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24 novembre 2024
XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) - CRISTO RE
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RACCONTO
1. La mappa del Rio delle Amazzoni 1
Un esploratore era tornato dalla sua gente, che era ansiosa di sapere tutto del Rio delle Amazzoni.
Ma come poteva esprimere con le parole i sentimenti che avevano invaso il suo cuore nel vedere fiori di strabiliante bellezza e nell'udire i suoni della foresta di notte?
Come comunicare ciò che aveva provato nel suo cuore nell'avvertire il pericolo delle belve o nel condurre la sua canoa per le acque infide del fiume?
Disse: «Andate a vedere voi stessi. Niente può sostituire il rischio personale e l'esperienza personale.»
Tuttavia, per guidarli tracciò una mappa del Rio delle Amazzoni.
Essi presero la mappa, l'incorniciarono e l'appesero in municipio.
Ne fecero delle copie personali.
E chiunque aveva una copia si considerava un esperto del Rio delle Amazzoni.
Non conosceva forse ogni svolta e curva del fiume, e quanto era largo e profondo, e dov'erano le rapide e dove le cascate?
L'esploratore visse nel rimpianto di aver tracciato quella mappa.
Sarebbe stato meglio se non avesse disegnato nulla.
esperienzaincontrorapportorealtàconcretezzaspiritualità
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 23/06/2020
RACCONTO
Anthony De Mello, Il canto degli uccelli
Ecco la lieta novella proclamata da nostro Signore Gesù Cristo:
Gesù iniziò ad ammaestrare i suoi discepoli con delle parabole. Egli disse:
Il regno dei cieli è come due fratelli che vivevano contenti e soddisfatti finché Dio non li chiamò entrambi a divenire suoi discepoli. Il più grande rispose generosamente alla chiamata, sebbene significasse per lui strapparsi dalla sua famiglia e dalla ragazza che amava e che sognava di sposare. Alla fine partì per un paese lontano dove dette tutto se stesso nel servizio ai più poveri dei poveri. In quel paese iniziò una persecuzione ed egli fu arrestato, accusato ingiustamente e condannato a morte.
E il Signore gli disse: «Ben fatto, servo buono e fedele! Tu mi hai reso un servizio che vale mille talenti. Io ti darò una ricompensa che vale miliardi di talenti. Entra nella gioia del tuo Signore».
La risposta del fratello più giovane alla chiamata fu men che generosa. Decise di ignorarla e di continuare come prima e di sposare la ragazza che amava. Ebbe una felice vita matrimoniale, i suoi affari prosperarono e divenne ricco e famoso. Talvolta faceva l'elemosina ad un mendicante o aveva un pensiero gentile per la moglie e i figli. Talvolta, inoltre, mandava una piccola somma di denaro al fratello maggiore in quel paese lontano. «Potrà esserti utile nel tuo lavoro per quei poveri diavoli», gli scriveva.
Quando giunse la sua ora, il Signore gli disse: «Ben fatto, servo buono e fedele! Tu mi hai reso un servizio da dieci talenti. Io ti darò una ricompensa che vale miliardi di talenti. Entra nella gioia del tuo Signore!».
Il fratello maggiore si sorprese quando udì che il fratello avrebbe ricevuto la sua stessa ricompensa. E ne fu contento. Disse: «Signore, ora che lo so, se dovessi rinascere e rivivere la mia vita, rifarei esattamente ciò che ho fatto per te».
Questa è davvero una lieta novella: un Signore generoso, un discepolo che lo serve per la pura gioia che l'amore conferisce al servizio.
generositàgratuitàservizioregno dei cieli
inviato da Lucia Iseppi, inserito il 29/12/2018
RACCONTO
Anthony De Mello, La preghiera della rana. Saggezza popolare dell'Oriente, Volume 2
Buddha fu un giorno minacciato di morte da un bandito chiamato Angulimal.
«Sii buono ed esaudisci il mio ultimo desiderio», disse Buddha. «Taglia un ramo di quell'albero.»
Con un colpo solo di spada l'altro eseguì quanto richiesto, poi domandò:
«E ora che cosa devo fare?»
«Rimettilo a posto» ordinò Buddha.
Il bandito rise.
«Sei proprio matto se pensi che sia possibile una cosa del genere.»
