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TESTO Commento su Gn 3,4-5

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Venerdì della V settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (09/02/2001)

Brano biblico: Gn 3,4-5 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male.

Come vivere questa Parola?

Alle origini, nel cuore di questo immaginifico racconto, è il senso profondo della tentazione e della caduta.

Satana non sopporta che l'uomo sia fatto a "immagine e somiglianza di Dio" e da Lui sia infinitamente amato. La sua strategia a nostro danno è la menzogna: ci propina una falsa immagine di Dio. La proibizione di mangiare dei frutti dell'albero della conoscenza, da parte di Dio porterà la morte? Tutte storie! Dice lui. Ed ecco l'insinuazione: Dio non vuole che l'uomo prenda quel frutto perché diverrebbe come Lui. E' chiaro dunque che è un Dio geloso, timoroso che la sua creatura lo eguali nel potere. Un Dio invidioso, meschino, un Dio in competizione con l'uomo, pauroso del bene e della grandezza dell'uomo. La verità è l'opposto. Se Dio ci ha creato "a sua immagine e somiglianza" significa che vuole la nostra vera realizzazione, ma sulle sue strade. Sono quelle di una sapienza che ci preserva da ciò che ci impedisce di essere al mondo per l'unica cosa che conta: amare.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, guarderò in faccia le mie tentazioni, i miei atteggiamenti sbagliati rispetto al Signore. E constaterò che sono sempre tentazioni, atteggiamenti di paura, chiusura, dentro una falsa immagine di lui. Sosterò anche nella stupenda pagina del vangelo in cui Gesù pronuncia la Parola "Effatà" (apriti!) e apre il sordomuto alla gioia del comunicare. Gli dirò:

"Apri il mio cuore, perché, libero da paura e tentazioni, io possa comunicare con Te e con i fratelli: possa amare.

La voce di un antico Padre

Il fatto di sapere che l'uomo sarebbe caduto, Dio non l'ha ritenuto impedimento alla sua creazione. Diversamente Dio avrebbe dichiarato che il male era più forte del suo amore.
Giovanni Damasceno

 

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