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TESTO Chi crede in lui ha la vita eterna

Monaci Benedettini Silvestrini  

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Martedì della V settimana di Quaresima (27/03/2007)

Vangelo: Gv 8,21-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Fino al 24 marzo, la liturgia eucaristica utilizzava i prefazi propri della Quaresima; da oggi si leggono i prefazi della Passione. Il brano del libro dei Numeri riferisce un ennesimo episodio di mormorazione degli israeliti durante l'esodo. Malgrado tanti segni di provvidenza divina, aggrediscono Mosè per l'insufficienza del nutrimento. Il castigo è immediato: serpenti velenosi uccidono parecchie persone. Il popolo pentito chiede a Mosè di intercedere presso il Signore. Con la costruzione di un serpente di rame da fissare su un'asta, il rimedio è concreto; chi lo guarda sarà salvo. Il gesto religioso ideato da Dio, consente di evitare pratiche idolatriche. Il serpente elevato da terra diviene un segno che annunzia Cristo elevato sulla croce e diventato sorgente di salvezza e di vita. Nel vangelo di Giovanni, nuovamente Gesù afferma il contrasto tra un "io" sempre più deciso, e un "voi" che significa incomprensione ("non capirono che egli parlava loro del Padre"), rifiuto ("morirete nei vostri peccati"), distanza ("di quaggiù", "di questo mondo", in contrasto con "di lassù", "non di questo mondo"). Tuttavia l'invito a credere è insistente: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'Uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo". Riflettendo sulle affermazioni di Gesù, si era in grado di capire la sua identità. "A queste sue parole, molti credettero in lui". Il dono della fede non è automatico e non si impone; la nostra condotta ripete talvolta un certo nostro allontanamento spirituale dal Signore. Aderire a Cristo, che è segno di contraddizione, non è facile, perché la salvezza è proposta dalla croce. Contemplando la croce, la fede insegna che il Crocifisso è per noi vita, verità, via. La venerazione della Croce, nel Venerdì Santo, ce lo ripeterà.

 

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