TESTO Commento su Ap 22,2-4
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Sabato della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (02/12/2000)
Brano biblico: Ap 22,2-4
Dalla Parola del giorno
In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni. E non vi sarà più maledizione. Il trono di Dio e dell'Agnello sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno; vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte.
Come vivere questa Parola?
In quest'ultimo giorno dell'anno liturgico l'Apocalisse ci apre la visione simbolica di quello che attendiamo e verrà certamente. Sì, dentro quella Gerusalemme Nuova che è la città dei redenti, stende i suoi rami "l'albero della vita". Incredibilmente ricco di frutti e tale da guarire chi tocca anche solo le sue foglie, è simbolo della Croce a cui fu appeso Gesù: della sua salvezza. E' poi segno di quella riconquistata comunione dell'uomo con Dio, da cui verrà ogni pienezza di bene.
Se il desiderio di vedere Dio faccia a faccia è la profonda sete che, anche inconsapevole, brucia nel cuore dell'uomo, questa pericope ci acquieta nella certezza che ciò, da ultimo, avverrà. E sarà luce, sarà gioia senza più notte, per sempre. Ecco perché la nostra fede si avviva nella speranza e diventa operante nella carità. Chi vive amando, realizza in qualche misura già qui e ora, ciò che la nostra fede ci fa sperare come orizzonte di certissima felicità. Davvero il cristianesimo autentico annega ogni tristezza in un mare di gioia.
Oggi, la mia sosta contemplativa consisterà nel visualizzare questa luminosa scena dell'Apocalisse. Chiedo che, anche se ancora non mi è dato di vedere il Signore nello splendore della visione, già qui e ora io lo incontri, lo ami e lo serva ogni giorno nel chiaroscuro della fede e nel respiro della speranza. Verbalizzerò:
Maranathà! Vieni, Signore Gesù! Lode e gloria a Te!
La voce di un profeta dei nostri giorni
La speranza è intravedere, qui e ora, con fiducia fino in fondo, lo svolgimento certamente positivo della nostra vita di riscattati da Gesù, senza prove tangibili, ma sulla forza della sua Parola.
R. Voillaume