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PREGHIERA

3341. Signore, ricordati dei preti

padre Andrea Gasparino di Cuneo

Signore, donaci dei preti plasmati su di te.
Preti adatti al mondo di oggi,
che resistano a tutti gli sbandamenti e a tutte le mode.
Preti pieni di Spirito Santo,
preti innamorati di te, dell'Eucaristia, della Parola,
preti spezzati alla preghiera.
Preti che anche nei mille impegni mantengono l'unione con te,
preti capaci di custodire sempre nel cuore la preghiera,
come faceva Gesù.
Preti che insegnano a pregare.
Preti appassionati dei giovani, dei poveri, degli ultimi.
Preti che sanno accogliere tutti;
capaci di misericordia e di tenerezza
per tutte le disperazioni del mondo di oggi.
Signore, mandaci dei preti da battaglia, umili,
senza storie per la testa; umili e fedeli alla Chiesa.
Mandaci preti allenati al sacrificio,
che sanno parlare ai giovani di sacrificio,
che sappiano condividere con semplicità.
Mandaci preti aggiornati, con le idee chiare,
che rifiutano i compromessi mondani.
Mandaci preti di punta, preti creativi,
dal cuore grande come il cuore di Cristo,
instancabili nell'insegnare, nel guidare, nel formare.
Preti costanti, resistenti tenaci.
Mandaci preti che non si scandalizzano di nessuna miseria umana.
Mandaci preti che si sentano peccatori come noi,
preti limpidi, che portino il Vangelo
stampato nella loro vita più che nelle loro parole.
Signore, donaci il coraggio di chiedere preti santi
e di meritarli un poco,
almeno con la preghiera umile, costante e coraggiosa.
Maria, Madre dei preti, Madre della Chiesa,
aggiungi tu quello che manca a questa preghiera
e presentala a Cristo per noi.
Amen.

sacerdoziovocazione

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 08/05/2002

RACCONTO

3342. La sedia vuota   1

Bruno Ferrero, L'importante è la rosa

Un uomo anziano si era ammalato gravemente. Il suo parroco andò a visitarlo a casa. Appena entrato nella stanza del malato, il parroco notò una sedia vuota, sistemata in una strana posizione accanto al letto su cui riposava l'anziano e gli domandò a cosa gli serviva.

L'uomo gli rispose, sorridendo debolmente:

«Immagino che ci sia Gesù seduto su quella sedia, e prima che lei arrivasse gli stavo parlando... Per anni avevo trovato estremamente difficile la preghiera, finché un amico mi spiegò che la preghiera consiste nel parlare con Gesù. Così ora immagino Gesù seduto su una sedia di fronte a me e gli parlo e ascolto cosa dice in risposta. Da allora non ho più avuto difficoltà nel pregare.»

Qualche giorno dopo, la figlia dell'anziano signore si presentò in canonica per informare il parroco che suo padre era morto. Disse:

«L'ho lasciato solo per un paio d'ore. Quando sono tornata nella stanza l'ho trovato morto con la testa appoggiata sulla sedia vuota che voleva sempre accanto al suo letto.»

"Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio". (Mt 5,8)

preghierarapporto con Dio

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 08/05/2002

PREGHIERA

3343. Riposare in te   1

Pierre Griolet

O Cristo,
tu fai sempre
quello che piace al Padre:
donaci di fare dell'obbedienza
una gioia e una libertà di figli.

Insegnaci la preghiera fiduciosa,
che persiste senza timore,
che non è mai scoraggiata,
che desidera la venuta del Regno
con la sua giustizia e la sua libertà.

Signore Gesù, che dai il riposo,
insegnaci a riposarci in te.
Rischiara il nostro sguardo
con la limpidezza del tuo Vangelo.
Sei la nostra salvezza,
sei l'aurora di ogni gioia:
colma le nostre attese,
rinnova la nostra vita.

fedefiduciaabbandono

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 07/05/2002

RACCONTO

3344. Siamo tutti uguali

Anthony De Mello

«Tutti gli esseri umani sono ugualmente buoni o cattivi», disse il maestro, che non amava usare tali etichette.

«Come puoi mettere un santo allo stesso livello di un peccatore?» protestò un discepolo.

«Sono tutti e due alla stessa distanza dal sole. La distanza diminuisce davvero se vivi in cima a un grattacielo?»

uguaglianzapeccatoumiltàsantità

inviato da Stefania Raspo, inserito il 07/05/2002

RACCONTO

3345. Un lampo

Piero Gribaudi, Bimbi del Vangelo

Quando vide che il tramonto stava dipingendo di viola le nubi, Eleazar si accorse, come ridestandosi da un sogno, di averla fatta grossa. Che cosa avrebbe detto a casa? Gli avrebbero creduto? Ma soprattutto che cosa avrebbero mangiato, quella sera, il babbo e la mamma?

