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TESTO

41. Se crediamo nel perdono

Cristina Raimbolt

Se crediamo che il perdono è più forte del male che ci colpisce e più grande del nostro orgoglio e della nostra sofferenza;
se crediamo che il perdono è capace di trasformare lo spirito e il cuore per strapparci ai nostri limiti e spingerci oltre;
se crediamo che il perdono è sorgente di una più grande libertà, pace e dolcezza e che fa crescere in ognuno di noi la vita;
se crediamo che il perdono è accoglienza, umiltà e maturazione e che è in grado forgiare un essere nuovo e bello;
se crediamo che il perdono fa crescere nel più profondo di noi stessi la gioia della resurrezione e l'allegria della Pasqua;
allora per oggi e per ogni altro giorno che verrà
noi trasformeremo la nostra vita grazie al perdono.

fedeperdonosperanzafiduciarinascitaconversione

3.0/5 (2 voti)

inviato da Bruna Coin, inserito il 22/12/2009

TESTO

42. Io sono la vite, voi i tralci - Commento a Gv 15, 1-11   3

Madre Teresa di Calcutta, Missione d'amore

Il capitolo 15 di Giovanni ci avvicinerà al Cristo. Il Padre, essendo il vignaiolo, deve potare il tralcio perché dia più frutto, e il frutto che dobbiamo produrre nel mondo è bellissimo: l'amore del Padre e la gioia. Ognuno di noi è un tralcio.

Quando andai l'ultima volta a Roma, volevo dare qualche piccolo insegnamento alle mie novizie e pensai che questo capitolo fosse il più bel modo di capire che cosa siamo noi per Gesù e che cosa è Gesù per noi. Ma non mi ero resa conto di ciò di cui invece si resero conto quelle giovani suore quando considerarono quanto è robusto il punto di innesto dei tralci nella vite: come se la vite temesse che qualcosa o qualcuno le strappi il tralcio.

Un'altra cosa su cui quelle sorelle richiamarono la mia attenzione fu che, se si guarda la vite, non si vedono frutti.

Tutti i frutti sono sui tralci. Allora esse mi dissero che l'umiltà di Gesù è così grande che egli ha bisogno dei tralci per produrre frutti. Questo è il motivo per cui ha fatto tanta attenzione al punto di innesto: per poter produrre quei frutti egli ha fatto l'attacco in modo tale che si debba usare la forza per romperlo. Il Padre, il vignaiolo, pota i tralci per produrre più frutto, e il tralcio silenzioso, pieno d'amore, incondizionatamente si lascia potare. Noi sappiamo che cos'è la potatura, poiché nella nostra vita ci deve essere la croce e quanto siamo più vicini a lui e tanto più la croce ci tocca e la potatura è intima e delicata.

Ognuno di noi è un collaboratore di Cristo, il tralcio di quella vite; e che cosa significa per voi e per me essere collaboratori di Cristo?

Significa dimorare nel suo amore, avere la sua gioia, diffondere la sua compassione, testimoniare la sua presenza nel mondo.

rapporto con Diomissionetestimonianzaportare fruttofrutti

inviato da Stefano Targa, inserito il 07/12/2009

PREGHIERA

43. Preghiera strampalata   3

Adolfo Rebecchini

Signore, tutti urlano!
Aiutami...
Ad abbassare il tono della mia voce.
A trovare il silenzio dentro e fuori di me.
Ad ascoltare le parole appena sussurrate.
A sentire il profumo di un fiore appena sbocciato.
A discernere il bene dal male.
Ad usare sempre parole buone.
A benedire e non a maledire.
A comprendere i sogni e i desideri nascosti nel cuore della gente.
Ad inginocchiarmi davanti al tuo Santissimo Corpo.
Ad essere un uomo dalle mani dure ma dal cuore buono.
A riconoscere sempre i miei errori.
A togliere l'orgoglio dalla mia vita.
A portare ogni giorno la mia croce.
A riconoscerti nel volto di ogni persona.
Ad amare mia moglie di un amore eterno e sempre nuovo.
Ad accettare che i miei figli non sono "cosa mia".
Ad essere in ogni luogo espressione della tua felicità.
Aiutami, Signore, a riconoscere sempre la tua voce.
Amen.

