PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Il nostro Dio é il Dio dei viventi.

padre Tino Treccani

XXXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (11/01/2001)

Vangelo: Lc 20,27-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 20,27-38

In quel tempo, 27si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: 28«Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 29C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30Allora la prese il secondo 31e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. 32Da ultimo morì anche la donna. 33La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». 34Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

Forma breve (Lc 20, 27.34-38):

In quel tempo, disse Gesù ad alcuni8 sadducèi, 27i quali dicono che non c’è risurrezione: 34«I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

Il cap. 20 di Luca riunisce i conflitti che Gesù incontra a Gerusalemme. In 4,13 Satana abbandona Gesù fino al tempo opportuno; è giunto questo tempo, il momento decisivo in cui Satana (ossia, gli avversari) cercano di eliminare Gesù. Il brano di oggi mostra il conflitto con i sadducei.

1. Gli interessi della borghesia (v. 27)

I sadducei formavano un partito influente al tempo di Gesù; erano la maggioranza nel Sinedrio e del loro gruppo facevano parte i capi dei sacerdoti, la nobiltà sacerdotale, laica e i latifondisti (anziani). Erano collaborazionisti con i romani e detenevano il potere economico, politico e religioso allo stesso tempo. Dal punto di vista religioso erano conservatori: ammettevano come autentici solamente i testi attribuiti a Mosè. Non credevano nella risurrezione; erano una specie di atei pratici, o materialisti perché professavano la fede in un Dio fatto ad immagine e somiglianza dei loro interessi e privilegi. Insieme agli altri membri del Sinedrio sono i responsabili della morte di Gesù.

2. Tentativo di giustificare posizioni, occultando interessi (vv. 28-33)

Richiamano la "legge del levirato (o del cognato) in Dt 25,5-10 per dimostrare la loro perplessità a rispetto della risurrezione. La "legge del levirato" aveva un obiettivo chiaro: non permettere che nessuno morisse senza discendenza (sarebbe considerato un castigo di Dio); e un obiettivo meno evidente: non permettere che i beni del morto cadessero nelle mani degli speculatori, visto che la vedova difficilmente poteva conservare per sé ciò che apparteneva a suo marito.

È facile immaginare ciò che succedeva in quel tempo. In 20,47 Gesù accusa i dottori della Legge di divorare le case delle vedove! Il testo di oggi tace a rispetto della bramosia dei sadducei, anziani, dottori della Legge e degli altri membri del Sinedrio. Ugualmente, Gesù non si preoccupa direttamente con la donna, vedova per sette volte. Ma in altre parti del Vangelo abbiamo una risposta a queste preoccupazioni dei sadducei. Questi, con tale questione - reale o fittizia - non pretenderebbero legittimare le loro posizioni, occultando interessi e privilegi? Il partito aristocratico-conservatore, apprezzato dall'alto clero, non desidererebbe forse mantenere una religione ed una società discriminanti ed opportuniste?

3. Dio è il Dio dei vivi (vv. 34-38)

Gesù risponde in due tappe. Nella prima mostra che il mondo futuro non è una riproduzione della società creata dalla borghesia. Ciò diventa chiaro con il programma liberatore di Gesù (cfr. 4,18-19), partendo dal quale, il momento presente è l' "oggi" in cui si compiono le Scritture (4,21). In linea con la Iª lettura, la risurrezione è vista come premio per la lotta in favore della giustizia, esattamente come è successo nella risurrezione di Gesù. I risorti (= "coloro che Dio giudicherà degni della risurrezione") sono paragonati agli angeli (vv. 35-36a): è un modo di mostrare l'impossibilità di descrivere la vita in pienezza.

Nel secondo momento, citando Es 6,6 (testo che i sadducei accettano come "canonico"!) Gesù mostra dove si fondamenta la speranza della risurrezione: il Dio dei vivi. Se Abramo, Isacco e Giacobbe fossero morti "per sempre", come sostenevano i sadducei, allora Dio starebbe negando se stesso come Dio della vita, perché si presentò a Mosè come il Dio di questi patriarchi. "Dio non è il Dio dei morti, ma dei vivi, in fatti tutti vivono grazie a lui" (v. 38).

Per riflettere

"La mia immortalità è indispensabile, perché Dio non commetterebbe iniquità e non spegnerebbe completamente il fuoco dell'amore dopo che questo si è acceso per lui nel mio cuore... Iniziai ad amarlo e mi sono rallegrato col suo amore. Sarà possibile che mi spenga e che la mia gioia si trasformi in niente? Se Dio esiste, anch'io sono immortale!" (Dostoievski).