Fu quest'ultimo pensiero a spingerlo di corsa verso i 12 canestri allineati accanto a un pozzo abbandonato. Vuoti! Vuoti anch'essi come la sua bisaccia, che sentiva rendergli sul fianco floscia come un pensiero inutile.

La sua bisaccia che poche ore prima conteneva un tesoro: cinque pani e due grandi pesci essiccati.

Che cosa era successo? Perché si era prestato con tanta spontaneità, lui - l'unico che avesse con sé un po' di cibo - a quell'incredibile gioco cui aveva assistito con stupore, gioia, emozione, sino a dimenticare il correre del tempo?

Stentava ancora a raccapezzarsi, in quel susseguirsi di eventi: la richiesta del suo prezioso cibo da parte dei discepoli di Gesù, il suo sì immediato, e poi il movimento continuo della mano del Rabbi nell'estrarre dalla sua bisaccia quel che non poteva contenere: migliaia di pani, migliaia di pesci, a saziare le migliaia di persone tra le quali si era infilato anche lui quasi per caso, per curiosità, per udire parole che solo in parte aveva capite ma che gli erano scese nel cuore come il più squisito dei cibi.

E poi, quell'allegro desinare in gruppi a forma di aiuole di cinquanta, cento persone, rese un po' ebbre dell'abbondanza del cibo spirituale e di quello materiale; al punto che il Rabbi, vedendo lo spreco dei rifiuti nell'erba, aveva ordinato di raccoglierli in dodici cesti.

Tutto straordinario, incredibile, quasi magico. Ma la conclusione? Lui, che pure si era saziato, aveva completamente dimenticato i suoi cinque pani e i suoi due pesci.

Ce n'erano talmente tanti! Ce n'erano, appunto... Ma adesso, che tutti se n'erano andati, pure i cesti degli avanzi erano stati svuotati. E lui che era costretto a tornare a casa a raccontare cose dell'altro mondo, però a mani vuote.

A Eleazar venne un groppo in gola, un grosso nodo di pianto e rabbia. E diede un gran calcio all'ultimo cesto. Vide così, acceso dall'ultimo raggio dell'ultimo sole, un piccolissimo lampo. Gli si avvicinò.

Era un pesciolino non più lungo del suo mignolo, rimasto incastrato fra le maglie del cesto. Lo raccolse, e fu allora che notò una formica trascinare una mollica di pane dieci volte più grande di lei.

Raccolse anche la mollica. Forse, mostrando a casa quei minuscoli avanzi, avrebbe potuto illustrare meglio tutte le meraviglie cui aveva assistito. Ne era assai poco convinto, Eleazar, ma tentar non nuoce.

Fu così che lo avrete già capito, Eleazar trasse quella sera a casa, sul povero tavolo disadorno, di fronte alle ghirlande di occhi dei fratellini e di mamma e papà, non uno ma diecimila pesciolini piccini e diecimila briciole di pane.

Sinché il tavolo fu colmo sino al soffitto, e i pesciolini scivolavano a terra e ai piedi del tavolo si moltiplicavano pure i gatti e le galline facendo un gran chiasso.

Alla fine, smise di affondare la mano nella bisaccia, perché le dita gli dolevano, il sole era ormai alto, i fratellini dormivano per la grande abbuffata. Mamma e papà continuavano a chiedergli di quell'uomo, Gesù, e di quale magia avesse fatto lui, il loro figliolo generoso e distratto. E lui non sapeva che rispondere, se non con un sorriso.

condivisione

inviato da Stefania Raspo, inserito il 07/05/2002

TESTO

3346. Quando ti imbatti in una cosa bella

Bruno Maggioni

Quando t'imbatti in una cosa bella, la racconti.
E quando t'imbatti in una cosa vera, la dici.

E se hai capito che la storia di Gesù ha illuminato il cammino del mondo e dell'uomo dandogli senso, allora lo racconti. Non puoi farne a meno.

