I tuoi ritagli preferiti

PERFEZIONA LA RICERCA

Tutti i ritagli

Indice alfabetico dei temi

Invia il tuo ritaglio

Hai cercato l'autore o la fonte di nome Lovecchio Stefano

Hai trovato 2 ritagli

Ricerca avanzata
tipo
parole
tema
fonte/autore

RACCONTO

1. Le tre rose

Lovecchio Stefano

Molti anni fa, in un piccolo paese viveva una stupenda fanciulla corteggiata da tre giovani. Alla ragazza piacevano tutti e tre, anche se erano sicuramente diversi tra loro. Così, per capire chi potesse conquistare il suo cuore, propose loro una prova.

Un giorno infatti li mandò a chiamare e disse loro: "Ascoltate bene, tutti e tre mi piacete molto ma nessuno di voi per ora ha conquistato il mio cuore, così ho pensato di mettervi alla prova. La prova è molto semplice. A circa tre chilometri di qui, c'è un grande roseto. Voglio che mi portiate la rosa più bella. Chi arriva per primo con la rosa che più mi piacerà, lui sarà sicuramente colui che avrà capito e aperto il mio cuore".

I tre giovani si misero subito e velocemente in cammino e giunti al roseto, vi trovarono due tipi di rose, una bellissima ma senza spine e senza profumo, l'altra altrettanto bella ma piena di spine e profumatissima.

Il primo giovane pur di arrivare primo, prese una rosa senza spine e cominciò a correre verso il paese. Il secondo prese una rosa con le spine con molta cautela e si attardò a togliere le spine per non ferirsi o ferire la giovane ragazza. Il terzo prese anche lui una rosa con le spine senza paura di ferirsi e cominciò a correre verso il paese.

Nel paese, la giovane donna si vide arrivare dunque per primo il giovane con la rosa senza spine, poi arrivò il giovane con la rosa con le spine e la mano ferita, quindi arrivò il giovane con una rosa alla quale erano state tolte le spine.

Il primo giovane era convinto che fosse lui ad aver vinto la prova, ma la ragazza gli disse: "Si, è vero che sei arrivato per primo, ma dovevi portare la rosa più bella per primo, tu invece mi hai portato una rosa bellissima ma senza profumo". Rivolgendosi poi agli altri due, disse: "Senza dubbio mi avete portato entrambi una rosa bellissima e profumata ma colui che mi ama di più, sei tu che non hai perso tempo a togliere le spine e non hai avuto paura di ferirti o di ferirmi per portarmela".

La ragazza prese la rosa e si punse anche essa un dito e una piccola goccia di sangue cadde sulla piccola ferita del ragazzo, e da quel giorno non si lasciarono mai più.

amoresacrificio

2.0/5 (2 voti)

inviato da Lovecchio Stefano, inserito il 26/06/2010

RACCONTO

2. La pietra e la farfalla   2

Lovecchio Stefano

Un giorno, in un bosco di montagna, una farfalla meravigliosa svolazzando tra un fiore e l'altro, si posò su di un fiore nato vicino ad una pietra. La pietra vedeva passare ogni giorno quella farfalla e quel giorno, visto che le era così vicina, le disse: "Ciao, che meravigliosi colori che hai e come è bello vederti svolazzare, io invece sono qui immobile e posso vedere ben poco del mondo e poi..., ho solo questo colore grigio!".

La farfalla un po' vanitosa rispose: "Si, ho dei bellissimi colori, tutti mi ammirano e vado dove voglio. Tu invece sei sempre lì. Ma non ti annoi?". La pietra ci pensò un poco e rispose: "No, non mi annoio perché comunque posso vedere le cose belle del mondo che riesco a vedere di qui e ho tanti amici alberi attorno a me, però mi sento un po' male se penso che non posso andare dove vorrei, come te".

A quel sentire, un faggio maestoso che aveva ascoltato tutto intervenne e disse: "Cara mia vecchia amica pietra, se tu non fossi qui, io come altri alberi e altra vegetazione attorno a te non potremmo vivere perché le nostre radici sono affondate nel terreno e si abbracciano con forza a te per sostenerci. Tu che sembri una piccola pietra sei invece maestosa e imponente ed è proprio perché sei lì da secoli immobile che hai permesso a noi alberi attorno a te di crescere stabili. E' vero quindi che non hai i colori della farfalla ma la tua bellezza sta nell'essere roccia.

Tu invece cara piccola farfalla, è vero che sei splendida con i tuoi colori ed è bello vederti volare quei pochi giorni della tua vita, ma non potresti esistere se non ci fosse questa vegetazione che abbraccia le proprie radici a rocce maestose come questa che sembra una piccola pietra, ma non lo è".

Da quel giorno, la farfalla andò a trovare ogni giorno la pietra per raccontarle del creato che lei vedeva, e quando la farfalla fu sul punto di morire la pietra le disse: "Cara amica mia ti ricorderò per sempre perché, anche se pochi giorni, hai rinunciato a svolazzare un po' del tuo tempo per raccontarmi le cose belle del mondo che io da qui non posso vedere".

umiltàgruppocomunitàreciprocitàdifferenzediversità

1.0/5 (1 voto)

inviato da Stefano Lovecchio, inserito il 03/12/2008