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TESTO Commento su Giovanni 7,1-2.10.25-30

Casa di Preghiera San Biagio FMA   Home Page

Venerdì della IV settimana di Quaresima (23/03/2007)

Vangelo: Gv 7,1-2.10.25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.

2Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne.

10Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.

25Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? 26Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? 27Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». 28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».

30Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

Dalla Parola del giorno

In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei lo cercavano per ucciderlo.

Come vivere questa Parola?

Il tempo si fa breve, anche se l'ora di Gesù, tanto richiamata nel vangelo di Giovanni, non è ancora giunta al suo compimento. Ma l'immagine della morte annunciata comincia a provocare paura nel Maestro, tanto da farlo decidere di stare lontano anche dal luogo dove deve realizzarsi il suo tragico sacrificio. Giovanni ci presenta in poche righe il volto fragile di un Dio, che avendo assunto la nostra umanità, ha preso su di sé anche le nostre debolezze, le nostre angosce, il terrore della morte. L'immagine del Messia, potente e misterioso, che i Giudei inseguono, non si addice a quest'uomo, " figlio del falegname", originario di una piccola e sconosciuta borgata della Galilea.

Eppure lui, qualche giorno più tardi, continuerà a dare scandalo ai suoi nemici proclamandosi figlio di Dio. E nonostante la loro ostilità aumenti fino a decidere la sua morte, egli rivendica di essere il mandato dal Padre da cui ha ricevuto la dottrina e il potere di operare in giorno di sabato e di fare miracoli. Tutta la sua missione è da Dio, in altre parole, il Messia è lui.

L'effetto di queste parole è diversificato: c'è un piccolo gruppo che crede, c'è chi rimane indifferente e perplesso, ci sono i capi dei Giudei che aumentano la loro avversione nei suoi confronti.

E noi? Da che parte stiamo? Di fronte alla debolezza di un Dio, che spesso non risponde immediatamente alle nostre richieste d'aiuto, cosa pensiamo di lui?

Guardando alla violenza che imperversa ogni giorno di più in vari luoghi della terra, colpiti dall'indifferenza dei più e da ideologie che vogliono fare a meno di Dio, come reagiamo? Siamo capaci di fidarci di lui e di abbandonarci alla sua misericordia?

In alcuni momenti di preghiera e riflessione, mi rivolgerò a Gesù dicendo:

Fa' che ti conosca intimamente, o Cristo, e che riesca a scoprire nella tua apparente debolezza la forza dello Spirito e l'amore che ti ha condotto fino alla morte di croce per la nostra salvezza.

La voce di un Pontefice

Tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivo. Tu sei il centro della storia e del mondo. Tu sei colui che ci conosce e ci ama. Tu sei il compagno e l'amico della nostra vita. Tu sei l'uomo del dolore e della speranza. Io non finirei mai di parlare di te. Tu sei luce e verità, anzi: tu sei " la via, la verità e la vita"
Paolo VI

 

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