La saggezza di Mosè fa scrivere all'agiografo un'immagine della sapienza divina: la vita continua, deve continuare. I sadducei calcano la mano con l'esempio che adducono: insomma, questa vedova può sbarbare una mezza dozzina di mariti e di chi sarà moglie, ammesso che esista un'altra vita? Alla sua morte, a chi andranno i suoi averi (oh, scusate, del caro defunt..., correggo, dei cari defunti? Doppia zappata sui piedi, a cui Gesù non omette risposte ben chiare. La vita è una sola, non se ne inventano, né si negano altre per giustificare il materialismo imperante e godereccio. Su altra scala, è come i governi che si vogliono "fare furbi" davanti ai popoli che li hanno eletti. La questione è chiara, ma si deve mascherare a tutti i costi, perché ieri come oggi, ciò che conta per il "club di turno" è il proprio interesse e tornaconto. E per questo gioco serve tutto, perfino la religione. Non credo sia solo un fenomeno brasiliano, ma buona parte dei "politicanti" (il vero politico cosciente ed onesto è ben altro) ama "usare" la religione per ridurla a imbavagliamento e copertura di scelte in favore dei gruppi più potenti (economicamente, militarmente). É troppo comodo osannare e sventolare sul volto e nelle orecchie di miliardi di persone la "certezza" di una vita migliore nell'aldilà, senza mettere in chiaro le implicanze e le verità che questo "aldilà" richiede per il "di qua". Bombe di 7 tonnellate sono esibite come il trionfo dell'ultima tecnologia bellica: tanto la risurrezione è una balla inventata dai preti! Ed in più c'è campo aperto e a volontà per sperimentare questi nuovi ingegni. Immortalità? Solo nei nuovi miti, quelli del successo, della competizione e del farla in barba a chiunque, fosse pure la nostra madre. Ma c'è un altro problema che scende alla radice dell'essenza umana: di chi sarà questa donna? I vedovi prematuri dovranno combinarsi per "dividersi" la vedova forte. Come vivere senza una donna?

Non preoccupatevi saremo come angeli. Ossia, non preoccupatevi dell'aldilà, preoccupatevi ora per essere giusti, perché non possiamo credere in un Dio che "tollera" o finge di non vedere la morte dei suoi figli. Il nostro Dio non vuole la morte di nessuno; anzi, il nostro Dio è la Vita, è l'Amore. Quindi non scenderà mai a patti con l'iniquità, l'ingiustizia, la sopraffazione, lo sfruttamento di qualcuno a discapito dei molti.

Male e male riusciamo a capire queste nostre realtà terrene e spesso ci inorgogliamo di "dire l'ultima" su ciò che speriamo, ma di cui nessuno ci dà la garanzia matematica. Spesso facciamo dire a Dio il fior fiore di ciò che serve solo per negarlo e questo succede quando la nostra incoerenza trascende i cieli, ma non vede nessun angelo, perché questi purtroppo, preferiamo eliminarli, o in seno alla propria madre, o nelle braccia stanche dei paria di questo mondo.

Mi piace essere sadduceo: conosco la Legge. Ho tutti gli attrezzi per farla rispettare, perfino la pena di morte. Sono possente, ho "status" e non mi mancano le lauree in questo e quell'altro. Non ultimo, sono un "expert"( magari di niente, ma il pezzo di carta ce l'ho). Perché dunque pensare o credere alla resurrezione? Godiamoci la vita ed accaparriamoci tutto quanto possiamo ed a quelli che soffrono diamo l'illusione della religione dell'aldilà.

