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PREGHIERA

21. Vorrei essere...   1

Antonio Merico

Spesso, o Signore, ho desiderato essere altro.
Cosa vorrei essere?
Vorrei essere aquila per volare in alto, guardare in basso,
e individuare chi poter salvare.
Vorrei essere ape per posarmi sui fiori
e produrre tanto miele di bene.
Vorrei essere cane per rimanere fedele al mio Padrone
e vegliare sul gregge affidatomi.
Vorrei essere cicale per cantare le tue lodi
e consumare la mia vita in una stagione.
Vorrei essere radice per dare vita alla chioma
e ospitare tutti quelli che sono stanchi della loro esistenza.
Vorrei essere cima di monte per stare più vicino a te, Signore,
e ascoltarti nel silenzio.
Vorrei essere granello di polvere che, pur essendo così piccolo,
tuttavia mi ricorda la mia fine.
Vorrei essere giglio di campo per capire la bellezza del creato
e rendere gloria a te, Creatore.
Vorrei essere delfino per scoprire la profondità dell'Oceano,
e, nel silenzio, tessere le tue lodi.
Vorrei essere universo per scoprire la mia piccolezza
ed apprezzare di più la tua grandezza.
Vorrei essere...
Aiutami, o Signore, ad essere quello che sono
sperando di diventare migliore.

identitàaccettazioneessere se stessi

5.0/5 (1 voto)

inviato da Titti Scianaro, inserito il 08/11/2011

PREGHIERA

22. Misericordia di Dio   1

Sono venuto da te, Padre,
non ero solo sul ponte della morte,
tuo Figlio Gesù mi è venuto incontro.
Mi ha donato il suo Spirito.
Mi aspettavo la resa dei conti,
ero pronto a rispondere a mille quesiti,
a dare mille giustificazioni.
Il giudizio è durato un istante.
Mi hai chiesto: "Nella tua vita hai amato?"
Ho risposto con verità: "No, Signore!".
Ma lo Spirito mi ha suggerito una frase:
l'ho ripetuta a te, quasi completando la mia:
"Ma mi sono lasciato amare da te!".
Mi hai sorriso,
poi hai detto a Gesù
di condurmi nella tua casa.

vita eternagiudiziomisericordiaamore di Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Stefano Foschi, inserito il 08/07/2011

TESTO

23. Il digiuno che piace al Signore   7

Digiuna dal giudicare gli altri:
scopri Cristo che vive in loro.
Digiuna dal dire parole che feriscono:
riempiti di frasi che risanano.
Digiuna dall'essere scontento:
riempiti di gratitudine.
Digiuna dalle arrabbiature:
riempiti di pazienza.
Digiuna dal pessimismo:
riempiti di speranza cristiana.
Digiuna dalle preoccupazioni inutili:
riempiti di fiducia in Dio.
Digiuna dal lamentarti:
riempiti di stima per quella meraviglia che è la vita.
Digiuna dalle pressioni e insistenze:
riempiti di una preghiera incessante.
Digiuna dall'amarezza:
riempiti di perdono.
Digiuna dal dare importanza a te stesso:
riempiti di compassione per gli altri.
Digiuna dall'ansia per le tue cose:
compromettiti nella diffusione del Regno.
Digiuna dallo scoraggiamento:
riempiti di entusiasmo nella fede.
Digiuna da tutto ciò che ti separa da Gesù:
riempiti di tutto ciò che a Lui ti avvicina.
Spirito Santo, che hai condotto Gesù nel deserto,
dove Egli ha digiunato per quaranta giorni e quaranta notti,
per l'intercessione di Maria SS.,
Madre di Gesù e Madre mia,
aiutaci a digiunare così come tu vuoi.

digiunoquaresimapenitenzadesertopace interioreumiltà

4.5/5 (2 voti)

inviato da Paola Rivella, inserito il 10/03/2011

TESTO

24. Ho chiesto a Dio   3

Romeo Brotto, Rivista Missionari Saveriani, Marzo 2008

Ho chiesto a Dio di togliermi i vizi.
Mi ha detto di no: non è Dio che deve toglierti i vizi; sei tu che non devi volerli più.

Ho chiesto a Dio di rifinire il mio corpo.
Mi ha risposto che il mio spirito è completo e il mio corpo è solo provvisorio.

Ho chiesto a Dio di concedermi la pazienza.
Mi ha detto che lui non concede gratis la pazienza, ma che io devo praticarla nelle tribolazioni.