E se l'incontro con Gesù ha cambiato la tua esistenza dandole forza, direzione, senso, allora inviti gli amici a condividerla.

annunciomissionetestimonianza

inviato da Stefania Raspo, inserito il 07/05/2002

RACCONTO

3347. Quando comincia il giorno?

sapienza rabbinica

Un rabbino istruiva, una volta, i suoi discepoli. Nel corso dei suoi insegnamenti, domandò loro: "Quando comincia il giorno?". Uno tra loro rispose: "Quando si alza il sole ed i suoi dolci raggi abbracciano la terra e la rivestono d'oro. Allora, un nuovo giorno comincia". Ma il rabbino non fu soddisfatto da tale risposta. Così, un altro discepolo s'arrischiò ad aggiungere: "Quando gli uccelli cominciano a cantare in coro le loro lodi e la natura stessa riprende vita dopo il sonno della notte. Allora, un nuovo giorno comincia". Anche questa risposta non accontentò il rabbino. Uno dopo l'altro, tutti i discepoli tentarono di rispondere. Ma nessuno riuscì a soddisfare il rabbino. Infine, i discepoli si arresero e con agitazione domandarono loro stessi: "Allora, dacci tu la risposta giusta! Quando comincia il giorno?".

Ed ecco il rabbino rispondere con estrema calma: "Quando vedete uno straniero nell'oscurità ed in lui riconoscete vostro fratello, in quel momento il giorno è nato! Se non riconoscete nello straniero vostro fratello o vostra sorella, il sole può essere sorto, gli uccelli possono cantare, la natura può ben riprendere vita. Ma fa ancora notte, e le tenebre sono nel tuo cuore!".

fratellanzamulticulturalità

inviato da Stefania Raspo, inserito il 07/05/2002

TESTO

3348. Pregare non è...

Soren Kierkegaard

Pregare non è tanto ottenere, quanto piuttosto diventare. La preghiera è vera non quando è Dio che sta ad ascoltare ciò che gli domandiamo, ma quando l'orante persevera ad orare fino a quando si mette lui ad ascoltare, e ascolta quello che Dio vuole.

preghieraascolto

inviato da Stefania Raspo, inserito il 07/05/2002

RACCONTO

3349. Perché avete paura?   2

Bruno Ferrero, C'è qualcuno lassù?

Era una famigliola felice e viveva in una casetta di periferia. Ma una notte scoppiò nella cucina della casa un terribile incendio.

Mentre le fiamme divampavano. genitori e figli corsero fuori. In quel momento si accorsero, con infinito orrore, che mancava il più piccolo, un bambino di cinque anni. Al momento di uscire, impaurito dal ruggito delle fiamme e dal fumo acre, era tornato indietro ed era salito al piano superiore.

Che fare? Il papà e la mamma si guardarono disperati, le due sorelline cominciarono a gridare. Avventurarsi in quella fornace era ormai impossibile... E i vigili del fuoco tardavano.

Ma ecco che lassù, in alto, s'aprì la finestra della soffitta e il bambino si affacciò, urlando disperatamente: "Papà! Papà!".
Il padre accorse e gridò: "Salta giù!".

Sotto di sè il bambino vedeva solo fuoco e fumo nero, ma senti la voce e rispose: "Papà, non ti vedo...".
"Ti vedo io, e basta. Salta giù!", urlò, l'uomo.

Il bambino saltò e si ritrovò sano e salvo nelle robuste braccia del papà, che lo aveva afferrato al volo.

Non vedi Dio. Ma Lui vede te. Buttati!

abbandonofedefiducia

5.0/5 (1 voto)

inviato da Stefania Raspo, inserito il 07/05/2002

TESTO

3350. Molti marosi e tempeste...

S. Giovanni Crisostomo, Omelie

Molti marosi e minacciose tempeste ci sovrastano, ma non abbiamo paura di essere sommersi, perché siamo fondati sulla roccia. Infuri pure il mare, non potrà sgretolare la roccia. Ho con me la sua Parola: questa è il mio bastone, la mia sicurezza, il mio porto tranquillo. Anche se tutto il mondo è sconvolto, ho tra le mani la Scrittura, leggo la Parola. Essa è la mia sicurezza e la mia difesa.

