TESTO Commento su Luca 19,45-48
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Venerdì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (22/11/2002)
Vangelo: Lc 19,45-48
Dalla Parola del giorno
Gesù, entrato nel tempio, cominciò a scacciare i venditori, dicendo: «sta scritto: "La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!".
Come vivere questa Parola?
Questa rappresentazione di Gesù non sembra in linea con l'altra dove cogliamo sulla sua stessa bocca quelle parole di Isaia: "Imparate da me che sono mite e umile di cuore". Eppure è proprio l'accostare tra loro le varie immagini di Cristo emergenti dal vangelo, ciò che ci mette in guardia dal fare del semplicismo, banalizzando le ricchissima e complessa personalità di Gesù. Egli è certamente l'espressione più tangibile della misericordia del Padre. Ma proprio per questo è ben lungi da ogni... "buonismo". In questo caso il suo è l'atteggiamento di chi non può sopportare e tanto meno permettere che il tempio, la casa di Dio, diventi luogo dove l'attenzione è di tipo "mercantile" dentro un giro d'affari che risucchiano la persona e la rendono incapace di adorazione. La gente non irretita in questo tipo di schiavizzazione, la gente semplice – dice il vangelo di oggi – "pendeva dalle sue parole". E proprio per questo gli oppositori di Gesùche avrebbero voluto "farlo perire", non sapevano come fare. Forza, fascino, splendore della persona di Cristo!
Oggi, nella mia pausa contemplativa, faccio tesoro di questa pagina attualizzandola in verità di vita.
Sì, Signore, il mio cuore è tempio di Dio. Non me lo sogno! È S.Paolo a dirmi: "Il tempio di Dio è santo e questo tempio siete voi". Ma purtroppo spesso nel mio cuore c'è chiasso da mercato e preoccupazioni da interessi solo materiali: soldi, roba, successo, schiavitù del voler "sembrare" e di allinearmi con le varie mode di pensiero e di atteggiamenti. O Signore Gesù, scampami dal fare del mio cuore un luogo di mercato! Restituiscilo tu alla sacralità di tempio di Dio: profondità libera e silenziosa del mio vero "sé" abitato da te, luogo d'incontro d'amore adorante e di pace irradiante.
La voce di un antico eremita
La presenza di Dio nella tua mente deve renderti libero da ogni profanità e da pensieri d'invidia, buono, puro non violento, generoso secondo le tue possibilità, amico di tutti, non amante di dispute e così via. Inoltre, la presenza di Dio deve renderti incapace di condannare chiunque, o di dire ciò che non è bene di chiunque.
S. Antonio Abate