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TESTO

241. Ricomincia

Se sei stanco e la strada ti sembra lunga,
se ti accorgi di aver sbagliato strada,
non lasciarti portare dai giorni e dai tempi.
Ricomincia.

Se la vita ti sembra troppo assurda,
se sei deluso da troppe cose e da troppe persone,
non cercare di capire il perché.
Ricomincia.

Se hai provato ad amare ed essere utile,
se hai conosciuto la povertà dei tuoi limiti,
non lasciare un impegno assolto a metà.
Ricomincia.

Se gli altri ti guardano con rimprovero,
se sono delusi da te, irritati,
non ribellarti, non domandar loro nulla.
Ricomincia.

Perché l'albero germoglia di nuovo dimenticando l'inverno,
il ramo fiorisce senza domandare perché
e l'uccello fa il suo nido senza pensare all'autunno.
Perché la vita è Rinascita.

ottimismofiduciacostanzafedeltàimpegnoresponsabilitàamorepasquasperanzarinascitarisurrezioneresurrezione

3.7/5 (3 voti)

inviato da Ylenia, inserito il 21/08/2002

PREGHIERA

242. Signore mio Dio

San Tommaso d'Aquino

Aiutami, Signore mio Dio,
ad essere obbediente senza ripugnanza,
povero senza rammarico,
casto senza presunzione.

Aiutami, Signore mio Dio,
ad essere paziente senza mormorazione,
umile senza finzione,
giocondo senza dissipazione.

Aiutami, Signore mio Dio,
ad essere austero senza tristezza,
prudente senza fastidio,
pronto senza vanità.

Aiutami, Signore mio Dio,
ad essere timoroso senza sfiducia,
veritiero senza doppiezza,
benefico senza arroganza,

in modo che senza superbia
corregga i miei fratelli,
e senza simulazione li edifichi
con le parole e con l'esempio.

talentiumiltàpiccolezzavirtù

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 15/06/2002

TESTO

243. Vivevo sul lato in ombra della strada

Rabindranath Tagore

Vivevo sul lato in ombra della strada
e osservavo i giardini dei vicini
al di là della strada, festanti
nella luce del sole.
Mi sentivo povero,
e andavo di porta in porta con la mia fame.
Più mi davano della loro incurante abbondanza,
più diventavo consapevole
della mia ciotola da mendicante.
Finché un mattino mi destai dal sonno
all'improvviso aprirsi della mia porta,
e tu entrasti a chiedermi la carità.
Disperato, ruppi il coperchio del mio scrigno,
e scoprii sorpreso la mia ricchezza.

interioritàesterioritàstima di sédarericeveredonarericchezzapovertà

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 14/06/2002

TESTO

244. Se Cristo domani

Raoul Follereau

Se Cristo, domani, busserà alla vostra porta, lo riconoscerete?

Sarà, come una volta, un uomo povero,
certamente un uomo solo.

Sarà senza dubbio un operaio,
forse un disoccupato,
e anche, se lo sciopero è giusto, uno scioperante.

Salirà scale su scale, senza mai finire.
Ma la vostra porta è così difficile da aprire.

«Non mi interessa» comincerete
prima d'ascoltarlo.
E sbatterete la porta
in faccia al povero che è il Signore.

Sarà forse un profugo,
uno dei quindici milioni di profughi
con un passaporto dell'ONU,
uno di coloro che nessuno vuole,
e che vagano un questo deserto che è diventato il Mondo;

uno di coloro che devono morire
«perché dopo tutto non si sa da dove arrivino
persone di quella risma...».

O meglio ancora, in America, un uomo nero,
un negro come dicono loro,
stanco di mendicare un buco negli alloggi di New York,
come una volta a Betlemme
la Vergine Nostra Signora...

Se Cristo, domani, busserà alla vostra porta, Lo riconoscerete?