Ho chiesto a Dio di darmi la felicità.
Mi ha detto che lui benedice chi la cerca e si sforza di far felici gli altri.

Ho chiesto a Dio di liberarmi dalle sofferenze e dal dolore.
Mi ha risposto che un po' di sofferenza mi fa bene.

Ho chiesto a Dio di farmi crescere spiritualmente.
Mi ha risposto che devo impegnarmi di più e che mi avrebbe potato per dare più frutti.

Ho chiesto a Dio tutto ciò che potesse dare più valore alla mia vita.
Mi ha risposto che mi ha dato la vita e che devo valorizzare meglio tutte le cose.

Ho chiesto a Dio di aiutarmi ad amare gli altri, come lui ama me.
E Dio, allargando le braccia, mi ha detto: "Sì, volentieri! Cerca tutti i mezzi e i modi per amare gli altri e io ti benedirò".

abbandono in Dioaffidamento

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 02/02/2011

PREGHIERA

25. Essere Chiesa

Vito Morelli, Appuntamento con Dio

Padre,
ti ringrazio di essere chiesa,
di appartenere ad una comunità,
alla tua chiesa.
È la comunità
di quanti credono in te,
di quanti si radunano nel tuo nome,
è la comunità
di quanti vivono nella tua attesa.

Vorrei amarti senza gli altri,
vorrei adorarti senza chiesa,
vorrei pregarti da solo.
Tu mi vuoi con gli altri
Non per star meglio,
né per essere forte,
ma per essere vero.

Mi chiami ad essere chiesa,
essa è forte se spera
essa è vera se ama,
essa è santa se ognuno è santo.

Essere chiesa è
esistere per gli altri,
incontrarti negli uomini,
pregarti con essi,
dare ragione della propria speranza.

Nella chiesa è la tua parola,
la parola che salva,
che mi dà conforto, se abbattuto,
mi rende sereno, se triste,
mi fa forte, se debole,
mi perdona, se ho peccato,
mi dà coraggio, se ho paura.

Ti ringrazio per il messaggio di vita,
per la comunità di amore,
per la chiesa.
Dacci una chiesa
che pensi come pensi tu,
che operi come vuoi tu,
che viva come hai insegnato tu,
che ami come hai amato tu.

Ti prego per la chiesa,
perché non tradisca il vangelo,
perché difenda i deboli,
perché non abbandoni i poveri.
Ti chiedo una chiesa
di meno parole e più impegno,
che predichi la pace
e faccia la giustizia.

Aiutami ad essere chiesa,
ad avere molte cose da pensare assieme,
da imparare assieme,
da fare assieme.
Perdona il mio modo di essere chiesa
e purifica il mio modo di restare in essa.

Chiesacomunitàfedeltà al Vangelo

inviato da Daniela Viviani, inserito il 10/11/2010

TESTO

26. II dono   3

Kahlil Gibran

Ci sono quelli che danno poco
del molto che hanno
e lo danno per ottenerne riconoscenza;
e il loro segreto desiderio guasta i loro doni.

E ci sono quelli
che hanno poco e danno tutto:
sono proprio loro
quelli che credono nella vita,
e nella generosità della vita,
e il loro scrigno non è mai vuoto.

Ci sono quelli che danno con gioia,
e quella gioia è la loro ricompensa.
E ci sono quelli che danno con dolore
e questo dolore è il loro battesimo.

E ci sono quelli che danno
e nel dare non provano dolore
né cercano gioia
né danno pensando alla virtù.

Essi danno come in quella valle laggiù
Il mirto esala nello spazio la sua fragranza.
Per mezzo delle mani di gente come loro
Dio parla e dietro ai loro occhi
egli sorride alla terra.

E' bene dare quanto si è richiesti,
ma è meglio dare quando,
pur non essendo richiesti,
si comprendono i bisogni degli altri.

E per chi è generoso
Il cercare uno che riceva
È gioia più grande che il non dare.
E c'è forse qualcosa che vorresti trattenere?

Tutto ciò che hai
un giorno o l'altro sarà dato via:
perciò dà adesso,
così che la stagione del dare sia la tua,
non quella dei tuoi eredi.

donaredonogenerositàaltruismo

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 30/09/2010

PREGHIERA

27. A te!

San Giovanni Leonardi

A te, levo i miei occhi,
a te, che abiti nei cieli,
a te, che sei presente
in questa eucaristia.

