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RACCONTO

1. La lucciola di Natale

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Ad adorare il bambino Gesù nella capanna di Betlemme insieme con gli altri animali accorsero anche gli insetti. Per non spaventare il piccolo restarono in gruppo sulla soglia. Ma Gesù, con un gesto delle rosee manine, li chiamò ed essi si precipitarono, portando i loro doni. L'ape offrì il suo dolce miele, la farfalla la bellezza dei suoi colori, la formica un chicco di riso, il baco un filo di finissima seta. La vespa, non sapendo che cosa offrire, promise che non avrebbe più punto nessuno, la mosca si offrì di vegliare, senza ronzare, il sonno di Gesù.

Solo un insetto piccolissimo non osò avvicinarsi al bambino, non avendo nulla da offrire.

Se ne stette timido sulla porta; eppure avrebbe tanto voluto dirgli il suo amore. Ma, mentre con il cuore grosso e la testa bassa stava per lasciare la capanna, udì una vocina: «E tu, piccolo insetto, perché non ti avvicini?». Era Gesù stesso che glielo domandava. Allora, commosso l'insetto volò fino alla culla e si posò sulla manina del bambino.

Era così emozionato per l'attenzione ricevuta, che gli occhi gli si colmarono di lacrime. Scivolando giù, una lacrima cadde proprio sul piccolo palmo di Gesù. «Grazie», sorrise il bambinello. «Questo è un regalo bellissimo». In quel momento un raggio di luna, che curiosava dalla finestra, illuminò la lacrima. «Ecco è diventata una goccia di luce!», disse Gesù sorridendo. «Da oggi porterai sempre con te questo raggio luminoso. E ti chiamerai lucciola perché porterai con te la luce ovunque andrai».

nataleluce

inviato da Don Antonello Pelisseri, inserito il 28/12/2016

PREGHIERA

2. Preghiera eucaristica

Antonio Rungi

Gesù dolcissimo, mi prostro davanti a te
a conclusione di un cammino eucaristico,
in cui ho compreso sempre più quanto conta
l'amare te, adorare te, stare vicino a te,
non allontanarsi mai da te, neppure per brevi istanti
della nostra frenetica vita quotidiana.

Gesù amabile, ostia santa, ostia d'amore,
fa di me, mediante te, un'ostia vivente
consacrata all'amore,
capace di donarmi a te nell'amore,
un amore capace di prendere totalmente il mio cuore,
capace di donarsi agli altri senza riserve
e senza alcun pentimento di aver
data la propria vita per gli amici,
come tu ci hai insegnato, fino al sacrificio della croce.

Gesù adorabile, ostia immacolata, pura e senza macchia
fa' di me, sull'esempio del cuore immacolato di Maria,
un cuore puro ed un'anima pura,
senza falsità, impurità, senza più macchie di peccato,
senza odio e risentimenti,
ma solo con una grande pace della mente,
del cuore e dell'intelletto.

Gesù mite agnello, immolato sull'altare della croce,
per la redenzione dell'umanità,
fa di me uno strumento di perdono e di misericordia
soprattutto quando più difficile si fa il perdono
nel tuo santo nome.

Gesù eucaristia,
mentre ti adoro qui presente
nel santissimo sacramento dell'altare
rinnovando la mia fede in te che sei il Verbo Incarnato
e il Redentore dell'umanità,
fa di tutti noi un cuor solo ed un'anima sola,
nell'immenso amore eucaristico
che fonda la Chiesa come unico popolo di Dio
in cammino verso il banchetto eterno del cielo.
Amen.

eucaristiaoffertasacrificiodono di sé

2.5/5 (2 voti)

inviato da Paola Berrettini, inserito il 24/06/2012

PREGHIERA

3. Come i re magi   2

Federica Storace, http://berber.altervista.org/come_i_re_magi.htm

Alcuni Magi giunsero da Oriente a Gerusalemme e domandavano:" Dov'è il Re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo". (Mt 2, 1-2).

Signore, ti chiedo di rendermi simile, almeno un pochino, ai Re Magi.

Questi personaggi speciali, tra leggenda e realtà, che finiscono sempre un po' bistrattati nei nostri presepi domestici. Giungono a destinazione quasi alla fine della festa, quando Gesù Bambino è ormai nato e tutti sono già arrivati ad adorarlo prima di loro. Fanno appena in tempo a posare i famosi doni davanti alla capanna e vengono velocemente riposti, con le altre statuine, nella scatola e poi in dispensa, pronti per l'anno dopo... "Toccata e fuga". Una presenza su cui non meditiamo mai abbastanza e che, invece, porta in se tutte le premesse e la fatica di un lungo viaggio.