Gesù Cristoamorepovertàcarità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca Peyron, inserito il 12/06/2002

PREGHIERA

245. Credo che un giorno

Jacques Leclercq

Credo, sì io credo che un giorno,
il tuo giorno, o mio Dio,
avanzerò verso di te
coi miei passi titubanti,
con tutte le mie lacrime
nel palmo della mano,
e questo cuore meraviglioso
che tu ci hai donato,
questo cuore
troppo grande per noi
perché è fatto per te...
Un giorno io verrò,
e tu leggerai sul mio viso
tutto lo sconforto, tutte le lotte,
tutti gli scacchi
dei cammini della libertà.
E vedrai tutto il mio peccato.
Ma io so, mio Dio,
che non è grave il peccato,
quando si è alla tua presenza.
Poiché è davanti agli uomini
che si è umiliati, ma davanti a te,
è meraviglioso essere così poveri,
perché si è tanti amati!
Un giorno, il tuo giorno, mio Dio,
io verrò verso di te.
E nella autentica esplosione
della mia resurrezione,
saprò allora
che la tenerezza sei tu,
che la mia libertà sei ancora tu.
Verrò verso di te, mio Dio,
e tu mi donerai il tuo volto.
Verrò verso di te
con il mio sogno più folle:
portarti il mondo fra le braccia.
Verrò verso di te,
e griderò a piena voce
tutta la verità della vita sulla terra.
Ti griderò il mio grido
che viene dal profondo dei secoli:
"Padre! Ho tentato di essere
un uomo, e sono tuo figlio".

morteparadisovita eternarapporto con Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 11/06/2002

PREGHIERA

246. Dammi solo poco

Rabindranath Tagore

Dammi solo poco,
perché non dimentichi mai
di chiamarti il mio tutto.

Lasciami solo poco,
perché in ogni luogo
senta bisogno di te,
perché senza ritegni
possa tornare da te,
perché in ogni momento
possa offrirti il mio cuore.

Lasciami solo poco,
perché i tuoi doni
non ti nascondano mai;
dammi una sola catena
con cui possa legarmi
al tuo viso per sempre;
lascia che il tuo desiderio
inanelli la mia vita
e diventi catena per te.

povertàrapporto con Dio

3.0/5 (2 voti)

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 02/06/2002

PREGHIERA

247. Maestro!

don Giovanni Moioli

Signore, che nessun nuovo mattino venga ad illuminare la mia vita senza che il mio pensiero si volga alla tua Resurrezione e senza che in ispirito io vada, coi miei poveri profumi, verso il sepolcro vuoto dell'orto!
Che ogni mattino sia per me mattino di Pasqua!
Che ognuno dei miei risvegli sia un risveglio alla tua presenza vera, un incontro pasquale con Cristo nell'orto, questo Cristo talvolta inatteso.
Che ogni episodio della giornata sia un momento in cui io ti senta chiamarmi per nome, come chiamasti Maria!
Concedimi allora di voltarmi verso di te.
Concedimi con una parola sola ma con tutto il cuore, di rispondere: "Maestro!"

buongiornopasquarisurrezionerapporto con Dionuovo giorno

inviato da Mariangela Molari, inserito il 02/06/2002

ESPERIENZA

248. Pregando, posso amare i poveri

Madre Teresa di Calcutta

Un giorno Madre Teresa parlò con un seminarista. Guardandolo con i suoi occhi limpidi e penetranti gli chiese: "Quante ore preghi ogni giorno?". Il ragazzo rimase sorpreso da una simile domanda e provò a difendersi dicendo: "Madre, da lei mi aspettavo un richiamo alla carità, un invito ad amare di più i poveri. Perché mi chiede quante ore prego?". Madre Teresa gli prese le mani e le strinse tra le sue quasi per trasmettergli ciò che aveva nel cuore. Poi gli confidò: "Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega; pregando, Dio mi mette il suo Amore nel cuore e così posso amare i poveri. Pregando!".

preghieracaritàamoreservizio

inviato da Immacolata Chetta, inserito il 31/05/2002

TESTO

249. Il povero che è in noi

Carl Jung, Lettera ad una donna cristiana

Vi ammiro, voi cristiani, perché identificate Cristo con il povero e il povero con Cristo, e quando date del pane ad un povero sapete di darlo a Gesù. Ciò che mi è più difficile comprendere è la difficoltà che avete di riconoscere Gesù nel povero che è in voi. Quando avete fame di guarigione o di affetto, perché non lo volete riconoscere? Quando vi scoprite nudi, quando vi scoprite stranieri a voi stessi, quando vi ritrovate in prigione e malati, perché non sapete vedere questa fragilità come la persona di Gesù in voi?

