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TESTO

3241. Gli indizi per trovare l'amore vero   1

Turriseburnea.it

Esite un modo per verificare se un amore è Amore vero? Vi proponiamo sei domande a cui dare una risposta.

1 - Prova dei criteri. Se i criteri di scelta del lui/lei si basano su: "mi piace" e "stiamo bene insieme" tutto può finire presto perché sono criteri non sufficienti. La prima domanda di prova è: ho fatto di me stesso/a un dono, lungamente preparato, anche con sacrificio? Ho un progetto di vita ben chiaro che ho scoperto coincide perfettamente con quello dell'altro/a? Ho alle spalle una maturità, non solo fisica, ma soprattutto psichica e una preparazione adeguata?

2 - Prova della partecipazione. L'amore vero vuole partecipare, condividere, dare, raggiungere. La seconda domanda di prova è: siamo capaci di partecipare, condividere? Voglio diventare felice o fare felice l'altro/a e gli altri (servizio... volontariato...)?

3 - Prova del rispetto. Non vi è vero amore senza rispetto, senza la capacità di rispettarsi reciprocamente. La terza domanda è: abbiamo veramente abbastanza rispetto reciproco, sia per il corpo che per le idee dell'altro/a? Sono orgoglioso del mio fidanzato/a?

4 - Prova delle abitudini. L'amore accetta l'altro con le sue abitudini. Non sposatevi sperando che le cose cambino con il tempo. Il pensiero: "Spero di cambiarlo/a" ha sempre fallito! Occorre accettare l'altro/a come è ora, incluse le sue abitudini ed i suoi difetti (non i vizi!) La quarta domanda è: oltre ad amarlo, vi piacciono le sue abitudini?

5 - Prova della disputa. E' importante aver veramente discusso, non tanto per la discussione in sé, quanto per l'essere poi riusciti a riconciliarsi, per aver cioè sperimentato la capacità di perdonarsi. La quinta domanda è: siamo capaci di perdonarci a vicenda e di cedere l'uno all'altro?

6 - Prova del tempo. Non sposatevi se, maturi e preparati, non avete passato almeno un'estate ed un inverno attraverso un cammino di conoscenza reciproca. Se per caso avete dei dubbi sui vostri sentimenti di amore, il tempo vi darà la risposta. Se i dubbi riguardano la sincerità dei sentimenti dell'altro/a allora il chiedere un lecito sacrificio può fugare i sospetti. La sesta ed ultima domanda di prova è: il nostro amore ha passato l'estate e l'inverno? Ci siamo conosciuti, dentro, sufficientemente?

amorematrimoniofidanzamentocoppiadialogofamiglia

5.0/5 (2 voti)

inviato da Luca Peyron, inserito il 19/05/2002

RACCONTO

3242. Diario sconcertante   2

Turriseburnea.it

5 ottobre: oggi la mia vita è incominciata. Il babbo e la mamma non lo sanno ancora. Io sono più piccolo di una capocchia di spillo, eppure sono già un essere indipendente. Tutte le mie caratteristiche fisiche e psicologiche sono già fissate. Ad esempio io avrò gli occhi del babbo e i capelli biondi e mossi della mamma. Ed anche un'altra cosa è già stabilita: io sarò una bambina.

19 ottobre: il mio primo sangue, le mie prime vene appaiono. Però i miei organi non sono ancora completamente formati ed allora la mia mamma mi deve sostenere con il suo sangue e con la sua energia vitale. Ma quando sarò nata mi basterà soltanto, e per qualche tempo, il suo latte.

23 ottobre: la mia bocca si apre verso l'esterno. Entro un anno già potrò ridere, quando i mie genitori si chineranno sul mio lettino. Ho deciso, la mia prima parola sarà: "mamma".

P.S. Chi è quel matto che dice che io non sono un essere umano del tutto autonomo, ma che sono invece una parte del corpo di mia madre?

25 ottobre: il mio cuore ha cominciato a battere. Non si fermerà più, senza riposare, fino alla fine della mia vita. Questo è proprio un grande miracolo!

2 novembre: le mie braccia e le mie gambe cominciano a crescere. E cresceranno fino a che non saranno completamente formate: ciò durerà per un certo tempo, anche dopo la mia nascita.

12 novembre: adesso nelle mie mani stanno spuntando le dita. Con esse mi impadronirò del mondo e parteciperò alle fatiche degli uomini.

20 novembre: oggi, per la prima volta, mia madre ha appreso dal suo cuore che mi portava in seno. Chissà quanto è grande la sua gioia!!