A te, non al mondo che non mi può dare che affanni;
a te, che da quelli mi liberi;
a te ogni pensiero,
non più ai sensi, non più alla carne
che nel suo cappio mi soffoca e inganna,
a te, non più agli amici,
perché non c'è chi fa il bene [Sal. 52, 2];
non più alle cose
che purtroppo mi portano ad offenderti.
A te, non più alle creature,
ma a te che sei il mio Creatore.
Di fronte a te,
sollevo i miei occhi
conquistati da te.

A te, vita mia.
A te, verità mia.
A te, guida mia.
A te, speranza mia.
Di fronte a te,
sollevo i miei occhi
conquistati da te.

A te, che m'hai dato quest'anima.
Alla tua magnificenza e perfezione.
Sei sovrano dell'essere tutto,
governi il tutto,
dispensi il tutto,
regoli il tutto
e il tutto in niente puoi ridurre.
Di fronte a te,
sollevo i miei occhi
conquistati da te.

A te, che per amore mio,
hai sudato sangue,
fosti legato,
percosso,
coperto di sputi,
deriso come pazzo,
battuto come reo,
coronato di spine come superbo,
e crocifisso come assassino.
Di fronte a te,
sollevo i miei occhi
conquistati da te.

Rendici il senso nostro,
il senso vero della vita,
per non vivere più come bestie
ma come veri uomini.
Solo facendo così
saremo liberi da tante preoccupazioni.

A te la lode e la gloria,
con il Padre e lo Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli.

adorazionerapporto con Dioeucaristia

5.0/5 (1 voto)

inviato da P. Luigi Murra, inserito il 11/08/2010

TESTO

28. Realizziamo un sogno

Dio sogna che tutti possano possedere e vivere senza che qualcuno sia nella privazione o altri sprechino. Dio sogna in grande e chiede di soccorrere, incontrare, aiutare e pregare per quelli che ti hanno fatto del male, ignorato o neppure preso in considerazione. Il sogno di Dio arriva a chiedere di perdonare quando si ha la certezza di essere nella ragione, di dare la propria vita anche per i nemici, perché, li stà il massimo dell'amore che uno può realizzare. Il sogno personale e intimo di Dio è stato nascondersi per nove mesi nel ventre di sua Madre e cercarsi un padre per far capire al mondo quanto sia brutta la solitudine, quanto sia triste rimanere orfani.

E' talmente grande il sogno di Dio, da non poter fare a meno di ognuno di noi: diversi, unici, irripetibili, e insostituibili. Il sogno di Dio è il bene dell'uomo, ovunque egli sia, viva, lavori, si batta e soffra sotto le bandiere più diverse. Dio sogna l'uomo libero, perché lui lo ha creato così. E' quello di un Padre, il sogno di Dio, che vuole incontrare ogni suo figlio ma, soprattutto gli smarriti, gli emarginati, gli abbandonati, gli ultimi.

Che ogni uomo possa vivere da uomo per sempre, questo è il sogno di Dio e tu solo puoi aiutarlo a realizzare questo sogno.

sognosognareultimipovertàcondivisionedisponibilitàapertura verso gli altriegoismoaltruismo

5.0/5 (1 voto)

inviato da Forner Fortunato, inserito il 11/08/2010

TESTO

29. Le due sorgenti   2

Tomàs Spidlík, Il professor Ulipispirus e altre storie

La montagna si eleva verso il sole. Ma la montagna pesa. E' fatta di sassi. In qualche recesso delle sue viscere nacquero un giorno due piccole sorgenti d'acqua limpida, che cercavano di uscire all'aperto. Ma la montagna non cedeva: le opprimeva, le soffocava.

Dopo un bel po' di tempo le sorgenti, facendosi largo a poco a poco, riuscirono a venire alla luce ai piedi della montagna. Com'erano stanche! Ma non c'era tempo per riposarsi.

Erano appena scaturite dalla terra quando sentirono delle grida provenienti dal muschio, dall'erba, dai fiorellini, dalle rose alpine: "Dateci da bere! Dateci da bere!"

"Fossi matta!", disse la prima sorgente. "Ho faticato tanto senza sosta laggiù, sottoterra, mentre voi, pigri, ve ne stavate al sole. Non vi darò proprio niente!"