«Invece il matto sei tu, che ti ritieni potente perché sei capace di far del male e distruggere. Quella è roba da bambini. La vera forza sta nel creare e risanare.»
mortevitacuracuraredistruggerecrearecreazioneforzadebolezza
inviato da Qumran2, inserito il 15/07/2017
RACCONTO
4. Per la strada vidi una ragazzina 2
Anthony de Mello, Il canto degli uccelli
Per la strada vidi una ragazzina che tremava di freddo, aveva un vestitino leggero e ben poca speranza in un pasto decente. Mi arrabbiai e dissi a Dio: "Perché permetti questo? Perché non fai qualcosa?".
Per un po' Dio non disse niente.
Poi improvvisamente, quella notte rispose.
"Certo che ho fatto qualcosa: Ho fatto te".
impegnoresponsabilitàimportanza del singolocaritàsolidarietàlamentarsi
inviato da Arosio Silvestro, inserito il 20/09/2012
ESPERIENZA
5. Alzati e fatti riconoscere 1
Anthony De Mello, Il canto degli uccelli. Frammenti di saggezza nelle grandi religioni, p. 119
Per dire la verità così com'è ci vuole molto coraggio se si appartiene a un'istituzione.
Per sfidare l'istituzione stessa ci vuole ancora più coraggio. Fu questo che fece Gesù.
Quando Kruscev pronunciò la famosa denuncia dell'epoca staliniana, si dice che qualcuno, in parlamento, abbia esclamato: "Dov'eri tu, compagno Kruscev, quando tutte queste persone innocenti venivano massacrate?".
Kruscev smise di parlare, girò lo sguardo nella sala e disse: "Per favore, si alzi chi ha detto questo".
Ci fu grande tensione nella sala. Nessuno si alzò.
Allora Kruscev disse: "Bene, ora hai la risposta, chiunque tu sia. Io ero allora nella stessa identica posizione in cui tu ora ti trovi".
Gesù si sarebbe alzato.
inserito il 08/11/2011
RACCONTO
6. Una parabola sulla vita moderna
Gli animali si riunirono in assemblea e iniziarono a lamentarsi che gli esseri umani non facevano altro che portar via loro qualcosa.
«Si prendono il mio latte», disse la mucca.
«Si prendono le mie uova», disse la gallina.
«Usano la mia carne per farne pancetta», disse il maiale.
«Mi danno la caccia per il mio olio», disse la balena.
E così via.
Infine parlò la lumaca. «Io ho qualcosa che a loro piacerebbe avere, più di ogni altra cosa.
Qualcosa che mi porterebbero sicuramente via se potessero. Ho tempo».
Avresti tutto il tempo del mondo, se solo te lo concedessi.
Che cosa ti impedisce di farlo?
inviato da Albamaria Bianchi, inserito il 14/08/2007
RACCONTO
7. La preghiera dell'alfabeto 3
Un contadino povero, nel rincasare la sera tardi dal mercato, si accorse di non avere con sé il suo libro di preghiere. Al suo carro si era staccata una ruota in mezzo al bosco ed egli era angustiato al pensiero che la giornata finisse senza aver recitato le preghiere.
Allora pregò in questo modo: «Ho commesso una grave sciocchezza, Signore. Sono partito di casa questa mattina senza il mio libro di preghiere e ho così poca memoria che senza di esso non riesco a formulare neppure un'orazione. Ma ecco che cosa farò: reciterò molto lentamente tutto l'alfabeto cinque volte e tu, che conosci ogni preghiera, potrai mettere insieme le lettere in modo da formare le preghiere che non riesco a ricordare».
Disse allora il Signore ai suoi angeli: «Di tutte le preghiere che oggi ho sentito, questa è senz'altro la più bella, perché è nata da un cuore semplice e sincero».
inviato da Martina Bresolin, inserito il 01/07/2005
RACCONTO
Due monaci buddisti, in cammino verso il monastero, incontrarono sulla riva del fiume una donna molto bella. Come loro, ella desiderava attraversare il fiume, ma l'acqua era troppo alta. Così uno dei due monaci se la pose sulle spalle e la portò all'altra sponda.
Il monaco che era con lui era scandalizzato. Per due ore intere lo rimproverò per la sua negligenza nel rispettare la santa regola: aveva dimenticato che era un monaco? Come aveva osato toccare una donna? E peggio, trasportarla attraverso il fiume? E cosa avrebbe detto la gente? Non aveva screditato la loro santa religione? E così via.
Il monaco rimproverato ascoltò pazientemente l'interminabile predica. Alla fine lo interruppe dicendo: «Fratello, io ho lasciato quella donna al fiume. Non sarà che tu te la stai ancora portando dietro?».
inviato da Martina Bresolin, inserito il 01/07/2005
RACCONTO
Una pecora scoprì un buco nel recinto e scivolò fuori.