Rendimi simile a loro, Signore.A questi uomini colti, ricchi, potenti, che avrebbero potuto stare tranquillamente e comodamente nelle loro bellissime case e, invece, si sono messi in cammino.

Con i loro bagagli, le carovane, l'oro, l'incenso e la mirra, con una stella speciale ad illuminare le loro notti e l'eco delle profezie antiche a riscaldare i loro cuori.

Uomini di scienza, di successo e di cultura che, però, non si sono accontentati.

Dona anche a me l'umiltà necessaria per mettermi in viaggio ed infiamma la mia anima del desiderio ardente di trovarti. Non permettere che io mi inganni pensando di poterti raggiungere senza "muovermi", rimanendo ferma in me stessa. Spingimi a lasciare tutto e a mettermi per strada affrontando gli inconvenienti che ogni viaggio comporta, magari un viaggio difficile, in pieno deserto.

Ricordami sempre che bisogna cercare ciò che vale perché né la scienza, né l'intelligenza, né la cultura, né i piaceri, né la ricchezza, niente basta per dare senso alla vita, niente senza aver trovato te, il Salvatore. Tu, Signore, colui che non possiamo incontrare se rimaniamo confinati in casa nostra. Colui che non possiamo scoprire se non facciamo la fatica di superare il nostro limite umano.

I nostri limiti. Quei limiti che, spesso, diventano un comodo alibi per giustificarci, per non trovarci costretti a porgere l'altra guancia, per non dover andare incontro al nostro fratello scomodo, proprio quello che, sfortunatamente!, ci è prossimo ma ci urta il sistema nervoso!

Che cosa si saranno detti questi tre Re multietnici, a rappresentare tutte le genti del mondo e del tempo, durante il viaggio? Cosa sarà passato nei loro cuori? Quali interrogativi? Quali speranze? Quanti, profondi scoraggiamenti ed incertezze? Chissà. Forse le loro speranze e le loro paure sono anche le nostre...

Donami, Signore, alla fine di questo cammino, di trovarti e di poterti adorare con i miei poveri doni.

E allora non sarà più come arrivare ad una festa giunta quasi alla fine ma sarà festa senza fine. Amen.

epifanianatalericerca di Dio

4.2/5 (5 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 09/04/2012

TESTO

4. A Natale tutto cambia...

Giuseppe Impastato S.I.

Fratello, se a Natale non riesci a cantare a squarciagola:
"Osanna, Pace agli uomini da Dio amati",
se non ti viene di alzare con gratitudine le mani al cielo
per lodare benedire ringraziare,
se hai difficoltà a stringere le mani a chi ti sta accanto
solo perché è un prediletto da Dio,
se non avverti la spinta a gettarti in ginocchio per adorare Dio
e temi di rovinare la striscia dei pantaloni,
se non avverti la fame di giustizia e di verità
che vibra attorno a te oggi in questo mondo,
se non ardi dal desiderio che ci sia pace e amore
anche per le creature dell'Africa e dell'Asia,
se non brami occhi puri e cuore limpido
per vedere il mondo che Dio ama e salva,
è tempo che tu smetta di illuderti.
Tu non attendi più un Messia e un Salvatore.
Dillo pure: mi bastano le varie assicurazioni,
la carta di credito, il libretto di assegni,
le multi-proprietà, gli investimenti che rendono,
le giuste conoscenze, le amicizie influenti,....
Fratello, puoi andare in chiesa per Natale,
ma se a Gesù non hai spalancato la tua vita,
non celebrerai il vero Natale.
Fratello, se a Natale sai dire solo:
"Auguri di Buon Natale",
"buone feste",
"buona fine e buon principio"
il Natale è per te un giorno di vacanza,
non un giorno di festa e di gioia piena.