Accettare se stessi sembra molto semplice, ma le cose semplici sono sempre più difficili... L'arte di essere semplici è la più elevata, così come accettare se stessi è l'essenza del problema morale e il nocciolo di un'intera visione del mondo... Ospitando un mendicante, perdonando chi mi ha offeso, arrivando perfino ad amare un mio nemico nel nome di Cristo, do prova senza alcun dubbio di grande virtù... quel che faccio al più piccolo dei miei fratello l'ho fatto a Cristo!

Ma se io dovessi scoprire che il più piccolo di tutti, il più povero di tutti i mendicanti, il più sfacciato degli offensori, il nemico stesso è in me; che sono io stesso ad aver bisogno dell'elemosina della mia bontà, che io stesso sono il nemico d'amare, allora che cosa accadrebbe?

Di solito assistiamo in questo caso al rovesciamento della verità cristiana. Allora scompaiono amore e pazienza, allora insultiamo il fratello che è in noi, allora ci condanniamo e ci adiriamo contro noi stessi, ci nascondiamo agli occhi del mondo e neghiamo di aver mai conosciuto quel miserabile che è in noi.

E se fosse stato Dio stesso a presentarsi a noi sotto quella forma spregevole lo avremmo rinnegato mille volte prima del canto del gallo.

caritàamoreaccettazione di sé

inviato da Mariangela Molari, inserito il 28/05/2002

TESTO

250. Nostro fratello Giuda   1

Primo Mazzolari, Omelia 3 aprile 1958, Giovedì Santo

Gesù chiama "amico" Giuda: questa parola dice l'infinita tenerezza della carità del Signore.
Noi possiamo tradire l'amicizia di Cristo, Cristo non tradisce mai noi, suoi amici!
Anche quando non lo meritiamo, anche quando ci rivoltiamo contro di lui, anche quando lo neghiamo.
Davanti ai suoi occhi, davanti al suo cuore noi siamo sempre gli amici del Signore.
Lasciate che io domandi a Gesù, a Gesù che è in agonia, a Gesù che ci accetta come siamo, lasciate che io gli domandi, come grazia pasquale, di chiamarmi amico.
Perché la Pasqua è questa parola, detta a un povero Giuda come me, detta a dei poveri Giuda come voi.
Questa è la gioia: che Cristo ci ama, che Cristo ci perdona, che Cristo non vuole che noi disperiamo.
Per lui, noi saremo sempre gli amici.

L'audio dell'omelia è disponibile qui:
https://fondazionemazzolari.it/omelie-2/

e il testo integrale su Famiglia Cristiana

perdonoconversionepeccatomisericordia di Diorapporto con Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 27/05/2002

TESTO

251. A te che vieni da fuori

Un Vescovo africano

Aiutaci ad apprezzare le nostre ricchezze
e non voler crederci poveri
solo perché non abbiamo quello che tu hai.
Aiutaci a scoprire le nostre catene e,
vedendo le tue,
non crederci schiavi.
Sii paziente con il nostro popolo,
e non crederci arretrati
perché non sappiamo scrivere la tua lingua.
Sii paziente con il nostro modo di camminare
e non crederci pigri
perché abbiamo un ritmo diverso dal tuo.
Accetta con pazienza i nostri simboli
e non crederci ignoranti
perché non sappiamo leggere le tue parole.
Resta con noi e canta la bellezza della vita
che con noi condividi.
Resta con noi ed accetta
che ti possiamo donare qualche cosa.
Accompagnaci nel cammino:
né davanti né dietro
cerca con noi di vivere e attendere Dio.

conviveremulticulturalitàdiversità

inviato da Mariangela Molari, inserito il 27/05/2002

PREGHIERA

252. Amore, che mi formasti

David Maria Turoldo

Amore, che mi formasti
a immagine dell'Iddio che non ha volto,
Amore che sì teneramente
mi ricomponesti dopo la rovina,
Amore, ecco, mi arrendo:
sarò il tuo splendore eterno.

