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TESTO Commento su Marco 5,1-20

Casa di Preghiera San Biagio FMA   Home Page

Lunedì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (03/02/2003)

Vangelo: Mc 5,1-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.

Come vivere questa Parola?

Ciò che colpisce in questo episodio, raccontato con piglio umoristico e drammatico insieme, è il comportamento dei Geraseni, gli abitanti del luogo dove Gesù libera dalle forze demoniache un uomo che ne era stato devastato. Ciò che ci aspetteremmo da quella gente è diametralmente opposto a ciò che, di fatto, avviene. L'uomo (con tutta probabilità un loro concittadino) viveva tra i sepolcri, gridava e si percuoteva con pietre, nessuno riusciva a domarne la violenza. Ebbene, Gesù lo aveva liberato dal demonio così da restituirlo all'integrità del suo essere persona non solo sana di mente ma in tutto serena e pacifica. Però, poiché il Signore aveva acconsentito a quella "Legione" di andare in una mandria di porci pascolanti lì intorno che subito si precipitarono in mare, la gente si lasciò prendere dalla paura. Non ne volle più sapere di Gesù e optò per una cosa sola: che se ne andasse al più presto dal loro territorio. Non è forse questa la folle paura di chi vive gli eventi delle proprie giornate dentro una gerarchia di valori diametralmente opposta a quella del vangelo?

Oggi, nella mia pausa contemplativa, ringrazio Gesù per quel suo porre al centro della sua attenzione l'uomo, per quella sua ferma volontà di liberarlo dal maligno. E lo prego:

Signore, liberami dal male, cioè non permettere che le preoccupazioni della vita e l'avidità della ricchezza mi facciano perdere di vista l'enorme valore della persona. Aiutami a mettere in opera ogni mia energia perché le mie sorelle e i miei fratelli vivano serenamente la loro dignità di figli di Dio, chiamati alla pace.

La voce di un santo della Chiesa Russa

Non vi è nulla al di sopra della pace in Cristo, grazie alla quale vengono annientati gli assalti degli spiriti del cielo e della terra. Ma se l'uomo non relativizza i beni di questo mondo, non può avere pace.
Serafino di Sarov

 

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