vitasilenziodelicatezzaascoltoserenitàtranquillitàumiltà

4.3/5 (4 voti)

inviato da Adolfo Rebecchini, inserito il 07/12/2009

TESTO

44. La gabbia

Ivo Guadagnini

Quante volte ci siamo sentiti oppressi, rinchiusi, senza speranze, in una gabbia, costretti a vivere in luoghi che non ci appartengono, ma che fanno parte di noi; ed allora cerchiamo di fuggire dalla gabbia, con tutte le nostre forze ci avventiamo contro quelle sbarre, cercando di tagliarle, convinti che al di fuori di essa ci attendono i nostri sogni perduti, le nostre speranze svanite.

Ma la gabbia noi stessi l'abbiamo creata, con le nostre paure, insoddisfazioni, invidie e delusioni, senza sapere che al di fuori di essa ne esiste un'altra un po' più grande, senza sapere che l'autentica libertà è dentro di noi e la potremmo assaporare solo quando troveremo la chiave della gabbia, quel piccolo strumento fatto d'amore e di attimi di gioia, di risate e di pianti, di delusione, di umiltà e di ringraziamento verso quel qualcuno che ci ha creati liberi, dandoci la chiave e la gabbia, in cui noi stessi, da soli, ci siamo rinchiusi.

libertàlibertà interiorecoraggiofiduciaaperturachiusurapaura

inviato da Ivo Guadagnini, inserito il 05/12/2009

PREGHIERA

45. Santa Maria, Vergine del meriggio

Tonino Bello, Maria donna dei nostri giorni

Santa Maria, Vergine del meriggio,
donaci l'ebbrezza della luce.
Stiamo fin troppo sperimentando
lo spegnersi delle nostre lanterne,
e il declinare delle ideologie di potenza,
e l'allungarsi delle ombre crepuscolari
sugli angusti sentieri della terra,
per non sentire la nostalgia del sole meridiano.
Strappaci dalla desolazione dello smarrimento
e ispiraci l'umiltà della ricerca.
Abbevera la nostra arsura di grazia nel cavo della tua mano.
Riportaci alla fede che un'altra Madre, povera e buona come te,
ci ha trasmesso quando eravamo bambini,
e che forse un giorno abbiamo in parte svenduto
per una miserabile porzione di lenticchie.
Tu, mendicante dello Spirito,
riempi le nostre anfore di olio
destinato a bruciare dinanzi a Dio:
ne abbiamo già fatto ardere troppo
davanti agli idoli del deserto.
Facci capaci di abbandoni sovrumani in Lui.
Tempera le nostre superbie carnali.
Fa' che la luce della fede,
anche quando assume accenti di denuncia profetica,
non ci renda arroganti o presuntuosi,
ma ci doni il gaudio della tolleranza e della comprensione.
Soprattutto, però, liberaci dalla tragedia
che il nostro credere in Dio
rimanga estraneo alle scelte concrete di ogni momento
sia pubbliche che private,
e corra il rischio
di non diventare mai carne e sangue
sull'altare della ferialità.

MariaMadonnafiduciaperseveranzaricerca

inviato da Francesco De Luca, inserito il 25/11/2009

PREGHIERA

46. Preghiera a Maria

Henri Caldelari - Isabelle Barman, dal mensile "Dall'alba al tramonto"

Umile serva del Signore,
come hai formato Gesù
a tua somiglianza
forma anche me,
a immagine del tuo diletto Figlio.
Insegnami l'umiltà, la dolcezza,
la pazienza e la bontà.
Fa' crescere in me la fede,
la speranza e la carità.
Fa' che io sia fedele
all'alleanza del mio battesimo
e aperto al soffio dello Spirito.
Uniscimi a Gesù; che io lo segua
fino alla croce per condividere
un giorno la sua gloria!
Aiutami nella prova
e preservami dal peccato.
Che il mio cuore sia radicato
nella fiducia e nella riconoscenza.

