TESTO Commento Giovanni 5,33-36
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22 Dicembre (22/12/2000)
Vangelo: Lc 1,46-55
Dalla liturgia del giorno
Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore. [...] Di generazione in generazione la sua misericordia".
Come vivere questa Parola?
E' significativo che l'unica preghiera di Maria Santissima, anzi, l'unico suo lungo dire sia sostanzialmente un lungo grazie al Signore, un lodarlo. Smemorata di tutto quello che non sia riferibile alla grandezza del Signore, Maria ci coinvolge nel "magnificare" Lui, in questo approssimarsi del Natale.
Magnificare significa letteralmente "fare grande". Come mai questo verbo in bocca a Maria in cui si è tutt'altro che annebbiata l'idea dell'immensa grandezza di Dio? Anzi, proprio questa "grandezza" Lei celebra, perché Quello che sta per nascere dal suo grembo è solo frutto della grande, infinita potenza del Signore.
Ecco: il primo modo di rendere grazie a Dio è proprio riconoscerne la grandezza, avendo un'idea grande di Lui. A volte, chi dice di credere, in realtà nel suo modo di pensare e di pregare, si rivolge ad un idolo: un Dio da "gettonare" per piccoli, meschini interessi; un Dio vendicativo o bonaccione, un padreterno "inscatolato" dentro i nostri schemi umani.
Oggi, chiederò a Maria d'essere come Lei penetrata dallo Spirito Santo. Alla sua luce mi chiederò: l'idea che ho di Dio attinge alla sua grandezza che è l'infinito del suo essere Amore? E il mio rivolgermi a Lui è anzitutto "aerato" dal soffio-bisogno impellente di ringraziarlo e di gioire del suo essere onnipotente e grande soprattutto nella misericordia? Farò mio più che mai oggi, questo inizio del magnificat di Maria.
La voce di un maestro di spiritualità contemporanea
La dimensione del ringraziamento non riguarda solo la forma di certe preghiere ma deve impregnare tutto il nostro modo di essere. E' ciò che chiede Paolo: siate eucaristici (Col 3,15).
Enzo Bianchi