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TESTO Grandi cose ha fatto il Signore per noi (291)

don Remigio Menegatti   Parrocchia di Illasi

V Domenica di Quaresima (Anno C) (25/03/2007)

Vangelo: Gv 8,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (Is 43, 16-21) è l'annuncio carico di speranza del profeta agli esuli prigionieri a Babilonia. Nel 586 a. C. avevano abbandonata la loro città, distrutta dalle fiamme. Il tempio, segno che Dio non era più in mezzo al suo popolo, non esisteva più. Ora stanno per lasciare la terra dell'esilio, rivivendo in prima persona la pagina biblica fondamentale nella loro fede: l'esodo. Dio, che aveva aperto una strada nel mare – il passaggio del Mar Rosso –, ora apre una strada nel deserto. La nuova esperienza sembra quasi mettere in ombra la pagina dell'esodo, perché adesso stanno per vivere da protagonisti un'altra grande pagina della storia della salvezza, e assistono a "cose nuove" mai raccontate.

Il vangelo (Gv 8, 1-11) racconta un'altra liberazione: la donna accusata di adulterio viene liberata gratuitamente da Gesù, che si manifesta come l'incarnazione della misericordia di Dio. La strada nuova, insperatamente aperta per lei, va ora percorsa nella fedeltà per giungere alla vera gioia. Non si ritorna sui propri passi se si vuole sperimentare la festa della liberazione, la meta del sempre nuovo esodo.

Salmo 125
Quando il Signore ricondusse
i prigionieri di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,

la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.

Allora si diceva tra i popoli:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi,

ci ha colmati di gioia.

Riconduci, Signore, i nostri prigionieri,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà con giubilo.

Nell'andare, se ne va e piange,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con giubilo,

portando i suoi covoni.

Il salmo è legato direttamente all'esperienza degli esiliati a Babilonia. Racconta i loro sentimenti: dal pianto che caratterizza la strada verso l'esilio – cantando la loro tristezza –, alla speranza suscitata dai profeti – "ci sembrava di sognare" – fino a raggiungere il sorriso, che nuovamente illumina il volto di chi finalmente intona il canto della gioia. È finito il lungo silenzio perché – raccontano loro – "la nostra lingua si sciolse in canti di gioia ". Non più amarezza; d'ora in poi solo festa.

Un'altra immagine ricorda questo cammino: la preoccupazione della semina, che la siccità può rendere vana, e la gioia per il raccolto, mentre si canta il proprio giubilo per manifestare l'esultanza che si ha nel cuore e la riconoscenza al Signore.

La memoria di eventi passati – "grandi cose ha fatto il Signore per loro" – è la base per riconoscere come Dio è sempre all'opera e "grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha colmato di gioia".

Un commento per ragazzi

Con i cellulari abbiamo imparato un modo nuovo di comunicare e anche di scrivere: simboli e abbreviazioni, uso di numeri al posto di verbi, oppure parole ridotte alle sole consonanti. E anche dove digitiamo tutta la parola, ci limitiamo a quelle essenziali, che fanno comprendere il senso esatto della comunicazione senza sprecare tante lettere, per risparmiare tempo e... denaro. Era così anche nelle lapidi che gli antichi scolpivano e ponevano in luoghi importanti.

Anticamente anche la Bibbia era scritta con pochi essenziali caratteri; la bravura consisteva nel saper leggere la parola aggiungendo le vocali che la completavano, cogliendo il vero senso alla frase.

Ci sono poi dei personaggi che in poche parole riescono a sintetizzare il contenuto di una lunga storia o riflessione. Uno di questi è Agostino di Ippona, un grande uomo, credente e vescovo, che ha scritto molto e ha parlato di Dio con grande forza, vivendo anche intensa carità...un vero credente! A proposito del racconto evangelico di questa domenica, il vescovo africano sintetizza: "relicti sunt duo: MISERA ET MISERICORDIA", rimasero due soli: la donna misera e la misericordia. Ci sono due protagonisti: il primo è la donna – solo peccatrice per gli scribi e i farisei che la conducono a Gesù – mentre il Maestro la considera donna con la sua dignità, anche se ha peccato, donna a cui offre un'ulteriore possibilità di vita. L'altro protagonista, di questa storia e di tutta la storia della salvezza, è Gesù: la Misericordia di Dio fatta uomo.

È "misericordia" e salvezza per chi lo incontra; sia per quanti vanno a cercarlo mossi dalla fede in lui, sia per coloro che si lasciano coinvolgere e lo accolgono a casa "pieni di gioia" come Zaccheo. È misericordia anche per chi sembra vivere un incontro del tutto inatteso, come avviene per questa donna che non al Signore chiede e non promette nulla – a differenza di Zaccheo che si impegna a cambiare vita –. In ogni caso è lui, il Maestro, la "Misericordia" di Dio, che si lascia incontrare e lancia la sua proposta. La sua parola libera la donna non solo dagli accusatori – che infatti lasciano cadere i sassi e si allontanano – ma anche e soprattutto dal suo peccato: Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più" le dice infatti Gesù. Il dono è gratuito – il tesoro che si trova nel campo e la perla preziosa – ma per non perderlo è importante continuare a camminare sulla strada che sembrava prima sbarrata, e il Figlio di Dio riapre per lei e per tutti. È come la strada inaugurata nel deserto per gli esiliati che certamente ricordavano la liberazione dall'Egitto come un grande fatto del passato. Per loro si apre una strada nuova, e tornano alla terra promessa, allontanandosi per sempre da Babilonia e soprattutto dall'infedeltà a Dio che aveva causato la loro deportazione. Sperimentano direttamente la salvezza di cui avevano sentito parlare dai profeti.

Una strada inattesa, una via d'uscita. Non c'è bisogno di grandi spiegazioni; è sufficiente una piccola indicazione e subito ci lanciamo nella direzione giusta. Una strada per uscire dal peccato e per camminare verso il Signore, per lasciarci alle spalle la tristezza delle nostre chiusure e guardare sereni e decisi nella direzione che ci apre orizzonti di felicità inattesa. La quaresima è camminare verso la gioia, non perché finalmente a Pasqua smettiamo con digiuni e penitenze – ma quanto ci coinvolgono in realtà? – bensì perché attraverso l'ascolto della Parola, la preghiera e gesti di conversione siamo già incamminati verso la piena comunione con colui che continua ad essere anche per noi "Misericordia" che rivela il volto del Padre. Siamo così protagonisti di questa storia di salvezza e non solo ascoltatori distratti. È in gioco la nostra gioia!

Un suggerimento per la preghiera

Signore, tu sei il "Dio di bontà, che rinnovi in Cristo tutte le cose". Riconosciamo umilmente che "davanti a te sta la nostra miseria" ma possiamo soprattutto confidare nella tua misericordia. Ti chiediamo: "tu che ci hai mandato il tuo Figlio unigenito non per condannare, ma per salvare il mondo, perdona ogni nostra colpa e fa' che rifiorisca nel nostro cuore il canto della gratitudine e della gioia". Così anche noi saremo coinvolti nella grande festa, incamminati sulla strada della Pasqua.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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