preghieramaria

inviato da Bruna Coin, inserito il 25/11/2009

PREGHIERA

47. A Maria, Madre del Bell'Amore

Bruno Forte, I gradi dell'amore, ed. S. Paolo 2007, p. 67-68

Maria, vergine dell'ascolto,
silenzio in cui la Parola
venne ad abitare fra noi,
affido a te tutto me stesso,
la mia mente e il mio cuore,
la mia carne e i miei sensi,
perché alla tua scuola e col tuo aiuto
io sia silenzio e ascolto
per lasciarmi amare senza difese dal mio Dio
e divenire come te deserto fiorito,
giardino del sempre nuovo inizio dell'amore.
A te, Madre del bell'Amore,
consacro il mio cuore,
perché il mio sì divenga come il tuo
sorgente d'amore tenero e attento,
umile e concreto,
e, come te, arca dell'Alleanza,
porti a quanti incontrerò
la gioia della presenza dell'Amato.
A te, sposa delle nozze eterne,
che canti le meraviglie
compiute dallo sposo
nell'umiltà della tua storia e della nostra,
affido pensieri, parole e opere di ogni giorno,
perché nella fedeltà al dono dell'Amore
siano tutti pensieri di pace,
cantico di lode, parole di speranza,
opere di giustizia e carità dolcissima.
Vergine, Madre e Sposa,
tutta bella regina del cielo e della terra,
intercedi per me perché venga a cantare
con te e con tutti i Santi
insieme a chi mi fu affidato nell'amore
cantico nuovo dell'Agnello
nella Gerusalemme eterna,
splendente della bellezza
del giorno dell'amore che non muore.
Amen. Alleluia!

MariaMadonna

5.0/5 (1 voto)

inviato da Cristina Catapano, inserito il 25/11/2009

TESTO

48. I figli sono un mezzo, non un fine

Marco Pedron

I figli, per molte persone, rappresentano il successo e la realizzazione della propria vita. Se non li hai la vita non ha senso; se li hai ti devono obbedire, devono renderti felice e non deluderti; devono diventare bravi. Sono ciechi.

I figli sono il dono della vita per me perché io possa esprimere l'amore che mi porto dentro; sono il mezzo perché la mia vita si realizzi, perché io sia fecondo, perché ci sia un senso alle mie giornate. Ma sono il mezzo non il fine. I figli sono uno stupore da vivere, una meraviglia da contemplare, una scuola di vita da cui imparo la gratuità (do senza avere aspettative), il distacco (li amo anche se se ne andranno), l'alterità (sono altri, diversi, opposti da me), l'umiltà (mi fanno vedere le mie debolezze, le mie fragilità, i miei difetti), ecc.

figlifamigliagenitoriamorelibertà

inserito il 09/08/2009

TESTO

49. Bontà

Ogni giorno lungo i sentieri della vita c'è sempre qualcuno che ne elemosina un tantino, perché la bontà è la sola cosa che riempie, dà pace, non mette in imbarazzo nessuno e non si esaurisce in chiacchiere.
Per essere buoni basta togliere la scorza dell'animo, acquietare i litigi e la rabbia, sotterrare l'orgoglio, aprire la porta e dire: "Entra in questa casa, è tua".
Bontà è mettere l'altro al primo posto, è ricordarsi che non vale la pena essere cattivi, per quel poco che si vive.
E' un po' di perdono la bontà, è andare verso gli ultimi; non usare violenza, farsi un po' piccoli, magari un po' ingenui, un po' poeti.
Bontà è essere puri di cuore, ignorando la partita doppia.
Bontà è far scoprire il cuore agli uomini, è far ritornare il sorriso sul viso di un bimbo.

amorebontàsemplicitàaccoglienzaumiltà

inviato da Forner Fortunato, inserito il 17/06/2009

TESTO

50. Facile e difficile   1

Facile è occupare un posto nell'agenda telefonica.
Difficile è occupare il cuore di qualcuno.
Facile è giudicare gli errori degli altri.
Difficile è riconoscere i nostri propri errori.
Facile è ferire chi ci ama.
Difficile è curare questa ferita.
Facile è perdonare gli altri.
Difficile è chiedere perdono.
Facile è esibire la vittoria.
Difficile è assumere la sconfitta con dignità.
Facile è sognare tutte le notti.
Difficile è lottare per un sogno.
Facile è pregare tutte le notti.
Difficile è trovare Dio nelle piccole cose.
Facile è dire che amiamo.
Difficile è dimostrarlo tutti i giorni.
Facile è criticare gli altri.
Difficile è migliorarne uno.
Facile è pensare di migliorare.
Difficile è smettere di pensarlo e farlo realmente.
Facile è ricevere.
Difficile è dare.