25 novembre: adesso già si potrebbe vedere che io sono una bambina. Certamente i miei genitori stanno già pensando a come mi dovrò chiamare. Potessi già saperlo!!!

28 novembre: tutti i miei organi sono già completamente formati. Io sono molto cresciuta.

12 dicembre: mi stanno crescendo i capelli e le ciglia. Chissà come sarà contenta la mamma della sua piccola!

13 dicembre: presto potrò vedere. Però i miei occhi sono ancora cuciti con un filo. Luce, colori, fiori... deve essere magnifico! Soprattutto mi riempie di gioia il pensiero che potrò vedere la mia mamma. Oh se non ci fosse tanto da aspettare. Ancora più di sei mesi!

24 dicembre: il mio cuore è ormai perfetto. Ci devono essere bambini che vengono al mondo con un cuore malato. In questo caso bisogna affrontare terribili pene per salvarli con una operazione. Grazie a Dio il mio cuore è sano, io sarò una bambina piena di forza e di vita. Tutti saranno felici della mia nascita. Domani è Natale...

28 dicembre: oggi mia madre mi ha assassinata!

abortovitamaternità

inviato da Luca Peyron, inserito il 11/05/2002

TESTO

3243. Cielo e terra

Zenta Maurina Raudive

È bello tutto ciò che unisce
cielo e terra: l'arcobaleno,
la stella cadente, la rugiada,
i fiocchi di neve;
la cosa più bella però
è il sorriso
di un bambino
che non ha ancora dimenticato
i prati del cielo.

vitastupore

inviato da Mariangela Molari, inserito il 11/05/2002

TESTO

3244. Prima ancora

Henri J. M. Nouwen, Sentirsi Amati

Prima ancora che qualsiasi essere umano ci vedesse, siamo stati visti dagli amorevoli occhi di Dio. Prima ancora che qualcuno ci sentisse piangere o ridere, siamo stati ascoltati dal nostro Dio che è tutto orecchie per noi. Prima ancora che qualcuno in questo mondo ci parlasse, la voce dell'amore eterno già ci parlava.

La nostra preziosità, unicità e individualità non ci sono state date da coloro che incontriamo nell'arco del tempo - della nostra breve esistenza cronologica - ma da Colui che ci ha scelto con infinito amore, un amore che esiste da tutta l'eternità e che durerà per tutta l'eternità.

creazioneamore di Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 11/05/2002

PREGHIERA

3245. Tu sei i miei giorni   1

don Luigi Serenthà

Signore Gesù,
Tu sei i miei giorni,
non ho altri che te
nella mia vita.

Quando troverò
un qualcosa
che mi aiuta,
te ne sarò immensamente grato;
però Signore,
quand'anche io fossi solo,
quand'anche non ci fosse nulla
che mi dà una mano,
non ci fosse neanche
un fratello di fede
che mi sostiene,
Tu, o Signore, mi basti,
con Te ricomincio da capo.

Tu mi basti, Signore:
il mio cuore,
il mio corpo, la mia vita,
nel suo normale modo di vestire,
di alimentarsi, di desiderare
è tutta orientata a Te.

Io vivo nella semplicità
e nella povertà di cuore;
non ho una famiglia mia,
perché Tu sei la mia casa,
la mia dimora, il mio vestito,
il mio cibo,
Tu sei il mio desiderio.

fiduciaabbandonoprovvidenzarapporto con Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 11/05/2002

TESTO

3246. Il tuo nome

Tonino Bello

Vocazione è la parola che dovresti amare di più
perché è il segno di quanto tu sia importante agli occhi di Dio.
E' l'indice di gradimento presso di Lui, della tua fragile vita.
Si, perché se ti chiama vuol dire che ti ama.
Gli stai a cuore, non c'è dubbio.
In una turba sterminata di gente risuona un nome: il tuo! Stupore generale.
A te non ci aveva pensato nessuno. Lui si!
Davanti ai microfoni della storia, ti affida un compito su misura per Lui!
Si, per Lui, non per te. Più che una "missione" sembra una "scommessa".
Una scommessa sulla tua povertà.
Ha scritto "ti amo" sulla roccia, non sulla sabbia come nelle vecchie canzoni.
E accanto ci ha messo il tuo nome.
Forse l'ha sognato di notte, nella tua notte.
Alleluia!
Puoi dire a tutti: non si è vergognato di me!

