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PREGHIERA

261. Un giorno da non buttare   4

Tonino Lasconi, Amico Dio

Padre, oggi come sempre
fammi trovare il tempo
per quello che più conta:
aiutarci a essere felici.

Non lasciare che si spenga in me
il desiderio
di incontrare gli altri
e di stare con loro
per rendere più abitabile,
più accogliente, più umano,
il luogo che ci hai donato
per vivere.

Aiutami a non dimenticare
che dobbiamo vivere tutti
come amici.

Fammi ricordare sempre
che non mi verrà chiesto
il conto di tante cose
ma che sarò giudicato
sull'amore.

Padre,
donami la forza
di non restare
in disparte e isolato
ma di essere interessato,
sincero,
vivace e amico di tutti.

comunitàfratellanzabuongiornonuovo giorno

inviato da Maria Grazia Manzaroli, inserito il 26/11/2002

PREGHIERA

262. Busso alla porta del tuo cuore   1

Anselmo d'Aosta

Il mio cuore, è davanti a te, o Signore,
si sforza ma da solo non può farcela:
ti prego fa' tu, ciò che egli non può.
Introducimi nella cella del tuo amore:
te lo chiedo, te ne supplico,
busso alla porta del tuo cuore.

E tu che mi fai chiedere, concedimi di ricevere.
Tu che mi fai cercare, fa' che ti trovi.
Tu che mi esorti a bussare, apri a chi bussa.
A chi darai se non dai a chi ti chiede?
Chi troverà se chi cerca, cerca inutilmente?
A chi darai se non ascolti chi ti prega?

O Signore, da te mi viene il desiderio,
da te mi venga anche l'appagamento.
Anima mia, sta unita a Dio, anche importunatamente,
e tu Signore non la rigettare,
essa si consuma d'amore per te.
Ristorala, confortala,
saziala con il tuo amore e il tuo affetto.

Il tuo amore mi possieda totalmente,
perché con il Padre e con lo Spirito Santo,
tu sei il solo Dio benedetto nei secoli dei secoli.

preghierarapporto con Diosete di Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Marianna, inserito il 26/11/2002

PREGHIERA

263. Invocazione allo Spirito Santo   2

Centro Pastorale Ragazzi di Verona

Spirito Santo, noi vogliamo parlare con te e invocarti, anche se facciamo fatica a capire chi sei e a riconoscerti.
Noi crediamo che ci sei vicino e ci vuoi bene, perché Gesù stesso ti ha mandato a noi per farci conoscere e capire le sue parole. Tu ci aiuti a vivere i suoi insegnamenti.
Tu sei con noi dal giorno del Battesimo e ogni momento guidi la nostra vita. Ci vieni donato in modo speciale nella Cresima per renderci testimoni di Gesù.
Ti chiediamo di offrirci i tuoi santi doni per arricchire la nostra vita quotidiana.
Donaci l'intelletto, per capire chi è Dio e quanto è grande il suo amore per noi.
Donaci la scienza, per guardare la vita e tutto ciò che ci circonda con gli occhi stessi di Dio, e riconoscere la sua presenza d'amore in ogni cosa.
Donaci il consiglio, perché tra le tante proposte di ogni giorno possiamo scegliere ciò che piace a te.
Donaci il timor di Dio, per sentire la sua presenza piena di tenerezza e vivere come suoi amici.
Donaci la fortezza, per vivere le grandi scelte della vita, come figli di Dio e fratelli di Gesù.
Donaci la pietà, così che sappiamo orientare il nostro cuore e tutta la nostra vita verso l'amore di Dio, che, come stella polare, ci indica la vera gioia.
Donaci la sapienza, per imparare a misurare ogni gesto con il metro dell'amore di Dio, con la sua bontà e tenerezza di Padre.