perdonoamoredarepreghieraumiltàconversionecambiamentonon giudicareconcretezza

5.0/5 (1 voto)

inserito il 12/06/2009

TESTO

51. Sogno una grande speranza   1

Cardinale Francesco Saverio Van Thuan, Testimoni della speranza. Esercizi spirituali tenuti alla presenza di Ss. Giovanni Paolo II, Citta Nuova, Roma 2006, pag 58-59

Sogno una Chiesa che è Porta Santa , aperta, che accoglie tutti, piena di compassione e di comprensione per le pene e le sofferenze dell'umanità, tutta protesa a consolarla.

Sogno una Chiesa che è Parola, che mostra il libro del Vangelo ai quattro punti cardinali della terra, in un gesto di annuncio, di sottomissione alla Parola di Dio, come promessa dell'Alleanza eterna.

Sogno una Chiesa che è Pane, Eucaristia, che si lascia mangiare da tutti, affinché il mondo abbia la vita in abbondanza.

Sogno una Chiesa che è appassionata di quella unità che ha voluto Gesù.

Sogno una Chiesa che è in cammino, Popolo di Dio, che dietro al Papa che porta la croce, entra nel tempio di Dio e pregando e cantando va incontro a Cristo Risorto, speranza unica, incontro a Maria e a tutti i Santi.

Sogno una Chiesa che porta nel suo cuore il fuoco dello Spirito Santo, e dove c'è lo Spirito, c'è la libertà, c'è il dialogo sincero con il mondo; e specialmente con i giovani, con i poveri e con gli emarginati, c'è il discernimento dei segni dei nostri tempi.

Sogno una Chiesa che è testimone di speranza e di amore, con fatti concreti, come quando si vede il Papa abbracciare tutti... nella grazia di Gesù Cristo, nell'amore del Padre e nella comunione dello Spirito, vissuti nella preghiera e nell'umiltà.

chiesa

5.0/5 (1 voto)

inviato da Stefano Targa, inserito il 12/06/2009

PREGHIERA

52. Signore, aiutami!   2

Mahatma Gandhi

Signore, aiutami a dire la verità davanti ai forti
e a non mentire per avere l'applauso dei deboli.
Se mi dai fortuna, non togliermi la ragione.
Se non ho fortuna, dammi la forza per trionfare sul fallimento.
Se mi dai successo, non togliermi l'umiltà.
Se mi dai l'umiltà, non togliermi la dignità.
Se sarò in difetto con la gente,
dammi il coraggio di chiedere scusa
e se la gente mancherà con me
dammi il coraggio di perdonare.
Signore, se mi dimentico di te,
non ti dimenticare di me.

veritàumiltàperdono

inviato da Maria Coppola, inserito il 05/06/2009

RACCONTO

53. Forza dei fatti   1

L. Fausto Colecchia, Momenti del cuori

Dice Francesco al suo compagno: "Vieni, fratello, andiamo a predicare". Risponde il fraticello disarmato: "Ma, Padre, come posso predicare io che sono tanto ignorante?".
"Non ci pensare - sussurra Francesco - andiamo, andiamo a predicare".
Van girando i frati per la città e pregano insieme camminando, salutan tutti in pace ed umiltà, dei poverelli si fanno fratelli, aiutano insieme i bisognosi.
Dice infine Francesco al compagno: "Vieni, fratello, torniamo al convento". "Ma, Padre mio, la nostra predica?".
Sorridendo gli replica Francesco:
"Ma è già finita, fratello mio. La più bella predica è l'esempio: noi oggi l'abbiamo fatta così".
Più che le parole contano i fatti.

donoesempiotestimonianza

inviato da Adriana Parodi, inserito il 05/06/2009

PREGHIERA

54. Ti adoro, anche se...   2

Padre Augusto Gianola, Missionario PIME in Amazzonia

Signore, ti adoro,
anche se non so che cosa vuol dire.
Ti ringrazio, anche se solo a parole.
Ti chiedo perdono, anche se senza una lacrima.
Ti offro tutto, anche se non ho niente.
Ti voglio amare, anche se ne sono assolutamente incapace.