Questo testo è conosciuto anche con il titolo "Vocazione, la parola che dovresti amare di più"

vocazionemissioneprogetto di Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 11/05/2002

PREGHIERA

3247. Il tamtam dei cuori

Preghiera africana

Io lancio la mia gioia verso il cielo
come un volo d'uccelli!
L'ala della notte s'è allontanata
e io gioisco nella luce.
Ecco un nuovo giorno, un giorno ancora, Signore!
Il tuo sole ha bevuto la rugiada dei campi
e quella dei nostri cuori.
In noi, intorno a noi,
tutto è riconoscenza.
grazie, mio Dio,
per le gioie che mi dai
e prima di tutto
per quella di esistere.
Grazie
per il mio corpo
ogni giorno
più forte...
Mio Dio
mi rallegra il creato:
ovunque è la tua presenza...
Fa' battere in noi
a lode tua
il tamtam
dei nostri cuori.

lodestuporenuovo giorno

inviato da Mariangela Molari, inserito il 11/05/2002

RACCONTO

3248. Il sassolino

Il potente re Milinda disse al vecchio sacerdote: "Tu dici che l'uomo che ha compiuto tutto il male possibile per cent'anni e prima di morire chiede perdono a Dio, otterrà di rinascere in cielo. Se invece uno compie un solo delitto e non si pente, finirà all'inferno. E' giusto questo? Cento elitti sono più leggeri di uno?".

Il vecchio sacerdote rispose al re:

"Se prendo un sassolino grosso così, e lo depongo sulla superficie del lago, andrà a fondo o galleggerà?".

"Andrà a fondo", rispose il re.

"E se prendo cento grosse pietre, le metto in una barca e spingo la barca in mezzo al lago, andranno a fondo o galleggeranno?".

"Galleggeranno".

"Allora cento pietre e una barca sono più leggere di un sassolino?".

Il re non sapeva che cosa rispondere. E il vecchio spiegò:

"Così, o re, avviene agli uomini. Un uomo anche se ha molto peccato ma si appoggia a Dio, non cadrà nell'inferno. Invece l'uomo che fa il male anche una volta sola, e non ricorre alla misericordia di Dio, andrà perduto".

pentimentopeccatoconversioneinferno

4.5/5 (2 voti)

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 11/05/2002

TESTO

3249. L'amore del dono   2

Madre Teresa di Calcutta

Prego per voi,
perché possiate conservare nei vostri cuori la gioia di amare Dio,
la gioia dell'amore e della bontà,
e di condividere questa gioia con tutti quelli con i quali vi trovate,
con le persone che lavorano al vostro fianco,
davanti a tutti i membri della vostra stessa famiglia.
Quello che importa non è la quantità del dono,
bensì l'intensità dell'amore con cui lo diamo.
C'è qualcosa in più di cui vi posso parlare:
della mia esperienza con i Poveri più poveri.
Devo ancora trovare la prima donna Povera disposta ad abortire.
Senza dubbio darà alla luce suo figlio.
È possibile che abbandoni la sua creatura sulla strada,
ma non sarà lei a eliminare suo figlio.
È un qualcosa che dobbiamo imparare dai Poveri:
la grandezza del loro amore per il figlio.
Preghiamo.
Chiediamo a nostro Signore che non si allontani dal nostro fianco
nel momento della tentazione.
Perché allo stesso modo in cui fu tentato Gesù,
il diavolo tenterà anche noi.
Non dobbiamo aver paura,
perché Dio è amore.
Se Dio ci ama, dal momento che lui è Padre amoroso,
non smetterà di aiutarci.
Quando ci rendiamo conto di aver commesso un errore,
andiamo da lui e diciamogli:
«Dio mio, mi spiace! Sono pentito!».

donoamoreperdonoabortovitapovertà

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 11/05/2002

PREGHIERA

3250. Dammi un cuore   2

San Tommaso d'Aquino

O Gesù che tanto mi ami,
ascoltami, te ne prego.
Che la tua volontà
sia il mio desiderio,
la mia passione, il mio amore.
Fa' che io ami quanto è tuo;
ma soprattutto che io ami te solo.
Dammi un cuore
così pieno d'amore per te,
che nulla possa distrarmi da te.
Dammi un cuore fedele e forte,
che mai tremi, né si abbassi.
Un cuore retto che non conosca
le vie tortuose del male.
Un cuore coraggioso,
sempre pronto a lottare.
Un cuore generoso,
che non indietreggia
alla vista degli ostacoli.
Un cuore umile e dolce come il tuo,
Signore Gesù.

supplica

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 11/05/2002

PREGHIERA

3251. Tienimi alla tua porta

Rabindranath Tagore

Degnati di tenermi alla tua porta,
come servo sempre vigile e attento;
mandami come messaggero per il regno
ad invitare tutti alle tue nozze.

