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TESTO

21. L'ultima parola   1

Leonardo Boff

L'ultima parola non appartiene all'interesse, al conflitto e alla dura lotta per la vita, ma alla tenerezza, alla gratuità, al gioco, al volersi bene. In questo senso, il Bambino messo tra i bue e l'asino nel presepe non è solo l'inizio della vita, ma ne è il simbolo e la pienezza.

affettivitànatalevitagratuitàsenso della vita

inviato da Mariella Romanazzi, inserito il 11/12/2002

RACCONTO

22. Il bambino e il santo

Gopal Mukerji

Un giorno, un santo si fermò da noi. Mia madre lo scorse nel cortile, mentre faceva divertire i bambini. "Oh", - mi disse - "è proprio un santo; puoi andargli incontro, bambino mio".

Il santo posò la mano sulla mia spalla e mi chiese: "Bimbo mio, che cosa vuoi fare?".
"Non lo so. Che cosa vuoi che faccia?".
"No, dimmi tu cosa vuoi fare".
"A me piace giocare".
"Allora vuoi giocare con il Signore?".

lo non seppi cosa rispondere. Egli continuò: "Vedi, se tu potessi giocare con il Signore, sarebbe la cosa più grande del mondo. Tutti lo prendono talmente sul serio che lo rendono mortalmente noioso... Gioca con Dio, bambino mio: è il più meraviglioso compagno di gioco".

rapporto con Diogioiagioco

inviato da Barbara, inserito il 02/12/2002

TESTO

23. Un esercizio spirituale: la vacanza   2

Anthony de Mello, Alle sorgenti

Immagino di ritirarmi in un posto solitario per fare a me stesso il dono della solitudine, perché la solitudine è un tempo nel quale vedo le cose come sono.

Quali sono le piccole cose nella vita che la mancanza di solitudine ha eccessivamente ingigantito?

Quali sono le cose veramente importanti per le quali trovo troppo poco tempo?
La solitudine è un tempo per prendere decisioni.

Quali decisioni devo prendere o riconsiderare in questo particolare momento della mia vita?
Ora decido che tipo di giornata sarà oggi.
Sarà una giornata per fare?
Faccio un elenco delle cose che voglio veramente fare oggi.

Sarà anche una giornata per essere, nessuno sforzo per ottenere risultati, per fare cose, per guadagnare o possedere, ma solo per essere?

La mia vita non porterà frutto finché non avrò imparato l'arte di non coltivare, l'arte di "perdere" tempo in modo creativo.

Così decido quanto tempo dedicare al gioco, ad interessi senza scopo ed improduttivi, al silenzio, all'intimità, al riposo.

E domando a me stesso che cosa assaporerò oggi, che cosa toccherò, odorerò, ascolterò e vedrò.

solitudinevacanzasilenziomeditazionetempogratuitàinterioritàessenziale

4.0/5 (2 voti)

inviato da Eleonora Polo, inserito il 27/11/2002

TESTO

24. Codice delle piccole buone azioni

P. Lacordaire

Il P. Lacordaire, convertito, avvocato, domenicano, deputato, famoso predicatore, accademico di Francia, si era composto un "Codice delle piccole buone azioni". Eccolo per un esame di coscienza:

Sorridi alla monotonia del dovere quotidiano.
Taci quando ti accorgi che qualcuno ha sbagliato.
Elogia il fratello che ha operato il bene.
Rendi un servizio a chi ti è sottoposto.
Partecipa al gioco dei fanciulli, i prediletti di Dio.
Stringi cordialmente la mano al fratello che è nella tristezza.
Parla con dolcezza agli impazienti e agli importuni.
Guarda con affetto chi nasconde un dolore.
Riconosci umilmente il tuo torto.
Saluta affabilmente gli umili.
Abbi un pentimento sincero per il male fatto.

quotidianitàumiltàservizioumanità

inviato da Andrea Aversa, inserito il 27/11/2002

TESTO

25. Il mare in una buca   1

S. Agostino

Mi ero alzato presto quel mattino, e camminavo lungo la riva del mare. Mi capita spesso di fare così quando la mia mente non riesce a comprendere, cose più grandi me: con la sola forza della mia intelligenza cercavo di spiegarmi tante cose di Dio. Ero così preso dai miei pensieri che quasi non mi ero accorto che di fronte a me, a quell'ora dell'alba stava giocando un bambino. Aveva fatto una buca nella sabbia e continuava a correre da lì fino a riva, avanti e indietro, trasportando ogni volta un po' d'acqua.