"Non ci darai niente?", disse il muschio piccato. "E allora noi non ti lasceremo passare."

"Ti sbarreremo la strada con le nostre numerose radici", dichiarò l'erba.

"Ti copriremo così nessuno ti troverà", minacciarono i cespugli di rose alpine e di rovi.

La seconda sorgente fu condiscendente: "Bevi, sorella erba, però fatti da parte perché io possa proseguire il mio cammino!" Bevvero un poco anche i cespugli ma si tennero fuori dalla corrente e così il muschio e la rosa alpina.

La sorgente correva. Dava da bere a tutte le piante e tutte le cedevano il passo. La sua acqua era fresca e limpida come cristallo. Lei stessa non sapeva come. Le piante l'amavano e lasciavano che altre sorgenti si unissero a lei. Alla fine arrivò al mare. Quando giunse alla foce, l'azzurro padre Oceano la prese fra le braccia e la baciò sulla fronte. "E dov'è tua sorella sorgente?", le chiese.

"Ah, Padre! Purtroppo è diventata paludosa, marcia e puzzolente."
"Così è la vita, figliola mia", disse padre Oceano.

"Tua sorella non voleva dare agli altri ciò che ha ricevuto. Vedi? Anch'io oggi ti ricevo in restituzione del vapore che da me è salito verso la montagna. La vita è dare. Tenere per sè è la morte."

daredonaresenso della vitagratuitàvita

inviato da Maria Carmela Moretti, inserito il 22/12/2009

TESTO

30. Io sono la vite, voi i tralci - Commento a Gv 15, 1-11   3

Madre Teresa di Calcutta, Missione d'amore

Il capitolo 15 di Giovanni ci avvicinerà al Cristo. Il Padre, essendo il vignaiolo, deve potare il tralcio perché dia più frutto, e il frutto che dobbiamo produrre nel mondo è bellissimo: l'amore del Padre e la gioia. Ognuno di noi è un tralcio.

Quando andai l'ultima volta a Roma, volevo dare qualche piccolo insegnamento alle mie novizie e pensai che questo capitolo fosse il più bel modo di capire che cosa siamo noi per Gesù e che cosa è Gesù per noi. Ma non mi ero resa conto di ciò di cui invece si resero conto quelle giovani suore quando considerarono quanto è robusto il punto di innesto dei tralci nella vite: come se la vite temesse che qualcosa o qualcuno le strappi il tralcio.

Un'altra cosa su cui quelle sorelle richiamarono la mia attenzione fu che, se si guarda la vite, non si vedono frutti.

Tutti i frutti sono sui tralci. Allora esse mi dissero che l'umiltà di Gesù è così grande che egli ha bisogno dei tralci per produrre frutti. Questo è il motivo per cui ha fatto tanta attenzione al punto di innesto: per poter produrre quei frutti egli ha fatto l'attacco in modo tale che si debba usare la forza per romperlo. Il Padre, il vignaiolo, pota i tralci per produrre più frutto, e il tralcio silenzioso, pieno d'amore, incondizionatamente si lascia potare. Noi sappiamo che cos'è la potatura, poiché nella nostra vita ci deve essere la croce e quanto siamo più vicini a lui e tanto più la croce ci tocca e la potatura è intima e delicata.

Ognuno di noi è un collaboratore di Cristo, il tralcio di quella vite; e che cosa significa per voi e per me essere collaboratori di Cristo?

Significa dimorare nel suo amore, avere la sua gioia, diffondere la sua compassione, testimoniare la sua presenza nel mondo.

rapporto con Diomissionetestimonianzaportare fruttofrutti

inviato da Stefano Targa, inserito il 07/12/2009

TESTO

31. Siete disposti?   2

Henry Van Dyke

Siete disposti a dimenticare quel che avete fatto per gli altri
e a ricordare quel che gli altri hanno fatto per voi?

A ignorare quel che il mondo vi deve
e a pensare a ciò che voi dovete al mondo?

Ad accorgervi che i vostri simili esistono come voi,
e a cercare di guardare dietro i volti
per vedere il cuore avido di gioia?

A capire che probabilmente
la sola ragione della vostra esistenza
non è ciò che voi avrete dalla vita,
ma ciò che darete alla vita?

A non lamentarvi per come va l'universo
e a cercare intorno a voi
un luogo in cui potrete seminare
qualche granello di felicità?

Siete disposti a fare queste cose
sia pure per un giorno solo?