Spirito Santodoni dello Spirito Santocresima

5.0/5 (2 voti)

inviato da Marianna, inserito il 25/11/2002

PREGHIERA

264. Che siano una cosa sola

Signore Gesù,
che hai pregato il Padre
invocando per i tuoi discepoli
"che siano una cosa sola"
guarda a questo Gruppo Giovani.
Donaci la grazia di comprendere
il valore dell'unità tra noi;
infondici la forza per affrontare
e vincere gli ostacoli della comunione;
regalaci il gusto per condividere
i nostri cammini di fede,
le nostre esperienze di preghiera,
le nostre iniziative e attività,
i nostri pensieri, le nostre speranze,
i momenti tristi e quelli allegri.
Solo così ci renderemo credibili
e potremo coerentemente
annunciare al mondo
il valore inestimabile
dell'intimità con te.
Amen.

unitàcomunitàgiovanigruppo giovani

inviato da Dario P., inserito il 25/11/2002

PREGHIERA

265. Preghiera dell'accoglienza   1

Leone Dehon

Aiutami Signore,
ad attendere senza stancarmi,
ad ascoltare senza tediarmi,
ad accogliere senza riserve,
a donare senza imposizioni,
ad amare senza condizioni.

Aiutami ad esserci quando mi cercano,
a dare quando mi chiedono,
a rispondere quando mi domandano,
a far posto a chi entra,
a uscire quando sono di troppo.

Aiutami a vedere te nel mio fratello,
a camminare insieme con lui e con te:
perché insieme possiamo sedere alla mensa del Padre.

accoglienzadisponibilitàlibertà interiorefratellanzacomunità

inviato da Elena Mencarelli, inserito il 24/11/2002

TESTO

266. La presenza di Dio

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Il padre cistercense Marcos Garcia disse: "Talvolta Dio riporta indietro alcune benedizioni per aiutare le persone a comprenderle meglio. Dio sa fino a che punto può esaminare un'anima, e non va mai oltre quel limite. In quei momenti, non diciamo mai: 'Dio mi ha abbandonato'. Se il Signore ci impone una prova di grande pazienza, ci fornisce sempre di un sufficiente numero di grazie - probabilmente più del necessario - per superarla. Quando sentiamo lontana la Sua presenza, dovremmo chiedere a noi stessi: 'Riusciamo a capire come far uso di ciò che ha messo sul nostro cammino?'".

abbandono in Dioprogetto di Diotentazione

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

RACCONTO

267. Il re di spagna

Paulo Coelho, I racconti del maktub

C'era un re spagnolo che era molto orgoglioso della sua stirpe. Era anche conosciuto per essere crudele con quelli più deboli. Un giorno stava camminando con i suoi anziani consiglieri in un campo in Aragona, dove, anni prima, suo padre era caduto in battaglia. Lì incontrarono un sant'uomo, che stava raccogliendo un enorme mucchio di ossa. "Cosa stai facendo?" chiese il re. "Onore a Sua Maestà" disse il sant'uomo. "Quando ho saputo che il re di Spagna sarebbe venuto qui, ho deciso di ritrovare le ossa di suo padre per dargliele. Ma per quanto cerchi, non riesco a trovarle. Sono uguali a quelle dei contadini, dei poveri, dei mendicanti e degli schiavi".

uguaglianzagiustiziamorteparità

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

RACCONTO

268. Le tentazioni

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Uno straniero incontrò il Padre Superiore nel monastero di Sceta. "Voglio rendere la mia vita migliore", disse. "Ma non riesco a trattenermi dall'avere dei pensieri peccaminosi". Il Padre notò che il vento stava soffiando forte fuori, e disse allo straniero: "Fa piuttosto caldo qui. Mi chiedo se tu potessi trattenere un po' di vento là fuori e portarlo qui per rinfrescare la stanza". "E' impossibile", rispose lo straniero. "E' impossibile anche tenere se stessi dal pensare cose che offendono Dio", rispose il monaco. "Ma, se sai come dire di no alle tentazioni, non ti causeranno alcun danno".

peccatotentazionedebolezzaaccettazione di sé

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

RACCONTO

269. Il tesoro del giardiniere   1

Leone Tolstoi, Racconti

C'era una volta un uomo che faceva il giardiniere. Non era ricco, ma lavorando sodo era riuscito a comperare una bella vigna. Aveva anche allevato tre figli robusti e sani. Ma proprio qui stava il suo cruccio: i tre ragazzi non mostravano in alcun modo di condividere la passione del padre per il lavoro campestre.