E invece ci credo, disperatamente e tranquillamente, sorretto dalla Vita che non muore mai, nemmeno sotto le bombe più micidiali. Vita che si aggrappa ad una cellula appoggiata su una pietra, Vita che scorre nei fiumi e nei mari, Vita che si manifesta in noi mortali, cui è dato il difficile compito di lasciarla trasformare. Con gratitudine la scopriamo immortale ogni volta che sappiamo amare, perdonare ed accogliere. Non è più problema di sesso o di vite future, di reincarnazioni e rianimazioni: è l'"oggi" che si fa', continua a ricrearsi nella misura che davanti a qualsiasi scelta, sempre preferiamo e preferiremo la Vita per tutti. Forse, allora, non avremo più bisogni di eroi né di martiri, perché spariranno vincitori e vinti e vedremo fratelli e sorelle, uomini e donne, amanti e pacifici che non perdono tempo a discutere sul tipo di angolatura dei nostri nasi, ma sapranno fiutare il profumo delizioso del Dio Vivente che ci passa accanto instancabilmente. Sapremo essere contemplativi, ossia, crederemo che nessuna persona umana può essere considerata inferiore a qualsiasi Tempio, fosse il più grande e splendido del mondo. E Tempio non è solo il luogo dove si prega; oggigiorno le chiese tendono a chiudersi, ma in contropartita si innalzano templi enormi all'economia, al Dio mercato, alla libertà senza limiti (inclusa quella di scannarci vicendevolmente, con la triste illusione di applaudire ai vincitori). Io sono il Dio dei Vivi e non dei morti! E noi abbiamo invertito la situazione: vogliamo il Dio dei morti e uccidiamo Quello dei vivi. Vogliamo togliere la speranza della pace, costruita sulla giustizia; ci lasciamo guidare da un clima di paranoia (il terrore è altro); ci accodiamo al "doberman" di turno e sforniamo qualche abbaiata per nascondere la nostra coda tra le gambe, come se l'aiuto militare italiano potesse incidere in qualcosa davanti alla strapotenza USA. Il vero aiuto, non solo agli USA, ma a tutta l'umanità non sarebbe forse un bel NO alla guerra? Il Sinedrio manipolava la religione: mi sembra la stessa cosa vedendo l'ONU "bloccato" e muto davanti al nuovo Dio Marte, quello del 2001. Ma come sempre, nel circolo della alte istanze, c'è sempre qualcuno che vuole mostrare di avere più voce in capitolo: "é bene che muoia un solo uomo anziché tutta la nazione!", dicevano al tempo di Gesù. Giustamente, quel nazareno stava minando il loro impero. Distruggiamo il terrorismo con le bombe, così il nostro impero potrà continuare ancora per qualche anno. Tanto, non c'è risurrezione.

In altre parole, mi sembra che l'invito di Gesù fatto ai sadducei di ieri e di oggi, si possa riassumere in poche parole: o crediamo all'Amore o non ci crediamo. Non servono surrogati, fossero pure suggellati da sante parole e da Libri Sacri. Come sempre, di religione e religioni, il mondo ne è pieno, per ogni tipo e gusto. E la fede? Gesù ci mette in allerta: e quando il Figlio dell'Uomo ritornerà, troverà fede sulla terra? Penso che di questa, dovremmo, non tanto discuterne, ma gareggiare a viverla, indipendentemente da razza, sesso o religione. Ma non cadere nell'equivoco terribile secondo cui la fede non ha niente a che vedere con la politica. Se leggiamo il Vangelo, con attenzione, allora dovremo chiederci perché i sadducei ed i loro amici hanno messo a morte Gesù. Solo per la piccola diatriba di oggi? Penso di no. Se Gesù non avesse fatto politica (non partidarismo), non sarebbe certo finito in croce; magari avrebbe conquistato un seggio nel Sinedrio di Gerusalemme e avrebbe vissuto a lungo, felice e contento, con tanti figli maschi (secondo la buona devozione e tradizione ebraica) e qualche podere a Betania e in riva al lago di Genezaret. Per concludere, questo Gesù che ricordiamo nel passato, in virtù della sua vita e della sua fede, continua vivo oggi. Sta a noi avere occhi per vederlo, in mezzo a noi (Emmanuel), indiviso, e non solo su qualche altare che si sgretola col tempo, come tutte le "politicherie" di tutti i politicanti. O salviamo l'Uomo, o continueremo a discutere di religione, di politica ed altro, per restare poi, sempre senza risposte soddisfacenti alla nostra "ansia di vivere". É la stessa grande "ultima tentazione", di Gesù e nostra. Come sempre, siamo liberi di scegliere; ma poi non potremo pentirci di aver rinunciato alla Vita, quando nell'ora propizia potevamo difenderla con l'Amore e non con le guerre. Il Cielo non ha bisogno dei nostri culti: siamo noi che abbiamo bisogno di Vita e quindi dobbiamo amarla e condividerla in quanto ce l'abbiamo.

 

Ricerca avanzata  (54937 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: