TESTO Commento su Luca 19,1-10
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Martedì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (19/11/2002)
Vangelo: Lc 19,1-10
Dalla Parola del giorno
Gesù gli disse: «Zaccheo scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.
Come vivere questa Parola?
Sempre riluce nuovamente questa pagina dell'incontro di Gesù con Zaccheo. E la luce è anzitutto l'attenzione di Gesù per questo uomo "capo dei pubblicani e ricco" ma in ricerca (era salito su un albero, lui piccolo di statura, per vedere Gesù!). Quello che poi ancora sorprende è che, all'invito del Signore, questo uomo, tutt'altro che allineato coi "benpensanti", subito spalanca il cuore e la casa. Due altre osservazioni vengono spontanee. Anzitutto il "discendere" che è anche simbolico: un lasciare l'esteriorità, la superficialità per "scendere" nel proprio "sé" profondo. E poi la calorosa accoglienza. Il testo dice: lo accolse pieno di gioia. Ecco, l'elemento principe è proprio questo. Se Gesù viene a te e tu hai la percezione che è l'AMORE e l'AMATO, come puoi accoglierlo se non "pieno di gioia"? Proprio oggi, nella prima lettura, l'Apocalisse dice questa parola del Signore: "Io sto alla porta e busso: Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui; cenerò con lui ed egli con me". L'allegorico linguaggio biblico qui esprime il massimo dell'intimità. Ed è questa la vera fonte della gioia: l'intimità col Signore.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo di identificarmi con Zaccheo. Ecco, sono qui a cercare il Signore. Ma so che Lui per primo mi cerca e mi chiama. Anche a me dice: "Discendi". Ed invoco dallo Spirito la grazia dell'interiorità: io che vivo in un contesto di gente tanto esteriorizzata. Anche a me Gesù dice: "Voglio dimorare in casa tua. Sono qui che busso. Aprimi!" Invoco lo Spirito non solo di poter aprire ma di spalancare la porta del cuore e della vita perché il suo essere in me orienti i miei pensieri ed il mio agire secondo verità e carità, in una gioia che sia irradiante.
La voce di vescovo santo
Il ricco Zaccheo è scelto da Cristo: ma donando egli la metà dei suoi beni ai poveri, restituendo fino a quattro volte quanto aveva fraudolentemente rubato. Fare soltanto la prima di queste due cose non sarebbe stato sufficiente, poiché la generosità non conta niente, se permane l'ingiustizia: il Signore poi chiede che si doni, non che si restituisca semplicemente ciò che si è rubato. Zaccheo compie ambedue le cose, e perciò riceve una ricompensa molto più abbondante di quanto ha donato: una grande gioia.
S. Ambrogio