Non permettere ch'io affondi
nelle sabbie mobili della noia,
non lasciarmi intristire nell'egoismo,
in pareti strette senza cielo aperto.

Svegliami, se m'addormento nel dubbio
e sotto la coltre della distrazione;
cercami, se mi perdo nelle molte strade
tra grattacieli d'inutili cose.

Non permettere ch'io pieghi il mio cuore
all'onda violenta dei molti;
tienimi alta la testa,
orgoglioso d'essere tuo servo.

rapporto con Dio

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 11/05/2002

TESTO

3252. La guerra più consistente   1

Atenagora di Costantinopoli

Bisogna fare la guerra più consistente
che è la guerra contro noi stessi.
È necessario giungere a disarmarci.
Io ho combattuto questa guerra per molti anni.
È stato terribile. Molto terribile.

Ma posso affermare che adesso sono disarmato.
Non ho paura di niente e di nessuno;
l'amore allontana la paura.
Sono disarmato
dal voler avere ragione,
dal giustificarmi
screditando gli altri.

Non mi chiudo nel mio castello
né m'inorgoglisco delle mie ricchezze.
Accolgo e condivido.
Non mi aggrappo assolutamente
alle mie idee e ai miei progetti.
Se mi si presentano
proposte migliori o almeno buone
Le accetto senza alcun impedimento.

Ho rinunciato a fare confronti.
Ciò che è buono, vero, reale, per me è sempre il meglio.
Per questo non ho paura.
Quando non si possiede nulla
non si ha paura di nulla.

Se uno si disarma,
se smette di possedere,
se si apre al Dio fatto uomo
che fa nuove tutte le cose,
allora Egli fa sparire
il passato negativo
e ci apre il panorama
di un tempo nuovo
in cui tutto è possibile.

guerradisarmoconflittipace

inviato da Filippa Castronovo, inserito il 10/05/2002

TESTO

3253. Il principio della carità

Enzo Biagi, Quel che resta di Cristo di Edgarda Ferri

Gesù Cristo ha insegnato cose grandi, grandissime.

Fra tutte, secondo me, il principio della carità e della giustizia si mette al massimo grado dell'insegnamento della sua dottrina: "Non fare agli altri quello, che non vorresti fosse fatto a te". (...) Quello che manca, soprattutto oggi, è la carità. Noi non abbiamo più carità per nessuno. (...)

Gesù ha detto: "Amatevi come fratelli". Ha capovolto tutte le regole della società provocando la più grande trasformazione mai avvenuta da quando l'uomo è comparso sulla terra.

amorecarità

inviato da Gianmarco Marzocchini, inserito il 10/05/2002

TESTO

3254. Amare ed essere amati

Albert Camus

Non essere amati è una semplice sfortuna; la vera disgrazia è non amare.

amoredonaregioiafelicità

inviato da Gianmarco Marzocchini, inserito il 10/05/2002

PREGHIERA

3255. Benedetto sei tu, Signore

Jules Bulliard

Benedetto sei tu, Signore,
per le bellezze dell'universo
che hanno incantato i miei occhi
e colmato il mio cuore.

Benedetto sei tu, Signore,
per coloro che amo
e che mi circondano
con il loro affetto.

Benedetto sei tu, Signore,
per la fragilità umana
che in me è un richiamo
alla tua presenza e alla tua forza.

Benedetto sei tu, Signore,
per l'amore infinito che mi porti
per la tenerezza di cui mi circondi
per la tua presenza
silenziosa ma vigilante.

Benedetto sei tu, Signore,
per la mia vita,
le mie gioie e le mie pene
che tu conosci e fai tue.

Benedetto sei tu, Signore,
per la meravigliosa storia d'amore
che sto vivendo con te.

amore di Diolodegratitudine

inviato da Mariangela Molari, inserito il 10/05/2002

TESTO

3256. Nel cuore e nel corpo

Tonino Bello, Maria donna dei nostri giorni

La frase si trova in un testo del Concilio, ed è splendida per dottrina e concisione. Dice che, all'annuncio dell'angelo, Maria vergine "accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio".
Nel cuore e nel corpo.