«A che gioco stai giocando a quest'ora?» gli chiesi.

Il bambino mi rispose che non era affatto un gioco, e che voleva solo riversare tutto il mare in quella buca. Sorridendo per la sua impresa cercai di farlo ragionare, dicendogli che non ci sarebbe mai riuscito, perché il mare è troppo grande per essere contenuto in una piccola buca nella sabbia. Anche lui mi sorrise, ma continuò nel suo gioco. Così proseguii il mio cammino. Non avevo fatto nemmeno dieci passi che il bambino alle mie spalle rispose.

«Forse hai ragione Agostino, ma sappi che è più facile per me travasare qui le acque dell'intero Oceano che alla tua mente scorgere i confini dell'amore di Dio.»

infinitoconoscenza di Dioamore di DioTrinità

inviato da Viola, inserito il 17/09/2002

RACCONTO

26. La partita a scacchi   1

Paulo Coelho

Disse il giovane all'abate del monastero: "Vorrei tanto essere un monaco, ma non ho imparato niente di importante nella vita. Tutto ciò che mio padre mi ha insegnato è giocare a scacchi, cosa che non serve per l'illuminazione".

"Chi sa che questo monastero non abbia bisogno di svago", fu la risposta.

L'abate, allora, chiese una scacchiera, convocò un monaco e gli disse di giocare con il ragazzo. Ma, prima che la partita cominciasse, aggiunse: "Anche se abbiamo bisogno di svago, non possiamo permettere che stiano tutti a giocare a scacchi. Dunque, terremo qui solo il migliore dei giocatori. Se il nostro monaco perderà, andrà via dal monastero e lascerà un posto libero per te".

L'abate parlava seriamente. Il ragazzo sentì che era in gioco la sua vita e cominciò a sudare freddo. La scacchiera divenne il centro del mondo. Il monaco iniziò a perdere. Il ragazzo lo incalzò, ma poi notò lo sguardo di santità dell'altro: da quel momento cominciò a fare di proposito le mosse sbagliate. In fin dei conti, preferiva perdere, perché il monaco poteva essere più utile al mondo.

All'improvviso, l'abate rovesciò per terra la scacchiera. "Hai imparato molto di più di ciò che ti hanno insegnato - disse -. Ti sei concentrato abbastanza per vincere, sei stato capace di lottare per ciò che desideravi. Poi, hai avuto compassione, ed eri disposto a sacrificarti in nome di una causa nobile. Che tu sia il benvenuto nel monastero, perché sai equilibrare la disciplina con la misericordia".

maturitàmisericordiadonareagonismocompetitività

inviato da Luca Peyron, inserito il 20/05/2002

TESTO

27. Il gioco della vita   1

Anthony de Mello

La vita è come una partita in cui ciascun giocatore sfrutta come meglio può le carte che gli sono toccate.

Chi insiste a giocare non con le carte che ha ricevuto ma con quelle a cui sostiene di aver diritto, è destinato a fallire nella vita.

Non ci vien chiesto se vogliamo giocare. Su questo non c'è scelta, tutti devono partecipare. Sta a noi decidere come.

vitatalentiabbandonorassegnazione

4.5/5 (2 voti)

inviato da Don Angelo, inserito il 09/05/2002

TESTO

28. Succede....   2

Alessandro Pronzato

La vita è così... Sono cose che capitano. Succede...
Sì.

Succede che io stia bene e quell'altro languisce in un sanatorio. Succede che io rischi l'indigestione e l'indiano muore di fame.

Succede che io tenga il mio bravo conto in banca e il vicino di casa vada a impegnare una coperta al Monte di Pietà.

Succede che io mi preoccupi per scegliere la villeggiatura e la famiglia di fronte si disperi per il pagamento dell'affitto (due camere in otto).

Succede che io vada in ufficio con l'utilitaria - è più maneggevole della coupé - e lo scaricatore si presenti alle 6 di mattino sulla banchina del porto a vedere se qualcuno ha bisogno delle sue braccia.
Succede che i miei figli ricevano per Natale dei doni favolosi e quella bambina sarda scriva: "Caro Gesù Bambino, vorrei una mela...".
Succede.