adorazionepeccatoumiltàinadeguatezza

3.0/5 (1 voto)

inviato da Don Maurizio Memini, inserito il 02/06/2009

PREGHIERA

55. O fuoco giocondo dello Spirito

Michel Hubaut, Rivista "Il Cenacolo"

O fuoco giocondo dello Spirito, fonte dell'unità che riflette la diversità, tu metti d'accordo anche le cose contrarie: l'eterno e il temporale, l'immaginario e il reale, il particolare e l'universale, la forza e l'umiltà, il movimento e la stabilità, l'efficacia dell'agire e il gesto gratuito, il giorno e la notte, il riposo e l'azione... Unifica la mia vita al di sopra di ogni contraddizione!

Spirito, fonte di unità, insegnami a raccogliere anche la più piccola perla di felicità. Insegnami ad assaporare le piccole gioie: la notte brumosa che si trasforma in giorno, l'aroma del caffè, la strada che si sveglia, il riso dei ragazzi che vanno a scuola...

Spirito, fonte di unità, fonte delle gioie dell'infanzia ritrovata, riscalda il mio cuore disincantato, stendi i tuoi colori sul grigio dell'uniformità, libera in me il canto della vita che dice grazie per ogni briciola di felicità.

Spirito SantoPentecostequotidianogioiafelicità

inviato da Ester Da Ponte, inserito il 21/03/2008

PREGHIERA

56. A Gesù Crocifisso

Angelo Comastri

O Gesù, mi fermo pensoso
ai piedi della Croce:
anch'io l'ho costruita con i miei peccati!
La tua bontà, che non si difende
e si lascia crocifiggere, è un mistero
che mi supera e mi commuove profondamente.
Signore, tu sei venuto nel mondo per me,
per cercarmi, per portarmi
l'abbraccio del Padre.
Tu sei il volto della bontà
e della misericordia:
per questo vuoi salvarmi!
Dentro di me ci sono le tenebre:
vieni con la tua limpida luce.
Dentro di me c'è tanto egoismo:
vieni con la tua sconfinata carità.
Dentro di me c'è rancore e malignità:
vieni con la tua mitezza e la tua umiltà.
Signore, il peccatore da salvare sono io:
il figlio prodigo che deve tornare, sono io!
Signore, concedimi il dono delle lacrime
per ritrovare la libertà e la vita,
la pace con te e la gioia in te.
Amen.

crocerapporto con Diocrocifissovenerdì santoconversione

4.3/5 (3 voti)

inviato da Cristina Catapano, inserito il 19/03/2008

TESTO

57. Io vado avanti come un'asino

Card. Roger Etchegaray

Io vado avanti come un' asino...
sì, proprio come quell'animale che un dizionario biblico così descrive:
"L'asino della Palestina è molto vigoroso, sopporta il caldo, si nutre di cardi; ha una forma di zoccoli che rende molto sicuro il suo incedere, costa poco mantenerlo. I suoi soli difetti sono la caparbietà e la pigrizia".
Io vado avanti come quell'asino
di Gerusalemme,
che, in quel giorno della festa degli ulivi,
divenne la cavalcatura regale e pacifica del Messia.
Io non sono sapiente,
ma una cosa so: so di portare Cristo
sulle mie spalle
e la cosa mi rende più orgoglioso
di essere borgognone o basco.
Io lo porto, ma è lui che mi guida:
io credo in lui, lui mi guida verso il suo regno.
Chissà quante volte si sente sballottato il mio Signore,
quando inciampo contro una pietra!
Ma lui non mi rinfaccia mai niente.
E' così bello percepire
quanto sia buono e generoso con me:
mi lascia il tempo di salutare
l'incantevole asina di Balaan,
di sognare davanti a un campo di spighe,
di dimenticarmi persino di portarlo.
Io vado avanti in silenzio.
E' strano quanto ci si capisca
anche senza parlare!
La sua sola parola, che io ho ben capito,
sembra essere stata detta apposta per me:
"Il mio giogo è facile da sopportare
e il mio passo leggero" (Mt 11,30).
Fede d'animale,
come quando una notte di Natale,
allegramente portavo sua Madre verso Betlemme.
Io vado avanti nella gioia.
Quando voglio cantare le sue lodi,
io faccio un baccano del diavolo,
io canto stonato.
Lui allora ride,
ride di cuore
e il suo riso trasforma
le strettoie del mio vecchio cammino
in una pista da ballo e i miei pesanti zoccoli
in sandali alati.
Io vado avanti come un asino
che porta Cristo sulle sue spalle.

