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TESTO Il Re che ascolta il clamore dei "maledetti"

padre Tino Treccani

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XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) - Cristo Re (25/11/2001)

Vangelo: Lc 23,35-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 23,35-43

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] 35il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Scrivendo il Vangelo, Luca si preoccupa con la nuova storia inaugurata con la presenza di Gesù in mezzo a noi. Lo scherno dei capi sotto la croce non fa altro che rivelare la sua grande preoccupazione di Gesù: "Ha salvato altri..." (v. 35a). Partendo dai marginali e con loro, infatti Gesù crea una storia e società completamente nuove. Il vangelo di Luca è un incessante invito affinché le persone si compromettano con le proposte di Gesù. Chi va con Lui?

Nell'episodio di oggi troviamo la risposta. Chi entra nel "paradiso" della nuova società sono proprio i banditi, i criminali, i pubblicani, le prostitute ed altri, persone che la società escludente ha considerato "maledette" e le ha crocifisse, insieme a Gesù. Questo perché la misericordia di Dio, tema che attraversa tutto il vangelo di Luca, è proposta aperta fino alla fine, perfino dove le speranze umane di salvezza e vita sembrino essere scomparse.

1. Coloro che si escludono dalla società di Gesù (vv. 35-38)

Secondo Luca, sotto la croce ci sono spettatori curiosi (il popolo), capi religiosi e politici giudei e soldati. Insieme al criminale del v. 39, queste persone si sentono tradite nelle loro aspettative circa il messianismo e la regalità di Gesù: lui partiva dai poveri e dagli emarginati. Lo scherno, infatti, gira attorno ai titoli Messia, Scelto, Re dei Giudei e rivelano il modo come queste persone immaginavano il messianismo (vv. 35-37).

Già nella trasfigurazione Gesù fu presentato come l'Eletto di Dio, non nel senso trionfalista di chi esige la vita degli altri per poter vivere, ma come colui che il Padre ha scelto per salvare coloro che sono messi ai margini, gli esclusi, i maledetti... Il titolo "Eletto" associa Gesù al Servo di Isaia 42,1. Mediante la sofferenza e la consegna della vita, non cercando di salvarsi, ma dando la vita per salvare, è che Gesù diventa Messia, Eletto e Re dei Giudei.

La scritta sulla croce diceva: "Questo è il Re dei Giudei" (v. 38). Solo ora Luca chiama l'attenzione sul fatto e nonostante gli insulti e gli scherni, afferma che in Gesù è presente la regalità capace di dare la vita.

2. Coloro che entrano con Gesù nel "paradiso" (vv. 39-43)

L'episodio del "buon ladrone" è proprio di Luca. Con questo Luca vuol dimostrare che la misericordia di Dio non si esaurisce mai se le persone sono disposte ad accettarla. Inoltre afferma che proprio lì, sulla croce, inizia la regalità autentica. La supplica del "buon ladrone" (v. 42 "Gesù ricordati di me quando comincerai a regnare") rappresenta il clamore di tutti i "maledetti" della nostra società, dei quali Gesù si ricorda e non solo, con loro e a partire da loro, comincia a regnare: "Oggi sarai con me nel paradiso" (v. 43). Abbiamo qui uno dei poli del vangelo di Luca. L'attività liberatrice di Gesù era iniziata nella sinagoga di Nazaret (cfr. 4,21: "Oggi si è compiuto questo passo della Scrittura....") e termina nel "paradiso" dove lui entra con gli esclusi che supplicano: "Gesù, ricordati di me..." Il paradiso ricorda il giardino dell'Eden (cfr. Gn 2,8) dove l'essere umana esperimenta il piacere di una società fraterna ed ugualitaria. Espulso da questo giardino, vi può ritornare, ora, quando entra per la porta che è Gesù, l'espressione massima della misericordia del Padre.

Nota finale

Sono spiacente, ma in questi ultimi tempi, gli impegni non mi permettono più di assicurare con assiduità e puntualità questa specie di "rubrica" del Vangelo domenicale. Così oggi è l'ultimo commento che invio. Ciò non toglie l'impegno di altre persone a "condividere" la Parola di Vita che ogni domenica ci alimenta.

Prevedo anche che andrò ad abitare in parrocchia e non so se troverò un telefono. Chiedo quindi la cortesia ai moderatori di tutte le ML a cui sono iscritto di cancellarmi. Ringrazio di cuore quanti, con i loro scritti mi hanno aiutato a pensare e ringrazio i moderatori per questa ottima iniziativa. Forze maggiori mi impediscono di continuare, soprattutto il tempo: non riesco più a seguire i numerosi messaggi che quotidianamente piovono nella mia casella postale. E, tra me, è ora di mettere in pratica quanto ho scritto in questi mesi: la regalità dei poveri continua il suo clamore. Mi aggiungo a loro per condividere il loro tempo e la loro storia. Grazie di cuore a tutti.

 

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