Parola di Diobibbiafedeabbandonofiduciasperanza

inviato da Stefania Raspo, inserito il 07/05/2002

TESTO

3351. La vita non è uno scherzo

Nazim Hikmet

La vita tu la prenderai sul serio
come fa uno scoiattolo, per esempio,
senza aspettarsi niente di fuori e dall'aldilà.
Non dovrai fare nient'altro che vivere.
La vita non è uno scherzo,
la prenderai sul serio
ma sul serio a tal punto,
che addossato al muro, per esempio,
con le mani legate, o in un laboratorio,
con grandi occhiali,
tu morirai perché vivano gli uomini,
gli uomini di cui non avrai neppure visto il viso
e morirai, pur sapendo che niente è più bello,
niente è più vero che la vita.
Tu la prenderai sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, per esempio,
pianterai gli ulivi
non perché restino ai tuoi figli,
ma perché non crederai alla morte, pur temendola,
perché la vita peserà più forte sulla bilancia.

vitasacrificioamoregratuità

inviato da Stefania Raspo, inserito il 07/05/2002

TESTO

3352. Al posto di Giuda   1

Lo scrittore René Bazin racconta di essere entrato una domenica in chiesa. Il sacerdote stava commentando la Parola di Dio a dei fanciulli: era il racconto della passione e c'era una grande commozione nel cuore di tutti. Chiese: «Se noi fossimo stati al posto di Giuda, vedendo Gesù morire con tanto amore, che avremmo fatto?»

Il più piccolo dei presenti chiese di parlare e con dolce fermezza rispose: «Io, se fossi stato al posto di Giuda, anziché disperarmi, sarei corso da Gesù, gli avrei gettato le braccia al collo e gli avrei gridato: Gesù, perdonami!»

perdono di Diomisericordia di Diopentimentoconversionecambiamento

5.0/5 (1 voto)

inviato da Stefania Raspo, inserito il 07/05/2002

PREGHIERA

3353. Eterno è il suo amore per noi

David Maria Turoldo

Poter dire anche noi, ognuno di noi:
egli si è degnato di chiamarci alla vita,
chiamando ciascuno per nome:
eterno è il suo amore per noi.

E ci ha dato una mente e un cuore,
e occhi e mani, e sensi;
e la donna ha dato a perfezione dell'uomo:
eterno è il suo amore per noi.

E pur se provati da mali e sventure,
potati come vigne d'inverno,
visitati dalla morte,...
almeno qualcuno riesca a dire:
eterno è il suo amore per noi.

Che tutti gli umiliati e offesi del mondo,
questo immenso oceano di poveri,
possano un giorno insieme urlare:
eterno è il suo amore per noi.

amore di Dio

inviato da Suor Cristina Giustozzi, inserito il 07/05/2002

PREGHIERA

3354. Il Perdono   1

Regola di Taizé

O Signore, per vivere te in mezzo agli uomini,
uno dei più grandi rischi da prendere
è quello di perdonare,
di dimenticare il passato dell'altro.
Perdonare e ancora perdonare,
ecco ciò che libera il passato
e immerge nell'istante presente.
Amare è presto detto.
Vivere l'amore che perdona,
è un'altra cosa.
Non si perdona per interesse,
non si perdona mai perché l'altro
sia cambiato dal nostro perdono.
Si perdona unicamente
per seguire te.
In vista del perdono oserei pregarti, o Gesù,
con la tua ultima preghiera:
Padre, perdona loro,
perché non sanno quello che fanno.
E questa preghiera
ne farà nascere un'altra:
Padre, perdona me,
perché così spesso anch'io non so ciò che faccio.
Fa' che sappia ricominciare sempre di nuovo
a convertire il mio cuore:
per essere testimone di un avvenire.

perdonoamare i nemiciamore

inviato da Suor Cristina Giustozzi, inserito il 07/05/2002

PREGHIERA

3355. Come una filigrana   2

Tonino Lasconi

Mi hanno spiegato a scuola
cosa è la filigrana.
E' una carta che,
se tu la guardi distrattamente
e in un posto poco illuminato,
sembra bianca, vuota, inutile.
Ma se tu la guardi controluce
ti rivela stupende figure.
il professore ce lo ha dimostrato.
Ha messo la carta bianca
contro i vetri della finestra:
è apparso un bellissimo volto di Cristo.
Io, Signore, ho pensato
che l'uomo è come una filigrana.
Se lo guardi, distratto,
vedi poco, quasi niente.
Ma se tu lo guardi per bene,
nella luce,
in ognuno scopri lo stupendo tuo volto.
L'uomo, ogni uomo
è una filigrana preziosa.
Signore, aiutami
a vedere gli uomini controluce.

non giudicareaccoglienzaDio in noigiudizio

4.3/5 (3 voti)

inviato da Suor Cristina Giustozzi, inserito il 07/05/2002

PREGHIERA

3356. Non andare via, Signore

Rabindranath Tagore

Quando trovi chiusa
la porta del mio cuore,
abbattila ed entra:
non andare via, Signore.

Quando le corde della mia chitarra
dimenticano il tuo nome,
ti prego, aspetta:
non andare via, Signore.