Un giorno il giardiniere sentì che stava per giungere la sua ultima ora. Chiamò perciò i suoi ragazzi e disse loro: «Figli miei, debbo rivelarvi un segreto: nella vigna è nascosto tanto oro da bastare per vivere felici e tranquilli. Cercate questo tesoro, e dividetevelo fraternamente tra voi.» Detto questo, spirò.

Il giorno dopo i tre figli scesero nella vigna con zappe, vanghe e rastrelli, e cominciarono a rimuovere profondamente il terreno. Cercarono per giorni e giorni, poiché la vigna era grande e non si sapeva dove il padre avesse nascosto l'oro di cui aveva parlato. Alla fine si accorsero di aver zappato tutta la terra senza aver trovato alcun tesoro. Rimasero molto delusi.

Ma dopo qualche tempo, compresero il significato delle parole del padre: infatti quell'anno la vigna diede una quantità enorme di splendida uva, perché era stata ben curata e zappata.

Vendettero l'uva e ne ricavarono molti rubli d'oro, che poi divisero fraternamente secondo la raccomandazione del padre. E da quel giorno compresero che il più grande tesoro per l'uomo è il frutto del suo lavoro.

impegnolavororesponsabilità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Andrea Zamboni, inserito il 23/11/2002

PREGHIERA

270. Preghiera di un padre   1

Michael Durso

Io prego di riuscire a permettere a mio figlio di vivere la sua vita e non quella che io vorrei avere vissuto.
Perciò fa' che non metta sulle sue spalle il fardello di ciò che io non sono riuscito a fare.
Aiutami a vedere oggi i suoi errori in prospettiva della lunga strada che deve percorrere e concedimi la grazia di avere la pazienza quando il suo passo è lento.
Donami la saggezza di sapere quando sorridere delle monellerie della sua età e quando mostrare fermezza contro gli impulsi che egli teme e non può dominare.
Aiutami a percepire l'angoscia del suo cuore in mezzo al frastuono delle parole piene di rabbia e nel gergo del suo cupo silenzio; e, dopo averla percepita, dammi la capacità di riempire l'abisso che c'è tra noi con la comprensione.
Prego di potere alzare la mia voce più per la gioia di ciò che egli è che per il dispiacere di ciò che non è, cosicché ogni giorno egli possa crescere nella fiducia in se stesso.
Aiutami a guardare a lui con affetto autentico in modo che lui possa fare lo stesso nei confronti degli altri.
E poi dammi la forza, o Signore, di lasciarlo libero affinché possa andare con decisione per la sua strada.

padrefigliogenitorifamiglia

4.0/5 (1 voto)

inviato da Eleonora Polo, inserito il 16/11/2002

TESTO

271. Due modi di pregare   2

Charles de Foucauld, Meditazioni sul santo Vangelo, 245

Ci sono due modi di pregare: lasciar gridare il proprio cuore, lasciarlo chiedere a Dio con semplicità di bambino ciò che esso desidera; una qualche grazia per sé o per un altro, il ristoro da un qualche dolore per sé o per il prossimo: si lancia in tutta semplicità questo grido verso il Padre celeste e lo si fa seguire sempre da questa frase: "Non la mia volontà, ma la tua".

L'altro modo di pregare è quello di dire semplicemente la frase finale, e cioè: "Padre, sia fatta in questa circostanza la tua volontà, qualunque essa sia!".

Tali due preghiere sono perfette, divine. Gesù ci dà l'esempio della prima sulle sponde del Cedron e nel Getsemani.

Ci dà l'esempio della seconda nel "Padre nostro", che raccoglie tutto quanto in queste poche parole...

