TESTO Commento su Matteo 9,32-38
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Martedì della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (11/07/2000)
Vangelo: Mt 9,32-38
Dalla Parola del giorno
Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
Come vivere questa Parola?
«Ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto»: legge di arboricoltura questa, ma ancora di più legge della vita spirituale. Come spiegarla? Come parafrasarla? È come dire che le ricchezze che abbiamo ricevuto in dono sono fatte per essere distribuite, donate a nostra volta: gesto eucaristico del pane spezzato ed offerto.
Ma, come sempre, è soprattutto la vita stessa di Gesù a spiegare questa legge, questa sua Parola. Egli, vera vite, è anche il primo tralcio che ha portato frutto e che, affinché i suoi frutti giungessero ad ogni uomo, è stato potato là, nell'orto degli ulivi, quando ha rinunciato alla propria volontà perché si compisse la volontà del Padre, volontà di amore infinito e incondizionato per gli uomini. La potatura è la dinamica stessa dell'amore: un offrire se stessi, un morire a se stessi, che produce molto frutto. Logica del chicco di grano, che muore perché da esso nascano tanti chicchi, la spiga.
Oggi, nel silenzio, contemplerò questa Parola di Gesù e chiederò di entrare in questo mistero dell'amore di Dio; chiederò, con le parole di Gesù, che questa Parola si realizzi per me:
Padre mio, non come voglio io, ma come vuoi tu! (Mt 26,39).
Leggere la Scrittura con la Scrittura
Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore!
(1 Cor 15,36)