Nataleconversioneaperturachiusura

5.0/5 (3 voti)

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 08/11/2011

TESTO

5. Decalogo della piccola via   1

Camminare nella vita in punta di piedi senza che nessuno si accorga di te.
Dimenticarsi e farsi dimenticare.
Non chiedere nulla a nessuno e a tutti donare.
Ricevere solo quello che ti danno e nulla domandare.
Adorare in tutti un raggio della divinità.
Credersi perfettamente inutile e d'altra parte far bene ogni cosa.
Tacere e sorridere. Sorridere e tacere.
Soffrire e pregare. Pregare e amare.
E vivere nella Trinità Santissima, sempre silenziosamente adorando.
Calmi e sereni senza turbamenti, senza desideri:
soli con Dio solo, per essere nel mosaico dell'umana società
la pietruzza che Dio vuole e che riflette un po' della sua luce.

donarecamminosemplicità

5.0/5 (2 voti)

inviato da P Vincenzo Di Blasio Pms, inserito il 15/01/2011

RACCONTO

6. Il dono più grande   4

In una classe, dopo le vacanze natalizie, il professore vuole saggiare il grado di conoscenza religiosa dei suoi alunni. Come è solito fare, pensa opportuno dare loro un tema da svolgere nel corso della settimana dopo la festa dell'Epifania: "I tre Re Magi hanno portato a Gesù tre doni: oro, incenso e mirra. Secondo voi, quale dei tre è il dono più prezioso? E perché?".

Dopo una settimana i temi sono consegnati e le risposte, come si poteva supporre, sono le più varie e disparate. Chi dice che la mirra è il dono più prezioso perché sottolinea come la sofferenza e la morte in croce di Gesù siano il segno più grande del suo amore per ogni uomo. Chi invece sostiene che il dono dell'incenso mette molto bene in risalto la funzione sacerdotale di Gesù, quale ponte tra cielo e terra che ha unito Dio agli uomini e gli uomini a Dio. Altri studenti invece - la maggior parte - decisamente scelgono il dono dell'oro come segno di colui che, Re del cielo e della terra, è proprietario di tutte le ricchezze che sono state, sono e saranno.

Il professore, dopo essersi congratulato con gli alunni e per il tema svolto, e per la saggezza delle argomentazioni che hanno motivato le diverse scelte e le varie preferenze dei doni, non può però non constatare: "Devo rammaricarmi con lo studente ritenuto il più bravo, che ha consegnato il quaderno, senza scrivere una riga sul tema proposto. Perché?".

Roberto, stranamente sereno e sicuro di sé, si aspettava il rimprovero o almeno una richiesta di giustificazione, e risponde semplicemente che, a suo giudizio, nessuno dei tre doni è importante. "Secondo me, signor professore, il dono più grande che i tre Re Magi hanno fatto a Gesù è stato il loro prostrarsi per adorarlo. Mi pare - continuò il saggio studente - che Gesù abbia gradito dai Magi più l'offerta che hanno fatto di se stessi, che non quanto essi avevano in mano".

Hanno adorato Gesù. Adorare è annientarsi per amore. E' proprio il dono più grande: donare la vita per gli altri. Hanno visto in Gesù un Dio che si annienta per amore dell'uomo. E l'uomo, per rispondere a un Dio che gli si dona, non poteva rispondere meglio che con la propria adorazione, che è il suo sì di ogni momento al prossimo, dono che Gesù ritiene fatto a sé.

L'ammalato gradisce la medicina che l'infermiere o il medico gli porge, ma preferisce il sorriso e l'amore con cui gli viene somministrata. La preziosità del dono non si misura da quello che si dà o da quanto si dà, ma dal cuore con cui lo si dà. Il sorriso che accompagna il dono, vale più del dono stesso.

Nulla è piccolo di ciò che è dato per amore. Il mio, il tuo dono, piccolo o grande, vale quando coinvolge noi stessi.

amoredonodonaredono di séadorazioneepifaniare magi

4.3/5 (3 voti)