Questi due generi di preghiera sono ugualmente perfetti, poiché Dio ci dà l'esempio di ambedue: lo Spirito Santo, secondo le circostanze, ha ispirato a Gesù sia l'una sia l'altra.

preghierafedefiduciaabbandonovolontà di Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Barbi, inserito il 27/09/2002

TESTO

272. Confessione di fede della Chiesa del Sud-Africa

Rivista "Il cenacolo" n. 1/2001

Noi crediamo in Dio, il Padre che ha creato il mondo intero e che riunirà tutte le cose in Cristo. Egli vuole che tutti gli uomini vivano insieme come fratelli in un'unica famiglia.

Noi crediamo in Dio, il Figlio che si è fatto uomo, ed è morto ed è risorto nella gloria, riconciliando il mondo intero con Dio, abbattendo tutti i muri che separano gli uomini, tutte le barriere di religione, di classe, di razza, di cultura al fine di creare una umanità unita. Egli è l'unico Signore che ha autorità su tutto. Egli chiama ciascun uomo e la società, la chiesa e la comunità umana, alla riconciliazione, all'unità, alla giustizia, alla libertà.

Noi crediamo in Dio, lo Spirito che è promessa del Regno che viene, che ci dà il potere di annunciare il Vangelo di Cristo e il suo perdono per gli uomini e i popoli, di amare e di servire ogni, creatura, di lottare per la giustizia e per la pace, e di chiamare il mondo intero a riconoscere, qui e ora, il Regno di Dio.

credofede

inviato da Anna, inserito il 27/09/2002

TESTO

273. L'ora degli olivi

Donata Doni

Giunge sempre l'ora della solitudine
dell'inquieta veglia
con pensieri d'angoscia.
Non c'è Angelo che ti conforti,
non c'è cuore che lo senta.
I fratelli, gli amici, le persone
che ti vogliono bene
sprofondano in abissi remoti.
Tu sola col tuo dolore
che non osi confessare,
che non osi confidare.
E' l'ora degli olivi che vedono
gemere il Figlio di Dio,
l'ora in cui gli altri
dormono ignari.
Non formuli neppure una preghiera.
Se tu dicessi "Padre", forse
Il cuore di pietra si scioglierebbe.

preghierasofferenzapauradolorecrocesolitudinerapporto con Dio

inviato da Barbara, inserito il 27/09/2002

TESTO

274. La prima dote di un educatore

Padre Arsenio

Prima dote di un educatore, per essere ascoltato, è l'essere amato, quindi si deve cercare non tanto di farsi temere, quanto di farsi amare, e questo lo si ottiene amando: se vuoi essere amato, ama tu per primo. E, quando si è amati, dall'amato si ottiene quanto si vuole. Ad un amor paterno corrisponde un amor filiale.

educazioneeducatorepaternitàfiglifamigliagenitori

inviato da Annalisa Porcelli, inserito il 16/09/2002

RACCONTO

275. I tre monaci di Tolstoy   1

Henri J. M. Nouwen

Tre monaci russi vivevano in un'isola remota.

Nessuno andava mai là, ma un giorno il loro vescovo decise di compiervi una visita pastorale.

Quando arrivò, scoprì che i tre monaci non conoscevano neppure il Padre nostro; allora spese tutto il suo tempo e le sue energie per insegnare loro il Padre nostro, e poi se ne andò soddisfatto della sua opera pastorale.

Ma quando la sua barca lasciò l'isola e prese il mare aperto, all'improvviso egli vide i tre eremiti che camminavano sulle acque: essi correvano infatti dietro la barca!

Quando la raggiunsero, gridarono: "Caro padre, abbiamo dimenticato la preghiera che ci ha insegnato!".

Il vescovo, trasecolato per quel che vedeva e udiva, disse: "Ma cari fratelli allora come fate a pregare?".

Essi risposero: "Beh, diciamo semplicemente: O Dio, ci sono tre di noi e tre di te, abbi pietà di noi!".

