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TESTO Commento su Gen 2,15

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Mercoledì della V settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (07/02/2007)

Brano biblico: Gen 2,15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.

Come vivere questa Parola?

Dopo il peccato originale, la terra non è più l'Eden: il giardino meraviglioso. Il primo "no" a Dio dell'uomo ha in qualche modo sciupato l'armonia del creato. Però – bisogna dirlo a voce alta – non l'ha infranta. Einstein, il grande scienziato della nostra epoca, scrive: "La più bella sensazione è il lato misterioso della vita [...] Chi non è più in grado di provare né stupore, né sorpresa è come morto" (Da Come io vedo il mondo, Newton Compton, p.22). Provare stupore e sorpresa, dentro questo meraviglioso universo denso di mistero, è dunque da uomini. E assumere il comando di Dio di "coltivare" e "custodire" ciò che Dio ha creato è per noi fattore di umanizzazione e di crescita anche come credenti. Che significa concretamente "coltivare"? Se non puoi coltivare neppure una rosa o una primula, certo puoi "coltivare" il senso del bello nel tuo cuore. Puoi renderti solidale di quanti hanno deciso di voltare le spalle a uno stile di vita che si fa dettar legge, in tutto, dai modelli standard del supermercato. Coltivare il bello va di pari passo col coltivare il vero e il buono che trovano modo di esprimersi in una vita semplice e sobria. Così si capisce anche quello che significa l'imperativo biblico del "custodire". Sì, c'è un creato intorno a noi da custodire, da proteggere, da non sperperare. Niente sciupio d'acqua, anche se vivo in una zona dove ce n'è tanta. Niente strappare fiori silvestri per il gusto di possederne un bel mazzo. A nessun animale (fosse pure un insetto) fare violenza sfogando il proprio nervosismo. E non basta"! Coltivare e custodire il creato vuol dire lasciarsi stimolare a crescere nell'adorazione e nella lode del Creatore.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, posso contemplare un pezzo di cielo o di ambiente alberato e poi lasciar echeggiare in me quanto scrive Massimo il Confessore: "Eccolo, Lui l'Invisibile, nelle cose visibili, l'Intangibile, nelle cose tangibili, così crea unità con Lui a partire dalla cose".

Signore dell'universo e del mio cuore, purifica gli occhi di questo mio cuore perché incontrino la tua presenza in tutto e l'adorino.

La voce di un mistico

Lo splendore delle cose ci rivela Dio. Esse gridano Dio ai nostri orecchi interiori. Se non fossimo sordi, come ci desteremmo a lodarlo!
S. Bonaventura

 

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