inviato da Bianca Biscardi, inserito il 13/12/2009

PREGHIERA

7. Per la mamma   1

Liana Paciaroni

Signore,
con questa preghiera vogliamo ringraziarti per il regalo più bello che ci hai fatto.
Dopo le stelle nel cielo di notte, la luce e il calore del sole germe di vita, la profondità degli oceani,
l'armonia del canto degli uccelli, i mille colori del mondo, il profumo dei fiori più rari,
la vastità dell'orizzonte lontano...
dopo tutto questo, hai dato ad ognuno di noi un pezzetto del tuo cuore:
l'amore della mamma.
Lei ci tiene sotto al suo cuore per nove mesi già con tanto amore.
Mamma,
è la prima parola che ogni figlio del cielo pronuncia
e l'ultima che ogni figlio sussurra prima che al cielo torni.
Quando la pronunciamo per la prima volta ancora non ne conosciamo il senso,
ma sorridiamo quando lei si avvicina.
Mamma,
sei l'unica al mondo che dona tutto senza chiedere nulla
come Gesù, sai soltanto amare.
Sei la nostra ancora di salvezza, lo spiraglio di luce in mezzo a un cielo scuro,
un guerriero pieno d'amore che combatte per noi, una dolce melodia che consola il dolore,
la spinta giusta per scavalcare ogni barriera,
sei il riparo dal freddo e dalle tempeste, il camino che nelle notti gelide riscalda il cuore.
Sei l'angelo custode della nostra esistenza.
Un angelo al quale il Signore ha donato un corpo e un anima
e ti ha avvolta nel fuoco dello Spirito Santo per esserne sempre illuminata.
Ci accompagni per le ripide strade della vita,
schiarendoci il cammino col bagliore dei tuoi sorrisi carichi di un amore eterno ed immortale
e ci segui passo dopo passo col tuo cuore,
anche quando cominciamo a volare da soli.
Ci hai dato la luce, tu, che la luce sei.
Ci dai sicurezza con la tua dolcezza, serenità con la tua bontà,
stabilità con il tuo amore per il papà, l'unica che sa adorare i nostri difetti
e il tuo saper perdonare ci insegna ad amare.
Vivi in simbiosi con noi nei pensieri, ci vedi anche se ci nascondiamo,
ci senti anche se stiamo zitti, in segreto asciughi le nostre lacrime,
incoraggi i nostri passi, correggi i nostri errori,
e ci consoli quando siamo inconsolabili.
Sei l'arbitro indiscusso della difficile partita della vita di ogni figlio.
Ci insegni ad essere migliori, non i migliori.
In ogni tuo respiro, sguardo, sorriso, in ogni tuo gesto si legge sempre una grande felicità dell'essere mamma,
la mamma di figli come noi, forti o fragili, belli o brutti, bravi o stolti, sani o malati,
in ogni angolo di te si legge che siamo il tuo bene più prezioso,
pur sapendo che non siamo di tua proprietà.
Mamma,
non ci siamo scelti
ma Dio ti scelse per ognuno di noi perché voleva anticiparci il Paradiso.
Sei il filo sottile dell'immortalità, che lega lo spirito al corpo.
Come il Signore, anche tu operi il mistero della creazione.
Sei la serva fedele al progetto di Dio.
Nel suo progetto d'amore per te c'eravamo noi,
nel suo progetto di vita per noi
c'eri tu.
In questo momento della Santa Comunione vogliamo ringraziare il Signore,
per questo dono inestimabile,
e pregare lo Spirito Santo, che in te li ha risposti tutti i suoi sette doni,
perché ogni figlio sappia sempre curarlo e custodirlo come merita.
Amen

mammamadrematernità

5.0/5 (2 voti)