Quando il tuo richiamo
non rompe il mio torpore,
folgorami con il tuo dolore:
non andare via, Signore.

Quando faccio sedere altri
sul tuo trono,
o re della mia vita:
non andare via, Signore.

invocazionerapporto con Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 07/05/2002

TESTO

3357. Scrivimi, ti prego

Basilio il Grande

Se mi ami, scrivimi,
ti prego; se sei imbronciato con me,
scrivimi lo stesso,
a dispetto del tuo broncio.

Sarà sempre per me una grande gioia
ricevere una lettera da un amico,
anche se un po' irritato.

Dunque, decìditi...
Esci dalla tua indolenza!
E non dire
che non hai nulla da scrivere.

Se non hai nulla da scrivermi, scrivimi
che non hai nulla da scrivermi:
per me sarà già qualcosa
di importante e di bello!

amicizia

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 07/05/2002

PREGHIERA

3358. Eri tu il mio Signore

Rabindranath Tagore

Mentre incosciente ti ferivo
scoprivo ch'eri accanto a me.

Lottando inutilmente contro te
sentivo ch'eri tu il mio Signore.

Derubando del mio tributo il tuo onore
vedevo crescere il mio debito con te.

Nuotavo contro corrente di tua vita
solo per sentire la forza del tuo amore.

Per nascondermi da te
ho spento la mia luce,
ma tu m'hai sorpreso con le stelle.

rapporto con Dio

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 07/05/2002

ESPERIENZA

3359. Il Vangelo tra i Borana

padre Giovanni Dutto

Gababo Guyò era un giovane borana del deserto, dove il nome di Gesù risuonava per la prima volta. Fin dall'inizio lo Spirito lo calamitò e si aggirava attorno all'incipiente missione tutto il tempo di cui poteva disporre. Un giorno mi si fermò davanti. Aveva un sorriso bello e onesto. Mi chiese senza preamboli che gli parlassi di questa nuova religione che lo affascinava tanto. Non si poteva parlare ancora di catecumenato, perché tutto cominciava appena; ma quasi tutte le sere chiacchieravamo e leggevamo qualche pagina iniziale del Libro. Poi il primo catecumenato poté partire con un nutrito gruppo di amici. Si teneva una vera lezione quotidiana e consisteva sempre in una pagina dell'Antico e poi del Nuovo Testamento.

Un giorno Gababo mi confidò: "Il Libro è bellissimo e tutto il giorno io aspetto con gioia il momento dell'incontro. Ogni giorno mi viene da pensare: oggi il padre ha letto la pagina più bella del Libro. Ma il giorno dopo ne leggi una ancora più bella! La Parola di Dio è come il latte che scende piacevolmente nello stomaco". Ha parlato come i nomadi il cui unico pasto quotidiano è il latte. Noi avremmo detto: è come l'acqua fresca di sorgente, quando siamo esausti.

parola di Diocatecumenatomissionebibbia

inviato da Stefania Raspo, inserito il 06/05/2002

PREGHIERA

3360. Il Signore della danza

Sidney Carter

Danzate, ovunque voi siate, dice Dio,
perché io sono il Signore della danza:
io guiderò la danza di tutti voi.
Dovunque voi siate,
io guiderò la danza di tutti voi.

Io danzavo
il primo mattino dell'universo,
io danzavo circondato dalla luna,
dalle stelle e dal sole,
disceso dal cielo danzavo sulla terra
e sono venuto al mondo a Betlemme.

Io danzavo per lo scriba e il fariseo,
ma essi non hanno voluto seguirmi;
io danzavo per i peccatori,
per Giacomo e per Giovanni,
ed essi mi hanno seguito
e sono entrati nella danza.

Io danzavo il giorno di sabato,
io ho guarito il paralitico,
la gente diceva che era vergogna.
Mi hanno sferzato
mi hanno lasciato nudo
e mi hanno appeso ben in alto
su una croce per morirvi.

Io danzavo il Venerdì,
quando il cielo divenne tenebre.
Oh, è difficile danzare
con il demonio sulle spalle!
Essi hanno sepolto il mio corpo
e hanno creduto che fosse tutto finito,
ma io sono la danza
e guido sempre il ballo.

Essi hanno voluto sopprimermi
ma io sono balzato ancora più in alto
perché io sono la Vita
che non può morire:
e io vivrò in voi e voi vivrete in me
perché io sono, dice Dio,
il Signore della danza.

pasquarisurrezionegioiatestimonianza

inviato da Stefania Raspo, inserito il 06/05/2002

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