TESTO Commento su Gen 9,1.5
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Giovedì della VI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (15/02/2001)
Brano biblico: Gen 9,1.5
Dalla Parola del giorno
Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro [...]: «Del sangue vostro, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di suo fratello».
Come vivere questa Parola?
Dal grande diluvio, a punizione del dilagare del peccato, s'era salvato Noè, simbolo dell'"uomo nuovo". Il ripopolarsi del mondo avviene nella benedizione su di lui e sulla sua famiglia. E' una specie di nuova creazione. Il Signore "misericordioso e paziente, lento all'ira e grande nell'amore" ripopola di esseri viventi la terra e la riconsegna all'uomo, dandogli nuovamente fiducia. Quello di cui lo rende responsabile è il rispetto per tutto il creato, ma in modo del tutto particolare per la vita dell'uomo. Ecco, Dio stesso si rende vindice di colui che ha costituito signore sulle altre creature proprio responsabilizzandolo in ordine a un sovrano rispetto, anzi a un rendersi garante ognuno della vita dell'altro. "Perché a immagine di Dio Egli ha fatto l'uomo" - sottolinea il testo sacro - ed è tutt'altro che una motivazione da poco!
La prima alleanza, di un'ampiezza cosmica, viene stipulata dal Creatore proprio in base a questi patti. L'arcobaleno che apre ridescenze di colori luminosi nelle nubi dopo la tempesta, ne è il segno per sempre.
Oggi, nel mio rientro al cuore, mi concederò un tempo di contemplazione visualizzando uno "scampolo" di creato in cui risplende bellezza e pace. Lo vedrò solcato dall'arcobaleno e mi riapproprierò della promessa dell'Alleanza che Dio ha stipulato anche con me ma responsabilizzandomi nei confronti di tutti i miei fratelli. Gli dirò:
Tu sei il Dio con me, Signore! Fa' che io viva ogni momento insieme con Te per compiere piccoli gesti di comprensione, di tenerezza, di rassicurante amore verso chi mi passa accanto.
La voce degli antichi Padri
Un anziano diceva: «Se desideri essere accanto al tuo prossimo, onoralo piuttosto che biasimarlo».