TESTO Commento su Marco 6,30-34
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XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (23/07/2000)
Vangelo: Mc 6,30-34

30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 32Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Dalla Parola del giorno
Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed Egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'.
Come vivere questa Parola?
L'attività apostolica è la gioia del vangelo annunciato, ma implica anche una fatica, come qualsiasi lavoro. E' la bellezza di un darsi ma è anche uno svuotamento. E Gesù offre ai suoi una sosta perché possano riprendersi, accanto a Lui, a tutti i livelli: quello fisico, psichico, spirituale. Li chiama "in disparte", in quiete contemplativa.
Anche questa proposta di Gesù è "terapeutica" per un tipico male di oggi: quello di non riuscire a fermarsi, di essere divorati da un frenetico attivismo per cui, perfino in vacanza, si gira come trottole dentro le "cose da fare".
Invece si tratta proprio d'imparare a fermarsi, di riconoscere che le nostre stanchezze sono come buchi e rotture e sfilacciamenti che solo Gesù può riparare.
Fermarsi vuol dire abbandonarsi nelle braccia del Signore che mi ama, vuol dire vincere la tentazione più subdola: quella di scappare da Dio e da me stesso in nome di tutto quello che ho da fare.
Oggi prenderò un tempo più lungo per vivere il riposo festivo nel mio cuore. "Il diavolo è colui che nega all'uomo il diritto di vivere e di lasciarsi amare imprigionandolo in un agire frenetico che poi lo porta a maledire la vita" (Paul Devreux). Ebbene, io lo sconfesserò fermandomi all'aperto o in chiesa a lasciarmi amare in silenzio da Gesù amandolo in quiete contemplativa.
Verbalizzerò col Cantico dei Cantici:
Il mio Amato è per me. Io sono tutta per Lui.
La voce di un grande pensatore
Quando entriamo nel raccoglimento, lo spazio interiore si apre e la divina Presenza può annunciarsi in noi.
Romano Guardini