiera è la fede
La fede è dono di Dio e cresce mediante la preghiera,
come la speranza e l'amore:
e queste sono le tre virtù principali della vita interiore.
Conoscerti e credere in te stesso significa poter conoscere Dio e credere in Dio.
La conoscenza di se stessi infonde umiltà e la conoscenza di Dio infonde amore.
virtùfedepreghierarapporto con Dio
inviato da Giuseppe Puccio, inserito il 22/09/2004
TESTO
Spesso hanno minacciato di uccidermi. Come cristiano devo dire che non credo nella morte senza resurrezione: se mi uccidono, risorgerò nel popolo salvadoregno. Lo dico senza superbia, con la più grande umiltà. In quanto pastore ho l'obbligo, per divina disposizione, di dare la mia vita per coloro che amo ossia per tutti i salvadoregni, anche per coloro che potrebbero assassinarmi. Se le minacce giungessero a compimento, fin d'ora offro a Dio il mio sangue per la redenzione del Salvador.
Il martirio è una grazia di Dio che non credo di meritare. Ma se Dio accetta il sacrificio della mia vita, il mio sangue sia seme di libertà e segno che la speranza sarà presto realtà. La mia morte, se Dio l'accetta, sia per la libertà del mio popolo e sia una testimonianza di speranza per il futuro.
Può dire anche, se mi uccideranno che perdono e benedico quelli che lo faranno. Dio voglia che si convincano di perdere il loro tempo.
Morirà un vescovo, ma la Chiesa di Dio, ossia il popolo, non perirà mai.
sacrificiooffertamortemartiriofederisurrezioneresurrezione
inviato da Massimo Di Lullo, inserito il 29/07/2004
TESTO
Giovanni Paolo I, Udienza Generale 20 settembre 1978
Qualcuno dirà: ma se io sono un povero peccatore? Gli rispondo come risposi a una signora sconosciuta, che s'era confessata da me molti anni fa. Essa era scoraggiata, perché - diceva - aveva avuta una vita moralmente burrascosa.
«Posso chiederle - dissi - quanti anni ha?»
«Trentacinque.»
«Trentacinque! Ma lei può viverne altri quaranta o cinquanta e fare ancora un mucchio di bene. Allora, pentita com'è, invece che pensare al passato, si proietti verso l'avvenire e rinnovi, con l'aiuto di Dio, la sua vita.»
Citai in quell'occasione S. Francesco di Sales, che parla delle «nostre care imperfezioni». Spiegai: Dio detesta le mancanze, perché sono mancanze. D'altra parte, però, in un certo senso, ama le mancanze in quanto danno occasione a Lui di mostrare la sua misericordia e a noi di restare umili e di capire e compatire le mancanze del prossimo.
speranzapeccatofedeperdonodebolezzapentimentoconversioneperdono di Diomisericordia
inviato da Luca Peyron, inserito il 28/07/2004
TESTO
Al termine della strada,
non c'è la strada
ma il traguardo.
Al termine della scalata,
non c'è la scalata
ma la sommità.
Al termine della notte,
non c'è la notte
ma l'aurora.
Al termine dell'inverno,
non c'è l'inverno
ma la primavera.
Al termine della disperazione,
non c'è la disperazione
ma la speranza.
Al termine della morte,
non c'è la morte
ma la vita.
Al termine dell'umanità,
non c'è l'uomo
ma l'Uomo-Dio.
stradafuturosperanzafedemortevita eternaattesaavvento
inviato da Anonimo, inserito il 27/07/2004
TESTO
Sì, il mio è un Dio ballerino,
un Dio giovane,
sorprendente,
uno del quale ci si può fidare, sempre...
Uno di quelli che mantiene sempre la parola data.
Lui non ti delude,
è sempre attento,
anche quando per pigrizia non ti accorgi della Sua presenza,
o vorresti fare a meno di Lui.
E' un amico,
sul quale puoi contare, sempre...
Ti è vicino specialmente quando tutto sembra andarti storto,
quando la sfiga ti assale,
tutto ti appare nero,
e il mondo sembra crollarti addosso.
E' proprio in quel momento che a modo suo,
ti viene incontro e ti si fa vicino.
Se lo vuoi,
ti sostiene e ti dà la forza per andare avanti.
Il suo è un aiuto discreto,
disinteressato,
gratuito.
Solo una cosa ti chiede:
di fidarti di Lui, sempre.
inviato da Adolfo Rebecchini, inserito il 30/03/2004
TESTO
Noi crediamo alla gioia,
il che non si riduce
a dare prova di ottimismo.
Ci sembra che la gioia cristiana,
quella che il Signore chiama "la mia gioia",
quella che egli vuole che sia "piena",
consista nel credere concretamente
- per fede - che noi sempre e dovunque
abbiamo tutto ciò che è necessario
per essere felici.
gioiafelicitàserenitàpace interiorefedefiducia
inviato da Massimo Di Lullo, inserito il 22/12/2003