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TESTO Commento su Giovanni 11,45-56

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Sabato della V settimana di Quaresima (31/03/2007)

Vangelo: Gv 11,45-56 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?»

Come vivere questa Parola?

La Pasqua è ormai imminente, il clima teso. La gente si interroga su Gesù, mentre i Capi complottano per metterlo a morte. Invidia e ambizione offuscano la mente di questi uomini incapaci di rinunciare ai propri privilegi e al loro prestigio di sapienti. Si cerca un pretesto adeguato per giustificare la decisione già presa. Ed ecco, nella solenne riunione del Sinedrio, si giunge alla conclusione che questa morte è inevitabile, anzi necessaria per eludere il pericolo che i Romani distruggano il tempio e la nazione giudaica. Non si sospetta minimamente che sarà proprio la morte del Cristo a fare del luogo santo una realtà del tutto superata.

Lo stesso Caifa', il sommo sacerdote di quell'anno, si trova, a sua insaputa, a preannunciare profeticamente la portata salvifica universale della morte di Gesù.

Il disegno d'amore del Padre si attua nonostante, anzi proprio attraverso gli intrighi umani. "Dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato l'amore" dirà S.Paolo.

Non sarà proprio la croce a rivelare in pienezza il volto di Dio-Amore, trasformandosi da patibolo infame in trono glorioso, da strumento di morte in feritoia che si apre sull'orizzonte luminoso della resurrezione?

Questa la lieta notizia che ha attraversato i secoli, infondendo coraggio ai martiri, sostenendo nel dolore schiere di uomini e di donne che hanno creduto nella forza vincente dell'amore.

Non si tratta di canonizzare il dolore: il cristiano ha il dovere di dare il proprio contributo per sopprimerlo o alleviarlo, ma quando esso si impone, sa scoprirne la portata redentiva e viverlo in unione a Cristo.

Nella pausa contemplativa di oggi loderò e ringrazierò Gesù perché nell'accettazione della condizione umana si è identificato con noi fino ad assumere la nostra fragilità, fino a lasciarsi immergere nella sofferenza e nella stessa morte.

Pregherò con le parole di sant'Anselmo:

Ridonati a noi, illuminaci, mostrati a noi. Abbia pietà delle nostre fatiche, dei nostri sforzi verso di te .

Insegnami a cercarti e mostrati quando ti cerco: non posso cercarti se tu non mi insegni né trovarti se tu non ti mostri.

Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti, che io ti trovi amandoti e ti ami trovandoti.

La voce di un testimone dei nostri giorni

Uno non deve mai amarsi al punto da evitare ogni possibile rischio di morte che la storia gli pone davanti. Chi cerca in tutti i modi di evitare un simile pericolo, ha già perso la propria vita.
Oscar Romero

 

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