Il vescovo, colpito dalla loro santità e semplicità, disse: "Tornate alla vostra isola e andate in pace".

preghierarapporto con DioPadre nostro

5.0/5 (1 voto)

inviato da Jacopo Sgrignani, inserito il 29/08/2002

PREGHIERA

276. Padre nostro

Giovanni Vannucci, Appunti di Viaggio, 27

Padre nostro che sei nei cieli
Santo è il tuo nome
il tuo regno viene
la tua volontà si compie
nella terra come nel cielo.
Tu doni a noi il pane di oggi
e di domani.
Tu perdoni i nostri debiti
nell'istante in cui
li perdoniamo ai nostri debitori.
Tu non c'induci in tentazione
ma nella tentazione
tu ci liberi dal male.

preghierarapporto con DioPadre nostro

inviato da Don Carmine Nappo, inserito il 29/08/2002

RACCONTO

277. Il ricamo di Dio   2

Quando io ero piccolo mia madre era solita cucire tanto. Io mi sedevo vicino a lei e le chiedevo cosa stesse facendo. Lei mi rispondeva che stava ricamando. Osservavo il lavoro di mia madre da un punto di vista più basso rispetto a dove stava seduta lei, cosicché ogni volta mi lamentavo dicendole che dal mio punto di vista ciò che stava facendo mi sembrava molto confuso.

Lei mi sorrideva, guardava verso il basso e gentilmente mi diceva: "Figlio mio, vai fuori a giocare un po' e quando avrò terminato il mio ricamo ti metterò sul mio grembo e ti lascerò guardare dalla mia posizione".

Mi domandavo perché utilizzava dei fili di colore scuro e perché mi sembravano così disordinati visti da dove stavo io. Alcuni minuti dopo sentivo la voce di mia madre che mi diceva: "Figlio mio, vieni qua e siediti sul mio grembo".

Io lo facevo immediatamente e mi sorprendevo e mi emozionavo al vedere i bei fiori o il bel tramonto nel ricamo. Non riuscivo a crederci; da sotto si vedeva così confuso.

Allora mia madre mi diceva: "Figlio mio, di sotto si vedeva confuso e disordinato ma non ti rendevi conto che di sopra c'era un progetto. C'era un disegno, io lo stavo solo seguendo. Adesso guardalo dalla mia posizione e saprai ciò che stavo facendo".

Molte volte lungo gli anni ho guardato il cielo e ho detto: "Padre, che stai facendo?".
E Lui risponde: "Sto ricamando la tua vita".

Allora io replico: "Ma si vede così confuso, è tutto un disordine. I fili sembrano così scuri, perché non sono più brillanti?".

E Dio sembra dirmi: "Figliolo mio, occupati del tuo lavoro... e io faccio il mio. Un giorno ti porterò in cielo e ti metterò sul mio grembo e vedrai il disegno dalla mia posizione... E allora capirai...!!!".

Nei giorni in cui sembra che nemmeno Dio si ricordi di te, invece di angustiarti ripeti con certezza: "Signore, io confido in te".

fedefiduciaprogettovocazionevitaprogetto di Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Stefania Raspo, inserito il 29/08/2002

TESTO

278. Non dire Padre...   1

Non dire: PADRE
se ogni giorno non ti comporti da figlio.
Non dire: NOSTRO
se vivi soltanto del tuo egoismo.
Non dire: CHE SEI NEI CIELI
se pensi solo alle cose terrene.
Non dire: VENGA IL TUO REGNO
se lo confondi con il successo materiale
Non dire: SIA FATTA LA TUA VOLONTA'
se non l'accetti anche quando è dolorosa.
Non dire: DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO
se non ti preoccupi della gente che ha fame.
Non dire: PERDONA I NOSTRI DEBITI
se non sei disposto a perdonare gli altri.
Non dire: NON CI INDURRE IN TENTAZIONE
se continui a vivere nell'ambiguità.
Non dire: LIBERACI DAL MALE
se non ti opponi alle opere malvagie.
Non dire: AMEN
se non prendi sul serio le parole del
PADRE NOSTRO.

