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TESTO Dalla Pentecoste al Primo Annuncio

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Pentecoste (Anno C) - Messa del Giorno (27/05/2007)

Vangelo: Gv 14,15-16.23b-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-16.23-26

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre,

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

La liturgia della Parola ha come filo logico, in particolar modo in questa domenica, l'azione dello Spirito Santo, che fa da sfondo a tutta la celebrazione della solennità della Pentecoste. "Il vangelo dello Spirito", come viene comunemente denominata dagli esegeti l'opera lucana, è costituito dalla rievocazione della Pentecoste Giudaica divenuta festa della "nuova alleanza" nello Spirito di Dio", alle spalle c'è il retroterra della profezia di Geremia (31, 31-34). Il profeta denuncia che superato lo scoglio di una legge inoperante, si possono ristabilire le relazioni personali e con la divinità, vera sostanza dell'alleanza. Nella comunità nasce e si afferma la conoscenza di Dio che è riconoscimento fondamentale della comunione fraterna. La conoscenza avviene per iniziativa divina attraverso la potenza-forza di Dio che è il suo Spirito. Ponendosi sulla scia dell'AT, Luca colloca l'inizio della predicazione di Gesù e di tutto il suo ministero sotto la guida e la presenza dello Spirito (cf. Lc 4), e anche l'inizio della predicazione della prima comunità ecclesiale sotto il timone degli Apostoli, testimoni oculari degli eventi riguardanti Gesù Cristo, è guidata e contrassegnata dall'azione dello Spirito Santo. I simboli che qualificano lo Spirito sono:

Il vento o soffio...c'è un richiamo evidente ed ineludibile all'azione creatrice di Dio nel cosmo e sull'uomo riportata in Gen 1,2.7. Altri testi ci parlano dell'azione dello Spirito sul Messia (Is 11,1-2); sul credente (Gv 3,8) e sulla comunità nella quale "viene" Gesù (Gv 20,22).

Il fuoco... è il segno che la presenza dello Spirito può essere percepita e gustata ma non può essere posseduta... se tocchiamo il fuoco ci possiamo anche bruciare. Lo Spirito diventa la presenza di Dio che è tra gli uomini ma non può essere "catalogato" in nessuna modo dalla mente umana. Dio è come il mare ci possiamo stare dentro ma non lo possiamo contenere.

Il dono delle lingue...più che poliglotti, gli Apostoli sono diventati uomini carismatici. Si realizza in questo simbolo l'immagine della Chiesa, "Corpo di Cristo" che troviamo al centro dell'ecclesiologia paolina. La varietà dei doni che ciascuno di noi possiede in virtù dell'azione dello Spirito è finalizzata a rendere visibile la nostra appartenenza a Cristo. Per cui l'unità viaggia nella diversità e artefice e anima di tutto questo mistero di comunione è lo Spirito Santo.

Il nuovo corso della storia si apre all'insegna dell'annuncio... perché è da questa verità che nasce la fede e la conoscenza di Gesù Cristo. Pertanto risulta fondamentale chiedersi in che modo e con quali mezzi dobbiamo annunciare il vangelo in un "mondo che cambia".

Riguardo al contenuto, come ci insegna il prosieguo del testo degli Atti, dobbiamo fare riferimento al "kerigma" pasquale: annunciare senza stancarsi che La Vita – La Morte – La Passione e La Risurrezione di Gesù Cristo sono fondanti per la nostra vita e la nostra storia, senza Gesù Cristo non si va da nessuna parte... possiamo umanamente eccellere ma restare vuoti e il nostro operato insignificante (cf. 1 Cor 13).

In merito all'impegno, rendersi conto che tutti: consacrati – laici, individui e collettività, siamo chiamati a diffondere la fede e ad essere testimoni efficaci, coerenti in qualsiasi ambiente o attività che frequentiamo. La Chiesa, Sacramento di Dio, non va in cerca di testimonianze occasionali e saltuarie ma di operatori del vangelo a 360°.

Il luogo privilegiato dell'annuncio resta sempre la parrocchia... è il soggetto preferito dell'esperienza di fede. Una volta elaborato un progetto di evangelizzazione e formata la comunità si deve passare da una pastorale "ad intra" a una "ad extra"; tenendo sempre conto che l'unico agente e registra del nostro operare pastorale resta sempre lo Spirito del Cristo Risorto.

Buona Domenica!!!

 

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