Fece largo, cioè, nei suoi pensieri ai pensieri di Dio, ma non si sentì per questo ridotta al silenzio.

Offrì volentieri il terreno vergine del suo spirito alla germinazione del Verbo; ma non si considerò espropriata di nulla. Gli cedette con gioia il suolo più inviolabile della sua vita interiore; ma senza dover ridurre gli spazi della sua libertà. Diede stabile alloggio al Signore nelle stanze più segrete della sua anima, ma non ne sentì la presenza come violazione di domicilio.

Santa Maria, donna accogliente aiutaci ad accogliere la Parola nell'intimo del cuore. A capire, cioè, come hai saputo fare tu, le irruzioni di Dio nella nostra vita. Egli non bussa alla porta per intimarci lo sfratto, ma per riempire di luce la nostra solitudine.

Non entra in casa per metterci le manette, ma per restituirci il gusto della vera libertà.

Lo sappiamo: è la paura del nuovo a renderci spesso inospitali nei confronti del Signore che viene. I cambiamenti ci danno fastidio. E siccome lui scombina sempre i nostri pensieri, mette in discussione i nostri programmi e manda in crisi le nostre certezze ogni volta che sentiamo i suoi passi, evitiamo di incontrarlo, nascondendoci dietro la siepe, come Adamo tra gli alberi dell'Eden. Facci comprendere che Dio, se gusta i progetti, non ci rovina le festa; se disturba i nostri sonni, non ci toglie la pace.

E una volta che l'avremo accolto nel cuore, anche il nostro corpo brillerà della sua luce.

Mariafiduciaabbandonoprogetto di Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 10/05/2002

TESTO

3257. Mi ami tu?

Roger Schutz

"Mi ami tu?": è l'ultima domanda di Gesù a Pietro, Pietro era triste al pensiero di aver rinnegato tre volte Gesù, prima della sua crocifissione. Ed ecco il Risorto sta dinanzi a lui. Gesù non lo condanna per il suo rinnegamento. Non prende l'atteggiamento del forte. Non tira sulla corda della cattiva coscienza già attaccata al collo di Pietro.

Nel Cristo vi sono viscere d'umanità: Lui pure durante la sua vita terrena ha percorso cammini d'oscurità.

A Pietro, Cristo dice solo queste tre parole: "Mi ami tu?" e Pietro risponde: "Signore, tu sai che ti amo". Una seconda volta Gesù riprende: "MI ami tu?". E Pietro di nuovo: "Ma lo sai che ti amo". Una terza volta Gesù insiste: "Mi ami più di tutti costoro?" E Pietro scosso: "Signore, tu conosci ogni cosa, tu sai che ti amo":

Da quel giorno ad ogni essere umano sulla terra, il Cristo instancabilmente domanda: "Mi ami tu?".

Vi sono giorno in cui ci turiamo le orecchie: la domanda ci è insopportabile. Essa è intollerabile per colui che non ha mai sperimentato l'amore umano, per chi esperimenta solo l'abbandono, o la ferita ricevuta nell'innocenza della sua infanzia.

Essa è intollerabile per noi tutti quando ci rivela quella parte di solitudine che nessuna intimità umana può colmare, quella parte di solitudine nella quale Dio ci aspetta. E quando la rivolta si esaspera, la domanda ci appare come una condanna poiché per amare non basta un atto della volontà.

Lo sappiamo abbastanza? Il Cristo non obbliga mai ad amarlo. Ma Lui, il Vivente, rimane al fianco di ciascuno, come un povero, come un oscuro. E' presente anche negli eventi più squallidi, nella fragilità dell'esistenza. Il suo amore è presenza non d'un solo istante ma di sempre. Quell'amore d'eternità apre un aldilà al nostro vivere. Senza quell'altrove, senza quell'aldilà, l'uomo non ha più speranza... e svanisce il gusto di procedere. Di fronte a quell'amore d'eternità, lo sentiamo, la nostra risposta concreta non può essere fuggitiva, per un periodo soltanto, con la possibilità di ritornare sulle nostre decisioni in seguito. La nostra risposta non può neppure essere uno sforzo della volontà; taluni vi si infrangerebbero. Essa è innanzitutto un abbandonarsi.

Rimanere dinanzi a Lui, con o senza parole, significa sapere dove riposare il nostro cuore, significa rispondergli da poveri. In questo consiste la molla segreta dell'esistenza, il rischio del Vangelo.

"Anche se talvolta io non so più se ti amo o no, o Cristo, tu sai tutto, tu sai che ti amo".