Amore, che mi hai eletto fin dal giorno
che le tue mani plasmarono il corpo mio,
Amore, celato nell'umana carne,
ora simile a me interamente sei,
Amore ecco, mi arrendo:
sarò il tuo possesso eterno.

Amore, che al tuo giogo
anima e sensi, tutto m'hai piegato,
Amore, tu m'involi nel gorgo tuo,
il cuore mio non resiste più,
ecco, mi arrendo, Amore:
mia vita ormai eterna.

amoremorteparadisovita eternavocazionefragilitàpovertà

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 27/05/2002

PREGHIERA

253. E' Natale, Signore, o già subito Pasqua?   1

Luigi Serenthà

E' Natale, Signore, o già subito Pasqua?
Il legno del presepe è duro, come legno di croce.
Il freddo ti punge, quasi corona di spine.
L'odio dei potenti ti spia e ti teme.
...quanti segni di morte, Signore in questa tua nascita,
comincia così il tuo cammino tra noi, la tua ostinata decisione
di essere Dio, non di sembrarlo.
Grazie, Signore, per questa ostinazione,
per questo sparire, per questo ritirarti
che schiude un libero spazio
per la mia libera decisione di amarti.
Dio che ti nascondi, Dio che non sembri Dio,
Dio degli stracci e delle piaghe,
Dio dei pesi e delle infamie,
io ti amo.
Non so come dirtelo, ho paura di dirtelo
perché talvolta mi spavento e ritiro la parola;
eppure sento che devo dirtelo:
io ti amo!
In questa possibilità di amarti che la tua povertà mi schiude
divento veramente uomo,
scopro di essere uomo, non di sembrarlo.
Il tuo Natale è il mio Natale.
Nella gioia di questo nascere,
nello stupore di poterti amare,
io accetto, io voglio, io chiedo che anche per me,
Signore,
sia subito Pasqua.

NatalePasquaincarnazione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Mariangela Molari, inserito il 26/05/2002

PREGHIERA

254. Non ne posso più   1

Primo Mazzolari

Signore, non ne posso più:
la mia resistenza è agli estremi,
la mia fede viene meno
sotto le prove che incalzano.
Non comprendo più niente.
Ma per sostenere in pace
e rimanere vicino a chi soffre
non è necessario comprendere.
Non mi abbandonare, Signore,
tu che mi conosci e sai tutto di me
e di questo mio povero cuore di carne.
Tienimi su il cuore,
e aiutami a superare l'angoscia
che spesso il male mi dà.
Rinsaldami la certezza
che niente va perduto
del nostro patire perché è tuo
e ti appartiene
meglio di qualsiasi cosa nostra.
Aiutami a credere
che la tua misericordia
sta universalmente preparando
una giornata più buona a tutti.

stanchezzasofferenzacroceabbandono

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 24/05/2002

PREGHIERA

255. Il mio sì

John Henry Newman

Io sono creato per fare e per essere qualcuno
per cui nessun altro è creato.
Io occupo un posto mio
nei consigli di Dio, nel mondo di Dio:
un posto da nessun altro occupato.
Poco importa che io sia ricco, povero
disprezzato o stimato dagli uomini:
Dio mi conosce e mi chiama per nome.
Egli mi ha affidato un lavoro
che non ha affidato a nessun altro.
Io ho la mia missione.
In qualche modo sono necessario ai suoi intenti
tanto necessario al posto mio
quanto un arcangelo al suo.
Egli non ha creato me inutilmente.
Io farò del bene, farò il suo lavoro.
Sarò un angelo di pace
un predicatore della verità
nel posto che egli mi ha assegnato
anche senza che io lo sappia,
purché io segua i suoi comandamenti
e lo serva nella mia vocazione.

