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TESTO Commento su Matteo 11,28-30

mons. Vincenzo Paglia  

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Mercoledì della II settimana di Avvento (13/12/2006)

Vangelo: Mt 11,28-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

È la prima volta che Gesù parla del Padre suo come "Signore del cielo e della terra". Vuole sottolineare la solennità di questa preghiera. Mentre riconosce e manifesta la grandezza del Padre, Gesù lo ringrazia perché si è chinato sui piccoli rivelando loro il mistero dell'amore, quel mistero nascosto da secoli e che neppure i sapienti possono comprendere. Tale mistero è Gesù stesso inviato sulla terra a salvare gli uomini dal potere del male e della morte. Ed "è piaciuto a Dio" salvare gli uomini partendo dai più piccoli e dai più deboli. C'è in tutta la Scrittura come un filo rosso: la preferenza di Dio per i poveri e i deboli. E' di qui che Dio parte per salvare il mondo. La stessa vicenda dei discepoli è una manifestazione di questo disegno di Dio: essi, gente semplice e disprezzata, sono stati scelti da Gesù come apostoli del Regno. Non solo ha rivelato loro il mistero della salvezza; lo ha loro affidato per manifestarlo al mondo. Gesù volge quindi lo sguardo alle folle che lo circondano e dice: "Venite a me, voi tutti, che siete stanchi". Ancora una volta, mostra ai discepoli il cammino del Regno: raccogliere i deboli imparando da lui ad essere miti ed umili di cuore. La vita con Gesù è soave e leggera; dura e pesante è la vita secondo il mondo.

 

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