inviato da Liana Paciaroni, inserito il 21/11/2009

PREGHIERA

8. Ed eccoti...

Paolino Iorio

Maria è il tuo nome,
tu una ragazza,
vergine di Nazareth,
ti immagino così:
una adolescente
dai capelli neri
e dagli occhi neri,
vivaci e penetranti,
e con un viso delicato.
Ma ancora più bella
la tua umiltà
e il tuo cuore semplice,
ecco perché un giorno
dicesti si
ad un Messaggero,
che forse mentre cucivi,
nel silenzio della tua casa,
ti sorprese
con quella notizia bella
ma sconvolgente:
essere la mamma di Gesù.
E ti sei fidata
dicendo: Eccomi,
e così hai cambiato tutto,
la mia vita,
la vita dell'umanità,
e ci hai donato la gioia,
quella che dura per sempre:
il Verbo si è fatto carne.
Ed eccoti in viaggio
per il censimento
e durante il viaggio
i dolori del parto,
nessuno ti accolse
forse perché
il Salvatore nostro
voleva nascere povero,
in una mangiatoia,
a Betlemme,
perché noi fossimo ricchi
ma solo di lui.
Ed eccoti lì,
con Gesù bambino
nelle tue braccia,
vicino a San Giuseppe,
tra un bue e un asinello,
che vi riscaldano
in quella notte gelida
del Natale,
mentre guardi stupita
i pastori che vengono
ad adorare il tuo Figlio.
Ed eccoti a Nazareth,
mentre allevi Gesù:
mentre giochi con lui
e poi ti occupi della casa:
pensi a cucinare,
a fare il bucato,
ad essere una buona
madre e moglie.
Ed eccoti a Gerusalemme
e mentre sei lì
non trovi Gesù,
che spavento ti sarai presa,
mentre lo cercavi,
e che sollievo
quando lo trovasti
nel tempio,
in mezzo ai dottori.
Ed eccoti a Cana,
con la tua sensibilità femminile,
capisci che manca il vino
e lo dici a Gesù,
e così che accade
il primo segno
del Regno di Dio tra noi:
l'acqua diventa vino.
Ed eccoti
ai piedi della croce,
piena di dolore,
insieme a Giovanni
e Gesù ti dice:
"Donna ecco tuo figlio,
figlio ecco tua Madre";
così sei diventata
la nostra Mamma
e noi ti abbiamo accolto
nella nostra vita.
Ed eccoti lì,
quando hai incontrato
il tuo Figlio Risorto
e gioiosa lo hai abbracciato,
mentre sapevi che noi figli
eravamo salvi ormai.
Ed eccoti in preghiera
con i discepoli
a Pentecoste,
mentre nasce la Chiesa
dal soffio dell'Amore.
Ed eccoti innalzata
accanto al tuo Figlio
che ti porta con se
nella Gloria,
e preghi per noi.
Ed eccoti qua,
mentre cammini con noi,
per le strade del mondo,
e ci prendi per mano
perché siamo figli deboli
che hanno bisogno
della loro Mamma.

mariamadonnapreghierapentecostefamiglia

inviato da Paola Pacchiano, inserito il 29/05/2009

PREGHIERA

9. Preghiera alla Madre silenziosa

John Henry Newman

Maria silenziosa,
che tutto immaginasti
senza parlare,
oltre ogni visione umana,
aiutami ad entrare
nel mistero di Cristo
lentamente e profondamente,
come un pellegrino arso di sete
entra in una caverna buia
alla cui fine oda un lieve correr d'acqua.
Fa' che prima di tutto m'inginocchi
ad adorare,
fa' che poi tasti la roccia
fiducioso,
e m'inoltri sereno nel mistero.
Fa' infine ch'io mi disseti
all'acqua della Parola
in silenzio
come te.
Forse allora, Maria,
il segreto del Figlio Crocifisso
mi si rivelerà
nella sua immensità senza confini
e cadranno immagini e parole
per fare spazio solo all'infinito.

silenziomisteropreghieracontemplazione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 29/10/2006

TESTO

10. Credere ad un mito

Gerhard Von Rad

E' proprio l'uomo devoto quello che corre il maggiore pericolo di configurare Dio a sua immagine o secondo un'altra immagine. Anche noi cristiani corriamo incessantemente il pericolo di credere a miti e adorare immagini. Non esiste una sola verità di fede che non possiamo manipolare idolatricamente.

idolatriaveritàfede

inviato da Luca, inserito il 18/03/2006

RACCONTO

11. Le orme del creatore   2

Pino Pellegrino

Un arabo accompagnava attraverso il deserto un esploratore francese. E ogni mattino si prostrava a terra per adorare e pregare Dio. Un giorno il francese gli disse:
«Tu sei un ingenuo: Dio non esiste, difatti tu non l'hai mai visto né toccato.»
L'arabo non rispose.

Poco dopo il francese notò delle orme di cammello ed esclamò:
«Guarda, di qui è passato un cammello.»

E l'arabo rispose:
«Signore, lei è un ingenuo, il cammello non l'ha né visto né toccato.»
«Sciocco sei tu! Si vedono le orme!» replicò il francese.

Allora l'arabo, puntando il dito verso il sole:
«Ecco le orme del Creatore: Dio c'è.»

federicerca di Dioreligiosità

4.0/5 (1 voto)

inviato da Eleonora Polo, inserito il 28/06/2003

PREGHIERA

12. Insegnaci il silenzio   1

Alice Claire Mansfield

Santa Maria, Madre di Dio, che hai conservato tutte le cose meditandole nel tuo cuore, insegnaci il profondo silenzio interiore, che ha avvolto tutta la tua vita.