Era così felice di andarsene.
Si allontanò molto e si perse.
Si accorse allora di essere seguita da un lupo.
Corse e corse, ma il lupo continuava ad inseguirla, finché il pastore arrivò e la salvò riportandola amorevolmente all'ovile.
E nonostante che tutti l'incitassero a farlo, il pastore non volle riparare il buco nel recinto.
libertàamore di Diobenemalescegliererapporto con Diopecorella smarritapecora
inviato da Anna Barbi, inserito il 27/10/2003
RACCONTO
Un bambino dalla pelle scura stava a guardare il venditore di palloncini alla fiera del villaggio. L'uomo era evidentemente un ottimo venditore, poiché lasciò andare un palloncino rosso, che sali alto nel cielo, attirando così una folla di aspiranti piccoli clienti. Slegò poi un palloncino blu, e subito dopo uno giallo e un altro bianco, che volarono sempre più in alto finché scomparvero. Il negretto continuava a fissare il palloncino nero e finalmente domandò: «Signore, se tu mandassi in aria quello nero, volerebbe in alto come gli altri?».
Il venditore rivolse al bimbo un sorriso affettuoso, poi strappò il filo che teneva legato il palloncino e, mentre saliva in alto, spiegò: «Non è il colore che conta. È quello che c'è dentro che lo fa salire».
diversitàesterioritàinterioritàrazzismo
inviato da Maria Teresa Zanfini, inserito il 12/08/2003
RACCONTO
11. La raccoglitrice di vetri sulla spiaggia
Una famiglia di cinque persone si stava godendo una giornata sulla spiaggia. I bambini facevano il bagno nell'oceano e costruivano castelli di sabbia, quando comparve in lontananza una vecchina. I capelli grigi le volavano con il vento e gli abiti erano sporchi e stracciati. Mormorava qualcosa fra sé e sé e intanto raccoglieva oggetti nella sabbia e li metteva in un sacco.
I genitori chiamarono i bambini vicino a sé e raccomandarono loro di stare lontani dalla vecchietta. Quando passò accanto a loro, curvandosi di tanto in tanto per raccogliere roba, ella sorrise alla famiglia. Ma essi non ricambiarono il suo saluto.
Molte settimane dopo vennero a sapere che la vecchina da sempre si era assunta il compito di raccogliere pezzetti di vetro sulla spiaggia per evitare ai bambini di ferirsi i piedi.
ingratitudinenon giudicaregiudizio
inviato da Maria Teresa Zanfini, inserito il 12/08/2003
TESTO
Anthony de Mello, Un minuto di saggezza
A un discepolo che si lamentava continuamente degli altri, il maestro disse: «Se è la pace che vuoi, cerca di cambiare te stesso, non gli altri. È più facile proteggersi i piedi con delle pantofole che ricoprire di tappeti tutta la terra!»
pace interiorerapporto con gli altriaccettazioneconviverecomunitàcambiare se stessi
inviato da Ale, inserito il 16/03/2003
RACCONTO
Anthony de Mello, Dove non osano i polli
Un discepolo andò dal suo maestro e disse, astioso: "Tu mi nascondi il segreto ultimo della contemplazione!".
"Nient'affatto", rispose il maestro.
"E invece sì!", ribadì l'allievo, e si allontanò risentito.
Capitò che i due si ritrovarono camminando all'alba ai piedi della montagna e udirono un uccello cantare al primo giorno.
Il maestro chiese: "Hai sentito l'uccello cantare?".
L'allievo rispose: "Si. L'ho sentito".
Il maestro rispose: "Adesso sai che non ti ho nascosto nulla".
inviato da Marco Centurione, inserito il 04/12/2002
RACCONTO
Anthony de Mello, Dove non osano i polli
Un giovane era inseguito da una tigre. Arrivato al bordo di un precipizio, iniziò a scivolare, ma riuscì ad aggrapparsi ad un ramo che cresceva lungo il pendio del precipizio.
Guardò in alto e vide la tigre che lo osservava: non c'era modo di risalire.
Guardò in basso e vide uno strapiombo di circa duecento metri e al suo fianco un arbusto con delle bacche mature. Ne prese una, se la portò alla bocca e ne gustò il sapore!
vitaquotidianitàvalore del tempoottimismopresente
inviato da Marco Centurione, inserito il 04/12/2002
TESTO
15. Un esercizio spirituale: la vacanza 2
Anthony de Mello, Alle sorgenti
Immagino di ritirarmi in un posto solitario per fare a me stesso il dono della solitudine, perché la solitudine è un tempo nel quale vedo le cose come sono.
