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TESTO Commento su Gen 2,21-22

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Giovedì della V settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (13/02/2003)

Brano biblico: Gen 2,21-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolto all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.

Come vivere questa Parola?

Queste espressioni sono un modo immaginoso per esprimere quell'unità profonda che unisce l'uomo e la donna. Adamo ("ish") che pure dopo la creazione degli animali si era ritrovato "solo", ora invece esclama della donna ("ishsha"): "Essa è carne della mia carne e ossa delle mie ossa". Con la venuta di Gesù, non solo l'uomo riconosce che la donna è l'"aiuto" di cui aveva bisogno, e non solo la donna sa di essere "aiuto" per l'uomo, ma viene evidenziato che la stessa dignità connota sia donna che uomo. S.Paolo lo verbalizzerà dicendo che "non c'è più giudeo o greco, schiavo o libero, uomo o donna" ma c'è la "nuova creatura", cioè l'unicità della persona rinnovata dal Figlio di Dio che ha dato la vita perché ognuno avesse pieno diritto alla grande dignità della figliolanza divina. Lungo i secoli questo si è capito poco. Solo una trentina d'anni fa mi resi conto che in un paese montano dell'alta Italia, quando un giovane si sposava portava in famiglia la moglie, e i suoi genitori immediatamente vendevano l'animale da soma che evidentemente era ben sostituito!... E che cosa succede ancora oggi della donna in certi paesi? Liberarla vuol dire assumere noi per primi e totalmente i dettami del vangelo.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi pongo davanti al Signore ringraziandolo della vita e della mia identità di uomo o di donna. Chiedo di credere profondamente e in concreto sia all'uguale dignità dei due sessi sia alla necessità di guardare all'altro/a con profondo rispetto e stima. Chiedo di usare le giuste dinamiche relazionali della comprensione, dell'aiuto reciproco, della non possessività, della collaborazione, senza travisare lo specifico del mio sesso.

Signore, ch'io sia per l'altro/a quello che tu hai "sognato" ch'io sia: un aiuto a vivere con amore quello che piace a te.

La voce del Papa

Femminilità e mascolinità sono tra loro complementari non solo dal punto di vista fisico e psichico, ma ontologico. È soltanto grazie alla dualità del "maschile" e del "femminile" che "l'umano" si realizza appieno.
Giovanni Paolo II

 

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