vocazionemissioneresponsabilità

inviato da Luca Soliani, inserito il 24/05/2002

PREGHIERA

256. Signore non sono capace

Michel Quoist

Credo, Signore, che sarei capace di compiere una volta, qualche atto straordinario. Un'azione che impegnerebbe tutto me stesso, se fossi sconvolto da una sventura, colpito da un'ingiustizia, se uno dei mie cari fosse in pericolo...

Ma ciò che mi umilia e spesso mi scoraggia, e che non sono capace di donare la mia vita pezzo a pezzo, giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, donare, sempre donare... e darmi!

Questo non posso farlo e tuttavia è certamente ciò che tu mi chiedi...

Ogni giorno mille frammenti di vita da donare, in mille possibili gesti d'amore, che più non si vedono tanto sono abituali, e più non si notano tanto sono banali, ma di cui tu mi dici di aver bisogno per mettere insieme un'offerta e perché un giorno io possa dire in verità: Ai miei fratelli io ho donato tutta la mia vita.

E' ciò che desidero, Signore, ma non ne sono capace... non posso farlo, lo so, ed ho paura.

Figliolo, io non ti chiedo di riuscire sempre, ma di provarci sempre.

E soprattutto ascoltami, ti chiedo di accettare i tuoi limiti, di riconoscere la tua povertà e di farmene dono, perché donare la propria vita non vuol dire donare soltanto le proprie ricchezze, ma anche la propria povertà, i propri peccati.

Fa' questo, figliolo, e con i pezzi di vita sciupata, da te sottratti a tutti coloro che aspettano, colmerò i vuoti, dandoti in cambio la durata, perché nelle mie mani la tua povertà offerta, diventerà ricchezza per l'eternità.

fiduciadonarepiccolezzaumiltà

inviato da Molari Mariangela, inserito il 22/05/2002

PREGHIERA

257. Vivere di te (Preghiera del Catechista)   3

Tonino Bello

Chiamato ad annunciare la tua Parola,
aiutami, Signore, a vivere di Te,
e a essere strumento della tua pace.

Assistimi con la tua luce, perché i ragazzi
che la comunità mi ha affidato
trovino in me un testimone credibile del Vangelo.

Toccami il cuore e rendimi trasparente la vita,
perché le parole, quando veicolano la tua,
non suonino false sulle mie labbra.

Esercita su di me un fascino così potente,
che, prima ancora dei miei ragazzi,
io abbia a pensare come Te,
ad amare la gente come Te
a giudicare la storia come Te.

Concedimi il gaudio di lavorare in comunione,
e inondami di tristezza ogni volta che,
isolandomi dagli altri,
pretendo di fare la mia corsa da solo.

Ho paura, Signore, della mia povertà.
Regalami, perciò, il conforto
di veder crescere i miei ragazzi
nella conoscenza e nel servizio di Te,
Uomo libero e irresistibile amante della vita.

Infondi in me una grande passione per la Verità,
e impediscimi di parlare in tuo nome
se prima non ti ho consultato con lo studio
e non ho tribolato nella ricerca.

Salvami dalla presunzione di sapere tutto,
dall'arroganza di chi non ammette dubbi;
dalla durezza di chi non tollera ritardi;
dal rigore di chi non perdona debolezze;
dall'ipocrisia di chi salva i principi e uccide le persone.

Trasportami, dal Tabor della contemplazione,
alla pianura dell'impegno quotidiano.
E se l'azione inaridirà la mia vita,
riconducimi sulla montagna del silenzio.
Dalle alture scoprirò ì segreti della «contemplatività»,
e il mio sguardo missionario
arriverà più facilmente agli estremi confini della terra.

