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TESTO Commento su Giovanni 16,5-11

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Martedì della VI settimana di Pasqua (15/05/2007)

Vangelo: Gv 16,5-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore, ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò.

Come vivere questa Parola?

Gesù ha già iniziato più volte il discorso del suo ritorno al Padre e quindi dell'imminente distacco dai suoi, ma gli apostoli sembrano difendersi dalle sue parole, allontanandole da sé, non ammettendole nel raggio della loro attenzione. Allora il Maestro insiste: " Adesso però me ne vado presso colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi chiede: " Dove vai?". L'ora è venuta. E con essa la tristezza di un addio sembra invadere il cuore. Rimarranno soli, si sentiranno allo sbando e sono turbati. Gesù ha già fatto promesse rassicuranti: " Vado a prepararvi un posto e tornerò da voi...non vi lascerò orfani...manderò a voi un Difensore, lo Spirito di verità...Anche il Padre verrà e noi faremo dimora presso di voi....io sarò in voi e voi in me, perché siete miei amici". Ma queste parole non bastano per dare pace ai cuori. Infatti Gesù, che non nasconde nulla ai suoi discepoli, ha previsto e comunicato anche eventi dolorosi " sarete odiati e perseguitati per causa mia....vi cacceranno dalla sinagoga e sarete uccisi". Un futuro tragico, che fa cadere nell'incertezza e nel dubbio chi sa di non avere più un punto di riferimento. Allora Gesù afferma: " E' bene per voi che io me ne vada". Infatti soltanto dopo essere tornato al Padre potrà inviare il Difensore, l'Avvocato " Lo Spirito misterioso, vento sugli abissi, fuoco del roveto, Amore in ogni amore". E' questa la promessa che non viene mai meno, che percorre i secoli della storia e invade il cuore, lo rafforza, gli dà coraggio e pace.

Anche noi, come e forse più degli Apostoli, siamo tentati dalla tristezza della solitudine, dalla paura di essere abbandonati a noi stessi, di non farcela di fronte alla prova della sofferenza fisica, dell'emarginazione sociale, dell'apparente insignificanza delle nostre vite. Solo il pensiero e la fiducia in questa promessa della presenza dello Spirito può ridarci coraggio, forza, consolazione. Ma è necessario chiamarlo questo Spirito di pienezza perché invada i nostri cuori e vinca le nostre paure e fragilità.

Oggi mi fermerò qualche momento a ripensare le occasioni in cui ho sentito il soffio dello Spirito nella mia vita. E ripeterò con S.Agostino questa preghiera:

Spirito Santo, Intimior intimo meo (più intimo a me di me stesso) Mio maestro interiore, guidami e siimi consolatore.

La voce di un Padre della Chiesa

Senza lo Spirito, non ci sarebbero nella Chiesa né pastori né dottori. E' lo Spirito che fa gli uni e gli altri. Ancora oggi voi riconoscete qui il suo intervento. In che modo? Se lo Spirito Santo non fosse presente in quel povero padre e dottore che io sono, quando poco fa sono salito su questa cattedra e vi ho dato la pace, voi non avreste risposto ad una sola voce: E con il tuo Spirito"....Se lo Spirito non fosse presente in essa, la chiesa non sussisterebbe: l'esistenza della chiesa è dunque un segno evidente della presenza dello Spirito".
S. Giovanni Crisostomo

 

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