TESTO Commento su Giovanni 20,1-9
Casa di Preghiera San Biagio FMA Home Page
Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno C) (08/04/2007)
Vangelo: Gv 20,1-9

1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Dalla Parola del giorno
Entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.
Come vivere questa Parola?
Il quadro tratteggiato da Giovanni nel suo vangelo, è di una forza e di una immediatezza unica. Sì, lui (ilo discepolo che Gesù amava) essendo più giovane di Pietro evidentemente è arrivato per primo al sepolcro. Però, per rispetto verso Pietro, non entra. Solo gli riesce, chinandosi, di adocchiare le bende per terra. Qualcosa, del tutto inatteso, è avvenuto. L'enorme pietra del sepolcro è stata rimossa. Le bende dicono che qualcuno le ha tolte dalla salma. Ma qualcuno o Lui stesso, il Signore non più morto ma tornato a vita per divina forza propria? L'arrivo di Pietro chiude il dilemma. Egli entra e vede non solo le bende a terra ma il sudario ben ripiegato da un canto. Anche Giovanni supera ora la soglia del sepolcro e guarda. Dell'esperienza di quel momento certamente unico nella sua vita, egli ci narra con due soli verbi, schietti, nudi, solari: vide e credette. E questo credere ha un'evidenza ancora più forte perché il testo continua poi dicendo "Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura: che Egli doveva risuscitare dai morti".
Oggi, nella mia pausa contemplativa, visualizzerò questa scena eminentemente pasquale, Cerco di identificarmi a Giovanni. Vedo anch'io col cuore il sepolcro vuoto, le bende a terra, il sudario ben ripiegato. Vedo e credo in forza dello Spirito Santo? Oppure la mia familiarità con la Sacra Scrittura è ancora impacciata e spesso si arena in sabbie di abitudinarietà o di incertezze di fede? Ma in più di duemila anni di cristianesimo, la Scrittura mi presenta testi sacri convalidati dalla millenaria tradizione, dalla testimonianza di martiri e di santi.
Sì, Signore, Tu sei Risorto! E il mio credere diventa speranza certa che attiva il dinamismo dell'Amore nella mia vita.
La voce di un Padre della Chiesa
Esulta, Gerusalemme e rallegratevi voi tutti che amate! Gesù infatti è risorto. Gioite, voi che eravate tutti in lutto (Is 66,10)...: Chi, infatti, fu in questa città disonorato, è stato nuovamente richiamato in vita. Come dunque aveva recato tristezza l'annuncio della croce, così ora la buona notizia della risurrezione sia fonte di esultanza. Si muti in gioia il dolore, il pianto in letizia (cf. Sal 29,12); la nostra bocca si riempia di gaudio e di tripudio (cf. Sal 70,8), secondo l'invito di colui che, dopo la sua risurrezione, disse: Esultate (Mt 28,9).
Cirillo di Gerusalemme