Allora per voi Natale durerà per tutto l'anno.

nataleconversionegratuitàdaredonareimpegnoresponsabilità

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 24/11/2009

TESTO

32. I dieci comandamenti laici   1

1. Domina la tua lingua. Dì sempre meno di quello che pensi.

2. Rifletti... prima di fare una promessa e di non rispettarla dopo, non importa quanto ti costa compierla.

3. Mai.... Non lasciarti mai sfuggire l'occasione di dire qualcosa di incoraggiante ad una persona, o qualcosa di buono su di lei.

4. Interessati... alle persone che ti circondano, alle loro famiglie, ai loro focolari, ai loro sogni. Stai con coloro che ridono sanamente e conforta quelli che piangono.

5. Sii allegro. Ridi delle buone storie ed impara a raccontarle. Trasmettere allegria è un dono che tutti possiamo fare.

6. Conserva... una mente aperta per tutte le cose. Ricorda che non ci sono verità assolute. E che è una virtù poter divergere pur conservando l'amicizia di chi si oppone alle nostre idee.

7. Lascia... che le tue virtù parlino da sé e rifiuta di parlare delle debolezze e degli errori altrui. Condanna la mormorazione, soprattutto quella malintenzionata.

8. Fa'... attenzione alla suscettibilità dei molti. E' più facile ferire che riparare dopo.

9. Non... fare caso alle chiacchiere sulla tua persona. Vivi in modo che nessuno possa dare loro credito e finiranno per essere dimenticate.

10. Non... essere eccessivamente geloso dei tuoi diritti. Ma lavora, abbi pazienza, conserva la calma, credi in te stesso, sii fermo e riceverai la tua ricompensa.

"Il passo del tempo deve essere una conquista e non una perdita".

comandamentivitasapienza

inviato da Don Stefano Rocca, inserito il 11/10/2009

PREGHIERA

33. Preghiera a san Giovanni M. Vianney

Guy Bagnard, Vescovo di Belley-Ars

Santo Curato d'Ars, tu hai fatto della tua vita un'offerta totale a Dio per il servizio degli uomini. Che lo Spirito Santo, per la tua intercessione, ci conduca a rispondere oggi, senza debolezza, alla nostra vocazione personale.

Tu sei stato un assiduo adoratore di Cristo nel Tabernacolo. Insegnaci ad avvicinarci con fede e rispetto all'Eucaristia, a gustare la presenza silenziosa di Gesù nel Santissimo Sacramento.

Tu sei stato l'amico dei peccatori. Tu dicevi loro: "Le vostre colpe sono come un granello di sabbia rispetto alla grande montagna della misericordia di Dio". Sciogli i legami della paura che talvolta ci tengono lontani dal perdono di Dio. Aumenta in noi il pentimento per le nostre colpe. Mostraci il vero volto del Padre che attende instancabilmente il ritorno del figliol prodigo.

Tu sei stato il sostegno dei poveri: "Il mio segreto è molto semplice: dare tutto senza conservare niente". Insegnaci a condividere con quelli che sono nel bisogno, rendici liberi riguardo al denaro e a tutte le false ricchezze.

Tu sei stato un figlio affettuoso della Vergine Maria, "il tuo più vecchio amore". Insegnaci a pregarla con la semplicità e la fiducia di un bambino.

Tu sei diventato il testimone esemplare dei Parroci dell'universo. Che la tua carità pastorale conduca i pastori a ricercare la vicinanza con tutti, senza preferenze. Ottieni loro l'amore per la Chiesa, lo slancio apostolico, la solidità nelle prove.

Ispira ai giovani la grandezza del ministero sacerdotale e la gioia di rispondere alla chiamata del buon Pastore.

Santo Curato d'Ars, sii tu il nostro intercessore presso Dio. Amen.

sacerdotipretipresbiterianno sacerdotale

inviato da Parrocchia S. Giovanni M. Vianney - Roma, inserito il 26/06/2009

TESTO

34. La legge del dare e del ricevere   1

Farò un regalo, un complimento, un fiore, una preghiera a chiunque incontri, ovunque vada. Oggi regalerò qualcosa a tutte le persone con le quali entrerò in contatto e avvierò così il processo che fa fluire la gioia, la ricchezza e l'abbondanza nella mia vita e in quella altrui.

