TESTO Il Cantico di Maria
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22 Dicembre (22/12/2006)
Vangelo: Lc 1,46-55
Il saluto di Elizabetta alla sua giovane cugina è come un'eco di quello dell'Angelo Gabriele, e il Cantico di Maria è a sua volta la risposta di incomparabile ricchezza e bellezza ad ambedue. Le parole delle donne ripiene di Spirito Santo sono un meraviglioso intreccio di sentimenti che si compenetrano ed esprimono tutto ciò che una creatura può esprimere al suo Creatore e Redentore: stupore per le meraviglie da Lui operate in loro e per mezzo loro, assieme a gratitudine, amore e ineffabile gioia. Ambedue le mamme, la giovane e l'anziana, sono profondamente consce del loro nulla e della degnazione di Dio verso di loro e dell'assoluta gratuità del dono della loro fecondità: ha guardato all'umiltà della sua serva e a che devo che la Madre del mio Signore venga a me. Come Anna, loro figura e antesignana, offriranno se stesse assieme al frutto del loro seno totalmente al servizio del Signore e del suo Regno. Il cantico di Maria e l'esclamazione di Elisabetta e l'adempimento del voto di Anna dovrebbero risuonare anche in noi dal profondo del nostro essere. Che senso può infatti avere il Natale, la festa dei doni, senza il ricordo e il grazie profondamente sentiti e vissuti per il Dono del Redentore? Senza il dono di noi stessi a Dio e ai fratelli? O Re delle Genti e Pietra angolare della Chiesa, Vieni e salva l'uomo che hai tratto dalla terra.