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TESTO Commento su Luca 4,21-30

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IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (28/01/2001)

Vangelo: Lc 4,21-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,21-30

In quel tempo, Gesù 21cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». 23Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». 24Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. 25Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 27C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Dalla Parola del giorno

Tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma Egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

Come vivere questa Parola?

Gesù è nella sinagoga di Nazareth, sua patria. Ha appena dichiarato solennemente che la profezia messianica d'Isaia si è adempiuta nella sua persona. Quelli che l'hanno ascoltato sono afferrati e scossi da questa notizia. Si aprono cerchi di ammirato consenso. Poi, ecco la domanda inquietante: "Non è il figlio di Giuseppe?". Gesù raccoglie queste parole e va oltre. Penetra cioè nelle intenzioni dei suoi compaesani e lo dice: si è destata in loro la molla segreta dell'interesse. Questo uomo, che si dice il Messia, a Cafarnao (città da secoli rivale di Nazareth), ha compiuto miracoli di guarigione, perché non accaparrarlo perché li compia qui nel suo, nel loro paese? In sostanza perché non farne un vanto e soprattutto una facile e ricca fonte di guadagno? Ma Dio, attraverso Gesù, non la pensa così. Perché non ha ghetti né frontiere. Non svende il suo Amore... al mercato degli interessi personali o di clan o di potenze internazionali. L'amore di Dio opera con infinita libertà, trasgressivo delle leggi dettate da interessi egoistici. Ecco perché Elia è stato mandato ad una vedova ma in terra straniera, non a Sion. Ecco perché ad esser guarito da Eliseo fu mandato Naaman, uno della Siria e non d'Israele. Questa verità è talmente ostica che Gesù viene rincorso a sassate e rischia di esser fatto precipitare in un burrone.

Oggi, nella mia pausa contemplativa domenicale, riposo più profondamente e per più tempo accanto a Gesù. Ne contemplo la stupenda libertà. E chiedo, imploro, d'essere anch'io libero da qualsiasi gioco d'interessi che non collimino con gl'interessi del Regno di Dio.

La voce di un antico Padre

L'amore di un uomo per un altro uomo che abbia come motivo un interesse temporale, si muta col tempo in feroce inimicizia.
Abate Elia di Scete

 

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