Grandi felicità sono offerte a colui che corre il rischio di un tale amore, senza calcolarne troppo le conseguenze. Quando ricerchiamo in primo luogo la felicità per noi stessi, essa a breve o lunga scadenza ci abbandona. Quanto più ardentemente la inseguiamo, tanto più lontano se ne fugge da noi.

Cercatore appassionato del suo amore d'eternità, chiunque tu sia saprai dove riposare il tuo cuore? Attraverso le tue stesse ferite, egli apre la porta della pienezza: la lode del suo amore. Abbandonati, donati. In questo consiste la guarigione delle ferite, e non solo delle tue: già, in Lui, ci guariamo reciprocamente.

felicitàgioiapeccatoconversioneamore di Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 10/05/2002

TESTO

3258. La gioia è la prima testimonianza del vangelo

Oscar Battaglia, La Madre del mio Signore

E' molto bello che nel vangelo di Giovanni la prima presentazione di Maria avvenga a una festa di nozze, in un momento di gioia intensa e partecipata. Se il messaggio di Gesù è un "vangelo", cioè un lieto annuncio, non poteva esserci momento più significativo per proclamarlo. Non meraviglia che la prima a capirlo e a viverlo così sia proprio sua madre. Era abituata a gustare e a condividere la gioia umana più profonda e autentica (con Elisabetta, con il Magnificat, con i pastori, con Simeone e Anna) perché viveva vicino alla sorgente di quella gioia, Gesù.

Chi pensa e vive la propria fede cristiana come un peso schiacciante e un impegno severo che non lascia spazio a manifestazioni di gioia e a distrazioni festose, non ha capito il vangelo. La fede è prima di tutto pace, gioia e festa con Dio Padre e con i fratelli. Il volto del cristiano deve essere il riflesso del Dio della gioia. Maria insegna a tutti a condividere e a comunicare la gioia di vivere. E' la prima e la più semplice testimonianza del vangelo che il Signore ci chiede.

gioiaMariafelicitàtestimonianzanozze di cana

inviato da Mariangela Molari, inserito il 10/05/2002

RACCONTO

3259. L'Angelo dei bambini

Racconta una antica leggenda che un bambino che stava per nascere disse a Dio:
- Mi dicono che mi stai per mandare sulla terra però come vivrò così piccino e indifeso come sono?
- Tra molti angeli ne ho scelto uno per te, che ti sta aspettando e avrà cura di te.
- Però dimmi: qui nel cielo non faccio altro che cantare e sorridere; questo basta per essere felice.
- Il tuo angelo ti canterà, ti sorriderà tutti i giorni e tu sentirai il suo amore e sarai felice.
- Ma che farò quando vorrò parlare con te?
- Il tuo angelo ti unirà le manine e ti insegnerà il cammino perché tu possa avvicinarti a me, benché io ti sarò sempre a fianco.

In quell'istante, una grande pace regnava nel cielo però già si udivano voci della terra e il bambino premuroso ripeteva soavemente:
- Dio mio se già me ne devo andare, dimmi il suo nome... come si chiama il mio angelo?
- Il suo nome non importa, tu la chiamerai "mamma".

maternitàmammafamiglia

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 10/05/2002

TESTO

3260. I 10 comandamenti del Beato Piamarta

Beato Giovanni Piamarta

I - Al ragazzo fai incontrare Cristo nel dialogo dell'amicizia, mettigli in mano il vangelo. Non ci sarà bisogno d'altro.

II - Tutta la città è in peccato mortale se un solo orfanello è costretto a dormire nella sala di attesa della stazione oppure sotto i ponti.

III - Per salvare un'anima, siate disposti a trattare anche col diavolo.

IV - Fate del bene a quanti più potete e vi capiterà tanto più spesso di incontrare dei visi che vi mettono allegria.

V - L'educatore non è un domatore da circo o un guardiano di cavalli, ma un padre con un cuore di madre.

VI - Una creatura è capace di miracolo se le fai il dono della fiducia.

VII - La follia cristiana appartiene all'ordine teologale, perché è un atto di fede.

VIII - Il vostro parlare sia sì, sì, no, no. Il resto viene dal maligno.

IX - Dio è il padrone dell'impossibile.

X - Due ore di preghiera sono troppe per chi è oberato di impegni e di attività educativa? E allora non c'è che un rimedio: farne almeno tre.

educazioneeducatori

3.0/5 (1 voto)

inviato da Don Angelo, inserito il 09/05/2002

Pagina 163 di 178