TESTO La comunità riceve lo stesso Spirito che animò Gesù
Pentecoste (Anno C) - Messa del Giorno (03/06/2001)
Vangelo: Gv 20,19-23
«15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre»,
23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
1. La creazione della comunità messianica (vv.19-21a)
É la sera della domenica di Pasqua; un riferimento all'antica prassi cristiana di celebrare l'Eucaristia nel giorno del Signore, sull'imbrunire. Per i giudei già era iniziato un nuovo giorno, mentre per Giovanni è ancora il giorno della risurrezione, il nuovo tempo inaugurato dalla vittoria di Gesù sulla morte. Siamo in un contesto eucaristico. Le porte chiuse denotano da una parte la paura dei discepoli e dall'altra il nuovo stato di Gesù, per il quale non ci sono più barriere. Gesù si presenta in mezzo alla comunità (altro riferimento al contesto eucaristico) e saluta i discepoli con la parola che indica la pienezza dei beni messianici: "La pace (shalom) sia con voi!" É lo stesso saluto di congedo (cfr. 14,27). Ora è il saluto dell'Agnello vincitore che porta ancora i segni della vittoria, le ferite nelle mani e nel costato (v. 20a). É di lui che la comunità si alimenterà.
La comunità reagisce con allegria (cfr. 16,20.22).
2. La comunità continua la missione di Gesù (vv. 21b-23)
Così rafforzata, al comunità è pronta per la missione che il proprio Gesù aveva ricevuto: "essere inviati" (v. 21b). Lo Spirito Santo garantisce la missione della comunità. Per Giovanni, la Pentecoste inizia in questo stesso giorno. Battezzati nello Spirito Santo (cfr. 1,33) i cristiani devono continuare il progetto di Dio, sintetizzato nei versetti 22b-23 (rimettere i peccati).
Cosa è "peccato" per Giovanni? É aderire all'ordine ingiusta che ha messo a morte Gesù. I peccati sono atti concreti decorrenti da questa scelta. Fondamentalmente, il compito della comunità è mostrare, con parole e azioni, che chi si chiude al progetto di Dio, rimane nei suoi peccati (cfr. 9,41: "Il vostro peccato rimane").
Il soffio di Gesù sui discepoli, ricorda Gn 2,7, il soffio vitale di Dio: nasce la comunità dei seguaci di Gesù che continueranno la sua missione (v. 20,21). Per il suo Spirito diventeranno suoi testimoni davanti al mondo (15,26ss); manifesteranno con atti e opere l'amore gratuito e generoso del Padre (9,4). Inevitabilmente, anche a loro, cioè dinanzi alla testimonianza, succederà come a Gesù: chi accoglie e chi rifiuta, arrivando perfino a uccidere i discepoli in nome di Dio (15,18-21); 16,1-4). Non è missione della comunità, come non lo era quella di Gesù, giudicare gli uomini (3,17; 12,47). Il giudizio sarà dato nel constatare e confermare il giudizio che l'uomo dà a se stesso di fronte al progetto di Dio.
Per riflettere
Pentecoste, vento nuovo, o meglio, soffio di vita nuova che comincia con la risurrezione di Gesù e la pace che lui ci dona. Una pace che ha ancora bisogno di mostrare le mani ed il costato trafitti a noi discepoli, chiusi dalla paura, di fronte alla necessità di annunciare la potenza misericordiosa di Dio. Una pace che dà gioia perché ci fa vedere il Signore. Una pace raddoppiata, necessaria ad accogliere l'invito alla missione. Nasce la Chiesa, missionaria del Signore e non di se stessa; una Chiesa che ha potere di cose grandi: essere lo specchio del Servo che non disdegna farsi uomo tra gli uomini. Sempre mi ha affascinato la sequenza "Vieni, Santo Spirito...": una preghiera antica, e veramente carismatica, illuminata perché molto umana, con i piedi per terra. "Vieni, padre dei poveri... nella fatica, riposo; nella calura, riparo; nel pianto, conforto." Come abbiamo bisogno di ricreare questo mondo! Basterebbe avere un po' più di amore per la natura e per le persone che vi abitano e di lei vivono.
Abbiamo ricevuto lo Spirito dell'unità e... purtroppo abbiamo frantumato questa sorella. Ci rifacciamo tutti alla molteplicità dei carismi ed abbiamo perso la profezia della denuncia dei mali che combattono il Regno. Lo stesso Dio che opera tutto in tutti non scappa alla nostra sete di monopolizzare carismi, ministeri, come se la manifestazione particolare dello Spirito che abbiamo ricevuto non fosse per l'utilità comune, e si un bene individuale. Siamo tante membra e dovremmo formare un solo corpo, ci dice S. Paolo. Penso sia questo il difficilissimo compito che noi cristiani spesso confondiamo. Chi ama l'anarchia, confondendola col libero arbitrio e chi si oppone imponendo una ristrettissima uniformità di pensiero ed azione. Il Cristo risorto ci ha dato il suo Spirito, non per imprigionarlo in una cultura, ma per spalancare le porte sul mondo; non per allinearci, ma per essere diversi. La diversità, l'alterità, sono doni dello Spirito? È proprio vero che sono nemiche della comunione? Pentecoste è il grido forte di chi cammina e non si stanca di ripensare ogni giorno i suoi passi, per incontrare, unire e celebrare la Vita. Spirito Santo, tanto osannato oggigiorno e purtroppo impedito, ostacolato e imprigionato. L'economia prepotente e lussuriosa, sì, ingorda e assassina, plagia le menti assopite, distruggendo il mosaico di Dio. La Vita vale meno del soldo che la compra e la vende a suo piacere. Non poche volte la religione, che dovrebbe essere il cammino all'apertura, al Trascendente, si fa schiava dello sponsor più gettonato.
Eppure questa "casta meretrix", madre grande, continua; numerose comunità hanno creduto alla nuova creazione inaugurata con Pentecoste. La Vita succede e germoglia ovunque le persone se ne innamorano. In scacco al pessimismo più profondo, la "luce beatissima continua ad invadere il cuore dei fedeli".
Che lo Spirito Santo continui sempre a riempire i nostri cuori e vi accenda in essi il fuoco del suo amore.