amorefedeservizioumiltà

inviato da Daniela, inserito il 22/09/2007

PREGHIERA

58. Preghiera della suocera

Jacqueline Masi Lanteri

Maria, tu sei la sempre Vergine Madre di Dio. Sei stata la castissima sposa di San Giuseppe e la sua giovane vedova. Hai sofferto il dolore dei dolori: l'atroce morte del Divin Figlio. Nella tua vita terrena hai sperimentato tutte le nostre esperienze tranne quella del peccato e permettimi l'audacia, quella di essere... suocera.
Sai Maria, essere suocere non è facile. Si ha sempre paura di sbagliare. Interessarsi ai figli sposati può sembrare indiscreto, non interessarsene, almeno in apparenza, indice di durezza di cuore, indifferenza. La suocera di solito, ha cattiva fama e incontra grosse difficoltà a muoversi con disinvoltura e naturalezza. Ogni cosa che dice o fa', può essere travisato in perfetta buona fede. Perciò, ti chiedo il dono della discrezione e del silenzio; della delicatezza nell'esprimermi e la pazienza nel saper tacere. Ti prego per mio figlio e ancora di più per la madre dei suoi figli, i miei nipotini. Maria, ringrazia tu il Signore per me. Mi ha concesso il dono di una figlia da amare, aiutami ad aiutarla nell'umiltà e nel nascondimento. Aiutala a gestire e crescere la sua famiglia come più le piace. Contribuirò così, nel mio piccolo, a costruire la Pace.

suocerafamiglia

inviato da Jacqueline Masi Lanteri, inserito il 01/05/2007

PREGHIERA

59. Credevo, credevo...   1

Ho dato un pane a un povero.
Credevo d'essere stato caritatevole; invece era giustizia,
perché io ho tanto pane e lui ha fame.

Ho guidato un cieco per un tratto di strada.
Mi sentivo buono; invece era giustizia,
perché io ci vedo e lui no.

Ho regalato un abito usato ad una povera anziana.
Credevo d'essere stato altruista; invece era convenienza:
gliel'ho dato per disfarmene, a me non serviva più.

Ho gridato a un giovane di andare a lavorare invece di chiedere l'elemosina.
Credevo di dargli una lezione; invece era ingiustizia:
aveva bisogno di lavoro e di rispetto.

Mi sento un buon cristiano, con la coscienza a posto.
Vado a Messa, recito qualche preghiera, non faccio del male a nessuno;
invece sono egoista e ipocrita.

Perché al Signore, che mi dona ogni istante di vita,
riservo solo le briciole della mia giornata,
e ai miei fratelli riservo le briciole dell'amore che egli mi dona...

amorecaritàegoismosuperficialitàconvenienzagratuitàumiltà

5.0/5 (4 voti)

inviato da Daniele, inserito il 06/03/2007

TESTO

60. La voce che grida nel deserto

Paulo Coelho

Un uomo abbandona la vita mondana e si trasforma in eremita. Lontano dal centro delle decisioni politiche della sua epoca, trascorre diversi anni della propria vita tentando di preparare il cammino per il Messia. Si definisce come "Voce di uno che grida nel deserto".

In un primo momento, possiamo pensare che quell'uomo - Giovanni Battista - non abbia avuto alcuna influenza nella sua epoca. Ma la storia ci dimostra esattamente il contrario: la sua presenza fu fondamentale nella vita di Gesù.

Quante volte ci sentiamo come delle voci che gridano nel deserto? Le nostre parole sembrano perdersi nel vento, i nostri gesti apparentemente non destano alcuna reazione. Giovanni persistette. A noi tocca fare la stessa cosa. Le voci che gridano nel deserto sono quelle che scrivono la storia del loro tempo.

inutilitàGiovanni battistaumiltàprofezia

inviato da Qumran2, inserito il 06/10/2006

Pagina 3 di 7