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TESTO Noi e lo Spirito Santo

don Marco Pratesi   Il grano e la zizzania

III Domenica di Pasqua (Anno C) (22/04/2007)

Brano biblico: At 5,27-32.40-41 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 21,1-19

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

"Vi avevamo espressamente ordinato di non insegnare più in codesto nome", dice il sommo sacerdote agli Apostoli. Essi però non possono obbedire, l'esperienza dell'incontro col Risorto li obbliga a parlare: "Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini". Non si tratta di una iniziativa loro, si rendono conto di essere stati prescelti per questo, per testimoniare dei fatti, che sono anche parole (versione CEI: "di questi fatti siamo testimoni", dove "fatto" è nel greco "parola", con richiamo all'ebraico dabar, che significa le due cose). Si tratta di avvenimenti che palesano il loro senso, che sono ad un tempo evento e parola; che non sono né parole vuote né eventi muti e inintelligibili, e quindi irrilevanti.

Se andiamo a rileggere Lc 1,37 troviamo nelle parole dell'angelo questo stesso termine: "Nessuna parola è impossibile presso Dio" (versione CEI: "nulla è impossibile a Dio"). Da un capo all'altro dell'opera di Luca: nella parola della testimonianza apostolica il Risorto entra nella storia, ed è una nuova tappa della sua incarnazione, iniziata nel grembo della Vergine credente.

Tappa, perché a sua volta questa incarnazione avrà nuovamente luogo nel cuore e nella vita dei credenti che accoglieranno la predicazione apostolica, e troveranno nel Risorto il capo che li guida alla salvezza.

Tappa perché la vita dei discepoli diventerà a sua volta parola al mondo, spesso l'unica che esso legga.

Come l'incarnazione nel grembo di Maria, questa nuova presenza del Cristo nella storia è resa possibile dallo Spirito: solo Lui rende presente il Risorto nella parola e nei gesti dei testimoni, Lui suscita la potenza della testimonianza: "di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo" (cf. 1,8; 2,4.38; 4,8.31; 6,5).

Mediante l'accoglienza della Parola, lo Spirito vuole trascinare oggi ciascuno di noi e tutti nel movimento che ha tratto origine da quel sepolcro, dove si era creduto di aver chiuso definitivamente i conti. Vortice che invano sempre nuove potenze ostili tentano di estinguere, e che tuttavia rimarrà nella storia fino a risucchiarla nella definitiva novità del mondo futuro.

 

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