preghieracoerenzaPadre Nostrorapporto con Dio

inviato da Sara Accorti, inserito il 28/08/2002

RACCONTO

279. Gli auguri   1

Bruno Ferrero, Il segreto dei pesci rossi

Il piccolo Carlo era un bambino timido e tranquillo. Un giorno arrivò a casa e disse a sua madre che avrebbe voluto preparare una cartolina di San Valentino per tutti i suoi compagni di classe.
La madre istintivamente esclamò: «Ma no! Non è il caso!».

Ogni giorno osservava i bambini quando tornavano a casa a piedi da scuola. Il suo Carlo arrancava sempre per ultimo. Gli altri ridevano e formavano un'allegra e rumoro­sa combriccola. Ma Carlo non faceva mai parte del gruppo. La madre decise di aiuta­re il figlio e acquistò cartoncini e pennarel­li. Per tre settimane, sera dopo sera, Carlo illustrò meticolosamente trentacinque car­toline di San Valentino.

Giunse il giorno di San Valentino e Carlo era fuori di sé per l'emozione. Le accatastò con cura, le mise nello zainetto e corse fuo­ri. La madre decise di cucinargli il suo dol­ce preferito e farglielo trovare con una taz­za di cioccolata calda per quando sarebbe tornato a casa da scuola. Sapeva che sareb­be rimasto deluso e forse in questo modo gli avrebbe alleviato il dolore. Avrebbe dato una cartolina a tutti, ma lui non ne avrebbe ricevuta nemmeno una.

Quel pomeriggio preparò la torta e la cioccolata. Quando udì il solito vociare dei bambini, guardò fuori della finestra. Stavano arrivando, ridendo e chiacchierando come al solito. E come sempre l'ultimo era Carlo. Da solo.

Entrò in casa quasi di corsa e buttò lo zai­netto su una sedia. Non aveva niente in ma­no e la madre si aspettava che scoppiasse in lacrime. «La mamma ti ha preparato la torta e la cioccolata», disse, con un nodo in gola. Ma lui quasi non sentì le sue parole. Passò oltre, il volto acceso, dicendo forte: «Nean­che uno. Neanche uno!».
La madre lo guardò incerta.

E il bambino aggiunse: «Non ne ho dimenticato neanche uno, neanche uno».

«Questa è la volontà del Padre che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quel­li che mi ha dato» (Giovanni 6,39).
Neanche uno.

altruismodonaredono di sé

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 15/06/2002

TESTO

280. Nel suo deserto incontri la verità

Padre Severino Consolaro, Il tuo volto io cerco

Non è un luogo il deserto: è il silenzio delle tue labbra chiuse che custodisce il tuo cuore che parla
Non è un luogo il deserto: è il tuo ascolto nelle profondità del mistero che ti avvolge e ti penetra tutto.
Non è un luogo il deserto:è l'immagine del Dio che ti ha plasmato, riflessa nello specchio, reso puro, della tua anima.
Non è un luogo il deserto: è il fuoco che brucia sotto le ceneri della tua umanità e ti chiede di soffiare per alimentarlo.
Non è un luogo il deserto: è la tua vita che incessantemente rinasce e si rinnova nel silenzio adorante.
Non è un luogo il deserto: è l'estasi di Dio che si contempla in te stesso
Non è un luogo il deserto: è la chiave che apre il tuo cuore perché vi entri il suo regno.
Non è un luogo il deserto: è riposare alla sua presenza "come bimbo svezzato in braccio a sua madre" (sal. 130)
Non è un luogo il deserto: è partecipare al silenzio di Dio, sorgente dell'armonia del cosmo.
Non è un luogo il deserto: è la sua pace che scende in te quando gli presenti il vuoto del tuo nulla.

desertosilenzio

inviato da Moreno Cattelan, inserito il 15/06/2002

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