Quali sono le piccole cose nella vita che la mancanza di solitudine ha eccessivamente ingigantito?
Quali sono le cose veramente importanti per le quali trovo troppo poco tempo?
La solitudine è un tempo per prendere decisioni.
Quali decisioni devo prendere o riconsiderare in questo particolare momento della mia vita?
Ora decido che tipo di giornata sarà oggi.
Sarà una giornata per fare?
Faccio un elenco delle cose che voglio veramente fare oggi.
Sarà anche una giornata per essere, nessuno sforzo per ottenere risultati, per fare cose, per guadagnare o possedere, ma solo per essere?
La mia vita non porterà frutto finché non avrò imparato l'arte di non coltivare, l'arte di "perdere" tempo in modo creativo.
Così decido quanto tempo dedicare al gioco, ad interessi senza scopo ed improduttivi, al silenzio, all'intimità, al riposo.
E domando a me stesso che cosa assaporerò oggi, che cosa toccherò, odorerò, ascolterò e vedrò.
solitudinevacanzasilenziomeditazionetempogratuitàinterioritàessenziale
inviato da Eleonora Polo, inserito il 27/11/2002
RACCONTO
Anthony de Mello, Il canto degli uccelli
Un discepolo una volta si lamentava con il maestro: "Ci racconti delle storie, ma non ci riveli mai il loro significato."
Il maestro rispose: "Che ne diresti se qualcuno ti offrisse un frutto e lo masticasse prima di dartelo?"
Nessuno può sostituirsi a te per trovare il tuo significato. Neppure il maestro.
senso della vitaricerca di senso
inviato da Mariangela Molari, inserito il 28/05/2002
RACCONTO
Anthony De Mello, La preghiera della rana. Saggezza popolare dell'Oriente, Volume 1, Paoline
Un giorno Diogene stava all'angolo della strada, piegato in due dalle risate.
Il suo amico Archippo, allora, gli chiese: «Ma che cosa hai da ridere?»
«Vedi quel sasso che c'è li in mezzo alla strada? Da quando sono qui ci avranno inciampato già dieci persone! Ci sono rimaste tutte male, ma non ce n'è una, dico una, che si sia presa il disturbo di toglierlo di mezzo in modo che non ci inciampino altre persone.»
responsabilitàimportanza del singolo
inviato da Filippa Castronovo, inserito il 28/05/2002
RACCONTO
Anthony De Mello, Il canto degli uccelli. Frammenti di saggezza nelle grandi religioni, ed. Paoline
Passando accanto allo stagno, vidi un fiore di loto in piena fioritura e istintivamente gli dissi: "Come sei bello, mio caro! E come deve essere bello il Dio che ti ha creato!".
Esso arrossì, perché non era affatto cosciente della propria grande bellezza. E gli faceva piacere che Dio fosse lodato.
Era il più bello perché era totalmente inconsapevole della propria bellezza.
E mi attirò perché non tentava affatto di attirare la mia attenzione.
Più avanti c'era un altro stagno, dove trovai un altro fiore di loto che allargava verso di me i suoi petali e diceva sfacciatamente: "Guarda come sono bello e rendo lode al mio Creatore". Io proseguii disgustato.
inviato da Emanuela Salvucci, inserito il 22/05/2002
RACCONTO
Quando un uomo, il cui matrimonio era in crisi, cercò il suo consiglio, il maestro disse: «Devi imparare ad ascoltare tua moglie.»
L'uomo prese a cuore questo consiglio e tornò dopo un mese per dire che aveva imparato ad ascoltare ogni parola che la moglie dicesse.
Il maestro gli disse sorridendo: «Ora torna a casa e ascolta ogni parola che non dice.»
ascoltomatrimoniocoppiafamiglia
inviato da Emilio Centomo, inserito il 22/05/2002
TESTO
La vita è come una partita in cui ciascun giocatore sfrutta come meglio può le carte che gli sono toccate.
Chi insiste a giocare non con le carte che ha ricevuto ma con quelle a cui sostiene di aver diritto, è destinato a fallire nella vita.
Non ci vien chiesto se vogliamo giocare. Su questo non c'è scelta, tutti devono partecipare. Sta a noi decidere come.
vitatalentiabbandonorassegnazione
inviato da Don Angelo, inserito il 09/05/2002