Il silenzio dell'Annunciazione, di fede, missione ed obbedienza,
il silenzio della Visitazione, di umiltà, di servizio e lode;
il silenzio di Betlemme, della nascita, incarnazione e meraviglia;
il silenzio della fuga in Egitto, di perseveranza, speranza e fede;
il silenzio di Nazareth, di semplicità, intimità e comunione;
il silenzio del Calvario, di coraggio, morte ed abbandono;
il silenzio della Pasqua, di resurrezione, giubilo e gloria;
il silenzio dell'Ascensione, di realizzazione, trasformazione e nuova creazione;
il silenzio della Pentecoste, di pace, potenza ed amore.

Maria, nella tua saggezza insegnaci quel silenzio che ci abilita ad ascoltare la voce lieve, ma ferma del nostro Dio; che ci spinge ad adorare lui solo in spirito e verità.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi ora e sempre, perché possiamo entrare nel tuo silenzio che ci unisce a Gesù, tuo Figlio, nel mistero del suo silenzio davanti al Padre di misericordia.

silenzioascoltoMariaMadonna

5.0/5 (1 voto)

inviato da Eleonora Polo, inserito il 14/12/2002

PREGHIERA

13. Signore non so cosa domandarti   1

Filarete di Mosca

Signore, non so cosa domandarti.
Tu però, conosci le mie necessità
perché tu mi ami più di me stesso.
Concedi a me, tuo servo, quanto non so chiederti.
Io non oso domandarti né croci né consolazioni.
Rimango solo in veglia davanti a te:
tu vedi ciò che ignoro.
Agisci secondo la tua misericordia!
Se vuoi, colpiscimi e guariscimi, atterrami e rialzami.
Io continuerò ad adorare la tua volontà
e davanti a te starò in silenzio.
A te mi consegno interamente:
non ho desideri, voglio solo che si compia il tuo volere.
Insegnami a pregare, anzi, prega tu stesso in me!

abbandonofedefiduciavolontà di Dio

inviato da Giuliana Babini, inserito il 01/06/2002

PREGHIERA

14. Preghiera per i sacerdoti

Gaetano Romeo

Abbiamo bisogno di preti, Signore, ma di preti fatti sul tuo stampo; non vogliamo sgorbi, non vogliamo "occasionali", ma preti autentici, che ci trasmettano te senza mezzi termini, senza ristrettezze, senza paure. Vogliamo preti "a tempo pieno", che consacrino ostie, ma soprattutto anime, trasformandole in te; preti che parlino con la vita, più che con la parola e gli scritti; preti che spendano il loro sacerdozio anziché studiare di salvaguardarne la dignità.

Sai bene, Signore, che l'uomo della strada non è molto cambiato da quello dei tuoi tempi; ha ancora fame; ha ancora sete; fame e sete di te, che solo tu puoi appagare. Allora donaci preti stracolmi di te, come un Curato d'Ars, preti che sappiano irradiarti; preti che ci diano te. Di questo, solo di questo noi abbiamo bisogno.

Perdona la mia impertinenza: tieniti i preti dotti, tieniti i preti specializzati, i preti eloquenti, i preti che san fare schemi, inchieste, rilievi. A noi, Signore, bastano i preti dal cuore aperto, dalle mani forate, dallo sguardo limpido. Cerchiamo preti che sappiano pregare più che organizzare, preti che sappiano parlare con te, perché quando un prete prega, il popolo è sicuro.

Oggi si fanno richieste, si fanno sondaggi su come sarà, su come la gente vuole il prete. Non ho mai risposto a queste inchieste, ma a te, Signore, posso e voglio dirlo: il prete io lo voglio impastato di preghiera.

Donaci, o Signore, preti dalle ginocchia robuste, che sappiano sostare davanti a te, preti che sappiano adorare, impetrare, espiare; preti che non abbiano altro recapito che il tuo tabernacolo. E dimenticavo: rendici degni di avere tali preti.

sacerdoziovocazione

4.0/5 (1 voto)

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 28/05/2002

TESTO

15. La Comunione sovente

San Francesco di Sales

Comunicati sovente, o Filotea, e credi a me: come le lepri diventono bianche d'inverno perché non mangiano altro che neve, così a forza di adorare e mangiare la bellezza, la bontà e la purezza medesima in questo divin sacramento, diventerai tu pure tutta bella, tutta buona, tutta pura!

Eucaristia

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 28/05/2002