Oggi accoglierò con gratitudine tutti i doni che la vita mi offre. Accoglierò i doni della natura: il sole, il cinguettio degli uccelli o le piogge primaverili, o la prima neve dell'inverno. Inoltre sarò disponibile a ricevere anche i doni degli altri, che siano oggetti, complimenti, preghiere.

dareaccoglienzaapertura verso gli altridonarepositivitàottimismo

5.0/5 (1 voto)

inviato da Maria Carmela Moretti, inserito il 12/06/2009

PREGHIERA

35. Tu sei il nostro pastore

Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù,
per questo ci conosci fino in fondo, uno per uno,
con i nostri slanci e le nostre fatiche,
le nostre fragilità e le nostre risorse.

Per questo ti mostri esigente
quando ci lasciamo afferrare dalla pigrizia,
e dolce e compassionevole
quando ci troviamo in difficoltà.

Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù,
perché ti metti davanti a tutti,
ci guidi alle sorgenti della vita,
ci fai conoscere il volto del Padre.

Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù,
perché sei pronto a dare la vita,
a far di tutto per difenderci,
a costo di esporti a pericoli mortali,
a costo di soffrire sofferenze terribili.

Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù,
perché ci ami di un amore smisurato
e non puoi sopportare che neppure uno
si perda e rovini la sua vita.

E' bello, mio Signore, lasciarsi guidare da te,
è bello darti fiducia e assecondare le tue indicazioni,
è bello sentire su di noi il tuo sguardo attento e benevolo.

E' bello, mio Signore, affidarti la mia vita,
e vivere per te ed assieme a te un'avventura
entusiasmante che approda all'eternità.

buon pastorecomunioneringraziamento

inviato da Parrocchia Santo Stefano, inserito il 02/06/2009

TESTO

36. Chiostri interiori

Chiara Lubich

Non c'è cuore di un uomo, credo, e tanto meno di donna, che almeno una volta, specie durante la giovinezza, non abbia sentito l'attrattiva del chiostro.

Non è l'attrattiva per una forma claustrale di vita, ma per cosa che pare sia concentrato proprio lì, fra quattro mura, e si fa sentire, sonoro, anche da lontano.

Eppure anche la mia casa può avere il profumo del chiostro; anche le pareti del mio abitato possono divenire regno di pace, fortezze di Dio in mezzo al mondo.

Non è tanto il chiasso esterno della radio aperta a tutto spiano, dell'inquilino accanto, e lo strepito delle macchine, o l'urlo degli strilloni, che tolgono l'incanto alla mia casa; è piuttosto ogni rumore dentro di me che fa del mio abitato una piazza senza protezione di mura, perché senza protezione di amore. Il Signore è dentro di me. Egli vorrebbe muovere i miei atti, permeare della sua luce il mio pensiero, accendere la mia volontà, darmi la legge insomma del mio stare e del mio andare.

Ma c'è il mio io, a volte, che non lo lascia vivere. Se quello cessa di disturbare, Iddio stesso prenderà possesso di tutto il mio essere e saprà dare anche a queste mura l'importanza di un'abbazia e a questa stanza la sacralità di una chiesa, al mio seder a mensa la dolcezza di un rito, alle mie vesti il profumo di un abito benedetto, al suono della porta o del telefono la nota gioiosa di un incontro con i fratelli, che rompe, eppur continua il colloquio con Dio.

Allora sul silenzio di me parlerà un Altro e sullo spegnersi mio si accenderà una luce. Ed essa brillerà molto lontano, oltrepassando e quasi consacrando queste mura che proteggono un membro di Cristo, un tempio dello Spirito Santo. E altra gente verrà alla casa mia per cercare con me il Signore e, nella nostra comune ricerca amorosa, s'accrescerà la fiamma, s'alzerà il tono della melodia divina. E il cuor mio pur stando in mezzo al mondo, non chiederà più altro. Cristo sarà il mio chiostro, il Cristo del mio cuore, Cristo in mezzo ai cuori

preghierarumoresilenzioamorevita interioreinterioritàrapporto con Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca, inserito il 29/05/2009