Succede che io sia un buon cristiano e quegli altri no.

Succede che io faccia l'elemosina e quegli altri la ricevano.

Succede che io abbia (o mi illuda di avere) Cristo senza la Croce, e quegli altri la croce senza il Cristo.
Succede.

Il gioco della vita è bizzarro. "A chi tocca tocca" (purché tocchi sempre agli altri).

Ma ho già i miei fastidi, io! Perché occuparmi di quelli degli altri?

Che c'entro io?

C'entri, eccome! Dal momento che c'entra anche Dio.

Ecco, ora mi sembra sia possibile rispondere a una semplicissima domanda del catechismo: "Dov'è Dio?".
"Dio è all'altro capo della croce".
La mia croce. Proprio questa. E anche quella dell'altro.

Dovunque ci sia una croce, non c'è che da afferrarla con le mie mani. Da un lato qualsiasi. Dall'altro c'è sempre Lui.
D'ora in poi so dove trovarlo.

crocesofferenzasolidarietàingiustiziapovertà

5.0/5 (1 voto)

inviato da Stefania Raspo, inserito il 09/05/2002

PREGHIERA

29. Mi hai fatto conoscere

Rabindranath Tagore, Gitanjali, 63

Mi hai fatto conoscere ad amici che non conoscevo. Mi hai fatto sedere in case che non erano la mia. Mi hai portato vicino il lontano, e reso l'estraneo un fratello. In fondo al cuore mi sento a disagio quando abbandono l'abituale rifugio; scordo che il vecchio abita nel nuovo, e là tu stesso hai dimora.

Attraverso la nascita e la morte, in questo oppure in altri mondi, ovunque mi conduci, sei tu, lo stesso, unico compagno della mia vita senza fine, che unisci con legami di gioia il mio cuore a ciò che non è familiare.

Se conosco te nessuno mi sarà estraneo, non vi sarà porta chiusa, né legami.

Oh esaudisci la mia preghiera: ch'io non perda mai la carezza dell'uno nel gioco dei molti.

mondialitàmissionefratellanza universale

inviato da Suor Cristina Giustozzi, inserito il 09/05/2002

PREGHIERA

30. Preghiera dello sportivo   1

Luigi Guglielmoni

Grazie, Signore, per il corpo
col quale possiamo muoverci,
giocare e fare festa.
Grazie per la salute e la pace
che ci fanno gustare la vita
con gioia ed entusiasmo.
Grazie per il tempo libero
che trascorriamo divertendoci
in compagnia degli amici.
Grazie per le persone e gli spazi
che ci consentono di fare sport,
di allenarci e di gareggiare.
Grazie per le vittorie e le sconfitte
che rivelano il cammino della vita
e fanno maturare "dentro".
Grazie perché dopo il gioco
possiamo affrontare più sereni
gli impegni quotidiani.
Grazie per quanto impariamo
dalla disciplina sportiva
e dai campioni sul campo e nella vita.
Grazie per la domenica,
giorno di riposo e di preghiera,
dl fraternità con tutti.
Grazie perché tu, Signore,
sei il nostro allenatore e maestro
e rimani con noi ogni giorno.

sporttempo libero

inviato da Don Benito Giorgetta, inserito il 08/05/2002

TESTO

31. Il senso della vita   1

Jean-Paul Sarte

Esiste un solo problema filosofico veramente serio: il suicidio. Giudicare se la vita vale la spesa di essere vissuta o meno, è rispondere alla questione fondamentale della filosofia. Il resto, per esempio se il mondo ha tre dimensioni, se lo spirito ha nove categorie o dodici, sono questioni secondarie. Sono gioco. In compenso vedo molte persone che muoiono perché giudicano che la vita non è degna di essere vissuta. Il senso della vita è il problema più urgente.

senso della vitaricerca di sensosuicidiomortevitaprogetto

inviato da Emilio Centomo, inserito il 05/05/2002

TESTO

32. Inno alla vita   1

Madre Teresa di Calcutta

La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, conservala.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, vivila.
La vita è una gioia, gustala.
La vita è una croce, abbracciala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è pace, costruiscila.
La vita è felicità, meritala.
La vita è vita, difendila.

vitaottimismosperanza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 12/04/2002

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