Affidami a tua Madre.
Dammi la gioia di custodire i miei ragazzi
come Lei custodì Giovanni.
E quando, come Lei, anch'io sarò provato dal martirio,
fa' che ogni tanto possa trovare riposo
reclinando il capo sulla sua spalla. Amen.

educareeducatorianimatoricatechistitestimonianzaannunciomissionetabor

5.0/5 (1 voto)

inviato da Polda, inserito il 21/05/2002

PREGHIERA

258. Tu sei i miei giorni   1

don Luigi Serenthà

Signore Gesù,
Tu sei i miei giorni,
non ho altri che te
nella mia vita.

Quando troverò
un qualcosa
che mi aiuta,
te ne sarò immensamente grato;
però Signore,
quand'anche io fossi solo,
quand'anche non ci fosse nulla
che mi dà una mano,
non ci fosse neanche
un fratello di fede
che mi sostiene,
Tu, o Signore, mi basti,
con Te ricomincio da capo.

Tu mi basti, Signore:
il mio cuore,
il mio corpo, la mia vita,
nel suo normale modo di vestire,
di alimentarsi, di desiderare
è tutta orientata a Te.

Io vivo nella semplicità
e nella povertà di cuore;
non ho una famiglia mia,
perché Tu sei la mia casa,
la mia dimora, il mio vestito,
il mio cibo,
Tu sei il mio desiderio.

fiduciaabbandonoprovvidenzarapporto con Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 11/05/2002

TESTO

259. Il tuo nome

Tonino Bello

Vocazione è la parola che dovresti amare di più
perché è il segno di quanto tu sia importante agli occhi di Dio.
E' l'indice di gradimento presso di Lui, della tua fragile vita.
Si, perché se ti chiama vuol dire che ti ama.
Gli stai a cuore, non c'è dubbio.
In una turba sterminata di gente risuona un nome: il tuo! Stupore generale.
A te non ci aveva pensato nessuno. Lui si!
Davanti ai microfoni della storia, ti affida un compito su misura per Lui!
Si, per Lui, non per te. Più che una "missione" sembra una "scommessa".
Una scommessa sulla tua povertà.
Ha scritto "ti amo" sulla roccia, non sulla sabbia come nelle vecchie canzoni.
E accanto ci ha messo il tuo nome.
Forse l'ha sognato di notte, nella tua notte.
Alleluia!
Puoi dire a tutti: non si è vergognato di me!

Questo testo è conosciuto anche con il titolo "Vocazione, la parola che dovresti amare di più"

vocazionemissioneprogetto di Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 11/05/2002

TESTO

260. L'amore del dono   2

Madre Teresa di Calcutta

Prego per voi,
perché possiate conservare nei vostri cuori la gioia di amare Dio,
la gioia dell'amore e della bontà,
e di condividere questa gioia con tutti quelli con i quali vi trovate,
con le persone che lavorano al vostro fianco,
davanti a tutti i membri della vostra stessa famiglia.
Quello che importa non è la quantità del dono,
bensì l'intensità dell'amore con cui lo diamo.
C'è qualcosa in più di cui vi posso parlare:
della mia esperienza con i Poveri più poveri.
Devo ancora trovare la prima donna Povera disposta ad abortire.
Senza dubbio darà alla luce suo figlio.
È possibile che abbandoni la sua creatura sulla strada,
ma non sarà lei a eliminare suo figlio.
È un qualcosa che dobbiamo imparare dai Poveri:
la grandezza del loro amore per il figlio.
Preghiamo.
Chiediamo a nostro Signore che non si allontani dal nostro fianco
nel momento della tentazione.
Perché allo stesso modo in cui fu tentato Gesù,
il diavolo tenterà anche noi.
Non dobbiamo aver paura,
perché Dio è amore.
Se Dio ci ama, dal momento che lui è Padre amoroso,
non smetterà di aiutarci.
Quando ci rendiamo conto di aver commesso un errore,
andiamo da lui e diciamogli:
«Dio mio, mi spiace! Sono pentito!».

donoamoreperdonoabortovitapovertà

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 11/05/2002

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