PREGHIERA

37. Oggi ci interpelli e ci chiami...

Carlo Maria Martini

Signore, oggi con la tua risurrezione
ci interpelli e ci chiami ad essere persone
contente e riconciliate,
capaci di vivere in pienezza
e di morire con sensatezza,
capaci di dare la nostra testimonianza
davanti a tutti gli uomini,
capaci di dire all'umanità:
"Non temere donna, perché piangi?
Ora sai dove conduce il cammino,
ora sai che il Signore è con te".
Donaci di seminare intorno a noi
questa speranza della risurrezione
e di dilatare ovunque la vita
secondo la tua parola.
Fa' che l'annuncio della tua risurrezione
nella nostra vita tocchi la vita di tanti altri.
E attraverso quello squarcio di serenità
che tu apri oggi
nelle nostre preoccupazioni quotidiane,
penetri intorno a noi la certezza
della tua vita e della tua speranza. Amen.

risurrezionetestimonianzasperanza

inviato da Cesarina, inserito il 12/04/2009

TESTO

38. Santità è   2

Rivista salesiana

L'impegno di ogni giorno vissuto con gioia.
La forza di sorridere anche nei momenti più duri.
Dio incontrato in ogni istante della vita.
Accoglienza incondizionata di ogni fratello.
Preghiera che si incarna nella vita e vita che diventa preghiera.
Impegno perché la giustizia sia realtà per tutti.
Dono semplice del proprio essere.
Accogliere ogni minuto come dono di Dio e ringraziare di cuore.
Credere che Dio accompagna e benedice ogni nostra azione, ogni nostro pensiero.
E' il coraggio della verità, della libertà, della giustizia.
E' costruire la pace attraverso i piccoli gesti di ogni giorno.
E' lasciare che la Parola di Dio illumini la nostra vita.
E' il paradiso raggiunto nel quotidiano.
E' gratuità, generosità, condivisione.
E' dare e ricevere.

santità

inviato da Maria Rosa Radigheri, inserito il 20/08/2007

TESTO

39. Diventare amati

Henri J. M. Nouwen, Sentirsi amati

Diventare amati vuol dire accettare di essere pane nelle mani di Gesù: pane benedetto, spezzato e dato. Queste parole riassumono la mia vita di sacerdote, perché ogni giorno, quando mi riunisco intorno alla mensa con i membri della mia comunità, prendo il pane, lo benedico, lo spezzo e lo do. Queste parole riassumono anche la mia vita di cristiano perché, come cristiano, sono chiamato a diventare il pane per il mondo: pane che è benedetto, spezzato e dato. La cosa più importante, comunque, è che queste parole riassumono la mia vita di essere umano, perché in ogni momento della mia vita, da qualche parte, in qualche modo, il prendere, il benedire, lo spezzare, il dare, sono eventi che accadono. Queste parole sono diventate le più importanti della mia vita (...) perché, tramite loro, sono entrato in contatto con i modi per divenire l'Amato di Dio.

sacerdoziooffertaoffertorio

inviato da Qumran2, inserito il 19/08/2007

PREGHIERA

40. Tu ci sei necessario o Cristo   1

Paolo VI, Lettera pastorale alla Diocesi di Milano, 1955

O Cristo, nostro unico mediatore, Tu ci sei necessario:
per vivere in Comunione con Dio Padre;
per diventare con te, che sei Figlio unico e Signore nostro, suoi figli adottivi;
per essere rigenerati nello Spirito Santo.

Tu ci sei necessario,
o solo vero maestro delle verità recondite e indispensabili della vita,
per conoscere il nostro essere e il nostro destino, la via per conseguirlo.

Tu ci sei necessario, o Redentore nostro,
per scoprire la nostra miseria e per guarirla;
per avere il concetto del bene e del male e la speranza della santità;
per deplorare i nostri peccati e per averne il perdono.

Tu ci sei necessario, o fratello primogenito del genere umano,
per ritrovare le ragioni vere della fraternità fra gli uomini,
i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo della pace.

Tu ci sei necessario, o grande paziente dei nostri dolori,
per conoscere il senso della sofferenza
e per dare ad essa un valore di espiazione e di redenzione.

Tu ci sei necessario, o vincitore della morte,
per liberarci dalla disperazione e dalla negazione,
e per avere certezze che non tradiscono in eterno.

Tu ci sei necessario, o Cristo, o Signore, o Dio-con-noi,
per imparare l'amore vero e camminare nella gioia e nella forza della tua carità,
lungo il cammino della nostra vita faticosa,
fino all'incontro finale con Te amato, con Te atteso,
con Te benedetto nei secoli.

GesùCristorapporto con Cristo

inviato da F. Carlo Poloni, inserito il 13/07/2006

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